GEORGE R. R. MARTIN: CANTORE DI VAMPIRI E DI GUERRIERI


 A cura di Claudio Cordella

 “[…] Joshua York, in piedi sulla soglia, completamente nudo, la pelle bianca come il latte, le labbra ritirate sopra i denti in un gigno di furia animale, gli occhi infuocati come due finestre aperte sull’Inferno”. GEORGE R. R. MARTIN, Fevre Dream, 1982; tr. it. Il battello del delirio, ed. Gargoyle Books, Roma 2010, p. 64.

 “Le loro ali traslucide si spalancarono, agitando l’aria della notte. E per la prima volta da centinaia di anni, le tenebre presero vita nel canto dei draghi”. GEORGE R. R. MARTIN, A Games of Thrones – Book one of a Song of Ice and Fire, 1996; tr. it. Il grande inverno, in Le Cronache del ghiaccio e del fuoco, ed. Mondadori, Milano 2011, p. 734.

George R. R. Martin

George Raymond Richard Martin, meglio noto come George R. R. Martin, è nato a Bayonne nel New Jersey il 20 settembre 1948 ed è attualmente uno dei più celebri scrittori statunitensi di fantascienza e fantasy. Il padre, Raymond Collins Martin, è un operaio portuale e la sua famiglia, costituita dalla moglie Margeret, il piccolo George e dalle sue due sorelle, vive nei pressi dei doks del porto. La storia di Martin è tipica dello scrittore che ha iniziato a costruire la sua fortuna pian piano dalla gavetta, arrivando alla realizzazione della sua opera principe, coronamento di una piena maturità artistica ormai raggiunta, solo dopo molti anni di duro lavoro. Dunque, a differenza di molte stelle e stelline che brillano del firmamento dell’odierna letteratura fantasy, Martin non scrive immediatamente il suo best-sellers, ma affronta nel corso del tempo molti generi diversi, raffinando e migliorando il suo stile che cresce mano a mano in realismo e drammaticità. Leggere quest’autore, sin dalle prime opere giovanili, è sempre un’esperienza e ci si rende immediatamente conto che non abbiamo difronte uno scrittore schiavo delle mode del momento, capace solo di sfornare libretti usa-e-getta facilmente dimenticabili, buoni per avere un immediato successo editoriale ma in realtà assai poveri di contenuti.

Martin, appassionato sin da giovanissimo di letteratura fantastica e di fumetti, fa il suo esordio da professionista nel mondo della scrittura sulle pagine della rivista Galaxy, su cui esce nel febbraio 1971 il suo racconto The Hero. Intanto il nostro prosegue i suoi studi di giornalismo presso la Northwestern University di Evanston nell’Illinois conseguendo nel ’70 prima il M.S. (Master of Science) con il massimo dei voti e poi l’anno dopo il B.S. (Bachelor of Science). Quando la guerra del Vietnam è ancora in corso Martin è un obiettore di coscienza, attivo membro di un’associazione tra il ’72 e il ’74. Inoltre durante gli anni ’70 egli dirige anche tornei di scacchi e inizia il suo lavoro come insegnante di giornalismo, presso il Clarke College nella città di Dubuque nello Iowa. Nel ’75 il nostro si sposa con Gale Burnick, da cui poi finirà con il divorziare quattro anni dopo, e nello stesso anno il suo A Song for Lya (Un canto per Lya) vince un prestigioso premio Hugo per la categoria Racconto lungo. Al ’77 risale il suo primo romanzo Dying of the Light (La luce morente), opera lirica e malinconica incentrata sul mondo vagante di Worlorn. Lo scrivere sino a quel momento è per Martin solo una semplice occupazione part-time ma nel ’79 egli abbandona l’insegnamento per dedicarsi alla scrittura a tempo pieno. Sin da subito questa si rivela la scelta esatta dato che l’anno seguente ben due suoi racconti, Sandkings (Re della sabbia) e The Way of Cross and Dragon (La via della croce e del drago), risultano vincitori rispettivamente per le categorie Racconto e Racconto breve.

