L’Ultima Ragione dei Re di Joe Abercrombie.


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“La fine è vicina. Logen Novedita deve ritrovare ancora una volta il suo spirito combattivo, e dovrà essere davvero forte. La battaglia infuria al Nord, il Re degli Uomini del Nord non accenna a cedere, e c’è solo un uomo che può fermarlo. Il suo più vecchio amico, che è anche il suo più vecchio nemico. Per Novedita il Sanguinario è ora di tornare a casa.
Con troppi capi e troppo poco tempo, il Superiore Glokta sta combattendo un altro tipo di guerra. Una lotta segreta in cui nessuno è al sicuro e il tradimento è sempre in agguato. Anche se i giorni della spada sono ormai lontani, almeno il ricatto, le minacce e la tortura non passano mai di moda. 

Jezal dan Luthar ha deciso che combattere per la gloria è troppo doloroso, così volta le spalle alla vita da soldato per dedicarsi a un’esistenza più tranquilla con la donna che ama. Ma anche l’amore può far male, e la gloria ha la cattiva abitudine di coglierti di sorpresa, di coglierti alle spalle quando meno te lo aspetti.
Mentre il Re dell’Unione è sul letto di morte, i contadini si ribellano e i nobili si accapigliano per rubargli la corona. Eppure nessuno crede che l’Unione stia per essere colpita al cuore.
Solo il Primo Mago ha un piano per salvare il mondo, ma ci sono dei rischi.
Dopotutto, non c’è rischio peggiore della violazione della Prima Legge…”

Tutte le saghe volgono al termine. Da lettore, in realtà non vuoi arrivare alla fine. Ti sei addentrato in migliaia di pagine fresche di stampa, accorgendoti che ti sei affezzionato ai personaggi, a tutti loro. Li senti quasi tuoi amici, leggi e ti rimproveri perchè stai andando troppo velocemente, hai paura di quel distacco simile a un’amputazione quando arriverai all’ultima pagina. Leggi e nel frattempo vorresti rallentare il ritmo, ci provi addirittura, prendendoti piccole pause, ma poi alla fine ritorni sempre lì. Alcune saghe, in effetti, non dovrebbero avere mai una fine. E’ questo quello che penso di La Prima Legge, la trilogia dell’autore britannico Joe Abercrombie. Se seguite Fantasy Planet, allora capirete che abbiamo avuto modo d’approfondire le opere e la carriera dello scrittore, leggendo le sue opere e scambiando quattro chiacchiere con lui (il link dell’intervista). In Italia è arrivato grazie all’attivissima casa editrice romana Gargoyle Books, che non smette di sorprendere con la passione e la competenza con cui approccia quel brodo primordiale che è l’editoria italiana.

Tutte le saghe hanno una fine, appunto, e Abercrombie ha scelto il modo migliore per concludere la sua. Non vi farò un riassunto della trama, perchè non avrebbe senso. Se non avete letto i primi due capitoli della saga,  Il richiamo delle spade e Non prima che siano impiccati, allora non potete sapere nemmeno di che sto parlando. Voglio però darvi alcuni motivi per i quali non potete non leggere Abercrombie. Il primo è che finalmente si respira un’aria nuova: il suo stile è fresco, migliora di libro in libro. Gli eventi scorrono rapidi e saldati tra loro da giusti colpi di scena e una dose d’umorismo nero che saprà farvi ridere. Le battaglie e gli scontri sono costruiti alla perfezione, così come i dialoghi e le scene introspettive. Per tutta la lettura non viene mai la voglia di saltare un pezzo, non si è mai colti dalla noia o da capitoli privi di senso, messi lì giusto per allungare il brodo.

Avevo preso le distanze dalle letture epic fantasy perché ormai ero stanco di romanzi surrogati. L’eredità di Tolkien è scomoda e ho la sensazione che gli autori non facciano altro che riproporre argomenti già sviluppati, alterando qualche chiave nella narrazione. Beh, Abercrombie non fa parte di questa schiera (e questo potrebbe essere il secondo motivo per cui bisogna leggerlo): i personaggi sono veri, non stereotipati, e non smetteranno mai di sorprendervi. La caratterizzazione è precisa, meno prolisso di George R.R. Martin e allo stesso tempo efficace. Ho amato la figura dell’inquisitore Glotka, così combattuto e ricco di contraddizioni, e mi sono sentito vicino a Logen Novedita nelle vicende che l’hanno portato dalla fuga braccato dagli Shanka, incipit del primo romanzo, fino allo scontro per liberare il nord dal rivale Bethod, proclamatosi sovrano. La definizione dei personaggi è accompagnata da messaggi e una morale cinica dell’autore che fa nascere costanti spunti di riflessione. Molte sono a mio avviso le analogie tra la nostra società e il mondo creato da Abercrombie, il tutto si fonda su una regola imprescindibile: il controllo del potere.  Al pari di Logen, Jezal, il Maggiore West, e gli altri personaggi, noi non siamo altro che marionette comandate da fili invisibili nelle mani di persone più grandi di noi, di lobbies che ci danno l’illusione d’essere padroni delle nostre vite. Abercrombie riesce a sintetizzare questo e altri aspetti della natura umana in atmosfere dark e poco inclini al lieto fine. Da non perdere, davvero.

Stile e tecnica
Originalità
Personaggi
Gestione della trama
Copertina
Voto Personale
Final Thoughts

Ultimo capitolo di una saga dark fantasy/noir che non potra' fare altro che sorprendervi.

Overall Score 4