Stryx, il marchio della strega


Stryx – Connie Furnari

Siamo orgogliosi di presentare l’uscita del romanzo della nostra collaboratrice Connie Furnari, conosciuta per le sue recensioni e per il suo grande amore per il Fantasy.

Un romanzo intrigante, avvincente, che vi trascinerà fino alla fine. Pubblicato da Edizioni della sera nella collana Spade d’inchiostro.

Conosciamo meglio l’autrice, come si è sviluppata la sua operaper poi leggere lo stralcio dal primo capitolo.

Vediamo dalle parole dell’autrice come è nato il suo romanzo:

Ho iniziato la stesura di Stryx con l’intento di mescolare il folklore alla Wicca moderna, chiedendomi cosa sarebbe accaduto se una vera strega, vissuta al tempo dei puritani, fosse costretta a vivere nella nostra epoca. Nel mio romanzo ho cercato di sottolineare elementi tipici ai quali sono particolarmente affezionata: il copricapo a punta, gli incantesimi, i corvi, i gatti neri, e soprattutto le scope volanti.

Le ragazze della Congrega delle Streghe sono tipiche adolescenti che soffrono per amore, studiano per i compiti in classe e hanno paura di essere scoperte da tutti quelli che rifiutano di accettare il potere in una ragazza; la particolarità che i Cacciatori di Streghe siano solo ragazzi, evidenzia in Stryx l’eterna lotta tra sessi che dura tutt’oggi e fa di Salem un campo di battaglia, velato da atmosfere crepuscolari.

Tutta la storia è impregnata di metafore sull’emancipazione della donna ma anche se si presenta come una storia prettamente femminista, non mancano le lotte a colpi di kick boxing e scene d’azione piuttosto movimentate e cruente.

Da grande fan di Harry Potter non ho potuto fare a meno che disseminare diversi omaggi a J.K. Rowling, ma il libro dal quale ho attinto di più è stato La Lettera Scarlatta di Nathaniel Hawthorne, soprattutto per le scene ambientate a Salem nel 1685.

Sarah e Susan Sawyer, le due streghe protagoniste, rappresentano due criteri opposti con cui il gentil sesso usa il “potere”. Il messaggio finale del libro è che tutte le donne lo posseggono, ma la differenza consiste appunto nel modo in cui si decide di usarlo. Stare dalla parte del Bene o del Male delineerà il tipo di persona che si diventerà “da grande”.

 

Trama

Dopo aver vissuto in Inghilterra, Sarah, una potente strega, torna a Salem decisa a ricominciare una nuova vita senza la magia. Inaspettatamente, giunge la sorella minore: Susan, strega intrigante e perversa che ha scelto di passare al lato oscuro per la sete di potere, determinata a sconvolgere l’esistenza di Sarah e degli ignari studenti del liceo di Salem.

La vita scolastica si rivela fin da subito molto più dura del previsto. L’unico apparentemente interessato a conoscerla è un giovane dai grandi occhi grigio azzurro: Scott. Il solo ad essere in grado di risvegliare in lei antichi sentimenti che credeva ormai essere assopiti.

Ma Salem ben presto comincerà ad essere sconvolta da numerosi delitti inspiegabili, il cui unico filo conduttore sarà un marchio a forma di ‘S’ posto sulle vittime. Le strade della cittadina diventano pericolose trappole mortali, e a Sarah non resterà altro che affrontare il suo oscuro passato per poter salvare le altre giovani streghe e se stessa.

Connie Furnari è nata a Catania, il 6 Dicembre del 1976.

Si è laureata in Lettere, con una tesi di psicanalisi freudiana sul “racconto perturbante”: un’analisi su come il fantastico interagisca nella vita reale, in modo diverso da persona a persona, fin dalle fiabe dell’infanzia.

Ha vinto numerosi premi con le sue poesie e ha pubblicato racconti in diverse antologie. Scrive per la rivista on line Fantasy Planet e aderisce a numerosi siti letterari.

Da sempre appassionata di scrittura e di cinema, vive tra centinaia di libri e dvd; adora leggere, disegnare fumetti manga, e dipingere quadri a olio mentre ascolta musica classica.

Scrive fiabe per bambini, fantasy, urban fantasy e paranormal romance.

Per la rivista Fantasy Planet si occupa di recensire romanzi urban fantasy.

Stralcio in gentile concessione dell’autrice

Capitolo 1

Ritorno a Salem

Le prime luci dell’alba rischiararono ogni abitazione di Lafayette Street e sembrarono riflettersi con intensità sulla grande casa vittoriana dalle mura color crema, velandola di arancio. Il cielo era poco nuvoloso e un leggero vento soffiava per la strada, facendo ondeggiare le tende di pizzo della finestra aperta.

L’aria dell’estate impregnava ancora il piccolo prato che circondava la casa e l’erba tremolava simile a un mare tempestato di rugiada.

Sarah rimase a fissare il cielo che si illuminava d’oro, stretta nella sua vestaglia bianca decorata con rose rosse ricamate. Non riusciva a credere di trovarsi di nuovo in quella città, dopo quanto era accaduto, più di trecento anni prima.

