Intervista a Paolo Barbieri


di Anna Giraldo

Venerdì 16 novembre si è tenuta a Mantova presso la libreria IBS di Via Verdi, la prima presentazione ufficiale del libro illustrato L’Inferno di Dante, edito da Mondadori, nel quale Paolo Barbieri si è cimentato come autore dei testi e delle immagini.

Paolo ha raggiunto il successo grazie alle ottime cover prodotte per tanti libri di successo, tra i quali quelli di Licia Troisi, e dall’anno scorso si è cimentato nella pubblicazione di volumi illustrati in cui la narrativa fa capolino tra le splendide immagini: Favole degli Déi, Mondadori, 2011 e ora il nuovissimo L’Inferno di Dante. L’incontro, condotto dalla scrittrice Barbara Baraldi, ha ripercorso le tappe della carriera dell’illustratore e ha dato ai numerosi spettatori intervenuti interessanti spunti di riflessione sulla sua professione. Paolo ha spiegato come il suo processo creativo si sia evoluto, passando dalla realizzazione di copertine alla necessità di esprimersi in maniera più autonoma, come, appunto, ha potuto fare con la produzione di Favole degli Déi e L’Inferno di Dante. La casa editrice, anche in virtù della fiducia maturata nel precedente rapporto professionale, gli ha lasciato piena libertà d’espressione. L’ideazione della presentazione grafica di un libro è spesso, soprattutto in case editrici di rilievo, un lavoro vincolato alle decisioni di posizionamento nel mercato. Di norma, la casa editrice si relaziona direttamente con l’illustratore inviandogli riassunti, descrizioni dei personaggi e addirittura bozze sulle quali lavorare. Dopo l’invio delle prime immagini possono seguire anche mesi di correzioni e aggiustamenti prima di arrivare alla cover definitiva. Per il libro di Paolo ci sono state molte “trattative” prima di arrivare alla decisione finale, al punto che l’illustrazione di Caronte è proposta all’interno come seconda copertina.

Durante l’intervista, Barbara Baraldi, ha accostato L’Inferno alla musica, ritenendo che si possa accompagnare perfettamente al Metal. L’illustratore si è trovato d’accordo e ha citato alcuni gruppi come gli AC/DC o i Judas Priest ch

e ascolta da sempre e potrebbero essere una colonna sonora adeguata per il suo libro. Allo stesso tempo ha spiegato, però, che durante il lavoro preferisce ascoltare musica “senza parole”, dalle colonne sonore da film alla classica, per non disturbare il processo creativo. Per quanto riguarda le fonti di ispirazione, Paolo ha parlato di cinema. I film fantastici degli anni ’70 pieni di effetti speciali, Legend di Ridley Scott e anche il più artificioso Flash Gordon con le sue luci teatrali, sono le basi dalla quale è partito per costruire le bellissime pagine del suo nuovo libro.
Per
L’Inferno di Dante, dopo uno schizzo a matita, molte immagini sono state elaborate da Paolo in maniera digitale. Lavorando con la tavoletta grafica il procedimento manuale è molto simile a quello tradizionale con i colori acrilici. Purtroppo gli stretti tempi di realizzazione imposti dalle case editrici non permettono di fare tutto a mano, anche se uno dei desideri dell’artista è proprio quello di poter creare un libro di illustrazioni tutte a matita.

Un altro sogno di Paolo è quello di tornare a uno dei suoi primi “amori” artistici, ovvero la fantascienza, discostandosi dal fantasy che l’ha accompagnato negli ultimi anni. Un altro genere che amerebbe frequentare è l’horror/gotico, magari proprio quello di Barbara Baraldi alla quale si è ispirato per l’immagine di Cleopatra presente ne L’Inferno di Dante. L’horror di Paolo, come abbiamo già visto nel suo ultimo libro, rifuggirebbe di certo lo splatter, creando invece ambientazioni oniriche e inquietanti. Infine, interrogato dal pubblico sulla carriera di illustratore, Paolo Barbieri ha ricordato che sono necessarie pazienza e umiltà per raggiungere un b

uon grado di maturazione tecnica e artistica. Il suo lavoro è fatto di passione ma anche di solitudine e rinunce, perché solo con l’esercizio e la pratica si possono perfezionare i propri risultati. Allo stesso tempo serve talento: secondo Barbieri l’artista deve avere “qualcosa da dire” e soprattutto deve trovare il giusto mezzo per esprimersi. Solo in questo modo può divenire un “divulgatore” attraverso le sue opere.

