LA CITTA’ PERDUTA di Fabiana Redivo


Recensione del libro LA CITTA’ PERDUTA di Fabiana Redivo

Edizioni Domino

a cura di Fiorella Rigoni

BIOGRAFIA

Fabiana Redivo, nata il 1° giugno 1960, a Trieste, città in cui vive assieme al marito Claudio Severini e il figlio Andrij.

Dopo aver conseguito la maturità classica presso il liceo ginnasio Dante Alighieri, su consiglio paterno si iscrive alla facoltà di farmacia. Al secondo anno accademico, abbandona tale indirizzo universitario, in quanto non confacente alle sue inclinazioni e aspettative. Passa alla facoltà di lettere moderne, ma ormai l’incanto è rotto e si inserisce nel mondo del lavoro.

Dal 1° novembre 1981 al marzo 1986, è impiegata presso un negozio di materiali elettrici della sua città, poi vince un concorso come segretario giudiziario, per il circondario della Corte d’Appello di Trieste, con sede di destinazione Pretura di Pordenone. Dal marzo 1986 a gennaio 1987 fa la pendolare, poi ottiene un cambio e dal febbraio 1987 al 13 giugno 2011, lavora negli uffici giudiziari di Trieste (Pretura prima e Tribunale poi), diventando prima cancelliere e infine funzionario giudiziario. Il 13 giugno 2011 rassegna le dimissioni per dedicarsi unicamente alla scrittura e alla famiglia.

Nel frattempo altri progetti prendono forma. Nel 1995, comincia a scrivere un romanzo di genere fantasy. La stesura si protrae per quasi cinque anni, tra revisioni e ripensamenti. Invia il manoscritto alla Casa Editrice Nord di Milano e non solo viene accettato il manoscritto, ma l’intero progetto della saga che comprende ben sei volumi.

Esordisce nel 2000 con Il Figlio delle Tempeste, (primo volume della Saga del mago Derbeer, nota anche come Derbeer dei Mille Anni). Nel 2005, l’ultimo dei sei romanzi che la compongono, La spada dei re, vince a Fiuggi il 31° Premio Italia quale miglior romanzo fantasy italiano, quando ormai la casa editrice è entrata a far parte del Gruppo Editoriale Mauri Spagnol (GeMS).

A seguito del successo ottenuto, nel sito www.centostoriecantastorie.it dà vita a un progetto che offre spazio agli appassionati per scrivere racconti o romanzi, da soli o in gruppo, ambientati appunto nel mondo di Derbeer.

Nel maggio del 2009 esce un suo racconto, I passi della sera, nell’antologia “Sanctuary” (Casa Editrice Asengard). Sempre nello stesso anno, diventa membro dell’Associazione “Piazza dei Bardi”, che indice dal 2010 il Premio Cittadella al miglior libro italiano fantasy per adulti.

Nel dicembre 2010 esce il racconto Il sesto arcano nell’antologia “Stirpe angelica” (Edizioni della Sera)

Nel 2011 esce il suo racconto Occhi nella nebbia nell’antologia “I vampiri? Non esistono” (Edizioni Domino).

Fa parte di numerose giurie per assegnazione di premi letterari, come ad esempio il Premio Letterario Internazionale “Vilegnovella dal Judri” (www.culturaglobale.it ) e il Premio Cittadella sopra citato. Fonda assieme ad alcune amiche l’Associazione Culturale Sportivo Dilettantistica “I Sogni Nel Cassetto” http://www.sogninelcassetto-ts.sifree.org/ che, tra le altre attività, organizza corsi di scrittura creativa e offre lavori di revisione testi.

Nel gennaio del 2012, in qualità di presidente dell’associazione I Sogni Nel Cassetto, bandisce e organizza tre concorsi letterari nazionali per il genere fantasy: il Premio Cittadella (ereditato dall’associazione Piazza dei Bardi ormai sciolta), Magia Urbana Prêt-a-porter per il genere urban fantasy e il Premio uove Chimere, dedicato alla commistione di generi.  Le premiazioni si sono tenute nell’ambito della manifestazione “San Giorgio di Mantova Fantasy” http://www.sangiorgiodimantovafantasy.it/#HOMEPAGE .

Dal 2 marzo 2012 è socia della FIDAPA Tergeste (Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari) – BPW ITALY.

