LA FANTABIOLOGIA: DAI MONDI PERDUTI A PROMETHEUS Introduzione


di Claudio Cordella

Rapporto finale della nave Prometheus: la nave è distrutta, tutto l’equipaggio è morto. Se ricevete questo messaggio, non tentate di raggiungere il luogo da cui proviene. Qui c’è solo morte adesso. E io sto per lasciare questo pianeta. È il primo giorno dell’anno, l’anno del Signore 2094. Io mi chiamo Elizabeth Shaw, sono l’unico superstite del Prometheus e sto ancora cercando”. Prometheus, regia di RIDLEY SCOTT.

Fantasy Planet vuole invitarvi a fare un viaggio tra le tenebre del cosmo e gli abissi senza fondo del nostro pianeta: alla ricerca di “mondi perduti” e di civiltà antichissime, affrontando mostruose creature e insondabili misteri. In un approfondimento in tre parti, per chi avrà la pazienza di seguirci, partiremo dai classici della “letteratura popolare” dell’Ottocento e del Novecento per arrivare alle iper-moderne produzioni hollywoodiane.

Lo spunto per questo studio nasce dalla mia visione, ritardata il più possibile per potermelo vedere a “mente fredda”, dell’atteso kolossal Prometheus. Il che mi ha spinto a pensare che fosse il caso di scrivere qualche paginetta sullo status di un certo filone del fantastico, un tipo di storia che qui ho voluto chiamare fantabiologia. Determinato il punto d’arrivo, Prometheus appunto, pur avendo ben chiaro l’approdo non è stato semplice come si potrebbe immaginare avere automaticamente un molo di partenza. All’inizio avevo pensato di partire sin da subito con le riviste pulp degli anni ’20 – 30, in seguito mi son reso conto di come fosse impossibile estromettere alcuni romanzieri appartenenti a un’epoca precedente. Anzi, se devo essere sincero data l’enorme quantità di fonti a disposizione durante l’intero periodo di lavorazione del saggio sono sempre stato perennemente indeciso su che cosa inserire nel testo e che cosa invece estromettere. Addirittura la scelta dei particolari è stata decisamente sofferta, spero ugualmente di esser stato in ogni modo esauriente senza aver omesso nulla o al contrario aver peccato di pedanteria. L’info-dump, l’informazione spazzatura, va in ogni modo evitata sia in narrativa quanto in saggistica.

Come mia consuetudine pluriennale troverete un’abbondanza di citazioni multimediali, comprendenti perciò cinema, televisione, letteratura e fumetto, con riferimenti a produzioni occidentali come orientali. Anche se a fin dei conti queste ultime, a causa della peculiare prospettiva di questa mia odissea nel fantastico, recitano almeno per questa volta più da comparse che da protagoniste.

Spero che questa folle scorribanda, in cui non mancheranno dinosauri, extraterrestri ed incredibili eroine, possa essere di vostro gradimento. Allacciamoci le cinture e via, partiamo! State attenti però, non si tratterà di un viaggio tranquillo: stiamo per solcare strani oceani, popolate da abitanti altrettanto bizzarri, inquietanti e pericolosi!

Tutti tesero le orecchie ed erano intenti ad ascoltare quando l’Essere apparve alla vista: viscido e torreggiante, compresse la Sua verde, gelatinosa vastità nell’uscio nero per emergere nell’aria appestata di quella città di follia. […] è indescrivibile, non esiste lingua adatta a simili abissi d’immemore e agghiacciante follia, a tali mostruose contraddizioni di tutto ciò che sappiamo di materia, energia e ordine cosmico. Una montagna camminava, o meglio barcollava. […]”. HOWARD P. LOVECRAFT, Il richiamo di Cthulhu, in H. P. Lovecraft. Tutti i racconti 1923 – 1926, a cura di GIUSEPPE LIPPI, ed. Mondadori, Milano 1990, p. 165.                                                                   

Illustrazione dedicata al Grande Cthulhu. Copyright degli aventi diritto.

 

 

 Immagine di copertina di H. R. Giger. Copyright degli aventi diritto.


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