Intervista a Francesca Costantino


di Claudio Cordella

“La Volontà. È da questa che ha origine la Vita. E ogni cosa è tenuta insieme dalla forza d’attrazione più potente, l’Amore. Tutto ha dunque inizio dalla mia, anzi dalla “nostra” volontà di tuffarci nella piccola sfera azzurra e bellissima che siamo soliti osservare da lontano”. FRANCESCA COSTANTINO, I Figli di Baal. La guida rossa, Armando Curcio Editore, Roma 2012, p. 13.

Introduzione

Il fantasy medievaleggiante, quello a base di castelli turriti e di cavalieri in armatura, sembra continuare a godere di buona salute, in particolare grazie all’interminabile epopea di George R. R. Martin, debitamente infarcita di sangue, sesso e crudezze varie. Senza dimenticare l’immortale J. R. R. Tolkien il cui ricordo viene mantenuto vivo presso il grande pubblico dalle continue ristampe dei suoi libri e dalle trasposizioni cinematografiche dei suoi capolavori. Eppure è da diversi anni che il territorio del fantasy ha iniziato ad esplorare nuovi territori, assai differenti da qualsiasi trasposizione fiabesca del medioevo dell’Europa occidentale. Infatti il fantastico che si innerva nella nostra quotidianità, che sposta le sue vicende incredibili dai regni feudali alle megalopoli moderne, prende sempre più piede. Uno dei più abili maestri in questo genere di storie è senz’altro l’inglese Neil Gaiman, sceneggiatore di un comics leggendario come Sandman e autore del complesso romanzo American gods; in entrambi i casi il mito e il folklore camminano nelle nostre “giungle urbane”, lasciandosi alle spalle boschi e capanne di paglia. In American gods in particolare le divinità protagoniste, appartenenti alle più disparate mitologie dell’Europa, dell’Asia e dell’Africa, giungono nel Nuovo Mondo assieme ai popoli immigrati che un tempo credevano in loro. La loro vita spesso è assai grama ed è minacciata dai nuovi, inquietanti dei della modernità. Anche lo scrittore di fantascienza Cory Doctorow, con il suo bizzarro Someone Comes to Town, Someone Leaves Town (Anime nel futuro), ci ha offerto un interessante esempio di quello che possiamo definire come urban fantasy. Nel romanzo di Doctorow, dallo sfondo rigorosamente urbano e punteggiato di tematiche legate alla modernità (l’informatica, la Rete, la libertà d’informazione), fanno la loro comparsa una ragazza dalle ali d’angelo (che lei taglia regolarmente) oltre alla surreale prole di una montagna vivente (simbolo della natura) e di una lavatrice (un oggetto rappresentativo dell’odierna tecnologia). Una perfetta raffigurazione di un tipo di narrazione che oltrepassa i limiti tradizionalmente imposti ai generi, che unisce tra loro mondi e realtà differenti.

Possiamo considerare come urban fantasy anche alcune opere del celebrato romanziere nipponico Haruki Murakami; in particolare Sekai no owari to hādoboirudo wandārando (La fine del mondo e il paese delle meraviglie) e Ichi-Kyū-Hachi-Yon (1Q84), pubblicato in Giappone in tre volumi e in due in Italia. In particolare il primo è servito da ispirazione per uno splendido anime: Haibane renmei (Ali grigie), ambientato in una cittadina che sembra essere in tutto e per tutto un comunissimo centro urbano. In realtà è circondata da mura dotate di poteri soprannaturali e alcuni suoi abitanti sono degli esseri angelici, con tanto di ali piumate e aureola, la cui natura non viene mai del tutto spiegata nel corso della serie. Si può solo ipotizzare che molto probabilmente siano dei giovani deceduti a causa di una morte violenta, in particolare in seguito ad un suicidio ad esempio. Infine, non possiamo non citare telefilm come Supernatural e Once Upon a Time, il primo ideato da Eric Kripke e il secondo da Edward Kitsis e Adam Horowitz; in entrambi i casi le creature del soprannaturale abbandono i luoghi leggendari a cui sono legati in favore della modernità. Del resto, ben per prima di Supernatural, Mike Mignola ci aveva offerto un comics d’autore come Hellboy in cui demoni e dei si mescolavano con gli esseri umani mentre Once Upon a Time, un po’ nello spirito dell’American gods di Gaiman, porta negli Stati Uniti del ventunesimo secolo non degli esseri mitologici ma i personaggi delle fiabe (Biancaneve, Tremotino, Pinocchio, etc.). Fenomeni multimediali di costume, come Twilight o Harry Potter, possono a buon ragione essere considerati urban fantasy.

