Il “Nero eterno” di David Falchi


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Trama:

Era ancora una massa di carne e muscoli scoperti ma ora aveva delle fattezze più definite. La statura era quella giusta e anche la stazza. Ma fu il volto a farmi rischiare di perdere il controllo. Dietro quei lineamenti appena abbozzati, come se ci avesse lavorato uno scultore con rozzi colpi di scalpello, riuscivo a riconoscere il mio viso.

L’entità stava cercando di riprodurmi.

Marcello Kiesel è un cacciatore di fantasmi, specializzato nello scovare e annientare le presenze demoniache. Accompagnato dal suo fedele assistente, Lerner, spirito intrappolato in uno specchio, tenterà di affrontare e demolire l’entità diabolica che infesta la casa dei coniugi Guidi. Il caso in questione, però, si dimostrerà diverso e molto più ostico dei precedenti e coinvolgerà Kiesel a un livello più profondo, minando le certezze già acquisite in anni di consolidata attività professionale. Attraverso strumenti di protezione contro gli spiriti, sogni astrali e passaggi in diverse dimensioni del reale e dell’onirico, il protagonista cercherà di contrastare l’oscura presenza che tenta di impossessarsi del suo spirito e della sua carne.

 

Recensione:

C’è un momento durante la caccia in cui si capisce di aver vinto. Non saprei come spiegarlo ma è come se la mia intera anima vibrasse all’idea di quanto sta per accadere. Deve essere quello che prova un generale in battaglia quando sa che sta per sparare l’ultimo proiettile o calare il fendente conclusivo. Ecco, quella era la ragione per cui vivevo, quell’unico istante in cui realizzavo che l’uomo aveva trionfato sulle forze sovrannaturali, rivolgendole contro loro stesse. Era un senso di trionfo che mi mandava scariche di adrenalina lungo la spina dorsale. E in genere la beatitudine durava fino al momento effettivo in cui l’entità veniva bandita, distrutta o assimilata. Era anche grazie a sistemi simili che ero riuscito a migliorare le mie abilità. Più erano minacciose le presenze di cui mi impossessavo e più acquisivo potere.

Marcello Kiesel è un cacciatore di fantasmi e di presenze demoniache di vario genere, assistito dal suo aiutante Lerner, un particolare fantasma intrappolato in uno specchio magico.

Kiesel viaggia per il mondo senza mai fermarsi, attratto dal sapere e dalla sperimentazione che questi incontri inevitabilmente portano. Ha appena concluso un’altra missione, quando viene contattato dal signor Guidi, un uomo facoltoso che ha ricevuto in eredità una casa nella campagna toscana. Guidi è terrorizzato, gli racconta che la casa emana una fetore nauseabondo e che un giorno lui e la moglie hanno visto qualcosa..:

“Aveva la forma di un uomo ma le somiglianze finivano lì. Era nudo e tutto il corpo era formato da carne viva. Non c’era pelle. Il sangue fuoriusciva continuamente da quei tessuti e infatti aveva lasciato una scia rossa dietro di sè.”

Il cacciatore accetta subito il caso e si dirige a Piancastagnaio. Quando visita la casa, però, capisce che ciò che si trova al suo interno non è un comune fantasma, ma una presenza oscura e potente per nulla facile da annientare.

Ogni scontro è una vittoria e una sconfitta: combatte contro qualcosa che non comprende, un’entità che cambia, evolve e si impossessa anche dei suoi più cari ricordi.

Kiesel non si arrende, vuole sconfiggerla anche se comprende che questa volta c’è in gioco anche la sua stessa vita.

«Diventare bravo ti sta facendo montare la testa. Dovresti ricordare come eri all’inizio, quando ti approcciavi sempre in modo rigoroso e calcolavi ogni mossa. Prima un fenomeno sconosciuto era motivo di studio, ora un fastidio da eliminare il prima possibile. Stai invecchiando, Maestro.»
C’era del vero nelle sue parole ma non avevo la minima intenzione di perdere altro tempo con una ramanzina da parte di un tizio morto da almeno mezzo secolo. [..] D’altro canto non riuscivo a resistere al richiamo della scoperta. Non mi ero mai scontrato con una presenza simile e la voglia di studiarla e batterla era più forte di qualunque timore. Quella era la ragione per cui ero diventato ciò che ero. Quello era il motivo per cui mi ero ridotto a vivere nell’oscurità. Lerner aveva sbagliato poco prima: non avevo affatto smesso di essere affascinato dalla scoperta e dallo studio.

