Pena di Esplorazione: Michelangelo Rocchetti tra utopia e distopia


Pena di Esplorazione: Michelangelo Rocchetti tra utopia e distopia

Nel 1932 Aldous Huxley riportava sul frontespizio dell’opera che più delle altre lo rese celebre:“Le utopie appaiono oggi assai più realizzabili di quanto non si credesse un tempo. E noi ci troviamo attualmente davanti a una questione ben più angosciosa: come evitare la loro realizzazione definitiva?”

Con la stessa ironia che contraddistingue buona parte della sua produzione, lo scrittore e scienziato inglese fece dell’incisivo aforisma il nucleo centrale della riflessione avanzata in Brave New World, quella cioè sull’estrema inconsistenza dei confini tra utopia e distopia, ovverosia l’opportunità che tra due universi apparentemente inconciliabili vi siano in realtà non poche, allarmanti congruenze.

È a questo proposito che si rivela interessante il racconto di Michelangelo Rocchetti, dal titolo Pena di Esplorazione, ad Agosto in tutte le librerie on-line per la casa editrice Wizard & Blackholes. Come ormai quasi sempre accade nel panorama letterario odierno, l’ambientazione non è tra le più raggianti: la Terra è stremata dalla sovrappopolazione e dalle sue inevitabili conseguenze – povertà, scarsità di risorse, delinquenza – e pochi sono i privilegiati in grado di scartare l’alimentazione sintetica in favore dei sempre più rari cibi naturali, per questo gelosamente custoditi nelle banche alimentari.

Le rapine si fanno sempre più frequenti, ma nessun cittadino ha più ragione di temere la prigionia né un’eventuale condanna a morte, perché d’altra natura è punizione inflitta agli uomini del 2279; per l’appunto, la Pena di Esplorazione a cui il titolo fa riferimento, consistente in un esilio verso i pianeti più lontani e di difficile colonizzazione. Tra questi il pianeta M31415, sul quale è chiamato a pagare il prezzo delle sue malefatte Gordon Blatat, alias Il Maestro, rapinatore provetto con un passato drammatico alle spalle.

Se fin qui l’impostazione distopica appare prevalente, dove allora s’inserisce il contatto con l’utopia, e di conseguenza con la riflessione huxleyana? Per ottenere una risposta soddisfacente basterebbe esaminare parte della lunga tradizione utopica, partendo dal più celebre esempio de L’utopia di Tommaso Moro, passando per La città del sole di Tommaso Campanella, giungendo sino all’Utopia Moderna di H.G. Wells e ai richiami del meno noto Anno 3000 di Paolo Mantegazza, per rendersi conto che persino la più impeccabile delle strutture utopiche non può prescindere dalla sgradevole necessità di punire, eliminare o isolare gli eventuali dissidenti, e per far ciò, la soluzione più spesso adottata è proprio quella dell’esilio dei criminali verso terre lontane e del tutto isolate rispetto al cuore della cittadella utopica.

L’allontanamento degli eterodossi come garanzia di equilibrio e serenità per la comunità: questo doveva essere il principio portante di buona parte del pensiero utopico, questo il punto di partenza della feroce satira messa in piedi da Huxley, e questo un punto importante anche nel racconto di Michelangelo Rocchetti che, seppur con minore consapevolezza rispetto al predecessore, dà conferma delle contaminazioni effettivamente sussistenti tra utopico e distopico.

Quella che l’autore ha architettato è infatti una punizione non dissimile da quelle previste nei più  sistematici tra gli universi utopici, forse ancora più crudele data l’ampia possibilità che l’esilio si trasformi in una morte straziante, su di un pianeta estraneo e pericoloso; tutto ciò in un contesto che tuttavia non ci stancheremo mai di definire apertamente anti-utopico.

Punto di congiunzione tra i due mondi è proprio nella contaminazione qui descritta: se utopico e distopico si confondono in un unico sistema, finendo per stravolgere l’uno i connotati dell’altro, quante concrete possibilità esistono che l’uomo possa ancora distinguere il bene dal male?

Recensione a cura di Alessandra Sorvillo

STILE E TECNICA
ORIGINALITA'
PERSONAGGI
GESTIONE DELLA TRAMA
COPERTINA
VOTO PERSONALE
Final Thoughts

Overall Score 3.3