Dime Store Magic. Il destino di una strega, di Kelley Armstrong


A cura di Maila Daniela Tritto

«Noi creature soprannaturali non abbiamo vita facile nel mondo degli esseri umani: spesso le regole e le leggi a cui loro obbediscono non hanno molto senso per noi. Prendiamo il caso di Savannah: è una ragazzina, sì, ma anche una strega estremamente potente, braccata da forze oscure che non esiterebbero a uccidere pur di attirarla dalla loro parte mentre è ancora così giovane e facilmente influenzabile» (Kelley Armstrong, Dime Store Magic. Il destino di una strega, Fazi Editore, Roma, 2013, p. 39).

Da sempre la magia esercita un fascino potente nell’immaginario collettivo. Espressa in forma folkloristica ha presto trovato i suoi sviluppi letterari e cinematografici, nonché il consolidamento in opere di rilevanza editoriale come Harry Potter di J. K. Rowling. La cultura, soprattutto quella occidentale, ha ritenuto che l’elemento magico fosse da relegare all’ambito del fantastico; quasi a voler sottolineare la sua inesistenza dal mondo reale. Tuttavia, ci si serve quale elemento capace di appagare la routine.

Illustrazione originale di Luis Royo. Copyright degli aventi diritto.

I suoi sviluppi sono molteplici, e assumono connotazioni positive o negative a seconda dei casi. Si distingue, infatti, in magia buona quella parte notoriamente positiva, di cui Harry Potter è un caso emblematico, e le forze oscure, che pure sono importanti nell’evoluzione narrativa. Riprendono pertanto i classici archetipi del ‘bene’ e del ‘male’, in una concezione dualista che vede l’uomo al centro.

È dall’uomo che nasce, o meglio dalla sua capacità espressiva, trovando evoluzioni di genere. Ad esempio, gli sviluppi neopagani forniscono un retroterra culturale stabilito dalla tradizione popolare, che si esprimono nel senso effimero di organizzazioni come la Wicca. Ed è di essa che tratta il nuovo romanzo di Kelley Armstrong, Dime Store Magic. Il destino di una strega (Fazi, febbraio 2013).

Il volume fa parte della fortunata saga Women of the Otherworld, letteralmente «Le Donne dell’Altromondo». Esse sono: licantropi, streghe, fantasmi e semi-demoni che confluiscono in un’unica opera d’ingegno che le vede potenti e dominatrici, ma anche passionali e seducenti. Nei primi due volumi Bitten. La notte dei lupi, e Stolen. Figlia della luna la protagonista è la licantropa Elena Michaels, mentre nel secondo le vicende vengono narrate dal punto di vista della strega ventitreenne Paige Winterbourne (che pure è accennata nei precedenti romanzi, come avviene nel caso di Elena che appare nel terzo libro). Infatti, la particolarità dell’autrice è quella di aver dato vita a una saga che intrecci i personaggi, e li unisca in modalità differenti.

Paige ha da poco perso la madre, che le ha affidato l’arduo compito di governare sulla Congrega delle Streghe Americane. Inoltre, ha assunto la custodia della tredicenne Savannah, orfana come lei di madre. Entrambe vivranno esperienze paranormali che è poi il genere a cui il romanzo si dedica , cariche di suspense e di una forte inquietudine per la componente orrorifica.

L’impronta stilistica dell’autrice è permeata dalle contaminazioni di genere, in particolare dell’horror e del gotico. Non si tratta di un testo che si dedica prettamente a un pubblico giovane. Sebbene la presenza di un personaggio come Savannah esalti il tema dell’educazione, nonché del romanzo di formazione (limitatamente sviluppato in un contesto difficile come quello descritto nel volume).

Illustrazione originale da “Malefic Time” di Luis Royo. Copyright degli aventi diritto.

Da un lato emerge l’attuale abitudine del lettore di associare i temi «magici» a quell’ampia schiera Young Adult, dall’altro invece la Armstrong dà una sua impronta stilistica, distinguendosi dall’attuale narrativa di genere. A personaggi dai tratti distintivi descritti con padronanza di linguaggio è dunque associata un’ambientazione che si fa, nel contempo, effimera ed evocativa.

Fra le tematiche scelte è forte la presenza anzi compresenza, con l’elemento magico del neopaganesimo e dei casi Wicca, che si configurano secondo i caratteri proposti dal movimento New Age e trovano ampia collocazione in America, terra di origine della Armstrong. Si avverte uno stile assai aperto e libero che propone varie sperimentazioni nell’intreccio narrativo. La scrittrice ha, dunque, optato per una vicenda e la conseguente psicologia dei caratteri con tendenze «open mind» e con il neopaganesimo «fai da te» in cui l’individuo agisce liberamente e costruisce la sua particolare dimensione religiosa.

Il neopaganesimo prevede tale approccio che è aperto e esente da pregiudizi , ma finirà quasi per confondersi con la dimensione magica, in particolare con le arti oscure. Queste ultime sono viste con sospetto dagli abitanti di East Falls città in cui vivono le due protagoniste , assumendo i tipici comportamenti diffusi in età medievale. I sospetti e i pregiudizi regneranno in una società che, più che innovarsi, ritornerà agli albori in una sorta di involuzione. Da questo momento in poi il ritmo con cui sono raccontati gli eventi sarà maggiormente fluido e scorrevole: in una rapida successione spazio-temporale. Ma c’è un’altra differenza tra i gruppi Wicca e i clan stregoneschi. Se nel primo è prevista l’assenza di una gerarchia che deriva dalla vanificazione della distinzione sacro/profano, i secondi vivranno in un ordine gerarchico rigido e definito dal capofamiglia. 

Illustrazione originale di Luis Royo. Copyright degli aventi diritto.

Tuttavia, il romanzo non si arricchisce solo di queste distinzioni socio-culturali, ma assume anche i tratti tipici dell’hard boiledper la compresenza del genere giallo deduttivo e poliziesco, del crimine e della violenza. Il tutto è governato dalla magia oscura, che già di per sé modifica la percezione della realtà.

Illustrazione originale tratta da “Malefic Time” di Luis Royo. Copyright degli aventi diritto.

Uno degli archetipi del Bhagavad Gita, un testo sacro indiano di circa settecento versi, indica come il bene ritorni al bene e il male al male. Qualsiasi azione ritornerà indietro tre volte. La mole del romanzo si fonda proprio su quest’archetipo. In conclusione, si tratta di un’opera attenta al genere femminile, volta a intrecciare le tematiche analizzate. Il risultato è una lettura godibile e interessante, anche per gli sviluppi futuri della saga.

 


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