Dark Rock Chronicles – Marco Guadalupi


Dark Rock Chronicles – Marco Guadalupi

A cura di Maurizio Vicedomini

Titolo: Dark Rock Chronicles

Autore: Marco Guadalupi

Editore: Plesio

Pagine: 238

Formato: Cartaceo

Prezzo: 13.50€

I DRC sono uno sgangherato gruppo rock che districa la sua esistenza tra tentativi di ingaggio nei locali e quotidianità, fatta di musica, furti e donne da conquistare. A scombinare tutto ci pensa un demone dal passato glorioso. “6 anime di 6 musicisti per 6 strumenti musicali”; questo quello che reclama dai ragazzi. La band è così costretta a partecipare alle epiche battle del “Torneo dei Rock Guerrieri”, dove gli strumenti diverranno vere e proprie armi letali, in una lotta all’ultimo sangue tra metallari mal assortiti, improbabili coppie country e draghi… più o meno addomesticati!  Peccato che i DRC non possiedano né la strumentazione adatta, né la preparazione adeguata…

Ammetto di aver frainteso la quarta di copertina, quando l’ho letta in rete. Avevo immaginato un’ambientazione reale, dove il demone della quarta li faceva combattere all’inferno o roba simile. Sì, forse lavoro troppo di fantasia.

Il romanzo di Guadalupi, invece, è ambientato in un mondo simile al nostro, fondato però sulla musica rock. C’è la prigione dei rocker, crimini legati esclusivamente al mondo delle band, il traffico di strumentazione, plettri non a norma e via dicendo

In questo contesto s’inserisce il Torneo dei Rock Guerrieri, una sorta di sfida fra gladiatori mischiato alla corrida e, naturalmente, alla musica. Sono le band a partecipare a questa lotta senza esclusione di colpi, dove gli strumenti dovranno fare ben altro che produrre note per ottenere la vittoria e non rimetterci le penne.

Nel testo sono presenti numerose citazioni e occhiolini a grandi del rock, a partire dai Led Zeppelin, ai Pink Floyd, ai Guns’n’Roses. L’autore gioca inoltre con gli stereotipi legati al mondo delle band. Il chitarrista figo che rimorchia senza problemi, il bassista rozzo e volgare, il batterista “invisibile”, il cantante che s’improvvisa tale.

Il libro è scorrevole e trascina nella lettura. Non ho trovato nemmeno un punto noioso che mi spingesse a chiudere il volume per riprendere in seguito, anzi l’ironia che accompagna le vicende tiene accesa l’attenzione. Il punto di vista è ben gestito, aiutato anche dalla narrazione in prima persona, e mancano quei difetti che normalmente si riscontrano in un’opera prima.

Ottima la caratterizzazione dei personaggi, anche grazie agli stereotipi con cui l’autore scherza, che risultano avere voci ben distinte le une dalle altre.

La dimostrazione che il fantasy italiano – ancor di più se è riconducibile all’inflazionato Urban Fantasy – può essere ben scritto e innovativo nei contenuti.

Passiamo ora all’intervista all’autore:

 

1. Ciao Marco, benvenuto su Fantasy Planet. Comincia a parlarci un po’ di te per presentarti ai nostri lettori.

Ciao e grazie per avermi concesso questo spazio. Sono da poco diventato ufficialmente autore proprio con Dark Rock Chronicles, anche se non è la mia prima pubblicazione. Mi occupo principalmente di scrittura, ho collaborato e collaboro tutt’ora con diverse realtà (editoriali e non). Faccio anche altro, come provare a disegnare semiseriamente e giocare ai videogame. Ah, qualche volta guardo serie TV. All’attivo vanto anche un allenamento di Quidditch (ho un futuro da Battitore).

2. Da Dark Rock Chronicles traspare con chiarezza la tua passione per la musica rock e i miti del passato come Led Zeppelin e Pink Floyd. Dove e come è nata l’idea del Battle Rock e di un’ambientazione del tutto basata sulla musica?

L’idea di base è venuta guardando un vecchio film, Detroit Rock City (da cui ho preso anche le iniziali per il titolo della mia storia, guarda caso!) Nel film un gruppo di ragazzi fa di tutto per andare a un concerto dei KISS organizzato a Detroit. I protagonisti ne passano di tutti i colori. Così ho preso alcuni spunti, aggiungendoci diversi elementi e riferimenti al genere fantasy e fantastico. Il resto è arrivato man mano, scrivendo, comprese le Battle Rock. Avevo le idee chiare e la musica e il fantasy sono state le linee guida.

3. La domanda sorge spontanea: quali sono state le band che ti hanno accompagnato lungo la stesura del romanzo? Perché proprio quelle?

Una su tutte, i Led Zeppelin. È la mia band preferita in assoluto. Ho scritto ascoltando i loro album e molte delle scene descritte contengono riferimenti ai membri della band, ai loro strumenti, agli album. Proprio loro perché hanno fatto la storia della musica, e poi perché circolano così tante voci e leggende urbane sui Led Zeppelin che era un peccato non sfruttarle! Ma non ci sono loro e DRC non è solo musica e rock. C’è del cinema, un goccio di fumetto, una spolverata di videogames. In una delle ultime recensioni, DRC è stato definito un progetto che coniuga diversi mezzi di comunicazione.

4. Come ti sembra il panorama fantastico italiano? Leggi colleghi connazionali?

Leggo connazionali e mi sembra che il fantastico italiano sia in continuo fermento. Non ha ancora raggiunto una dimensione propria, ma l’evoluzione non si ferma mai. L’ultimissimo made in Italy che ho letto è stato La spada del Re di Scozia, della serie Agatha Mistery.

5. Un’ultima domanda: news sui prossimi lavori?

Sto lavorando a un nuovo progetto, anzi più di uno, non solo scritto. Ma la tentazione di scrivere un’altra storia con protagonisti i DRC è forte. Quando mi chiedono se sto scrivendo un sequel di Dark Rock Chronicles non so cosa rispondere.  Ammetto di pensarci, a volte anche piuttosto seriamente, ma per il momento vorrei dedicarmi ad altro. In realtà sto scrivendo ancora di DRC, quando posso, e intendo lo spin-off a puntate su The iNCIPIT, community di appassionati lettori e scrittori che mi permette di non abbandonare mai per davvero la mia storia e farla conoscere. La cosa divertente è che sono i lettori a decidere come andrà avanti lo spin-off, dal titolo Il Torneo dei Rock Guerrieri (o il ritrovamento del drago). Colgo l’occasione per invitarvi a partecipare e giocare.

Grazie a Marco Guadalupi per essere stato con noi, e in bocca al lupo per i lavori futuri.


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