Red Country di Joe Abercrombie


Web.Cover Red CountryGARGOYLE Editore presenta:
RED COUNTRY,
il Fanta-Western di JOE ABERCROMBIE.
L’ultimo, appassionante, stand-alone ambientato nel mondo de “LA PRIMA LEGGE”
(Collana “Extra”, euro 24,90, pp. 639, traduzione di Benedetta Tavani)
ISBN: 8898172567
ISBN-13: 9788898172566
Pagine: 639
 

Non c’è pace nel mondo della Prima Legge: l’Impero seguita a dominare il Sud, l’Unione deve sedare una molesta ribellione interna, e i soldati di ventura non perdono occasione per farsi assoldare dal migliore offerente. A ciò si aggiunge la minaccia degli Spettri, la popolazione dei nativi che, stanca di subire i soprusi dell’uomo bianco, sta dimostrando con i fatti tutta la sua esasperazione. A risentire di questi fragili equilibri è la quotidianità della gente comune. Shy Sud, per esempio, è una giovane donna delle Terre Attigue, che vive dei frutti del suo lavoro di contadina. Assentatasi dalla fattoria di famiglia assieme al patrigno Agnello per vendere frumento nella vicina città di Buon Commercio, al suo ritorno ha una brutta sorpresa: la proprietà è stata razziata e bruciata e i fratelli minori – il giovanissimo Pit e la piccola Ro –, affidatile dalla compianta madre, sono stati rapiti. Per ritrovarli, Shy e Agnello devono attraversare le Terre Remote. Così, su un inoffensivo carro condotto da un paio di buoi, ha inizio il loro cammino. Lungo la strada, i due si imbattono nei mercenari della Brigata della Fausta Mano, capeggiati da Nicomo Cosca (vecchia conoscenza dei lettori di Abercrombie). Tra i compari del generale spicca il suo legale Tempio – «uno dei bastardi più furbi che abbia mai conosciuto», nelle parole dello stesso Cosca. Shy e Agnello capiscono ben presto che condividere il viaggio con la pur scalcagnata compagnia può avere i suoi vantaggi. Tra duelli, faide e carneficine, arriveranno ai confini estremi delle Terre Remote – passando per Cresa, una città di frontiera in balìa della febbre dell’oro –, sulle montagne inesplorate, là dove li attende la resa dei conti.

Sesto titolo di Joe Abercrombie, eletto tra i migliori bestseller dal “Sunday Times” (2013) e dal “New York Times” (2014), Red Country è ambientato nel medesimo universo della trilogia “La Prima Legge”, così come Il sapore della vendetta e The Heroes. Se questi, però, affrontavano i temi della nemesi e della guerra, abbondantemente declinati dalla narrativa epico-fantastica, Red Country è qualcosa di totalmente diverso, un’esplosiva quanto spiazzante provocazione letteraria, un ibrido tra il fantasy e il western, che molto dice sulla supremazia della legge del più forte, così come sulla sete di conquista e sull’istinto primordiale di sopraffazione che attanagliano l’umanità.

Nel libro, guerrieri di lungo corso, abili spadaccini e formidabili arcieri, si mescolano a coloni e cercatori d’oro; si muovono tra carovane in fuga cariche di pepite e trasferimenti di mandrie ponderose; percorrono lande smisurate e sostano in fatiscenti cittadine dove l’alcol scorre a fiumi e i regolamenti di conti sono all’ordine del giorno; infine sono chiamati a fronteggiarsi con gli autoctoni, denominati Spettri, i signori, solenni e indomiti, delle grandi pianure. Aleggia qualcosa dell’atmosfera del film Gli spietati di Clint Eastwood (al quale, non a caso, il libro è dedicato) e della serie tv “Deadwood” in un ideale continuum, ma Red Country resta, inequivocabilmente, un romanzo di Abercrombie, anche qui, impareggiabile istigatore d’irriverenza e ribaltamenti di prospettiva. I confini tra le cose sono labili e indistinti; non esistono buoni o cattivi, bensì individui lacerati da profondi conflitti di ordine morale e da passati che non passano mai del tutto. Individui che devono fare quotidianamente i conti con la sopravvivenza e con le proprie motivazioni e ambizioni, perseguite anche a costo di ingiustizie terribili. La vicenda di Tempio è esemplare: sa bene che le sue scelte nuocciono agli altri, eppure non può evitare di compierle perché tiene alla sua pelle più di tutto il resto; malgrado ciò, non smette di sforzarsi di essere migliore, meritevole di rispetto, affidabile e onesto. Il chiaroscuro si fa ancora più netto con Agnello, omone taciturno dalla fama di codardo, che tituba persino a esprimere la propria opinione e sembra non aver mai alzato le mani contro nessuno. In realtà la sua mitezza dipende da una promessa fatta alla donna che amava assieme a quella di vigilare sui suoi figli. Il loro rapimento lo porta a infrangere la parola data per poter tener fede all’impegno di salvare i piccoli, scoprendone la natura violenta e il talento fenomenale di guerriero; dare la morte ai nemici è l’unica cosa che Agnello sa fare veramente bene, questo malgrado le sue nove dita. Una visione letteralmente dall’interno – un’“insight” come la chiamano gli inglesi – Joe Abercrombie la restituisce anche nell’affrontare il dualismo nativi/civilizzati. Nelle parti raccontate dal punto di vista dei primi, questi, lungi dall’apparire figure sanguinarie e ottuse – come gli Indiani d’America vengono tratteggiati nei western classici interpretati da John Wayne – traboccano di una spiritualità antica e di una mirabile disciplina. Li stanno spogliando della loro terra e della loro cultura, ma gli Spettri continuano a essere sorretti da una dignità tragica. Alle angherie patite dai cosiddetti civilizzati – più che di progresso, invero portatori di malattie, saccheggi, lutti – non possono che reagire strenuamente: ammazzano – magari tagliando le orecchie ai cadaveri e facendone collane da indossare a mo’ di trofeo – ma lo fanno per difendere la loro stessa ragion d’essere, e perché anche gli altri ammazzano e per scopi assai meno nobili. Così al lettore sorge il dubbio se selvaggio sia davvero il nativo, o se invece non lo sia l’uomo occidentale e in misura molto maggiore. Con Red Country – forse più che mai in Red Country – Abercrombie si conferma  maestro d’intrattenimento, capace di travolgere il lettore, concupendolo con la sua empatia disarmante, il suo cinismo rivelatore e il suo humour fosco e dissacrante.

Fantasy Planet vi invita ad andare in libreria e scoprire Joe Abercrombie. Noi abbiamo avuto modo di intervistarlo: qui.