 

Il romanzo ha un ritmo serrato e uno stile scorrevole e lineare. La narrazione è in prima persona: l’autore ha, infatti, strutturato la storia in modo che sia il protagonista stesso, dopo essere sopravvissuto, a raccontare ciò che gli è accaduto tra le campagne toscane.

“L’unico aspetto positivo di questa vicenda è che la parola ultima non assume quel tono definitivo che aveva rischiato di prendere. Non c’è bisogno di morire perché la carriera di un Purificatore si chiuda per sempre. A volte è sufficiente perdere gli ultimi barlumi di sanità mentale. E questa volta, mi secca ripeterlo, sono stato davvero sfiorato dall’ombra della follia.”

I personaggi sono ben caraterrizzati, seppur resti un alone di mistero intorno al passato di Kiesel e sulla figura di Lerner.

Marcello è un uomo cinico, uno scienziato del soprannaturale, viaggia senza mai fermarsi e sembra quasi ossessionato dal bisogno di “conoscenza”. Inizialmente sembra essere assennato, rigido e disciplinato, ma qualcosa in quest’ultima missione destabilizza le sue certezze e sarà obbligato ad affrontare dubbbi e paure nascoste nel fondo della sua anima.

Non avevo mai visitato quella località toscana ma la trovai subito molto gradevole. Le abitazioni, anche le più piccole, erano curate e c’erano fiori e piante ovunque. Per qualche istante riuscii persino a immaginare che fosse un luogo accogliente e privo di oscurità. Il sole era caldo e abbassai il finestrino, lasciando che nell’abitacolo entrassero l’aria fresca e l’aroma leggero della primavera. Avevo imparato da tempo ad approfittare di quegli scampoli di positività quando potevo. Se mi fossi lasciato sopraffare da quello che facevo per vivere, presto avrei iniziato a vedere il mondo come all’interno dello specchio di Lerner: un luogo brullo e desolato che nessuna luce sarebbe stata capace di illuminare. Ma un cuore dominato dall’oscurità non sarebbe mai riuscito a combattere il buio, anche questo avevo imparato con il tempo.

Lerner è un fantasma intrappolato all’interno di uno specchio che Kiesel protegge gelosamente. Non ci è dato sapere il motivo della sua prigionia, nè altro del suo passato, ma è una figura molto importante nella vita del cacciatore che lo considera un amico e aiutante fidato, in grado di fornire uno sguardo più oggettivo agli eventi. Anche all’interno della storia Lerner conquista il lettore con la sua vena ironica e spietata.

Lerner tornò a dominare al centro della superficie riflettente, ancora nel suo impeccabile abito elegante. «Vuoi sapere cosa penso?» «Certo.»
«Avevi bisogno di una lezione del genere. Hai passato gli ultimi anni cacciando il sovrannaturale in ogni sua forma, senza il minimo rispetto. L’essere che hai incontrato è quello che diventerai da morto, se continui su questa china. E se anche dovessi morire oggi, be’, almeno avrai recuperato in parte la tua umanità.»
«Hai anche qualche idea su come risolvere la questione?»
Lerner sbuffò e si appoggiò alla parete. Dalla tasca della giacca estrasse una sigaretta che si mise in bocca. «Stavo cercando di dirti altro ma sei più cocciuto del mulo di mia nonna. Interessante il tuo piano. Ti copro le spalle mentre tu provi a esorcizzare il demone. Bell’idea. Come cercare di togliere l’acqua con un secchiello dal Titanic, ma mi piace lo stesso. Proviamoci. L’alternativa sarebbe restare qui a fare conversazione fino alla fine ma non sei molto di compagnia.»

Marcello Kiesel in alcuni comportamenti mi ha ricordato Anita Blake, la protagonista dei romanzi di successo di Laurell K. Hamilton.

Oltre a combattere anche lui contro le forze del male, come Anita, talvolta è arrogante, crede molto nelle sue capacità ma riconosce i propri limiti e tenta sempre di superarli. Io non credo che, nonostante il pericolo della missione, non si sia voluto arrendere solo per un sapere di conoscenza bensì perchè sapeva che non poteva lasciare il dominio della proprietà a quell’essere malvagio e il sacrificio ne sarebbe valso la pena.

Nero eterno” è coinvolgente e pieno di colpi di scena, un romanzo che attrae il lettore nelle sue più profonde oscurità.

Lo consiglio assolutamente e sono impaziente di leggere qualche altra storia sulle avventure del tenebroso Marcello Kiesel.

Stile e tecnica
Originalita'
Personaggi
Gestione della trama
Copertina
Voto Personale
Final Thoughts

Overall Score 4.8