Negli anni ’80 molte opere, sia racconti che romanzi, di Martin riescono a distinguersi e a scatenare attorno a loro un certo interesse, mentre inizia a collaborare in qualità di sceneggiatore con il mondo della televisione. In particolare per la CBS ha occasione di scrivere alcuni episodi della seconda serie di The Twilight Zone (Ai confini della realtà), sequel del celebre programma anni ’50 – ’60 di Rod Serling (1924 – 1975) andato in onda dal 1985 al 1989, e dell’urban fantasy Beauty and the Beast (La Bella e la Bestia). In quest’ultimo caso, un serial che prevede un mix di romanticismo ed elementi fantastici, Martin vi lavora dal 1987 al ’90 ricoprendo inizialmente il ruolo di sceneggiatore per poi diventarne anche il produttore esecutivo. Non tutte le esperienze fatte in quest’ambiente sono piacevoli per lui, comprendendo diverse sceneggiature di film e telefilm mai realizzati. Agli anni ’80 risalgono però diversi romanzi decisamente interessanti di quest’autore Windheaven (Il pianeta dei venti) del 1980, nato dalla fusione di tre racconti frutto dalla collaborazione con Lisa Tuttle, l’horror Fevre Dream (Il battello del delirio) del 1983 e l’anno successivo The Armageddon Rag.  Il battello del delirio si segnala in particolar modo per essere a tutt’oggi l’unico romanzo horror scritto da Martin; in esso egli riesce a fondere abilmente la ricostruzione storica, facendo letteralmente prendere vita al Sud schiavista e alle rive del Mississipi dell’epoca dei battelli a vapore, con il tema dei vampiri. Questo grande fiume, battelli a ruota e difficoltà di navigazione a parte, è decisamente diverso da quello che ritroviamo nelle pagine di Samuel Langhorne Clemens (1835 – 1910), meglio noto come Mark Twain, l’ideatore dei personaggi  Huckleberry Finn e Tom Sawyer. Qui le acque fangose del Mississipi sono decisamente pericolose e abitate da creature che nulla hanno di umano.

Il battello del delirio, copertina edizione italiana della Gargoyle.

Eppure nelle pagine de Il battello del delirio, ambientato tra il 1857 e il 1870, quello che sorprende non è solo la sete di sangue del “popolo della notte” ma anche la malvagità umana che pagina dopo pagina rivaleggia in crudeltà con quella dei vampiri. Per questi ultimi gli schiavi di colore sono delle vittime ideali per i loro osceni banchetti, pur non disdegnando ovviamente di cibarsi del sangue di chiunque, ma sono le stesse leggi degli stati americani schiavisti, che considerano i neri come oggetti e non persone, a facilitare i loro propositi omicidi. Tra i personaggi di questo romanzo spicca non a caso l’efferata crudeltà di un sorvegliante di schiavi, Billy Tipton, comunemente conosciuto come Billy il Verme, il quale si pone al servizio del sanguinario vampiro Damon Julian. In qualità di servo fedele di Damon, nell’illusoria speranza di poter diventare un giorno immortale, Billy si rende responsabile, direttamente o indirettamente, della morte di innumerevoli innocenti. La malvagità di Billy, a differenza di quella dei vampiri, i quali generalmente uccidono perché mossi da un impulso primordiale a cui sanno resistere, risiede proprio nella sua consapevole scelta di un destino fatto di violenza, strage e morte. In buona sostanza Billy risulta essere molto più orribile di qualsiasi vampiro che è preda, suo malgrado, dell’impulso primordiale della Sete Rossa che lo spinge a suggere il sangue umano dalle loro vittime. Lo stesso Damon, costretto a star lontano dal sole di giorno a causa della sua natura, potrebbe fare ben poco senza l’aiuto del ripugnante Billy che ben volentieri lo serve fedelmente.

La trama de Il battello del delirio prende il via quando un battelliere sfortunato, il Capitano Abner Marsh, riceve la visita di uno strano personaggio, tale Joshua York, disposto a diventare suo socio e ad aiutarlo a costruire il più grande e veloce battello che si sia mai visto, il Fevre Dream. York però è un vampiro, una sorta di messia venuto sul Mississipi per entrare in contatto con i membri superstiti della sua specie. Joshua, dopo aver scoperto un rimedio capace di placare la Sete Rossa, è ben deciso a cambiare la natura del suo popolo e a instaurare una coesistenza pacifica con gli esseri umani. Aiutato dal capitano Abner, che con il tempo ne diventerà amico e ne condividerà gli ideali di pace, Joshua finirà inevitabilmente scontrarsi con la sua nemesi: Damon. Perché se il primo ha deciso di sua spontanea volontà di votarsi al Bene, combattendo i suoi impulsi omicidi e ideando una bevanda che plachi lo stimolo a nutrirsi di sangue umano, il secondo al contrario ha abbracciato il Male con tutto il suo essere. Infatti Damon, pur non provando più da tempo il terribile morso della Sete Rossa, estintosi da solo durante i lunghi secoli della sua vita, decide ugualmente di continuare a mietersi vittime perché trova questo comportamento confacente alla sua natura di predatore. Come si può vedere Martin introduce un’interessante variante nei racconti di vampiri; questi ultimi sono sì creature terribili mosse da un implacabile bisogno di uccidere ma sono al tempo stesso dotati di libero arbitrio, anch’essi possono scegliere tra il Bene e il Male.

