Top 5: I migliori e i peggiori giochi del 2014!


PS4WiiUXboxOneDopo un anno di transizione dovuto all’arrivo delle nuove console, il 2014 avrebbe dovuto portare nuova linfa vitale al mondo dei videogames mostrando al mondo cosa esse erano effettivamente in grado di fare. Tra titoli molto attesi, marketing sfrenato, spesso ingannevole, e una marea di problemi al comparto online di diversi giochi, cosa c’è da salvare in questo turbolento 2014? E cosa da buttare? Scopritelo nella nostra doppia Top 5!

 

Flop 5: I  peggiori titoli del 2014

#5: Destiny

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E’ chiaro, questa è una scelta che molti potrebbero non condividere. In molti hanno giocato e stanno tuttora giocando a Destiny, soprattutto in vista del nuovo DLC. In molti lo apprezzano, e hanno trascorso innumerevoli ore in compagnia dell’ultima fatica di Bungie. E’ opinabile il fatto che possa essere monotono, diventare noioso, in fondo si tratta di una formula che tutto sommato può anche essere apprezzata. Anche il comparto competitivo online è assolutamente valido e non smette mai di divertire. Perciò, perchè questa scelta? Perchè nel 2014 non è possibile dover aspettare 2 mesi dal lancio (e dall’acquisto) di un titolo per riuscire a completare una partita online in 6vs6, Sebbene questo problema non abbia afflitto tutti i giocatori, per il sottoscritto e moltissimi altri portare a termine una partita di controllo o scontro è stato praticamente impossibile: errori Bee, Pineapple, Cattle, chi più ne ha più ne metta, sia in multiplayer che in PvE. Quanti di voi hanno completato la Volta di Vetro? Ebbene, ormai quasi tutti. Quello che forse non avete ancora provato, è completarla mentre i vostri compagni vengono calciati fuori dalla partita e tentano di rientrare, respawnando puntualmente fuori dalla zona rianimabile e costringendo gli altri a completare il resto della sezione in 3 o 4. Una delle esperienze più frustranti degli ultimi anni. E questo vale a Destiny il quinto posto nella nostra classifica. E anche il primo nella classifica del marketing fatto bene, qualora ne esista una.

 #4: Fifa 15

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Okay, probabilmente è ancora migliore di PES (o forse no?). In molti, come il sottoscritto, lo hanno comprato a scatola chiusa, magari per l’Ultimate Team, magari per l’immortale modalità Pro Club. Ed eravamo pieni di speranze, si trattava del primo titolo nato su next gen, che aveva tutte le carte in regola per risolvere i vari problemi che affliggevano il titolo precedente. Un esempio? Il cosiddetto “bug del calcio d’inizio”, dove era sufficiente dare avvio al gioco e fare un passaggio con LB/L1 per far scattare un demone della velocità dritto nel cuore della difesa avversaria, per poi servirgli seraficamente la palla con un perfetto filtrante alto che lo avrebbe (quasi matematicamente) lanciato da solo di fronte al portiere. Si, si, so che molti di voi conoscono bene questo sistemino. In Fifa 14 capitava spesso che i portieri impazzissero, o che le difese in club (o in FUT) facessero cose che erano un massacro per gli occhi di chi guardava. C’era inoltre troppa enfasi sulla velocità in FUT: giocatori come Ibarbo, che, con rispetto parlando per gli amici cagliaritani, non sono in corsa per il pallone d’oro, erano frecce in grado di sorvolare difese, muraglie, palazzi semplicemente correndo. Ebbene, tutto questo in Fifa 15 è enormemente peggiorato. Di fronte alle promesse di un nuovo motore per gli scontri fisici, il sistema di falli crea situazioni che sono ai limiti del patetico, con falli inesistenti fischiati immediatamente o incredibili placcaggi da ultimo uomo del portiere non sanzionati neanche con una punizione. Se era un evento segnare su punizione in Fifa 14,  al contrario su Fifa 15,  se non si commettono errori banali, ogni punizione dal limite è gol certo.  In FUT la situazione è terrificante: vedremo praticamente sempre (e ci proveremo anche noi) giocatori avversari che sul calcio d’inizio passeranno la palla al loro player più veloce, e lo faranno correre, correre correre: se sarete bravi e fortunati, lo fermerete, ma in molti casi sarete semplicemente spettatori incolpevoli di una difesa che ragiona a modo suo e stende un tappeto rosso verso la porta a chiunque superi gli 88 di velocità. Vogliamo poi parlare del lato grafico? Con battitori di rigori che ballano il moonwalk e portieri che a fine partita applaudono nella rete senza impigliarsi? Se aggiungiamo una modalità pro club identica a quella del passato e un momentum ancora più tangibile, cosa otteniamo? Il fifa peggiore degli ultimi anni. Però abbiamo il deterioramento del campo. Una novità davvero essenziale, no? Esatto, no.

