VAMPIRI E STORIA ALTERNATIVA: BLOODYMILLA


VAMPIRI E STORIA ALTERNATIVA:
BLOODYMILLA

di Claudio Cordella

“Il secolo dei lumi ha lasciato il passo a quello degli incubi. La luna, le stelle, il vento, non ascoltano le invocazioni dei deboli. Coloro che dimorano nell’oscurità, si nascondono tra le pieghe di un mondo di confine per fuggire a occhi indagatori”. Bloodymilla, testi di BARBARA BARALDI, disegni e colori di ROBERTA INGRANATA, chine di ELENA CESENA, Delosbooks, Milano 2011, pp. 5-6.

La scrittrice Barbara Baraldi.

La commistione tra i generi crea “strani compagni di letto”, spesso generando in tal modo ibridi originalissimi e assai vitali.L’unione tra la storia alternativa, o ucronia, e le tematiche del soprannaturale, per quanto strano possa essere, si è dimostrata nel tempo assai vitale. In campo fumettistico non possiamo non segnalare il manga Herushingu (Hellsing) di Kōta Hirano, pubblicato lungo l’arco di un decennio dal 1998 al 2008, si tratta di un insolito mix di azione, violenza estrema, avventura e satira religiosa. Da generazioni il Royal Knights of Protestant Order (Cavalieri Reali dell’Ordine Protestante), guidato dalla famiglia nobiliare Hellsing, con la quale quest’organizzazione si identifica, difende l’Inghilterra dalle trame del Vaticano e dalle forze dell’oscurità.

L’Hellsing ha dalla sua parte non solo il talento della flammatica Integra Fairbrook Wingates Hellsing, un’autentica iron lady, ma anche la forza del vampiro Alucard, niente poco di meno che quel Dracula descritto da Bram Stoker nel suo romanzo omonimo del 1897. Il nucleo centrale della serie di Hirano ruota attorno alla lotta contro il Millennium, una speciale squadra segreta nazista che sin dalla Seconda guerra mondiale tenta di creare un esercito di vampiri asservito ai suoi deliranti sogni di distruzione. Il folle Maggiore, trasferitosi in Brasile al termine del conflitto, medita dei piani di vendetta che prevedono l’impiego del Letzte Battalion (Ultimo Battaglione), costituito da SS vampirizzate, contro l’Inghilterra e Alucard. L’esito dello scontro, com’è facile immaginare, sarà a dir poco apocalittico.

Sempre negli anni ’90 aveva però fatto capolino un fumetto ancor più complesso, elegante e sofisticato di Hellsing di Hirano, Hellboy del geniale Mike Mignola. Pubblicato per la prima volta negli USA nel ’93 recentemente ha goduto di una trasposizione cinematografica, con relativo sequel, a opera del talentuoso regista Guillermo del Toro. Durante la Seconda guerra mondiale una squadra nazista, capitanata dal redivivo santone russo Rasputin, evoca dalle profondità dell’inferno una creatura soprannaturale, simile in tutto e per tutto a uno strano diavoletto: Hellboy. Il suo aspetto è decisamente insolito, pelle rossa, corna da caprone mentre il suo braccio destro è di pietra. Costui, finito nelle mani degli americani, una volta adulto entrerà a far parte di una speciale agenzia governativa, il BPRD (Bureau of Paranormal Research and Defense). Hellboy, predestinato a portare l’apocalisse sulla Terra ma ben poco bendisposto ad adempiere a tale destino, dovrà vedersela con gli alleati nazisti di Rasputin e con lo stesso stregone, ben deciso a risvegliare dal suo sonno millenario una potentissima creatura demoniaca, Ogdru Jahad, liberandolo dalla sua prigione proprio grazie al potere del fanciullo proveniente dall’inferno. Hellboy invece vorrebbe vivere una vita normale, si lima le corna per apparire più umano, è innamorato della tormentata collega Elizabeth Anne Sherman (detta Liz), una ragazza che possiede poteri pirocinetici.

