LANTERNA VERDE – RECENSIONE


LANTERNA VERDE

Recensione a cura di Fabio Cicolani

Non ti puoi aspettare un’opera d’arte drammatica quando vai a vedere un film di supereroi. Non puoi pretendere esistenzialismo e paradigma sociale da un cinecomics. L’unico modo per godere di un adattamento fumettistico è avere aspettative sulla qualità del prodotto rispetto agli schemi di un genere, quello sei supereroi, all’altezza del costo del biglietto. E non è poco.

E quali sono questi principi? Pochi ma buoni: una cura quasi maniacale per i dettagli tecnici tra cui spiccano effetti speciali, montaggio, fotografia e scenografie, una storia fedele allo spirito del fumetto, attori in linea con le idee dei disegnatori – Marvel o DC Comics – e soprattutto quella sottile aura di ironia che ci rimanda a quello di cui parlavo, e cioè che stiamo guardando un film di supereroi.

Lanterna Verde, sotto questo aspetto, è un capolavoro. Non annoia, la storyline è divertente anche se non spicca per originalità, lo script essenziale non senza buchi ma adatto e gli effetti speciali spettacolari.

Apprezzabile lo sforzo del regista Martin Campbell di portare sullo schermo un eroe classico, scanzonato, un po’ mascalzone, con un passato travagliato che sarà il principale ostacolo verso il vero eroismo. Lo spunto dei poteri delle Lanterne Verdi e del suo antagonista rischiava di sconfinare nel paradossale. Le Lanterne prendono il potere dalla volontà, il cattivo dalla paura. Di qui si sarebbe potuto partire per estenuanti quanto ridicole iperboli filosofeggianti su queste due forze astratte, ma non è così. Queste due fonti non sono altro che energia al servizio degli eroi prescelti. Ben fatto.

Non manca quell’umorismo così pop e meta-testuale che contraddistingue questo tipo di adattamenti (Hal di fronte alla lanterna che non sa quale tipo di giuramento la attiva sciorina frasi cult come “Verso l’infinito e oltre” da Toy Story o “Per il potere di Grayskull” da He-Man) oppure dalle battute della spalla comica, il secchione, al quale viene mostrato l’anello e lui “un alieno ti ha chiesto la mano?”. Divertente.

Nota di merito agli effetti speciali, ben confezionati, spaventosamente credibili. Molti ma mai troppi, la CGi da il massimo sulla tuta verde del nostro supereroe e i disegnatori si sono davvero spremuti per creare un esercito di alieni, tutte Lanterne Verdi, del pianeta Oa.

La recitazione lascia molto a desiderare, pessima la voce italiana scelta per il protagonista, ma c’era da aspettarsi che Ryan Reynolds recitasse più con gli addominali e i pettorali che con il viso. Poco male.

L’arco narrativo scorre piacevolmente, le scene si susseguono con armonia e anche la battaglia finale non sembra affatto scontata, segnata da un colpo di scena derivante da indizi ben distribuiti nell’arco del film, simbolo che la scuola americana sa muoversi negli schemi prefissati del suo arco trasformazionale senza far pesare troppo le nozioni di tipo accademico. Come dire, la formula funziona, usiamola.

Non mancano certo degli scivoloni, nella scena finale ci sono due o tre battute davvero ridicole, che fanno gridare alla pessima Hollywood, ma tutto sommato la visione resta gradevole.

Come ho detto all’inizio, lo scopo di questi cinecomics è non far rimpiangere il costo (esorbitante) del biglietto e, se le aspettative sono commisurate al genere di appartenenza del film, la missione è compiuta.

Fino al prossimo supereroe, ovvio.


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