 

#3: Sonic Boom: L’ascesa di Lyric

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Parlare di questo titolo, cosi come per gli altri della top three, mi riempie di tristezza. Ho 24 anni, e gioco dall’età di 4. Avevo il Sega Master System, avevo Alex Kidd, Kenseiden, Rescue Mission. E poi c’era Sonic. Il porcospino blu che è una delle più grandi icone della storia videoludica, protagonista di quei ricordi d’infanzia che nessun titolo tripla A moderno riuscirebbe mai a scacciare. L’unico modo per affievolire quel ricordo è fare quello che è stato fatto con questo titolo. E con altri dedicati a Sonic. Il nostro porcospino preferito è stato preso, insultato, e gettato in questo gioco che non ha un solo aspetto che possa essere apprezzato senza riserve. Gameplay terribilmente tedioso e ripetitivo, condito da un level design che a tratti è talmente fatto male da risultare inspiegabile. Livello di sfida inesistente, grafica e tecnica anonime. Un titolo che definire “poco curato” sarebbe poco. Un’ingloriosa fine per questo personaggio. Se lo amate, se siete fan di nuova o vecchia data, fate un favore a voi stessi: evitate questo titolo come la peste. E magari procuratevi i titoli originali, i veri Sonic.

 

#2 Halo: The Master Chief Collection

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I primi due titoli di questa top 5 condividono lo stesso, infausto destino. Ma andiamo con ordine. Halo: The Master Chief Collection appariva come una piccola pietra miliare, impossibile da non possedere per tutti gli utenti di Xbox One. Sia per i fan di vecchia data dello Spartan, sia per coloro che si avvicinavano a questo fantastico universo per la prima volta. Sulla carta, il lavoro svolto è ottimo: un’enormità di opzioni multiplayer, 4 campagne giocabili in coop, di cui due (Halo CE Anniversary e Halo 2 Anniversary) giocabili contemporaneamente con due motori grafici, il vecchio e il nuovo, tanto per lasciarci apprezzare in ogni momento il lavoro svolto a livello di upgrade grafico. Il problema è che tutto questo è crollato su sè stesso al lancio. Partiamo dal fatto meno grave: se non si ha una connessione con un upload che superi 1 mega (quindi quasi nessuno tra gli utenti adsl italiani) il giocatore ospite nella campagna cooperativa dovrà sopportare un lag nei comandi leggero ma inevitabilmente costante e tangibile. In base alla qualità della vostra connessione sarà più o meno grave, ma sarà quasi impossibile da non notare. E’ ammissibile una cosa del genere nell’era del multiplayer? Secondo problema, ben più grave ed evidente. Il Matchmaking è un disastro totale. Al lancio trovare una partita era praticamente impossibile. Dieci giorni dopo, e innumerevoli correzioni dopo, era possibile trovare una partita, ma farne due di fila, oltretutto senza essere schierati contro i propri compagni, risultava essere un’utopia. Venti giorni dopo, era possibile trovare una partita, ma i tempi di matchmaking e lag talvolta estremo rendevano l’esperienza comunque frustrante. Ora è passato un mese, un mese in cui in molti avranno giustamente venduto il gioco. Nel 2014, ciò è intollerabile. Non è ammissibile pagare tra i 60 e i 70 euro per fare da beta tester ad un titolo, senza neanche riuscire ad avviare una partita. Per certi versi ciò che è accaduto qui è ancora peggiore di ciò che è successo a Destiny, dove comunque era possibile giocare almeno in tutti contro tutti. Un disastro, uno dei peggiori lanci della storia recente, insieme al primo classificato della nostra top5, che non raggiunge solo perchè almeno qui c’è un enorme single player da giocare. Ma ciò che fa più male è che tutto questo sia capitato a Master Chief, il personaggio simbolo dell’esperienza Xbox, idolo indiscusso di un’enormità di videogiocatori intorno al mondo. What a shame, 343 Industries!

