I MONDI PARALLELI DI MICHELE TETRO, GIAN FILIPPO PIZZO E ROBERTO CHIAVINI


a cura di Claudio Cordella

“Lì, proprio alle soglie della Terra, l’uomo si trovava già a faccia a faccia con un mistero che forse non sarebbe stato mai risolto. Tre milioni d’anni prima, qualcosa era passato da quella parte, aveva lasciato quel simbolo ignoto e forse inconoscibile del proprio scopo, e era tornato ai pianeti… o alle stelle”. ARTHUR C. CLARKE, 2001: A space Odyssey, 1968; 2001: Odissea nello spazio, BUR, Milano 1981, p. 86.

Mondi paralleli, copertina.

Mondi paralleli, copertina.

Quest’oggi noi di Fantasy Planet abbiamo il piacere di presentarvi uno dei più autorevoli esperti italiani nel campo del fantastico: Michele Tetro, nato a Novara nel 1969, è scrittore e giornalista. Si è laureato in Storia medievale con la tesi Fantasia eroica e medioevo inventato nell’opera di Robert E. Howard, tutta incentrata sull’opera dello scrittore Robert E. Howard (1906-1936), il creatore del sottogenere dell’heroic fantasy e del notissimo personaggio di Conan the Barbarian (Conan il Barbaro). Inoltre sin da giovanissimo ha pubblicato diversi racconti di fantascienza e saggi su numerose riviste del settore come OMNI, Futura, L’Eternauta, Futuro Europa, Yorick Fantasy Magazine. Nel 2001 ha curato l’antologia H. P. Lovecraft – Sculptus in Tenebris: saggi ed iconografia lovecraftiana; in seguito insieme a Roberto Chiavini e a Gian Filippo Pizzo ha collaborato alla realizzazione di diverse opere di carattere saggistico: Il grande cinema di fantascienza: da 2001 al 2001, Il grande cinema di fantascienza: aspettando il monolito nero, Il grande cinema fantasy, Contact! Tutti i film degli alieni. Da solo invece da alle stampe la monografia di studi cinematografici Conan il Barbaro: l’epica di John Milius e il romanzo L’occhio ardente di Mbatian; quest’ultimo ispirato a un episodio del serial Space: 1999 (Spazio 1999). Un suo saggio in lingua inglese, sempre incentrato su Howard, A Word from Outer Dark: The Poetical Works of  Robert E. Howard è stato pubblicato nel 2007 negli Stati Uniti all’interno del volume Two Gun Bob – A Centennial Study of REH. Invece come narratore ha partecipato all’antologia fantasy Mahayavan: Racconti delle Terre Divise di Edizioni Scudo, di cui esce nel 2010 il primo volume, mentre la sua ultima fatica in qualità di saggista, ancora una volta in collaborazione con Pizzo e Chiavini, è stato Mondi paralleli: storie di fantascienza dal libro al film (Edizioni Della Vigna, 2011).

Da sinistra a destra: Roberto Pizzo, Michele Tetro, Gian Filippo Chiavini.

Intervista

Quand’è nata la tua passione per la fantascienza e per il fantasy?

Prima che nascessi io stesso, credo. Me la sono trovata lì. Fantascienza è la prima parola che ricordo. Una precocissima visione di 2001: Odissea nello spazio, a tre/quattro anni, ha suggellato per sempre il tutto. Poi i telefilm di Gerry Anderson, UFO e Spazio 1999, le Supermarionation Thunderbirds e Stingray, i fumetti dei supereroi Marvel, il primo romanzo letto di Asimov, Star Trek, Star Wars… tutto in ordinata progressione. Vivo da sempre nello scafandro rosso di David Bowman (01). Fin da piccolo ho sempre letto moltissimo, evitando accuratamente ogni attività sportiva, poi mi è venuta voglia di scrivere storie mie, prima a fumetti, che avrebbe potuto essere una scelta di professione futura che però non si è concretizzata. Ho preferito invece la narrativa, imparando a scrivere su una Olivetti Lettera 22 che ancora possiedo. Ho pubblicato il mio primo racconto professionalmente a dodici anni, sulla rivista specializzata OMNI, che mi definì esageratamente “scrittore prodigio”. In realtà, dopo questo exploit, ho dovuto farmi le ossa anche attraverso i concorsi letterari, arrivando però a pubblicare su testate come L’Eternauta e Futura, e collane come Futuro Europa della Perseo Libri. La passione per la fantasy è cosa più recente, risale al 1982, all’uscita al cinema del Conan di Milius, personaggio che avevo prima conosciuto dai fumetti e che non mi piaceva affatto, così differente dai supereroi Marvel. Invece ho finito poi per laurearmi proprio con una tesi sul suo creatore, Robert E. Howard! Dal 2001 in poi ho pubblicato quasi un libro all’anno, prevalentemente di saggistica cinematografica di genere.

