Alla riscoperta di Huxley e del fascino del distopico


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Leggi in copertina “La rivalsa delle scimmie” e pur non volendo pensi subito a “Il pianeta delle scimmie”, tanto che ti aspetti di essere catapultato in un mondo post-apocalittico in cui i primati dettano legge e gli uomini sono poco più che animali in gabbia. Invece no. Perché se l’ambientazione distopica in qualche modo ricorda il romanzo di Pierre Boulle, peraltro successivo di quindici anni, tutto il resto è originale e rende il testo di Aldous Huxley, pubblicato la prima volta nel 1948 e riscoperto quest’anno grazie al lavoro e all’impegno della Gargoyle Books, una perla della letteratura rara e per questo ancor più preziosa.

97n/34/huty/7167/33Partiamo subito dallo stile per dire che Huxley, pur scomparso nel 1963, sa catturare il lettore. E lo fa con frasi brevi, scorrevoli e una non indifferente dose di ironia. La sua capacità di scrittura (pur risalendo a oltre cinquant’anni fa) è moderna, i suoi dialoghi realistici, i suoi personaggi ben caratterizzati. Ma soprattutto lo stile è funzionale all’opera, al messaggio che Huxley voleva dare. Anche ne “La rivalsa delle scimmie”, infatti, (proprio come ne “Il mondo nuovo”, il suo romanzo più celebre), si percepiscono forti, per non dire fortissimi, i temi cari all’autore: i pericoli provocati dal diffondersi di una tecnologia troppo pervasiva, la paura come strumento di potere e sottomissione, la crisi dei valori tradizionali. Non stupisce dunque che il romanzo sia stato scritto appena tre anni dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale, così come non stupisce che l’autore immagini un mondo in rovina (siamo nel 2108), devastato da un ipotetico terzo conflitto globale e nucleare, che ha quasi estinto l’umanità, portato al potere delle scimmie evolute e prodotto significative mutazioni sulle pochissime comunità di umani sopravvissuti. Di scimmie però, a dispetto del titolo, ne vedremo ben poche, perché i protagonisti di questa storia sono gli uomini. Uomini devastati dalle radiazioni nucleari; uomini corrotti dalla fede nel Maligno; uomini violenti come possono esserlo solo coloro che odiano la vita pur non potendone fare a meno.

Il romanzo si caratterizza per una prima parte quasi introduttiva, in cui l’Io narrante e un suo amico, Bob Briggs, sceneggiatore e regista, ritrovano il soggetto cinematografico de “La scimmia e l’essenza”. Colpiti dal testo si mettono sulle tracce del suo autore, scoprendo che si tratta di William Tallis, scomparso poco prima. Nella seconda parte, invece, abbiamo la trascrizione del “soggetto cinematografico”. E ci ritroviamo pertanto a seguire le avventure di Alfred Poole, botanico neozelandese (la Nuova Zelanda è rimasta fuori dalla Terza guerra mondiale permettendo alle sue genti di sopravvivere), a bordo di una spedizione scientifica diretta verso l’America. Giunto sulle coste della California con i suoi compagni, il timido e forse anche un po’ bigotto Poole, viene catturato da un manipolo di creature mutanti, tutto quel che resta della popolazione di Los Angeles. Pur di salvarsi l’uomo accetta di aiutare quella comunità con le sue conoscenze. Tutto questo gli permetterà di entrare in contatto con una realtà ben diversa dalla sua, in cui le donne (chiamate “vasi”) servono solo per la riproduzione e per i lavori più pesanti; e in cui il potere è detenuto da una casta sacerdotale rigida e severa, che gode dei pochi lussi e privilegi ancora esistenti. E tutti indistintamente, uomini e donne, personaggi influenti e non, venerano il Maligno, proprio come l’ormai scomparsa società americana adorava Dio. Il virginale Poole finirà per innamorarsi di un “vaso” e per mettere in discussione, per quell’amore, il crudele regime della comunità di mutanti.

“La rivalsa delle scimmie” cattura, inutile nasconderlo. La trama è piacevole, forse un po’ povera di colpi di scena e di imprevisti, ma di sicuro ricca di spunti interessanti (con riferimenti alla letteratura, alle arti figurative e alla musica classica che arricchiscono il testo) per andare oltre la lettura come semplice passatempo. Il lettore si ritrova così catapultato in un mondo post-apocalittico che, pur ideato da Huxley quasi settant’anni fa, appare fin troppo reale e realistico; quello dell’autore ci sembra anzi un futuro non poi così remoto, un futuro verso il quale la razza umana sta galoppando incapace di impedirlo. Huxley dimostra di avere il dono di intuire i limiti di una società iper-tecnologica, che impoverisce le Terra e che non riesce a frenare la parte più brutale e animalesca della propria essenza. Una società che, paradossalmente, sembra giungere al proprio compimento in quel 2108, in quel futuro rabbioso e violento al quale, per sua stessa natura, non può opporsi. Difficile dire se il suo fu solo un esperimento letterario, una pessimistica visione o, peggio ancora, una drammatica premonizione. Ma il risultato resta comunque un piccolo gioiello letterario.

“Ricorda quello che insegna la Storia: se vogliamo ottenere la coesione sociale, dobbiamo avere un nemico esterno o una minoranza oppressa. Non avendo nemici esterni, bisogna rifarcela sui nostri Accesi. Loro sono quello che erano gli ebrei ai tempi di Hitler, i borghesi ai tempi di Lenin e Stalin, gli eretici nei tempi cattolici e i papisti nelle nazioni protestanti. Quando qualcosa non va la colpa è sempre degli Accesi. Non so proprio cosa faremmo, senza di loro”.

 

STILE E TECNICA
ORIGINALITA'
PERSONAGGI
GESTIONE DELLA TRAMA
COPERTINA
VOTO PERSONALE
Final Thoughts

“La rivalsa delle scimmie” cattura, inutile nasconderlo. La trama è piacevole, forse un po’ povera di colpi di scena e di imprevisti, ma di sicuro ricca di spunti interessanti (con riferimenti alla letteratura, alle arti figurative e alla musica classica che arricchiscono il testo) per andare oltre la lettura come semplice passatempo. Il lettore si ritrova così catapultato in un mondo post-apocalittico che, pur ideato da Huxley quasi settant’anni fa, appare fin troppo reale e realistico; quello dell’autore ci sembra anzi un futuro non poi così remoto, un futuro verso il quale la razza umana sta galoppando incapace di impedirlo.

Overall Score 3.3