Recensione de ‘Il Bacio della Morte’ di Marta Palazzesi


A cura di Monique Scisci

Titolo: Il Bacio della Morte

Autore: Marta Palazzesi

Editore: Giunti Editore (collana Y)

Prezzo di copertina: 12,00 euro (anche in ebook)

Data di uscita: Gennaio 2013

Pagine: 383

Sinossi:

Thea è una ragazza di diciotto anni, irriverente, simpatica e ribelle. E ha il potere di creare i sogni, un dono raro, ereditato da suo padre, un potentissimo Incubus armeno. In un favoloso palazzo ai confini della Romania, Thea e i suoi compagni vengono addestrati duramente per combattere gli Azura, spietati Demoni del sottosuolo. E Thea si destreggia molto bene nei combattimenti così come la sua migliore amica Serena, la bellissima figlia di Andreas Grigor, il Signore del Palazzo. Le due ragazze sono inseparabili fin dall’infanzia e insieme sognano di sconfiggere i Demoni e magari, un giorno, di innamorarsi di qualcuno di speciale. Ma quando dal nulla arriva un guerriero misterioso e viene assegnato proprio a Thea come compagno di allenamenti, la serenità della ragazza e quella di tutto il Palazzo sono messe a dura prova. Damian è un affascinante Succubus, con un oscuro e doloroso passato, e soprattutto è così sexy che è davvero difficile concentrarsi… E’ l’inizio dell’appassionante trilogia della ”Casa dei Demoni”, che si svilupperà in un affascinante mosaico di avventure mozzafiato, personaggi indimenticabili, incredibili colpi di scena, tradimenti, rivelazioni e amori impossibili. E i protagonisti si troveranno a combattere non solo con veri Demoni ma anche con quei demoni interiori che popolano i cuori giovani e irruenti…

Il metro di giudizio che utilizzo per stabilire se ho apprezzato o meno un romanzo è questo: se mi tiene incollata alla pagine fino a notte inoltrata, sicuramente mi è piaciuto. Ed è proprio quello che è successo con Il Bacio della Morte che mi è stato gentilmente spedito dalla Casa Editrice su richiesta.

Complice la campagna mediatica indetta da Giunti Y, mi sono subito incuriosita, inoltre, l’autrice è italiana, cosa che ha influito sulla scelta del titolo. In questo periodo sto apprezzando diversi romanzi nostrani che non hanno nulla da invidiare alla moltitudine di autori stranieri che invadono gli scaffali delle librerie. Secondo il mio punto di vista, è necessario dare visibilità ai nostri autori fantasy, prima di tutto perché arricchiscono il patrimonio culturale, poi perché sono assolutamente validi, come ci dimostra Marta Palezzesi con questa sua opera prima.

Passiamo alla recensione vera e propria. Dunque lo stile narrativo di Marta è piacevole, semplice e di impatto. L’autrice condisce il testo di una sottile ironia interessante e soprattutto funzionale, che aiuta ad alleggerire alcuni punti difficili senza però eccedere. L’equilibrio narrativo, a mio avviso, rivela una forte maturità stilistica che mi ha colpito positivamente al di là della trama. L’autrice conduce il lettore nei meandri della storia in modo accattivante e senza indugiare troppo su descrizioni o elucubrazioni. La scrittura in prima persona veste perfettamente i panni della protagonista, Thea. Non ci sono fronzoli e la storia si dipana scorrevole.

Tramite il punto di vista di Thea entriamo in contatto con gli altri personaggi che si mescolano all’interno della trama, sono ingredienti fondamentali e non pedine superflue. Ognuno con le proprie peculiarità, e con un’identità ben precisa, figure a tutto tondo che affiancheranno la giovane nel corso della storia.

È la protagonista a spiegarci chi o cosa sono gli Azura e il Mondo Sotterraneo, e il suo compito all’interno del palazzo. Thea, infatti, è un’aspirante Cacciatrice che sta affrontando un percorso a ostacoli per diventare a tutti gli effetti un difensore dell’umanità. La ragazza è un mezzo demone dal carattere ribelle il cui compito in futuro sarà proprio quello di sconfiggere il male rappresentato dagli Azura. Affascinante l’entrata in scena di Damian, che non solo possiede una forza straordinaria, ma il suo influsso è un potente attrattivo, nonostante su di lui, l’autrice non spenda troppe parole. Forse è proprio l’alone di mistero in cui è immersa questa fascinosa figura dall’animo tormentato a incuriosire oltremodo.

Tornando agli Azura, mi ha colpito il modo in cui vengono descritte queste creatura infide e micidiali. Hanno sembianze umane, non sono mostri abominevoli il cui aspetto infonde terrore, ma creature lussuriose ed eleganti che amano lo sfarzo e lo scintillio dei metalli preziosi. Vivono sì, in un mondo sotterraneo e nascosto all’occhio umano, ma non sono un branco di cavernicoli sbiascicanti. Il loro è un mondo ricco e costruito ad arte. Questo, a mio avviso, sembra essere quasi un richiamo alla realtà. Insomma, gli Azura non sono mostri nel senso letterale del termine, ma rappresentano una parte dell’uomo, il lato nascosto e malefico.

Prescindendo il senso etico di questa descrizione, in contrapposizione ci sono i mezzosangue, umani il cui sangue dei demoni scorre nelle vene. Hanno capacità inusuali. Thea per esempio, possiede la facoltà di creare sogni, cosa molto affascinante.

Dunque la trama è lineare, non ci sono intrecci complicati, ma c’è un bel colpo di scena finale che chiude in maniera esemplare.

Il romanzo è ambientato in Romania, anche se non ci sono descrizioni del luogo, questo è giustificato dal fatto che i personaggi si muovono all’interno di un castello blindato con tanto di guardie, ergo non poteva essere altrimenti e non mi ha creato problemi il fatto di non conoscere dettagli esterni. Ero concentrata sulla storia, sull’intreccio amoroso, su Damian che spero di conoscere meglio nel secondo capitolo di questa trilogia che promette molto bene.

Ho apprezzato il caratteraccio di Thea, forse perché mi rispecchia e ho sentito forte empatia nei suoi confronti, insomma non è la solita protagonista indifesa e sfigata.

Dunque, in conclusione, il romanzo di Marta mi è piaciuto e l’ho divorato. Consiglio la lettura di questo libro perché appassionante e nuova, è una lettura godibile su molti aspetti.

 

 

 


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