Preferisci scrivere narrativa o saggistica?

Narrativa, senz’altro, ma questi ultimi dieci anni sono stati assorbiti dalla saggistica, comprendente i due volumi che formano il dittico Il grande cinema di fantascienza e Il grande cinema fantasy, scritti assieme a Gian Filippo Pizzo e Roberto Chiavini e  pubblicati da Gremese, assieme a Il cinema dei fumetti, poi Contact!, il libro sul cinema degli alieni uscito per Corrado Tedeschi, e il mio saggio dedicato al film di Milius, Conan il barbaro: l’epica di John Milius, apparso per Falsopiano Editore. Adesso vorrei tornare seriamente a scrivere narrativa.

Che cosa ha significato per te partecipare a un progetto come quello di Mondi Paralleli? Come avete fatto a suddividervi il lavoro?

Be’, questo volume è il suggello di diversi anni di collaborazione fruttifera del premiato trio Pizzo – Chiavini – Tetro, quindi è una naturale continuazione della nostra opera. Nei volumi sul grande cinema di fantascienza io mi ero occupato delle schede critiche dei film e i miei due colleghi della parte saggistica, con continui scambi di materiale e “intrusioni” nel campo altrui, qui invece si tratta solo di schede, che ci siamo suddivisi ciascuno a piacere proprio. Io ho cercato prevalentemente di fare quelle che non avevo già analizzato nei libri precedenti, ma alla fine l’analisi comparata di libro e film tratto da esso ha lasciato campo libero a tutti. Ci è piaciuta tra l’altro l’idea di ospitare nel volume schede di vari altri colleghi e amici professionisti nel settore fantastico, in modo da variare i commenti e gli stili. Abbiamo così la presenza di nomi noti come Danilo Arona, Claudio Asciuti, Walter Catalano tra gli altri. Il volume comprende ben 391 schede di film tratti da opere letterarie pre-esistenti, con un’appendice dedicata anche ai telefilm. Un bel lavorone, che ci ha davvero tenuti impegnati parecchio.

Qual è secondo te il più grande film di fantascienza che sia mai stato girato?

E’ ancora 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, cui aggiungo ex aequo Stalker di Andrej Tarkovskij. 2001 occupa una posizione privilegiata nel cinefantastique: impossibile ripeterne l’esperienza, la fascinazione, l’intuizione e la magia. Rarefatto nei dialoghi e nella recitazione, poetico nella raffigurazione quasi prosaica della vita nello spazio, delirante nella caduta verso l’infinito, dilatato nei tempi d’azione, viaggio della mente, dell’occhio e dell’orecchio dell’uomo, brilla di luce solitaria nel firmamento dei film di SF, così strepitosamente innovativo e rivoluzionario da non poter essere quasi recepito nella sua pienezza e nelle sue implicazioni da coloro che lo videro alla prima del 1968. L’impronta cosmico-umana-universale ne è la caratteristica principale, gli alieni alla fine siamo noi, l’Uomo, evolutosi grazie ad una misteriosa entità superiore, inconoscibile, dopo aver vinto la sua stessa tecnologia, superandola. Stalker è invece una stupenda parabola dai riposti significati, in grado di colpire nel profondo anche se nulla sembra accadere per gran parte della sua durata. Il ritmo lentissimo, le immagini ora livide ora pastellate della Zona, l’ossessiva presenza dell’acqua, i discorsi filosofici dei tre protagonisti, la fotografia e la colonna sonora, gli esasperanti piani-sequenza, l’intreccio stesso, quasi subliminale, tutto concorre ad avvicinarci al Mistero Assoluto, sia esso la testimonianza dell’esistenza di altre creature diverse dall’Uomo, sia esso un fattore puramente interiore, e la sacralità diventa il frutto di un’azione di esseri extraterrestri (anche se il film non lo dichiara esplicitamente), che mette la fede dell’Uomo a dura prova, donando all’imprescindibilità del fantastico un’aura mai sperimentata prima.

Come giudichi il cinema di genere fantastico di questi ultimi anni? E cosa ne pensi delle più recenti produzioni televisive?

Lo giudico disastroso: deprimente per mancanza di idee, derivativo in tutto, banale, affogato in un vacuo mare di effetti speciali. E’ da 15 anni almeno che non vedo più niente di realmente significativo. Rarissime le eccezioni. Viviamo di inutili remakes o di terribili baracconate alla Transformers. Ne sono davvero profondamente annoiato. Per quel che concerne le serie televisive non le seguo affatto, troppo pigro anche per cercarle in rete, ma l’impressione generale non si scosta troppo da quella che provo per il cinema. Penso che fantascienza e fantastico abbiano giocato le loro carte migliori negli anni Cinquanta prima, poi negli anni Settanta-Ottanta. Il resto potrebbe non fare testo. Constatazione provocatoria forse… ma sono un talebano.

