The Walking Dead, zombie a chi?


Quelle che seguono sono alcune brevi e non esaustive riflessioni, spero non eccessivamente noiose, su una serie che volevo vedere da un po’ e che sfruttando una piccola influenza sono finalmente riuscito a guardare. Mi sono fatto tre giorni di fila di zombie. Ora, io non sono un amante dell’horror, specie quello splatteroso, tuttavia gli zombie mi hanno sempre divertito, perché dal punto di vista narrativo hanno sempre offerto spunti per situazioni tipiche della distopia, forse il genere fantastico che più mi piace. Ho visto alcuni film, non tutti sia chiaro, ma Resident Evil me lo sono gustato e così come devo dire di aver trovato interessante World War Z. Ho letto meno di zombie. Ci si avvicina maggiormente Io sono leggenda dell’inarrivabile Matheson purtroppo mancato lo scorso anno, ma non sono zombie classici. In questo articolo non scenderò nei dettagli della trama della serie, non avrebbe senso mi sono guardato quattro serie una di fila all’altra (non fatelo: genera dipendenza e spinge a mordere chi ti fa arrabbiare). Credo tuttavia sia possibile fare alcune osservazioni, sia sulla struttura narrativa, che sulla storia, che infine sui significati. La serie progettata da  Frank Darabont è stata tratta da un fumetto omonimo di Robert Kirkman. È stato creato anche uno spin off web dal titolo The Walking Dead: Torn Apart, nonché un paio di videogames.

The Walking Dead

Splendida immagine con molti dei protagonisti vivi e defunti della serie.

Le mosse

Rick Grimes marito e padre, ufficiale di polizia in un piccolo paese statunitense viene ferito durante un inseguimento e cade in coma. Quando si risveglia il mondo attorno a lui è stato sconvolto da un’apocalisse. Gli uomini sono divenuti zombie. Dopo lo shock iniziale l’uomo si mette in cerca della sua famiglia fino a ritrovarla alle porte di Atlanta aggregata a un gruppo più numeroso di cui fa parte anche il suo migliore amico che credendolo morto ha intrecciato una relazione con sua moglie. Un gruppo inizialmente sbandato e privo di regole pian piano trova in Rick il suo leader, ma una serie di circostanze minano sempre la sua leadership. Vagando lontani dalla città scoprono al CDC una serie di notizie [SPOILER] chiunque muoia diventa zombie e non hanno scoperto il perché, sebbene i francesi siano andati vicini a capire motivi e forse a trovare una cura, ma poi tutto è stato perduto. Qui mi fermo. Aggiungendo solo che nel corso delle serie è bene non affezionarsi troppo a nessun personaggio, anche a quelli che davvero sembrano intoccabili, perché nessuno è mai al sicuro e loro sono ovunque. Ma un dato positivo è che se tanti personaggi cadono, molti si aggiungono e devo dire che ho trovato una buona cura nel definirli. Alcuni ad esempio come Michonne, Herschell, Dale o il governatore sono impressionanti. Credo che il primo punto cruciale della serie sia semplice e innovativo. Tutti siamo infetti. Un concetto tanto semplice quanto cruciale sia narrativamente che filosoficamente (volendo usare un parolone). Sotto il profilo della possibilità di raccontare rende tutto più fluido. Nessuno è mai al sicuro perché chiunque muoia (di vecchiaia, malattia o morso dagli zombie, poco importa) diventa zombie. Siamo tutti zombie. Almeno in potenza.

Struttura degli episodi

Non vi è mai soluzione di continuità. L’episodio successivo riprende dove il precedente vi aveva lasciati e questo credo giovi moltissimo alla serie rendendola più un romanzo che un serial TV. Tiene sulla corda lo spettatore. Nel complesso trovo che l’ambientazione ben congegnata e non ci siano errori gravissimi a parte il fatto che le belle del gruppo sembrano sempre col trucco perfetto, ma temo che qui intervengano necessità sceniche volte a sottolineare determinate caratteristiche di un viso. Il punto di vista non è mai globale ma sempre e solo locale. Vediamo e sappiamo cosa vedono e sanno i protagonisti. Il linguaggio è verosimile a quello nostro quotidiano, non vi sono eccessi nel turpiloquio e trovo i personaggi decisamente credibili. Unico errore narrativo non aver portato alle estreme conseguenze la cattura di Maggie, si sa bene cosa succede alle donne in guerra quando vengono catturate. Ma nel complesso un errore decisamente perdonabile.

Riflettendo sugli zombie

Quando ti abitui al contorno zombesco, gli zombie diventano poco importanti. Sono parte dell’ambientazione. Certo permangono il mistero circa la loro origine e cosa sia accaduto al resto dell’umanità e il costante pericolo da essi rappresentato. Ma il punto di vista è focalizzato sui vari personaggi, sul loro percorso umano e sul trauma di vivere in una società totalmente priva di ogni regola in cui persino morire è un problema grave. Ma come sempre è l’uomo al centro del racconto. Alla fin fine parliamo sempre di noi. E la domanda che ti poni dopo tre giorni che guardi questo romanzo televisivo è “sono davvero gli zombie ad essere zombie?“. Perché l’uomo emerge ancora con i suoi orrori interiori. Con quei mostri che si annidano in ciascuno di noi e che in alcuni diventano patologia criminale. Tutta una parte della terza serie mi ha fatto ripensare a un librone sui medici nazisti che lessi ormai un ventennio fa e che non riuscii a terminare (era molto peggio degli zombie). Essi erano inizialmente persone normali, ma che non ebbero il fegato di opporsi al male dilagante. E divennero zombie. Del resto il richiamo alla guerra è costante e più che alla guerra a ciò che l’uomo in guerra rischia di diventare. Un altro spunto che vorrei offrire è che i personaggi sono in continuo divenire, come noi, e lo sono con traumi gravi, con perdite incommensurabili, vittorie e sconfitte. Ma Rick nonostante tutti i suoi errori e insicurezze cerca di reggere la sua vita su un’umanità interiore che sembra perduta, ma che in fondo sta sempre lì a distinguerci dallo zombie vero che alla fine è un corpo senza volontà. Ecco. La volontà di dirigere i nostri passi su una strada piuttosto che su un’altra è ciò che ci distingue dallo zombie, ma nel momento in cui abdichiamo a questa capacità (e qui non sto più parlando di fantascienza) diventiamo peggio di un morto vivente perché scegliamo di esserlo.

Stile e tecnica
Originalita'
Personaggi
Gestione della trama
Musiche
Voto personale
Final Thoughts

Overall Score 4.2
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