Intervista a Licia Troisi


Intervista a Licia Troisi

A cura di Maila Daniela Tritto

Chi è Licia

Dal suo sito: http://www.liciatroisi.it/

Sono nata a Roma il 25 novembre 1980. Ho iniziato a dilettarmi di scrittura più o meno quando ho imparato a leggere. Le prima favolette che ho scritto datano 1987 e per gioco sono raccolte in un volume rilegato in cartoleria che avevo intitolato Le Mille e una…Licia, un titolo per nulla pretestuoso. A otto anni ho scritto un “romanzo”, anche quello i miei l’hanno fatto rilegare, e ora sta nello scaffale più alto della mia libreria. È lungo la bellezza di venti pagine e si intitola Sindy e Mindy; ha le atmosfere ispirate al cartone animato strappalacrime che seguivo all’epoca, Lovley Sarah. Ho frequentato il liceo classico e in quel periodo ho scritto il diario e qualche racconto. Un paio di volte mi sono cimentata con la poesia, provando definitivamente che è un genere che proprio non fa per me (sono davvero negata), ma mi mancava una storia di ampio respiro intorno alla quale sfogare la mia voglia di scrivere.
Dopo il liceo, mi sono iscritta alla facoltà di fisica e mi sono laureata in astrofisica il 17 dicembre 2004, data memorabile. Durante gli anni di università, oltre a conoscere il mio attuale marito, ho iniziato a leggere fumetti, principalmente manga, e a conoscere un po’ meglio il mondo della fantasy. Così, a 21 anni ho finalmente trovato la storia che cercavo e ho iniziato a scrivere leCronache del Mondo Emerso. Mi ci è voluto un anno e mezzo per finirle e sei mesi per fare una prima approssimativa correzione, dopo di che, senza troppe speranze, ho spedito il manoscritto all’unica casa editrice di cui conoscessi l’indirizzo, la Mondadori. Dopo tre mesi mi è arrivata la fatidica telefonata e ad aprile del 2004 il mio libro è arrivato in libreria.
Attualmente sono dottoranda in astronomia.
Per quel che riguarda i miei gusti, amo molto la musica, specialmente rock e classica (proverbiale la mia passione per i Muse), leggo moltissimo (o non sarei in grado di scrivere neppure una riga), leggo molti fumetti e mi piace il cinema.

 

INTERVISTA ALL’AUTRICE 

Ciao Licia, grazie per aver accettato l’intervista. Puoi parlarci un po’ di te?

Sono una scrittrice, un’astrofisica, una mamma, una moglie, una figlia, una persona con moltissimi interessi…definirmi non è facile.

Com’è nata la passione per la scrittura e cosa rappresenta, per te, il genere fantasy?

Raccontare storie mi è sempre piaciuto, fin da quando ero piccolissima; ho cominciato a scrivere sostanzialmente quando ho imparato a leggere. Si trattava all’inizio di un gioco, poi di una passione sempre più importante nella mia vita.

Il fantasy è l’ambientazione nella quale mi trovo più a mio agio a narrare, quelle quinte che mi hanno permesso di esprimermi al meglio.

Come nascono le idee per i tuoi romanzi e in che modo cerchi di svilupparle?

Qualsiasi cosa può essere per me fonte d’ispirazione; può trattarsi di un film, di un libro, di una canzone, un fumetto, un panorama, qualcosa che mi è successo. Dopo una prima fase in cui lascio la fantasia completamente libera di vagare, inizio a farmi delle domande sull’idea che mi è venuta, cercando pian piano di costruire il mondo in cui la storia sarà ambientata e il passato dei vari personaggi.

Per il plot ti ispiri a qualcuno o qualcosa, in particolare? Qual è la tecnica che usi di frequente?

Nulla in particolare, mi faccio qualsiasi domanda si faccia qualcuno quando legge ad esempio una notizia: quando e dove è successa questa cosa? Perché? Che conseguenze ha avuto? Da quali eventi nel passato è stata causata? Ogni domanda se ne tira dietro un’altra, e così piano piano si costruisce la storia.

Da poco è uscito, in tutte le librerie, il secondo volume de I regni di Nashira, hai già in mente come si svilupperà la storia?

Sì, quando inizio a scrivere una saga cerco di avere presente tutta la storia a grandi linee, almeno per quel che riguarda i personaggi principali. Poi, ovviamente, molto si aggiunge per strada.

Quali sono i tuoi scrittori preferiti, o per lo meno chi ha influenzato il tuo stile?

Più che scrittori preferiti, ho libri che amo; ad esempio, Il Nome della Rosa è il mio libro preferito, letto quindici volte (e mi avvio verso la sedicesima) e rappresenta tutto ciò che mi piacerebbe essere in grado di scrivere, oltre, ovviamente, a molto di quel che mi piace trovare in un libro. Nel fantasy, mi piace molto Jonathan Stroud, soprattutto per la sua ironia e la sua capacità di rappresentare in modo realistico e credibile tutti gli aspetti più meschini della natura umana.

Cosa pensi del genere fantasy nel contesto editoriale italiano?

Mi pare sia un buon momento, e da parecchio; ci sono molti autori, e di discreto successo. Siamo invece ancora un po’ in alto mare per quel che riguarda la considerazione di cui il genere gode presso il grande pubblico e la critica: il fantasy continua ad essere considerato un genere da bambini nel senso deteriore del termine, o comunque qualcosa di scarsissima qualità a prescindere.

Qual è la tua opinione a riguardo dell’editoria in generale?

Trovo che l’editore rappresenti una figura imprescindibile della catena produttiva che conduce il libro in libreria: l’editore, quando sa fare bene il proprio lavoro, garantisce al lettore quella qualità minima del prodotto, e soprattutto coltiva l’autore e lo aiuta nella sua crescita artistica.

Potresti parlarci dei tuoi progetti futuri?

In questo periodo sto scrivendo il primo libro di una nuova saga, di genere fantastico, qualcosa di un po’ particolare, nelle mie intenzioni ricco di humor nero.

Grazie per essere stata con noi.

Grazie a voi per l’invito :).


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