Tutti questi esempi, parziali e portati qui solo a titolo esemplificativo, sono stati fatti per far capire la crescente importanza di questo sottogenere; approdato da tempo anche nel nostro paese. Proprio per questo, noi di Fantasy Planet siamo andati a intervistare Francesca Costantino, un’autrice nostrana che ha voluto dedicarsi a questa innovativa branca del fantastico. La Costantino è senz’altro una personalità eclettica: è giornalista, scrittrice e blogger (www.raccontifantasy.com), nonché redattrice di riviste di moda ed editor. A testimonianza della molteplicità di interessi a cui è dedita aggiungiamo qui che è studiosa di teosofia, inoltre è Sifu (insegnante) di Kung fu Tao Lung e Metacoordinatore di PNL (Programmazione neuro-linguistica) e Ipnosi per Hypromaster. È una fan dello storico gioco di ruolo Dungeons&Dragons e della musica degli anni ’80. La sua novella Il giocatore di scacchi ha partecipato al concorso Il miglior racconto fantastico del XVIII Trofeo Rill mentre I Figli di Baal. La guida rossa, primo capitolo di una trilogia, è il suo romanzo d’esordio.

Intervista

Chi è Francesca Costantino? Parlaci un po’ di te.

Sono un’entità che ha scelto di diventare un maestro per l’umanità. Quindi, per questo scopo sono nata in Italia e a Roma, in particolare, caput mundi ancora per un bel po’. Ho deciso di specializzarmi nella scrittura e lo faccio nel quotidiano, studiando e insegnando anche Kung fu Tao Lung e portando avanti il mio cammino di vita che ho iniziato dieci anni fa entrando in Avalon (Asd. Tao Lung). Studio anche Ipnosi e Programmazione neuro-linguistica presso Hypromaster Srl e conto presto di insegnarla.

Com’è nata la tua passione per la scrittura?

Diciamo che ci sono nata! A partire dalla mia passione per la lettura. Per me è un mezzo per esprimere ciò che ho da dire e toccare il cuore delle persone con armonia.

Esiste un artista, ad esempio un fumettista, un illustratore oppure un regista, da cui ritieni di essere stata influenzata?

Il mio libro è pieno di citazioni! Mi sono ispirata ai complessi rock melodico anni ’80 – ’90 come i Tears for Fears, ma anche a Eric Clapton. Apprezzo il lavoro di Martin Scorsese, soprattutto nel delineare la psicologia dei personaggi. E poi mi sono ispirata a diversi scrittori, come Tolkien per la sua mitologia unica, Asimov per aver creato un mondo con tanto di regole e aver dato vita a una “nuova razza”. È quanto intendo fare io: guidare la nuova umanità nella nuova era.

Quali consigli daresti a un giovane che sogna di poter lavorare un giorno nel mondo dell’editoria?

Intanto dirsi esattamente quando vuole farlo, dopo quanto tempo, come (quindi specializzarsi magari con l’università o dei corsi specifici), dove e in che modo. Solo essendo specifici gli obiettivi sono ben formati e concretizzabili: il cervello non fa cosa gli dici di fare, ma solo ciò che gli fai fare! Quindi, quando sogna, questa persona dovrebbe visualizzare il suo sogno già concretizzato, sentendo le sensazioni che prova in quel luogo, magari in una redazione da lui prescelta, odorarne l’aria, assaporarla anche. In che postura si trova, è seduto o in piedi? E la sua respirazione è lenta o veloce? Cosa sente intorno a sé, a partire dal suono più basso, poi quello più alto… e quello intermedio? Infine cosa vede, quanti rossi, quanti oggetti gialli, quanti oggetti blu e il colore dominante qual è? Questo è un obiettivo ben formato e quindi raggiungibile. Più l’esercizio si ripete, più diventa possibile realizzarlo. Io ho fatto così e adesso il mio libro esiste…

Attualmente, quali sono secondo te le condizione di salute della letteratura fantastica italiana?

