INTERVISTA A MARTA PALAZZESI


A cura di Monique Scisci.

SINOSSI DEL ROMANZO.

Titolo: Il bacio della Morte

Autore: Marta Palazzesi

Editore: Giunti Y

Prezzo: 12,00 euro – presente anche in ebook.

Data di uscita: 16 gennaio 2013

Thea è una ragazza di diciotto anni, irriverente, simpatica e ribelle. E ha il potere di creare i sogni, un dono raro, ereditato da suo padre, un potentissimo Incubus armeno. In un favoloso Palazzo ai confini della Romania, Thea e i suoi compagni vengono addestrati duramente per combattere gli Azura, spietati Demoni del sottosuolo. E Thea si destreggia molto bene nei combattimenti così come la sua migliore amica Serena, la bellissima figlia di Andres Grigor, il capo del Palazzo. Le due ragazze sono inseparabili fin dall’infanzia e insieme sognano di sconfiggere i Demoni e magari, un giorno, di innamorarsi di qualcuno di speciale. Ma quando dal nulla arriva un guerriero misterioso e viene assegnato proprio a Thea come compagno di allenamenti, la serenità della ragazza e quella di tutto il Palazzo sono messe a dura prova. Damian è un affascinante Succubus, con un oscuro e doloroso passato, e soprattutto è così sexy che è davvero difficile concentrarsi…

Iniziamo: Ciao Marta, prima di tutto un caloroso benvenuto su Fantasy Planet da parte di tutta la redazione. Grazie per avere accettato questa intervista. Allora parlaci un po’ di te, chi sei, cosa fai, e soprattutto da dove nasce la tua passione per scrittura?

Ciao Monica, è un piacere e grazie a voi per avermi contattata! Vediamo… Marta Palazzesi, 28 anni, milanese d’adozione, toscana d’origine, divoratrice di romanzi storici e YA, esploratrice di librerie, amante delle vecchie cartoline. Direi che la mia più che una passione è un bisogno. Certo, è iniziata come un qualcosa che mi piaceva fare, che mi intratteneva, che permetteva alla mia fantasia di sfogarsi, ma ad oggiscrivere è davvero qualcosa di cui non posso fare a meno.

Da quanto scrivi, e dove trovi il tempo per farlo?

Scrivo fin da piccola. Credo di avere buttato giù il primo racconto intorno agli otto-nove anni, folgorata dalla lettura del libro di Bianca Pitzorno Ascolta il mio Cuore. Il colpo di grazia me l’ha poi dato Polissena del Porcello, sempre della stessa autrice, che ho divorato in poche ore. E alla fine ho capito che anche io volevo raccontare storie! Così ho iniziato a scriverle. Quando ancora andavo a scuola o frequentavo l’università, dedicavo alla scrittura tutto il mio tempo libero. Dopo la laurea ho deciso di investire il più possibile in questa strada, e così ho cercato collaborazioni e lavori che potessero essere portati avanti da casa e che mi permettessero di organizzarmi a seconda delle mie esigenze.

Quanto è importante per un autore la lettura?

Penso sia indispensabile. Scrivere senza leggere sarebbe come per un aspirante chef… pretendere di cucinare senza amare mangiare! Be’, non so se il paragone regge, ma penso di avere reso l’idea. Io ho sempre letto tantissimo fin da bambina, soprattutto grazie ai miei genitori, che mi hanno fatto scoprire autori eccezionali come James Clavell, Alex Haley, Harper Lee e molti altri. Leggendo nascono le idee, le impressioni e gli stimoli che possono portare alla creazione di una propria storia. O almeno, per me funziona così.

Quali ingredienti devono esserci in un romanzo per tenerti incollata alle pagine?

 Una voce narrante con cui sia facile entrare in sintonia, mistero, colpi di scena e, ovviamente, un po’ di romance.

Ho letto nei vari blog che hanno segnalato l’uscita del tuo romanzo Il Bacio della Morte, che sei stata contattata da Giunti Y dopo nemmeno due settimane dall’invio del manoscritto, è vero? Come ti sei sentita quando è arrivata la mail?

È proprio vero, e poco prima di Natale. Una sorta di regalo anticipato, anzi, un super-regalo! Era un freddo pomeriggio di inizio dicembre (il 6, per la precisione), l’orologio segnava le 17 circa e io stavo per uscire di casa per delle commissioni, quando… squilla il cellulare. Non conoscevo il numero, ma iniziava 055, un prefisso toscano. Visto che mio fratello vive lì, ho pensato che fosse lui che mi chiamava da casa di qualche amico. Rispondo. Una voce femminile si presenta e dice di contattarmi dalla casa editrice Giunti. Cosa? Prosegue e mi domanda se io sono Marta Palazzesi – Sì! – e se ho inviato loro un manoscritto due settimane prima. Sul serio? Inizio a balbettare cose senza senso, lei mi invita a scendere a Firenze per un incontro, io farfuglio cose a caso, lei mi lascia la sua e-mail e mi dice di scriverle le preferenze per i giorni, io proseguo nel balbettare cose a caso, lei chiude la telefonata, io fisso il telefono. Poi inizio a saltellare.

Il Bacio della Morte è il tuo romanzo di esordio, a quali autori ti sei ispirata?