Segnaliamo inoltre come i vampiri di questo romanziere americano, a differenza del celebre succhia-sangue apparso in Dracula (1897) di Bram Stoker (1847-1912), non appartengono tanto al regno del fantastico puro, del soprannaturale, quanto piuttosto della fantascienza. Già negli anni ’50  Richard Matheson con il suo I Am Legend (tradotto in italiano come I vampiri e come Io sono leggenda) del ’54, aveva operato la metamorfosi presentando i suoi non-morti come il prodotto di una strana epidemia virale e non di una maledizione divina. Martin, analogamente a Matheson, ci presenta le sue creature notturne come una specie simile eppure diversa dalla nostra; essi sono diversi da noi solo per alcune peculiarità biologiche ed esattamente come noi vivono perennemente in bilico tra la salvezza e la dannazione, l’amore e l’odio, il desiderio di costruire e l’insana volontà di distruggere.

Daenerys Targaryen come appare nella serie TV A Game of Thrones.

Daenerys Targaryen come appare nella serie TV A Game of Thrones.

Dunque questo romanziere è ormai entrato in un periodo assai fertile dal punto di vista di creativo per lui. Abbandonata Hollywood, assieme ai miraggi della televisione e del cinema, Martin da alle stampe nel 1996 il primo volume della monumentale saga Song of Ice and Fire (Cronache del ghiaccio e del fuoco): A Game of Thrones. Tutti i romanzi finora editi sono dei tomi così poderosi da esser stati pubblicati nel nostro paese sempre divisi in due parti. Il primo romanzo in particolare è stato scisso in Il trono di spade e Il grande inverno), di recente riuniti in un’imponente antologia che riunisce i primi due volumi del ciclo. L’anno seguente il racconto Blood of the Dragon (Sangue di drago), estratto da quest’opera e incentrato sulla figura della principessa in esilio Daenerys Targaryen, vince nel 1997 il premio Hugo nella categoria Romanzo lungo. Di recente è uscito il quinto e sinora ultimo titolo di questa serie: A Dance with Dragons; al momento in cui scriviamo non ancora tradotto in lingua italiana. Questa saga fantasy ha ottenuto un tale successo da esser stata tradotta in diverse lingue e nel 2011 l’emittente HBO ha mandato in onda la prima stagione di un serial, Game of thrones, direttamente ispirato a questa complesso ciclo epico. Il successo è stato tale che è già stata programmata una seconda stagione per la primavera del prossimo anno. Attualmente Martin, trasferitosi a Santa Fe nel Nuovo Messico, continua a lavorare alle Cronache del ghiaccio e del fuoco, di cui si attende l’uscita negli USA del quinto volume A Dance with Dragons, mentre continua la serie Wilde Cards. In questo caso il nostro si è sostanzialmente limitato a curare lo scenario di base, in cui si mescolano storia alternativa e superpoteri, oltre che la sua passione per i giochi di ruolo, mentre altri autori, dal 1986 al 2011, hanno effettivamente portato avanti questo curioso esperimento letterario.

Cronache del ghiaccio e del fuoco. Copertine americane dei volumi della saga.

Sinossi de Il battello del delirio. Fonte: Gargoyle books

Fiume Mississippi, 1857. Il ghiaccio di un gelido inverno ha appena distrutto la flotta commerciale del Capitano Abner Marsh. Privo di assicurazione, il vecchio armatore si ritrova solo, in bancarotta, disperato. Ma ecco che, inaspettatamente, un bizzarro straniero di nome Joshua York si offre di rilevare la meta’ della sua compagnia di navigazione in rovina, mettendo sul piatto una cifra spropositata. Ma non e’ tutto. York intende investire il proprio denaro nella costruzione del battello più lussuoso, più bello e soprattutto più veloce che abbia mai solcato le torbide acque del Mississippi, e per di più ne offre il comando al Capitano Marsh. L’unica condizione posta da York e’ semplice: gli ordini da lui impartiti saranno pochi, ma per quanto strani o assurdi possano sembrare, ogni qual volta verranno emanati, Marsh dovrà assicurarsi che essi vengano eseguiti alla lettera, senza fare domande. E cosi’ il nuovo gioiello del fiume, battezzato Fevre Dream, inizia il suo viaggio. Tuttavia, man mano che il battello discende il tortuoso corso del Mississippi, Marsh prende a insospettirsi sempre più. Perché il misterioso York si fa vedere soltanto di notte? Come mai lui e i suoi amici si dissetano ogni sera col disgustoso vino nerastro della sua riserva privata? Quando la verità sarà finalmente rivelata, il Capitano dovrà scegliere da che parte stare…

Fevre dream (Il battello del delirio), copertina originale.


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