Ottimi, quando chi scrive ha un obiettivo e un messaggio da dare. La produttività e quindi la vendita e gli introiti arrivano per conseguenza di un processo che parte dalla volontà di comunicare qualcosa di evolutivo per i lettori. Il pubblico fantasy è pressoché giovanile, anche se non mancano gli adulti. Insegniamo allora qualcosa ai nostri ragazzi, diamo loro dei valori in cui credere! Così non solo il fantasy ne gioverà, ma tutta l’editoria in generale.

Che cosa ami leggere nel tempo libero?

Ad averne! Ti direi che amo più giocare ai videogiochi di ambientazione fantasy e D&D… una delle mie fonti d’ispirazione per il mio libro. Ultimamente mi sono appassionata leggendo oltre 5 libri di Richard Bach, a partire da Il gabbiano Jonathan Livingston che trovo geniale e profondo, fino a Nessun luogo è lontano.

Ti piacciono i videogiochi? Che cosa ne pensi dello sviluppo che ha avuto questa forma di intrattenimento negli ultimi anni?

Direi proprio di sì, ma non gli sparatutto o quelli di guerra. Apprezzo invece quelli di ambientazione storica e fantasy, come Diablo, Baldur’s Gate, Icewind Dale, Morrowind-Oblivion, Assassin’s creed. Anche il videogioco può essere fonte di cultura: quanto darei ad esempio per assistere e partecipare a una battaglia come ufficiale di Napoleone Bonaparte, magari vivendo l’avventura in 3d! Ormai le nuove tecnologie dovrebbero essere completamente assorbite dalla scuola e da chi fa educazione. Se la matematica, anche complessa, è insegnata attraverso un videogioco, sono sicura che non ci sarebbero più insufficienze!

Hai dovuto compiere un lungo lavoro di ricerca per poter scrivere I Figli di Baal. La guida rossa?

A parte il fatto che ho aspettato vent’anni della mia vita per scriverlo e pubblicarlo, anni nei quali ho studiato, lavorato, fatto esperienza e approfondito ampie parti di me stessa, comunque la ricerca c’è stata, sì. Soprattutto online e nelle mitologie del passato, come quelle atlantidee.

Perché tra tutti i possibili generi del fantastico hai scelto proprio l’urban fantasy?

Perché è più facile arrivare ai ragazzi, alla vita di tutti giorni e al nostro mondo. Se Baal è arrivato a New York, è più vicino a noi ed è più facile identificarsi nel personaggio.

A quale tipo di lettore è rivolto il tuo romanzo? È solo per giovani e giovanissimi, appassionati di fantastico e di videogame, oppure è leggibile da tutti?

Per tutti, in assoluto. Il cuore non ha età, e più cuori e passioni tocco e stimolo, meglio è!

 Chi sono Jason, Sean e Victoria?

A parte essere i tre aspetti del dio Baal? Mi spiego meglio: Sean è l’apparenza, quello che ognuno di noi vuole mostrare e di-mostrare di sé agli altri, per essere amato. Quindi vuole soldi, fama, belle donne e arriverà persino a drogarsi perché non regge i ricordi del passato. Victoria è l’anima, ovvero le nostre emozioni, i nostri valori e le nostre credenze, ciò che ci spinge nella vita e come vediamo e percepiamo il mondo. È appassionata ed emotiva, suo è il compito di avvicinare Sean a Jason. Jason, l’ultimo dei tre, è la nostra parte spirituale, quella più profonda e che esiste da sempre. È il vero noi stessi, la nostra monade il vero motivo per cui ci siamo incarnati a questo mondo. È legato, perché Sean ancora non vuole saperne di lui. Sarà Victoria a liberarlo e unire i due gemelli, perché Baal torni a vivere, sia unico e parte del tutto, sia se stesso e insegni all’umanità il modo migliore per seguire l’evoluzione di ciò che è.