Mignola, a differenza del suo collega nipponico, non si limita a sfruttare i miti relativi al nazismo magico, ma  infarcisce le sue graphic-novel di citazioni d’ogni genere e tipo, testuali e iconografici, sposando tra loro suggestioni tratte dalla narrativa horror, in primo luogo quella di Howard Phillips Lovecraft e Stephen King, arte post-moderna e romanticismo gotico. Hellboy è in buona sostanza sia un fumetto di genere, capace di riunire tra loro gli elementi più disperati, a cui si deve aggiungere anche l’immancabile tema del vampirismo, sia una prova d’autore, un’opera mainstream a pieno titolo il cui successo è a tutt’oggi ben lungi dal tramontare. Recentemente  anche in Italia è stata pubblicata una graphic-novel nella quale uno scenario dal sapore ucronico serve da sfondo per una storia drammatica e sanguinosa a base di vampiri: Bloodymilla,  fumetto nato dall’unione del talento della romanziera Barbara Baraldi (La bambola dagli occhi di cristallo, Lullaby – La ninna nanna della morte, La casa di Amelia, la saga dark fantasy Scarlett), giallista e autrice di spicco del gotico nostrano, e delle fumettiste Elena Cesena e Roberta Ingranata. Rifuggendo ai legami con le tragedie storiche del Novecento, al contrario di Hellsing ed Hellboy, Bloodymilla è ambientato nell’Ottocento poco prima della spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi e alla proclamazione del Regno d’Italia.

L’affascinante baronessa di Calcara Camilla, vittima del demone Raven, che le ha ucciso i genitori e che ha trasformato sia lei che la sorella Isabella in vampiri, decide di intraprendere un lungo viaggio nel tentativo di ricongiungersi con quest’ultima. L’essere infernale infatti ha rapito la neonata Isabella subito dopo il massacro della famiglia dei Calcara e all’incendio del loro maniero. Aiutata dall’anziana Demetra, che ha preparato un composto che consente alla sua padrona di esporsi alla luce del sole, e dal fido lupo mannaro André, la nostra eroina, perennemente in bilico tra il suo voler rimanere umana e la sua nuova sanguinaria natura di “figlia di Lilith”, si dirige alla volta di Monteacuto. Un indizio, casualmente venuto in suo possesso, suggerisce a Camilla che la sorella si possa trovare proprio in quel luogo. Monteacuto però si rivelerà essere un luogo d’incubo, un girone infernale dove un essere demoniaco, il Burattinaio, ordisce le sue trame. Potenti personaggi sembrano essere ben intenzionati a impedire  l’imminente riunificazione della nostra penisola e la stessa Camilla dovrà affrontare non solo un cacciatore di vampiri orbo di un occhio ben deciso a ucciderla, l’abilissimo e spietato Samael, ma anche lo stesso Burattinaio e il suo esercito di non-morti. Una forza militare soprannaturale, che per molti versi ricorda l’Ultimo Battaglione di Hellsing, che potrebbe cambiare i destini dell’Italia e dell’intera Europa. Lo stesso incontro con Isabella sarà più difficile di quel che la nostra eroina inizialmente pensava.

In definitiva Bloodymilla, le cui tavole richiamano alla mente l’arte di Mignola, è un’opera interessante, in particolare per l’appassionato di storie di vampiri, non senza essere priva di ammiccamenti di carattere ucronico. L’unico grande difetto di questa graphic – novel è  la brevità, troppe poche pagine per poter dar conto in maniera compiuta di questo Ottocento italiano alternativo in cui i non-morti camminano sulla terra, così ricco di personaggi ed eventi. Tutto risulta così essere troppo affrettato, mentre le domande senza risposta si affastellano l’una dopo l’altra senza sosta. Il che d’altra parte non è forse questo gran danno, Bloodymilla è stato presentato come il primo volume di una serie, dunque non ci resta che sperare che Camilla e i suoi amici possano tornare presto in una nuova, cupa avventura. Allora forse il lettore, lasciato al termine del primo volume pieno di curiosità, assetato di nuove letture così come la vampira protagonista di Bloodymilla è bramosa di sangue, troverà finalmente l’appagamento che cerca. A noi quindi non ci resta che sperare che l’attesa sia breve!

Copertina Bloodymilla


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