 

#1: Driveclub

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E il titolo di peggior delusione del 2014 non può che andare a Driveclub. Sebbene potrebbe facilmente condividere l’infausta corona con Halo: The Master Chief collection, qui la cosa è andata oltre. Innanzitutto, mentre il titolo Microsoft offre comunque un’enorme esperienza single player dalla qualità indiscussa, Driveclub è un titolo che si basa essenzialmente sul comparto online, sulle funzioni di club, sulle interazioni social e su tutto ciò che è condivisione. Togliere questo al titolo è come tagliare le gambe ad una persona: potrà sopravvivere, ma non andrà lontano. Nonostante la grafica tutto sommato ben fatta e un modello di guida che, nonostante sia troppo semplicistico, era soggettivamente godibile (ma anche no), il completo malfunzionamento del comparto online relega Driveclub ad essere un anonimo flop senza arte ne parte. E considerando l’investimento, i bundle, il marketing che avevano circondato il titolo di Evolution, appare ancora più inspiegabile come sia possibile devastare in questo modo il lancio di un titolo. Non ci fosse stato in giro un certo Forza Horizon 2 magari si poteva essere più clementi, ma quando la concorrenza è cosi agguerrita lanciare un titolo in queste condizioni fa un danno non solo ai consumatori, ma anche e soprattutto a Sony stessa, in termini di immagine e, forse, anche di vendita, sebbene il treno Ps4 sembri comunque continuare a stravendere e a non fermarsi, nonostante quest’incidente di percorso. E tutto questo senza neanche considerare la questione della versione Ps Plus, promessa, ma mai rilasciata: una vera e propria presa in giro, di cui si è parlato tanto e di cui si parlerà ancora, almeno fino al rilascio di questa versione. Ammesso che avvenga.

 

 

Top 5: I migliori giochi del 2014

 

#5: Titanfall

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Sebbene non abbia lasciato il segno nel campo del competitive, Titanfall è forse uno dei titoli più sottovalutati di quest’anno. In un periodo in cui i giochi online sono afflitti da lag e assenza di server dedicati, (Advanced Warfare senza una connessione decente l’avete provato?) o dà problemi di matchmaking (ehm, Halo…) Titanfall è stato un esempio di solidità granitica. Uno dei pochissimi giochi senza un vero dislivello tra player con connessioni diverse, forse l’unico titolo a cui è possibile giocare tranquillamente anche con un download in corso. Qui il cloud si sente, si vede, e fa davvero la differenza. Se poi aggiungiamo una struttura di gioco nella quale il camping è praticamente assente e un gameplay frenetico ed intuitivo, otteniamo uno dei giochi più divertenti e godibili di quest’anno. Potrà non piacere a tutti, non essere davvero competitivo,  potrà stancare presto. Ma visti i risultati della concorrenza e il supporto che è arrivato al titolo (come il sistema di reward basato sulle stelle, il mercato nero, le modalità “sopravvivenza” e “marchiato a morte”) non si può non fare i complimenti a Respawn Entertainment per un primo, solidissimo passo verso quella che potrebbe diventare una nuova, importantissima saga. Magari per una volta con l’aggiunta di un single player fatto bene, che non guasterebbe affatto.

 

#4: La terra di Mezzo: L’ombra di Mordor

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Al quarto posto troviamo la vera sorpresa di quest’anno. Di titoli basati sul Signore degli Anelli ne abbiamo visti tantissimi, probabilmente troppi. Alcuni riuscivano a cogliere nel segno, altri meno, molti erano semplicemente inguardabili. Questo titolo era uscito quasi in sordina, e sembrava essere il classico gioco uscito tanto per spremere il più possibile un marchio importante come quello dell’opera Tolkeniana. I controlli sembravano ripresi integralmente da Assassin’s Creed, il combattimento dalla saga degli Arkham: sembrava un piccolo minestrone di cose già viste. E forse per certi aspetti lo è, ma è proprio qui che Monolith ha saputo stupire tutti: sebbene infatti il titolo prenda spunto, sotto diversi aspetti,  da altre saghe famose, lo fa con una qualità e una freschezza davvero inaspettate. Il titolo funziona, diverte, arriva quasi a creare dipendenza grazie al sistema Nemesis, implementato perfettamente nel sistema di progressione del gioco. Se aggiungiamo un solido comparto tecnico e una grande fedeltà all’opera di origine, possiamo tranquillamente inserire di diritto questo titolo nella nostra Top 5. Senza contare, e questa è una nota personale, che, visto l’arco temporale in cui si colloca il titolo, potrebbe essere considerato un interessantissimo tassello mancante tra l’ultimo capitolo de “Lo Hobbit” in uscita questo 17 Dicembre e l’inizio della saga del Signore degli Anelli. Un’ottima aggiunta alla maratona cinematografica.