Poi, i tre protagonisti sono tutti e tre autobiografici, sono la mia parte maschile e femminile, le mie paure, la mia forza, i miei pregi e difetti. La mia essenza.

I Figli di Baal. La guida rossa è il primo capitolo di una trilogia. Ci puoi raccontare qualcosa della genesi di questa saga?

Come dire, ho iniziato a scriverla quando avevo nove anni. Poi ho smesso fino ai 30, quindi vent’anni dopo ho completato un percorso che avevo già scelto, ancora prima di essere bambina. La mia scelta, adesso, è portarla avanti fino in fondo e concludere la saga. Un’anticipazione: ho già in mente un quarto libro, in gergo si chiama spin-off, un approfondimento del background mitologico che ho creato. Ne riparliamo dopo il 2014!

Perché hai deciso per uno sviluppo narrativo che si svolge lungo l’arco di tre libri?

Perché ho tanto da dire e mi serve spazio, perché i protagonisti sono tre, così come “uno è trino” è Baal, così come “uno e trino” è l’essere umano.

Che cosa si devono aspettare in futuro i tuoi fans riguardo al ciclo de I Figli di Baal? Ci puoi anticipare qualcosa?

A parte lo spin-off di cui parlavo sopra? Sicuramente nel secondo volume ci saranno molti più combattimenti, Victoria dovrà superare prove molto dure per raggiungere Sean e lui dovrà fare una scelta: vuole o no prendere il compito di Baal e salvare Aurigard sull’orlo del baratro?

Hai già in mente qualche altro progetto a cui vorresti dedicarti dopo la conclusione de I Figli di Baal?

Ho da qualche anno in mente una collana pedagogica per bambini che parli di storia e geografia, le mie materie preferite. Una famigliola di tre piccioni sorvolano le città più importanti del mondo. Il nonno del più piccolo è un maestro di saggezza e, ad esempio, sorvolando Roma, passano sui Fori imperiali e racconta al nipote di com’era la vita nell’antichità. Ma non mi fermo certo qui, ho intenzione di fare della scrittura il mio lavoro a tempo pieno, quindi le idee verranno e, ovviamente, vi terrò aggiornati!

Sinossi

Cancellate quanto sapete della storia del pianeta: I Figli di Baal. La guida rossa inaugura la Nuova Era del genere umano. Ispirato ai giochi cult D&D degli anni ’90, Diablo e Baldur’s Gate, questo urban fantasy si dipana tra Aurigard, la Città d’Oro, e New York poco prima dell’11 settembre. Jason, Sean e Victoria (un negromante, un guerriero bardo e una maga nera) sono condannati a cercarsi tra le ere e le dimensioni, pur essendo una cosa sola. Essi infatti incarnano i tre “aspetti” del dio Baal, un’entità originaria di Venere e parte della Stirpe divina atlantidea. Il demone Mephisto, reietto dalla Stirpe, renderà gli esseri umani schiavi di una setta, impedendo ai protagonisti di riunirsi nell’avatar di Baal, l’unico che può distruggerlo.
Amore, magia, musica rock ed esoterismo fanno da sfondo alle vicende umane, in una lotta fratricida che rivoluzionerà il modo di pensare di ognuno di noi. In questo primo episodio della trilogia, Sean e Victoria vivono in due epoche diverse, eppure un filo sottile sembra legarli misteriosamente, come se una forza segreta li attirasse l’uno verso l’altra e si adoperasse per incrociare i loro destini. Victoria ha 16 anni, abita in un villaggio celtico ed è arrivato il momento di andare in sposa al compagno che le è stato predestinato sin dalla nascita. Ma la giovane, dal carattere indomito e ribelle, travestita da elfo maschio fuggirà dalla casa natale e si imbarcherà alla volta della meravigliosa Aurigard. Sean, invece, vive a New York alla fine degli anni ’80. Poliziotto scapestrato ma perspicace, è sulle tracce di un misterioso pluriomicida che lascia le sue vittime dissanguate. Dopo l’ennesimo omicidio rimasto senza colpevole, però, deciderà di lasciare la polizia per coltivare la sua passione più grande, la musica rock; fonderà una band di successo, i Baalym, ma le inquietanti uccisioni e gli infausti presagi lo seguiranno ovunque andrà.

 


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