1. Da disegnatore di cover di successo, con Favole degli Dei uscito lo scorso anno e ora con L’Inferno di Dante, diventi anche autore. Cosa ti ha portato a questo passo?

Realizzare libri illustrati mi consente una maggiore libertà creativa, a cui però sono giunto dopo centinaia di copertine realizzate per romanzi di vario genere (fantasy, fantascienza, avventura, etc.). Un percorso ha arricchito l’altro, e viceversa. Il mio lavoro, fatto di costanti mutamenti, mi ha portato a realizzare anche libri illustrati, sfociati in Favole degli Dei, in cui ho realizzato sia testi che illustrazioni, facendomi diventare un autore completo. Successivamente è arrivato L’Inferno di Dante, in cui ho ulteriormente arricchito il mio percorso sia con piccoli cambiamenti di tecnica, sia confrontandomi con il Sommo Poeta, autore di una delle opere letterarie più importanti della storia umana.

2. Come ci avevi promesso L’Inferno di Dante segna una svolta nel tuo stile pittorico. Si tratta di un cambiamento temporaneo o di un passo definitivo nella tua crescita artistica?

In quello che faccio n

on c’è mai nulla di definitivo. Mi affido molto all’istinto, e di conseguenza non posso prevedere cosa farò in futuro.Certo, ci sono delle idee, ma la realizzazione di queste, tramite stile pittorico (e di conseguenza adottando una “particolare” narrazione visiva), si abbozza e si completa solo quando nella mia mente i pezzi del puzzle creativo vanno tutti al posto giusto. Credo, che fin dove sia possibile, ogni racconto abbia bisogno di una particolare narrazione, e anche la mia “narrazione visiva” va in questa direzione.

3. Hai disegnato cover per grandi romanzi e ti sei cimentato nell’illustrazione dei personaggi della nostra mitologia e della nostra tradizione storico-letteraria. Se ti venisse chiesto di realizzare un personaggio fantastico tutto tuo, quale soggetto e quale genere (fantasy, fantascienza, gotico, ecc…) sceglieresti?

Difficile da dire. Come ho detto prima, spesso le mie idee nascono dal caso, per cui mi è impossibile dare una risposta. Ti posso dire che ora come ora mi piace particolarmente la contaminazione di generi, in cui il fantasy o la science-fiction entrano quasi in punta di piedi nella storia.

4. Durante la presentazione dalla libreria IBS di Mantova, hai parlato di come la musica da colonna sonora “senza parole” accompagni a volte il tuo lavoro. Se dovessi consigliare ai lettori un pezzo da ascoltare durante la lettura de L’Inferno di Dante, qual

e sceglieresti e per quale motivo?

Mi piacciono molto le colonne sonore proprio per l’assenza di parole. In questo genere, la musica diventa sottofondo ma anche vera e propria protagonista. Spesso, quando disegno, mi piace farmi accompagnare dalle note che evocano grandi film e atmosfere, come ho fatto anche per L’Inferno di Dante. Non mi piace dare consigli di questo genere, ma posso dire che per L’Inferno ho ascoltato moltissime partiture di Jerry Goldsmith (Alien, Ghost & the Darkness, Congo), e di Steve Jablonski (Transformers, Steamboy, The Island). Molte di queste melodie non sono propriamente “infernali”, ma le ho predilette per le sensazioni che mi hanno saputo infondere.

5. C’è un tuo progetto personale, una sorta di sogno nel cassetto, che ti piacerebbe vedere realizzato in futuro? Puoi parlarcene?

No. Come ho detto prima ci sono idee che devo ancora visualizzare correttamente.
Per ora cerco di “rilassarmi” con
L’Inferno di Dante.

 

 

 


Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *