Toy Story 3


TOY STORY 3 – La grande fuga
di Lee Unkrich
con: Tom Hanks, Michael Keaton, Joan Cusack, Tim Allen, John Ratzenberger
Titolo originale Toy Story 3
Animazione, durata 103 min. – USA 2010.
Walt Disney Pixar
Giudizio:

Un giocattolo è per sempre. Non esistono gioielli, amici a quattro zampe, squadre o amici che hanno il potere di riportarti indietro nel tempo, quanto il ninnolo preferito della tua infanzia. Qualunque età tu abbia.

Nella mente dei bambini i giocattoli sono vivi, partecipano con noi, alle nostre avventure più scalmanate e ci fanno compagnia quando abbiamo paura.

Su questo semplice presupposto la Pixar Animation Studios ha costruito una fiaba immortale in tre capitoli, esponenziali nella loro perfezione. Questa studio cinematografico produce sogni e poesia. Non c’è altro modo di esprimersi. Il primo Toy Story, risale al 1995, al timone c’è John Lasseter, e fu un lungometraggio animato che segnò la nuova era dell’animazione tridimensionale, la nuova frontiera dei film per bambini che piacciono anche agli adulti.

Quindici anni dopo, passi da gigante sono stati compiuti in questo settore. Abbiamo visto esseri umani sempre più realistici, interazioni tra oggetti solidi, liquidi e gassosi che rispettavano le leggi fisiche, movimenti sempre più fluidi, e poi capelli così veri che quasi viene da toccarli, vestiti su misura soffici come appena lavati, per finire sull’espressività facciale talmente credibile da trasmettere le stesse identiche emozioni di un attore in carne ed ossa. Poco importa se quello con lo sguardo tenero sullo schermo non è un bambino paffutello ma un robottino fatto di occhi a cannocchiale e ruote cingolate, o un topo blu che cucina o cowboy di pezza.

È perfino troppo se si pensa che tutto quello che si vive in Toy Story 3 in realtà non esiste. È solo il frutto iperlavorato di una successione di 1 e 0 del buon vecchio codice binario del computer.
Se a questo aggiungiamo che il terzo capitolo della fortunata serie by Disney-Pixar arriva nelle nostre sale con la nuovissima e scintillante tecnologia 3D, allora i presupposti per un’esperienza fuori dal comune ci sono tutti.

Ma la grafica super luccicante è solo l’involucro. Ci sono titoli che ne fanno un uso altrettanto valido ma che non hanno l’impatto emotivo dei film Pixar. Perché?
Perché alla Pixar per prima cosa si lavora sulla storia, sulla sceneggiatura, sui personaggi. Poco importa la tecnica (se non nella fase realizzativa), quello che conta è avere qualcosa da raccontare e farlo con tanta, tanta poesia.

Nel primo Toy Story il nostro giocattolo Woody si vede rimpiazzare da un moderno e ipertecnologico Buzz Lightyear, nel secondo capitolo i due compagni, ormai divenuti inseparabili, se la dovranno vedere con una smaliziata e delusa Jessy, la cowgirl della stessa serie di giocattoli di Woody.
Nel terzo ed ultimo episodio i tre, insieme agli immancabili Slinky, il cane a molla, Rex, il dinosauro maldestro, i coniugi Potato e altri ancora vengono donati per errore all’asilo Sunnyside. Andy è cresciuto, sta per andare al college e non ha più bisogno di loro. La vita sembra essere rose e fiori per i nostri eroi, bambini entusiasti con cui giocare, nuove avventure in cui scatenarsi… e invece una gerarchia dai risvolti criminali li relega tra le grinfie distruttive dei bambini più piccoli. Urge un’evasione.
La rocambolesca fuga prende a piene mani dal repertorio spionistico della grande Hollywood. Sullo schermo scorrono scene d’azione alla Mission Impossible, inseguimenti e strategie al cardiopalma. Il tutto all’insegna dell’intrattenimento spettacolare che coinvolge e cattura, fa sognare a tal punto che dimentichi l’assurdità di una testa di patata smontabile che si rimonta in una tortilla e poi in una zucchina.
Quei personaggi sono vivi, hanno i loro caratteri, contribuiscono a creare un universo umano dalle mille sfaccettature, che si scontra con il passare del tempo, i ricordi e i traumi che tutti noi ci portiamo dietro, esattamente dall’infanzia.

Probabilmente il capitolo più riuscito della saga, Toy Story 3 è il finale col botto che tutti ci aspettavamo, che non delude nessuno e inumidisce gli occhi di tutti.

Nell’attesa di nuovi capolavori targati Pixar, il mio consiglio è quello di recuperare i giocattoli della vostra infanzia, perdersi nei ricordi e farli rivivere, in 3D, nel nostro cuore.

Fabio Cicolani.


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