Secondo te esiste una crisi della science-fiction a livello mondiale?

Cinematograficamente parlando sì. Crisi totale. A livello narrativo non saprei, perché non la leggo più dall’avvento del cyberpunk, che ha affossato completamente il sense of wonder della fantascienza in generale. Be’, non leggerla proprio più non è esatto, ho continuato a farlo ma rivolgendomi al passato più che al presente. I grandi scrittori non ci sono più, purtroppo, e non ho una così gran familiarità coi nuovi per poter essere più specifico.

Note

(01) David Bowman è l’astronauta protagonista di 2001: Odissea nello spazio, sopravvive alle insidie del super-computer impazzito HAL 9000 e cerca di svelare i misteri del monolito nero che si trova in orbita attorno a Giove (Saturno nel romanzo di Clarke).

Comunicato stampa relativo a Mondi paralleli: storie di fantascienza dal libro al film.

In questo volume ci sono 391 schede filmografiche di film di fantascienza. E sono anche schede piuttosto complete, sia dal punto di vista delle trame che da quello del commento, che comprende anche curiosità, legami con sequel e remake e con pellicole che hanno la stessa ispirazione. Ma cosa è che costituisce il trait d’union tra questi film, qual è la caratteristica che accomuna queste 391 pellicole fantascientifiche tra le migliaia prodotte in tutto il mondo? Non si tratta dei film migliori, non di quelli più famosi, non ci siamo limitati ad un periodo storico o a trattare un sottogenere. L’elemento distintivo è quello di essere film tratti da romanzi e racconti preesistenti. E questo è una novità assoluta a livello editoriale, addirittura in tutto il mondo. Per qualche strano motivo, il fatto che un film sia tratto da un romanzo o da un racconto costituisce un elemento marginale che non viene adeguatamente considerato. Molte filmografie non ne fanno cenno, altre si limitano ad indicarlo genericamente o addirittura in maniera inesatta. Invece a noi sembrava un elemento importante. Forse perché siamo lettori prima che spettatori, ci premeva considerare come tanti testi della letteratura fantascientifica fossero stati trasposti sullo schermo. Quali fossero le differenze, quali le analogie, se la trama viene rispettata, semplificata o addirittura arricchita, se almeno l’idea di base o comunque l’intendimento (al di là della trama) dello scrittore viene mantenuto… in una parola un raffronto tra testo scritto e rappresentazione scenica che ci sembra doveroso, sia nei riguardi della pellicola che in quelli dell’originale letterario.

In questo libro si troveranno dunque film tratti da capolavori della fantascienza come 1984, Una arancia ad orologeria, Il cacciatore di androidi, Cronache marziane, Dune, Fanteria dello spazio, Il giorno dei trifidi, Io robot, La settima vittima e tanti altri, ma anche film bellissimi tratti da scritti meno conosciuti (2001: Odissea nello spazio, La cosa, Hallucination, Metropolis, Minority Report, Il pianeta selvaggio, Gli uccelli, Ultimatum alla Terra, e così via). Ci sono naturalmente tutti i film tratti da Jules Verne, H. G. Wells, Isaac Asimov, Stephen King, Michael Crichton, Philip K. Dick, Stanislaw Lem, i fratelli Strugatskij, H. P. Lovecraft e i registi migliori rispondono ai nomi di Elio Petri, Stanley Kubrick, Steven Spielberg, Andreij Tarkoswskij, Alfred Hitchcock, Robert Wise, John Carpenter, François Truffaut, Ridley Scott…

Insomma, un repertorio completo della narrativa di science fiction trasposta nel cinema, che documenta – per fare solo pochi esempi – come un racconto celeberrimo quale Nightfall (Cade la notte o Notturno) di Isaac Asimov sia stato massacrato ben due volte nella riduzione filmica (le pellicole per fortuna non sono mai arrivate in Italia), quali sono le differenze tra la varie versioni ispirate a I vampiri di Richard Matheson (L’ultimo uomo sulla Terra, 1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra e Io sono leggenda), come era la prima edizione di Solaris  (realizzata nel 1968 per la TV sovietica) o come la televisione svizzera francese ha saputo rendere per il piccolo schermo Fiori per Algernon di Daniel Keyes dopo i precedenti I due mondi di Charlie e Un cuore semplice, oppure ancora che differenze ci sono tra il romanzo Gli invasati di Jack Finney e i film L’invasione degli ultracorpi, Terrore dallo spazio profondo, Ultracorpi: l’invasione continua e The Invasion. Il volume comprende anche film e sceneggiati per la televisione, numerose pellicole inedite e un’appendice dedicata ai telefilm.

Mondi parelleli. Particolare della copertina.

 


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