 

#3: Dark Souls 2

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Dark Souls è uno dei titoli più importanti degli ultimi anni. Non semplicemente perchè è difficile, ma perchè il suo sistema di gioco spinge a continuare, a scoprire, a sfidare le innumerevoli morti che ci attendono senza mai demordere. La formula del primo titolo è stata riproposta e potenziata nel secondo. Dark Souls 2, sebbene sia leggermente meno punitivo del predecessore, prende tutto il meglio della saga e lo ripropone in modo ancora migliore. Ambientazioni complesse ed evocative, boss sempre più agguerriti, cooperativa e PvP stimolanti ed estremamente divertenti, sia grazie all’elevato livello di sfida, sia grazie alla community che si è creata intorno al titolo. L’uscita su console di nuova generazione programmata per l’Aprile dell’ anno prossimo è un’occasione da non perdere per tutti coloro che non hanno potuto ancora provare quest’esperienza: se deciderete di lanciarvi in quest’avventura, sappiate che questa testerà i vostri nervi, la vostra pazienza, la vostra capacità. Morirete spesso, contro un non morto, contro un’Idra, contro un drago, contro chiunque, continuamente. Ma quando inventerete una strategia, scoprirete un trucco, un punto debole, una via segreta, e infine vincerete, la sensazione che proverete sarà qualcosa di unico, qualcosa che non si provava da anni, da quando ancora videogiocare era per pochi, impavidi eletti.

 

#2: Mario Kart 8

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Quando si parla di Nintendo negli ultimi anni si sta forse dimenticando chi sono questi signori. Hanno salvato i videogiochi da una crisi profonda una ventina di anni fa, hanno creato cose che sono brillate per anni nei nostri occhi, ci hanno fatto divertire, sognare, commuovere. Forse una sola cosa non hanno saputo fare con Wii-U: se questa console avesse avuto un marketing migliore, se le persone avessero capito il reale valore di questo piccolo gioiello, e, si, se il prezzo fosse stato più competitivo, avrebbe venduto decisamente di più. Un titolo come Mario Kart 8 rappresenta l’apoteosi del produrre giochi “alla Nintendo”: un gioco, nel vero senso del termine. Divertente, coloratissimo, accessibile ma competitivo, estremamente solido tecnicamente. curato in ogni minimo particolare, estremamente divertente giocato in multiplayer, sia locale che online, il vero re delle serate in compagnia. Praticamente quasi perfetto, non fosse per un comparto online ancora un pò rudimentale. La capacità di Nintendo di prendere un brand sfruttato fino al midollo e di riadattarlo ai tempi moderni riuscendo ogni volta a sfornare una perla è qualcosa di unico. Ad ogni console un nuovo Mario Kart, un nuovo Mario Bros, un nuovo Mario in 3D. E ogni volta un nuovo capolavoro. Giù il cappello per Nintendo. Ancora.

 

#1: Bayonetta 2

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Fa un certo effetto vedere tra i primi due titoli di quest’anno due esclusive Wii-U. E’ inaspettato, e non avrei scommesso un solo centesimo su una cosa del genere fino all’anno scorso, accecato dalle meraviglie che ci venivano promesse dalle altre console. Ebbene, mentre titoli come Watch Dogs, Call of Duty, Fifa, DriveClub, Destiny, escono e deludono, o magari semplicemente non convincono al 100%, zitti zitti, su Wii-U, arrivano titoli come Bayonetta 2: non è solo un capolavoro, non è solo una gioia per gli occhi che sfrutta appieno la console su cui è progettato, non è solo il miglior action in circolazione. Ma è un titolo che setta un nuovo stardard qualitativo, quasi ignorato dalla massa solo perchè non è in uscita sulle due console attualmente più vendute. Frenetico, fluido, divertente e impegnativo. Bayonetta 2 sorpassa drasticamente tutto ciò che di buono c’era nel primo capitolo portandolo a nuovi incredibili livelli. Un capitolo spettacolare, giocabile anche in coop, un rollercoaster di momenti esagerati. Sebbene la storia non brilli per originalità e il Wii-U appaia talvolta sotto sforzo di fronte a tanta magnificenza, potete avere dubbi su questo titolo solo se non amate il genere action, o se non possedete il Wii-U e ne escludete l’acquisto a prescindere. E’ una killer application a tutti gli effetti, un ottimo motivo per ottenere un Wii-U. E’ l’esclusiva third party di cui Nintendo aveva bisogno per ottenere il salto di qualità. Una mozza azzeccatissima.

 

Ed è il miglior gioco del 2014 per Fantasyplanet. E voi cosa ne pensate? Su cosa siete d’accordo? Su cosa non lo siete? Chi è il vostro vincitore? Fatecelo sapere nei commenti o sulla nostra pagina Facebook!

 

Fantasyplanet’s Game of The Year 2014

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