Salem.

Aveva girovagato per il mondo cercando di dimenticare e infine era ritornata nel New England, come una falena attirata da una fiamma letale.

Chiuse gli occhi color verde smeraldo. Le parve di risentire ancora le urla, l’odore nauseante di carne bruciata, le incitazioni dei puritani. E soprattutto quegli insulti talmente volgari da farla vergognare di se stessa, malgrado fosse consapevole di non aver mai fatto nulla di cui era accusata.

Al di sopra di tutto questo, il suo Arthur.

Il viso di quel ragazzo era ancora nitido davanti a lei, mentre la fissava con amore e adorazione. Il suo dolce sorriso, i suoi occhi grigi.

Non avrebbe mai potuto scordare quel volto.

La testa le girò e decise di fare una lunga doccia calda per riprendersi, seguita da una sana colazione. Era il modo giusto per iniziare quella giornata che già si annunciava piuttosto dura.

Si spogliò, e quando rimase completamente nuda davanti allo specchio dalla cornice barocca, si girò di profilo per osservare il tatuaggio dietro la sua spalla sinistra.

Una grande S dalle estremità attorcigliate: una lettera gotica.

Entrare per la prima volta in una scuola nuova, mentre tutti la scrutavano nei corridoi mormorando parole che non riusciva a sentire, era una delle esperienze che dopo decenni ancora la innervosiva.

Sarah sospirò e ripensò con malinconia alle verdi brughiere dell’Inghilterra, anche se vi mancava da solo una settimana.

Entrò nella doccia e cercò di rilassarsi sotto l’acqua bollente. Chiuse gli occhi e si chiese come sarebbe stata la sua nuova vita a Salem.

Nonostante i secoli che portava oramai sulle spalle, aveva un’immensa voglia di fare cose terribilmente normali come mangiare una pizza, andare al cinema e uscire con le amiche a fare shopping il sabato pomeriggio, perdendosi dentro la folla dei grandi magazzini.

Fino a quel momento però, non era mai riuscita a vivere come una normale diciassettenne, in nessuna delle proprie vite precedenti. Nelle sue varie incarnazioni, ogni volta che aveva avuto degli amici, era sempre successo qualcosa che alla fine li aveva fatti scappare.

Omicidi, ferite mortali e lotte all’ultimo sangue nel cuore della notte. Qualunque ragazzo sarebbe fuggito dopo aver assistito a cose del genere.

Sarah promise a se stessa che questa volta sarebbe stato diverso. Fisicamente dimostrava ancora diciassette anni, e avrebbe vissuto come una normale ragazza della sua età.

O almeno, ci avrebbe provato.

Indossò un paio di pantaloni verde militare con le tasche laterali e una semplice maglietta bianca a mezze maniche. Erano gli abiti più anonimi che avesse; non voleva attirare troppo l’attenzione, desiderava solo confondersi tra le persone.

Un gatto nero le si strusciò fra i piedi miagolando.

«Circe» disse alla gatta, «non ho tempo di giocare. Stanotte andremo a spasso, te lo prometto.»

Il felino saltò sul letto vittoriano dal baldacchino rosa e si raggomitolò, chiudendo gli occhi verde chiaro con le pupille sottili.

Sarah aprì il cofanetto sopra la scrivania in stile retrò e frugò tra i suoi gioielli. Alcuni li aveva indossati in determinati periodi storici, come quel braccialetto d’argento trovato dentro la Reggia di Versailles, subito dopo la presa della Bastiglia.

Dopo un attimo di esitazione, prese dal cofanetto l’unico gioiello che la rappresentava. Una collana con un grande rubino ovale, che aveva lo stesso colore dei suoi capelli: rossi con striature più chiare e divisi in morbide onde che le ricadevano dietro le spalle.

D’un tratto, sussultò.

Dalla finestra una nuova folata di vento la avvolse, impregnata di un odore che lei purtroppo conosceva molto bene.

L’aveva sentito moltissime altre volte, negli ultimi tre secoli.

Pregò con tutta l’anima che non fosse chi temeva.

Tremò e corse alla finestra ma questa volta, invece di fissare il cielo, esaminò il prato sotto la casa con una strana inquietudine.

E lì, proprio nel suo giardino, lo vide.

Indossava un lungo cappotto, nero naturalmente; sotto si intravedevano una giacca gessata e una cravatta annodata in modo perfetto. Era molto elegante, come al solito del resto. E sensuale, così com’era sempre stato.

L’uomo le sorrise lascivo, poi si voltò. Col passo sinuoso di un felino affamato imboccò Lafayette Street, in direzione del centro della città.

Sarah toccò il ciondolo della collana e si pentì amaramente di essere ritornata a Salem. Aveva commesso un altro errore, nonostante le buone intenzioni.

Non è ancora finita. Il passato continuerà a perseguitarmi, perché è questo il destino a cui sono condannata.

Lui l’aveva seguita e stava preparando qualcosa.

Quello era l’odore della morte.

 


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