Recensione di The Restorer, La Signora dei Cimiteri


Recensione di The Restorer, La Signora dei Cimiteri.

A cura di Monique Scisci

 

Titolo: The Restorer

Data di pubblicazione: giugno 2012

Editore: Mondadori

Collana: Harlequin

Pagine: 340

Prezzo: 9,90

Prezzo ebook: 6,99

ISBN cartaceo: 9788861833227

ISBN ebook: 9788858903513

Quarta di copertina: Sono Amelia Gray e restauro cimiteri. Sono condannata a poter vedere i morti, ed è un’esperienza angosciante. Hanno fame di vita. Per questo non li posso guardare, non devo far loro capire che li vedo, o sono perduta. Ultimamente però tutto è diverso. È accaduto qualcosa nel cimitero di Oak Grove, dove sto lavorando, qualcosa che va oltre la semplice violenza, che coinvolge i vivi e i dannati. Ho paura, perchè il senso di tutto ciò mi sfugge. Sono sempre più confusa, sopraffatta dalle circostanze e da un mistero che, invece di sciogliersi, pare diventare più fitto e più oscuro. Spero di trovare delle risposte, prima che tutto ciò possa uccidermi.

 

 

Ho trovato questo romanzo tra i libri horror e, dopo aver letto la quarta di copertina, la trama mi ha incuriosita a tal punto che ho deciso di acquistarlo. Cercavo qualcosa che mi incuriosisse, con la speranza di incappare in una storia in grado di incollarmi alle pagine, e devo dire che The Restorer, in parte ci è riuscito anche se non appartiene propriamente al genere sopracitato.

Si tratta del primo libro della serie Graveyard Queen, che vede come protagonista Amelia Gray, restauratrice di cimiteri, coinvolta in una serie di omicidi, i quali daranno il via a un’indagine che farà riemergere segreti sepolti da tempo. Devlin è l’affascinante ispettore di polizia che si occupa del caso; personaggio dal passato oscuro, che suscita subito un misterioso e combattuto interesse nella giovane.

La cover evoca l’atmosfera onirica, cupa e gotica che si respira tra le pagine. All’interno del romanzo troviamo innesti di paranormal, horror e thriller conditi da un alone di romance che stuzzica i sentimenti del lettore; d’altronde è inserito nella collana ‘Harlequin’ di Mondadori di cui la Stevens è l’autrice di punta.

La trama è ben costruita dall’inizio alla fine. Il libro, infatti, è autoconclusivo, almeno dal punto di vista dell’enigma investigativo, lascia comunque diversi quesiti in sospeso perché il primo di una trilogia. Il secondo volume, The Kingdom non è ancora stato tradotto in Italia, al momento non ci sono notizie certe sull’uscita, toccherà aspettare. In ogni caso, il finale infonde curiosità per quanto riguarda la tormentata lovestory tra Amelia e Devlin; come si evolverà la loro relazione osteggiata da demoni reali e psicologici?

In un’intervista rilasciata poco dopo la pubblicazione, Amanda Stevens, ha dichiarato che The Restorer non è altro che il prologo della storia d’amore tra i due, ma sarà solo nel terzo capitolo dal titolo The Prophet, che il passato di Devlin verrà finalmente indagato, così da comprendere il risvolto sentimentale.

L’ambientazione spettrale è affascinante. Si evince che l’autrice si è documentata molto per descrivere l’arte del restauro dei cimiteri; i luoghi nei quali Amelia si rifugia, permettendo al lettore di vedere attraverso le sue parole. Respiriamo il profumo dei fiori, ammiriamo la nebbiolina crepuscolare che accarezza la terra, vediamo le lapidi immerse nei grovigli della natura e, insieme ad Amelia, osserviamo gli spettri con il cuore in gola.

Ho trovato credibile la descrizione di questa donna angosciata da visioni raccapriccianti, che cerca di non farsi sotterrare dal carico emotivo che ne deriva, nonostante, l’inizio mi abbia dato un’impressione di déjà vu; la solita ragazzetta tormentata che vive ai margini della società etc etc. In realtà superata la fase iniziale, ci rendiamo conto che Amelia è molto di più, una figura forte dalle mille sfaccettature, la descrizione psicologico-emotiva da questo punto di vista, è ben fatta.

Purtroppo la pecca è il personaggio maschile, che sfodera il classico repertorio trito e ritrito del bello e dannato, tormentato ma autoritario, indurito dai dispiaceri della vita, che protegge Amelia comparendo ‘per magia’ proprio al momento del bisogno. Personalmente inizio a essere un po’ stufa della solita impalcatura irreale dell’uomo perfetto, sembra che non si riesca a inventare un personaggio innovativo, e anche l’amichetta viziata ricca e saputella compare come il prezzemolo.

Tuttavia, se superiamo lo scoglio degli stereotipi, ci troviamo a leggere qualcosa di diverso, qualcosa che ci incolla alle pagine.

Lo stile di questa scrittrice e fluido, privo di fronzoli, riesce a dar voce ai personaggi, ai loro pensieri anche se scrive in prima persona, cosa che apprezzo perché so quanto sia difficile dare un’idea generale delle cose, partendo da un punto di vista univoco, quello del protagonista.

La storia in se, come ho già detto, non è male, ha un inizio e una fine, ma se non sapessi che si tratta di una saga mi avrebbe lasciato insoddisfatta dal punto di vista dei contenuti, in quanto alcuni temi, come il simbolismo, l’idea della vita dopo la morte, etc, rimangono sospesi, domande senza risposta, personaggi senza un perché. Ma siccome è una saga e ho letto questo romanzo consapevole di questo, posso dire che è un bel libro e lo consiglio, perché è davvero scorrevole e appassionante.


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