I vampiri di George R. R. Martin: Fevre Dream


Una nuova epoca era iniziata per il mio popolo, e anche per il vostro, e l’anno zero portava il mio nome. Basta con le notti di terrore tanto per voi quanto per noi; basta con predatori e prede; basta coi nascondigli bui e la solitudine! Non più sangue e morte dappertutto, Abner! Avevo sconfitto la Sete Rossa!”

di Maila Daniela Tritto

 «Il vampirismo, suggerisce Catherine, non è mai unilaterale; vittima e carnefice si confondono inestricabilmente e, soprattutto, si scambiano i ruoli» (Giuseppe Lippi).

 Tra i grandi estimatori della narrativa e del cinema di stampo fantastico e fantascientifico emerge, senz’altro, Giuseppe Lippi che, nel corso delle sue analisi, ha dedicato particolare attenzione al tema del vampirismo e ai suoi sviluppi letterario – cinematografici.

Nella citazione iniziale, infatti, egli avvalora la tesi di Catherine L. Moore autrice di numerosi racconti sci-fi con protagonista Northwest Smith che incontra, nelle sueavventure, strane vampire siderali , secondo la quale il vampirismo, nella sua creazione artistica, è da considerarsi «bilaterale», ovverosia rappresentato dal ‘bene’ e dal ‘male’ che tendono inevitabilmente a confondersi, in un groviglio in cui i confini tra la «vittima» e il «carnefice» diventano labili, e anzi si contaminano reciprocamente. 


È a partire da questo assunto che si dovrebbe esaminare l’opera di George R. R. Martin Il battello del delirio (Fevre Dream, 1982). Un romanzo inscrivibile nel genere horror, che si allontana dal genere fantasy che ha dato notorietà allo scrittore. L’intensità e lo stile unico e particolare ha indotto Daniel Abraham e Rafa Lopez a realizzare un adattamento fumettistico: Fevre Dream (Bao Publishing, 2012); conservando, anche nella versione italiana, il titolo originario.

In breve il fumetto ripropone, senza alcuna modifica, la storia ambientata nella regione del Mississippi del 1857, periodo questo di grande fervore storico-letterario. Protagonista è Abner Marsh che sogna di essere il capitano del battello a vapore più veloce del fiume. In un connubio tra la suspense e l’azione, Abram sarà «l’ago della bilancia» di un conflitto secolare tra clan di vampiri.

Nella story-line non sono state apportate modifiche sostanziali, o elementi variamente innovativi. La trama e l’intreccio restano fedeli all’opera di origine, frutto ingegnoso di uno degli autori più importanti e poliedrici della letteratura internazionale. Emerge, dunque, un’atmosfera dai tratti lugubri sia per la tematica affrontata, che per l’impulso poetico proprio come gli autori citati nell’opera; George Byron è uno di questi. È sua, infatti, la poesia V’è un incanto nei boschi intatti.

V’è un incanto nei boschi intatti;
V’è un’estasi sulla riva solitaria;
V’è un mondo senza turbamenti,
Accanto al mare profondo,
E musica è il suo mugghio:
Non amo di meno l’uomo,
Ma di più la natura.

(George Byron)

 Ma Byron, esponente di un tipo di letteratura gotica, non è l’unico autore a cui Fevre Dream si ispira. Le ambientazioni soprattutto quelle esterne, del mare e del fiume suggeriscono i tanti racconti d’avventura di Mark Twain, lo scenario infatti è lo stesso. È presente, inoltre, Hermann Melville, nonché tutta quell’ampia produzione appartenente all’epoca vittoriana e che è ben rappresentata dai romanzi e racconti di Mary Shelley, Mary Wollstonecraft Godwin, Bram Stoker e tutti coloro che si sono dedicati al genere horror-gotico.

L’opera di George R. R. Martin, e il suo fumetto, potrebbero quindi inserirsi appieno nel movimento neogotico che presuppone un’attenta analisi dei personaggi e ne sviluppa gli aspetti psicologici, facendone emergere le incertezze e insicurezze che si trasformano in incubi e ossessioni (oggetto delle conseguenti tesi freudiane).

Tuttavia, è nella distinzione tra la concezione del ‘bene’ in senso psico-corporeo e del ‘male’, nonché del ‘vampirismo’che va letto Fevre Dream. Parafrasando Jean-Jacques Rosseau, interessato ai vampiri nella sua Lettre à l’Archevéque de Paris, nella letteratura non mancano riferimenti a queste creature che, nell’immaginario collettivo, rappresentano la potenza dei sensi, e acquistano connotati allo stesso tempo languidi e macabri. Il fumetto, però, dimostra quanto quelle caratteristiche siano attribuibili all’uomo stesso, che nell’opera è rappresentato da Billy Tipton l’alter ego «malefico» del capitano Marsh.

Come il cinema non è stato affatto avaro nel raccontare le storie di vampiri perlopiù tratte, o ispirate, alle opere letterarie , così anche gli altri media hanno posto attenzione al fenomeno; fra questi ritroviamo indubbiamente il fumetto. È in questo contesto che si indirizza l’operato di Daniel Abraham, che ha reso le didascalie e i dialoghi dal gusto cinematografico, e Rafa Lopez, i cui disegni rappresentano la sensualità del tratto artistico. Il presupposto creato anzi ri-creato dai due è quello del trionfo del vampiro sull’immaginazione.

Pertanto, i vampiri non solo «esistono» si fanno portatori del comportamento umano , ma si «autodefiniscono» e si «autocelebrano», entrando a far parte degli usi e costumi del popolo. Inoltre, si allontanano dai vari prototipi e cliché che li vogliono deboli all’esposizione della luce del sole, dell’acqua santa, del crocifisso e dei simboli sacrali. I vampiri di Fevre Dream temono il sole e da esso vengono distrutti; ma non temono le altre armi messe a disposizione di chi, come Buffy The Vampire Slayer, fanno di tutto pur di annientare la loro potenza distruttiva e la loro sete di sangue: la Sete Rossa, come viene definita sia nel fumetto che nel romanzo.

Da sempre il folklore con origini medievali , la filosofia, la psicologia e naturalmente la letteratura e i suoi sviluppi contemporanei, affrontano la tematica che spicca in quest’opera illustrata, di elevata qualità.

 

 


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