EPIDEMIA ZOMBIE – TUONO E CENERE


Una incontenibile epidemia sconvolge il mondo fino ad un’apocalittica pandemia. Un virus chiamato Morningstar è la causa delle improvvise morti. Ma il virus non si limita ad uccidere, agendo ancora sui corpi senza vita, fino a tramutarli in cannibali famelici.
Non sembra esserci più futuro per l’umanità, ma una piccola speranza resta ancora viva in un esiguo gruppo di sopravvissuti. Capeggiati dal generale Sherman, l’eterogeneo team composto da militari e civili, tenta di raggiungere un centro di ricerca segreto ad Omaha in Nebraska, dove la dottoressa Anna Demilio spera di poter dar vita ad un vaccino. Ma il cammino si rivelerà più arduo del previsto, tra soste obbligate e imprevisti, la marcia verso la “terra promessa” assumerà le sembianze di una vera e propria crociata contro gli zombie.

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La lettura di Tuono e Cenere, secondo libro della trilogia Epidemia Zombie di Z. A. Recht, rimanda ad atmosfere e suggestioni già note. Quelle stesse che il pubblico di appassionati del genere (e non) hanno potuto apprezzare, in tempi recenti, grazie al successo televisivo della serie The Walking Dead. Ma i racconti di Recht precedono cronologicamente la fama della serie tv, dando il via nel 2006, con Plague of the Dead, al grande riscontro di pubblico e critica negli USA.
Seppur non si può di certo affermare che l’idea fulcro alla storia sia originale (vasto è infatti il repertorio di pellicole e racconti sul tema zombie), lo scrittore americano riesce a risemantizzare la ritrita tematica, fondendola con risvolti di trama al limite del wired war tales, coadiuvati da una minuziosa descrizione di tutto quell’universo militaresco, che lascia trasparire la sua personale passione e formazione in tale ambito.
Si può quindi a buon diritto affermare che l’opera di Recht, partendo da quell’immaginario diffusosi soprattutto grazie agli Z-movie, al cinema di George A. Romero, fino alla macabra fruizione immersiva in videogame come Resident Evil, riesce a riproporre un soggetto tanto abusato in una chiave niente affatto banalizzante.
Ma ciò che più colpisce, ad una lettura più approfondita, è la forte presenza di una significativa simbologia. L’utilizzo di elementi appartenenti al mondo horror si inquadra, in quest’ottica, come espediente per sottendere una più acuta filosofia. Un pretesto dal valore puramente metaforico, quindi, che lo accomuna più alle opere di Romero che all’horror fine a se stesso della miriade di Z-movie. Il viaggio stesso, verso una speranza e il raggiungimento di una felicità, assurge a valore metaforico. Il viaggio come Vita, continuamente minato dall’approssimarsi della Morte, appostata ad ogni angolo e pronta ad aggredire ad ogni passo falso. L’associazione di temi militareschi a quelli soprannaturali degli zombie risulta quindi un’intelligentissima trovata, rispecchiando quella condizione di constante precarietà della vita che l’esercito in guerra ben conosce.
Il trionfalismo marziale di cui è pregno l’intero racconto può a primo acchito risultare disturbante, ma se lo si intende come immagine allegorica, può invece far emergere quei reali intenti celati dietro il manto dell’autocompiacimento. Perché Tuono e Cenere è più di un racconto sugli zombi; più di una glorificazione della potenza militare; più di una critica alle perverse sperimentazioni scientifiche. Tuono e Cenere è una vera e propria metafora dell’esistenza, la raffigurazione in piccolo di tutte quelle sfumature di caratteri ed ideologie che hanno trovato corso e ricorso nella storia dell’uomo. Ma questo romanzo è anche un modo per raccontare come le difficoltà della vita possano trovare risoluzione solo attraverso il superamento di pregiudizi e differenze, di classe, di razza e di sesso. Il gruppo che riuscirà a sconfiggere la minaccia del Morningstar rispecchia appunto questo superamento classista e razzista, ma ancor di più, è un gruppo che crede ancora, nonostante l’apocalisse, nella coesione sociale, di contro all’individualismo egoista:
«Esistono sempre persone che preferiscono prendere senza contribuire alla causa, persone che ritengono più saggio rubare senza fabbricare, o depredare senza costruire» dice il capogruppo Sherman.

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Z. A. Recht utilizza un efficacissima tecnica del racconto, narrando tre storie in parallelo, che finiranno col confluire nel finale, in un climax in crescendo di alternanza di punti di vista, ad accentuare il veloce susseguirsi di avvenimenti. L’epilogo finirà col ricongiungersi al prologo, con un sorprendente risvolto alla “Io sono leggenda”.

Andrea Schiavone

Stile e Tecnica
Originalità
Personaggi
Gestione della Trama
Copertina
Voto Personale
Final Thoughts

Overall Score 3