Il 10 novembre esce il suo nuovo romanzo “Aghjkenam – Il segreto della città perduta” edito dalla Edizioni Domino.

Ha ultimato la revisione del romanzo fantasy “I costruttori dell’universo di anime”, scritto a quattro mani con il dott. Luigi Sorrentino (romanzo fantastico con “storie a universi paralleli”, costruito su strutture sociali, politiche e culturali realmente esistite).

 

SINOSSI

Nel cuore del continente Sofghan, una potente magia nasconde agli occhi del mondo la città di Aghjkenam, l’antica capitale dell’impero ora diviso in otto Potentati. Due Guardiani la custodiscono, eliminando coloro che tentano di violare la sacralità del luogo. Solo un eroe munito di Khatala, la spada magica, potrà vincere il sortilegio, riportando la città perduta agli antichi splendori.

L’avventura inizia nella sperduta isola di Judac, con il ritrovamento di Khatala e dei misteriosi Libri Neri che contengono segreti magici devastanti per l’umanità. Un eroe che perde la memoria, una strega seducente, un mago ambizioso e un pirata dal passato misterioso, attraverseranno in maniera rocambolesca il continente Sofghan, combattendo uomini, streghe, mostri e demoni. Dovranno sbrigarsela tra lotte per il potere e intrighi di corte. Alla fine raggiungeranno gli eserciti schierati sotto le mura di Aghjkenam, la città perduta, per prendere parte all’epico scontro che porterà il genere umano al limite dell’autodistruzione. E allora il segreto della città perduta, diventerà l’arma vincente per l’alba di una nuova era.

Mi sento di aggiungere questo in calce alla sinossi.

Il romanzo si presta a molti livelli interpretativi, psicologici, sociali e morali. Quelli dominanti sono la discriminazione razziale, l’omofobia e i pregiudizi in genere. Ho ambientato la vicenda in un “continente nero”, in cui vivono due ristretta minoranze “bianca” di immigrati, con tutte le problematiche conseguenti. Intrecciate all’avventura, che è il tratto dominante, narro due storie d’amore: quella classica tra uomo e donna (passionale) e una omosessuale (romantica). Nel mondo da me creato, il destino non esiste e le divinità zoomorfe sono una proiezione dei bisogni umani, anche se in sottofondo si avverte una Presenza Immanente che lascia all’umanità il libero arbitrio. Sono assenti le classiche figure di nani, elfi, orchi e via discorrendo. Esiste solo la razza umana.

Il contenuto dell’opera è adatto a un pubblico adulto. Si tratta di una storia autoconclusiva e non di una saga.

RECENSIONE

La trama di questo libro è molto articolata e complessa.

Una moltitudine di personaggi ne riempie le pagine, ma questo aspetto non rende difficile la lettura del libro se non nelle prime pagine, giusto il tempo il prendere confidenza con i vari protagonisti. Il restante scorre veloce verso la conclusione.

Lo stile della scrittrice è molto ricco e fluido, mai noioso o scontato. Nonostante la storia parta lentamente per prendere uno slancio deciso solamente dopo un po’ di pagine per arrivare poi alla conclusione che si svolge con un susseguirsi di scene che tolgono il fiato.

Le ambientazioni sono molto dettagliate e ben fatte, costruite sapientemente. Molto realistiche e spesse volte anche accattivanti. Le atmosfere sono quelle tipiche dei romanzi fantasy, ben curate e documentate, ma anche decisamente coinvolgenti. I tanti protagonisti sono delineati sempre con cura, soprattutto caratterialmente, mentre per l’aspetto fisico ne ha delineato i tratti senza mai eccedere, lasciando così spazio alla fantasia del lettore.

Lo stile della Redivo è molto bello, articolato quel tanto che basta a rendere un libro affascinante anche sotto il profilo della scelta delle parole, mai sempre le stesse, ma spesso ricercate e di certo adatte alla forma del testo fantasy.

Un libro corale che però affronta un tema molto d’attualità: la discriminazione e non solo nel suo aspetto razziale. In effetti all’interno del libro si svolge pure una storia d’amore omosessuale tratteggiata con sapiente delicatezza.

Un libro consigliato agli amanti del fantasy classico, anche se i protagonisti di questa storia non sono quelli consueti a cui siamo abituati: gnomi, folletti, elfi, fate e maghi.

 


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