Volontariamente a nessuno in particolare, involontariamente a tutti gli autori i cui libri mi sono passati tra le mani! Credo fortemente che ciò che si scrive sia il risultato di tutto quello che si è letto, visto e sentito. Però l’idea di scrivere una storia dove ci fossero anche dei Succubi, figure che mi avevano da sempre affascinata, si è fatta concreta due anni fa, dopo avere visto una puntata del telefilm canadese Lost Girl. Ci ho rimuginato su per qualche mese e un pomeriggio, mentre mi trovavo a Londra, ho delineato la trama di massima.

Si tratta del primo capitolo della trilogia La Casa dei Demoni quanto tempo ti ci è voluto per scriverlo? Gli altri due sono già in lavorazione?

La prima bozza de Il bacio della morte l’ho buttata giù a febbraio del 2011 e credo di averla stesa in quattro settimane circa, ma ho continuato a lavorarci per almeno altri due mesi. Durante l’estate ho scritto il secondo capitolo della trilogia e a novembre 2011 ho inviato entrambi i manoscritti alla casa editrice, assieme alla sinossi del terzo volume. Tra poco dovrei iniziare a scriverlo. Non vedo l’ora!

Da cosa è dipesa la scelta dell’ambientazione?

L’Europa dell’est mi ha sempre affascinata e ho pensato che sarebbe stato interessante ambientare la mia storia proprio lì. Nel secondo volume della trilogia, e ancor più nel terzo, verrà approfondita maggiormente rispetto a quanto fatto nel primo libro, proprio per alcuni risvolti della storia.

Parlaci un po’ della trama.

Abbiamo una ragazza, un mezzo Incubo, con un serio problema di gestione dell’impulsività, dotata di un potere molto raro – la manipolazione dei sogni – che però non è ancora in grado di utilizzare al meglio. Abbiamo un padre sarcastico, assente e che gira con degli scagnozzi stile boss mafioso. Abbiamo anche una migliore amica molto bella e amata da tutti, un avvenente principe russo, una madre umana ex lettrice di tarocchi e sogni, un mezzo Succubo dal passato doloroso e con un paio di occhi niente male. E, ovviamente, abbiamo degli imprevisti, che renderanno la storia movimentata.

Chi sono i protagonisti e da dove nascono?

Thea, la voce narrante, è la personificazione e della testardaggine e dell’impulsività, ma è anche una ragazza molto leale e pronta ad aiutare gli altri. È nata dal mio desiderio di mettere in campo una eroina imperfetta e con ancora molta strada da fare. Damian, il nostro mezzo Succubo, è un personaggio complicato, nel primo libro non riusciamo a capirlo fino in fondo perché è ancora troppo ancorato al proprio passato. Ma avremo modo di conoscerlo meglio. Il principe russo, Alex, incarna tutti i peggiori difetti di un ragazzo ricco, viziato e pieno di sé. Ma le apparenze molto spesso ingannano, e la sua scommessa sarà non solo dimostrarlo agli altri, ma soprattutto a se stesso. Una caso a parte è quello del padre di Thea, che ho creato per dare alla nostra eroina qualcosa di difficile con cui confrontarsi, un qualcosa che non potesse essere risolto con uno scontro fisico come è solita fare, ma che le richiedesse uno sforzo più profondo. E, detto tra noi, amo il sarcasmo di questo Incubo armeno! Ci sono molti altri personaggi di cui mi piacerebbe parlare – la migliore amica Serena, la capo allenatrice Ranya, il russo e burbero Kirill – ma rischio di raccontarvi tutta la trilogia…

Qual è il personaggio che più ti ha coinvolta?

Sicuramente Thea, perché è il filtro attraverso il quale racconto la storia, ma anche Damian è un personaggio interessante. Così interessante che ho deciso di… regalare ai lettori una piccola sorpresa. Ma è ancora presto per poterne parlare. 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Scrivere! Sempre di più e, soprattutto, sempre meglio!

Qualche consiglio per i giovani autori che approcciano con il mondo dell’editoria?

Non mi sento ancora nella posizione di poter dare consigli veri e propri, ma posso dire che, oltre alla capacità di scrivere e raccontare storie, conta molto anche la fortuna. Bisogna scrivere la storia giusta al momento giusto per l’editore giusto, e per questo non esiste una formula. Quindi, mai scoraggiarsi. Se non va bene una volta non è detto che sia per mancanza di talento, ma per tempismo sbagliato. Fortuna a parte, possiamo aiutarci leggendo tanto, informandoci, tenendoci aggiornati sulle ultime pubblicazioni e… scrivendo, scrivendo, scrivendo! Io cerco di farlo sempre, magari buttando giù storie appena abbozzate, o piccoli racconti, o anche scene completamente slegate fra loro… è comunque un esercizio utile e che può aiutare a migliorarsi. Ah, un consiglio concreto ce l’ho, anche se può apparire un po’ futile: la lettera di presentazione all’editore! Se possibile, stenderne una breve, concisa, con un elemento accattivante (una curiosità, un vezzo, un hobby particolare) e che dica in quattro righe perché si sta mandando il manoscritto proprio a loro.

 Grazie Marta, un saluto da me e dalla redazione. In bocca al Lupo per l’uscita del romanzo.

 Grazie a voi! Crepi il lupo e a presto!



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