Dario Tonani – Una Milano del futuro


INTERVISTA ALL’AUTORE DARIO TONANI

 

A cura di Alexia Bianchini

 

«L’originalità di Tonani, in definitiva, non sta nell’azione mozzafiato e neppure nella grigia e piovosa visione del futuro, ma nelle invenzioni fulminanti. Quella dei cartoon “infetti” che si assumono dagli occhi come droga resterà negli annali della sf italiana e non solo».

Giuseppe Lippi

 

 

«This guy’s fantascienza novels about a tough, hallucinatory future Milan are actually pretty good»

«I romanzi di fantascienza di questo tizio su una dura e allucinatoria Milano del futuro sono davvero belli»

Bruce Sterling

 

 

Oggi su Fantasy Planet parliamo di Fantascienza, o meglio incontriamo uno scrittore che vive di essa, intrecciando storie davvero originali. Conosciamo insieme Dario Tonani, un autore d’eccezione, ripercorrendo la sua carriera di scrittore e giornalista. In Italia, come all’estero, Tonani è davvero apprezzato per la sua capacità narrativa, da sottolineare come la sua saga in e-book Mondonove sia stata assai gradita su suolo americano, in cui è uscito, e scaricato da moltissimi lettori, il primo titolo: “Cardanica”. Nei suoi ultimi romanzi, grazie a uno stile impeccabile e originale, ha dato vita a una ambientazione surreale, quanto tangibile, partendo dalla sua città, Milano, perno di una realtà alternativa inquietante. Ma molte sono le sue sfaccettature, e tra le sue opere ritroviamo diversi sottogeneri della fantascienza, dallo steampunk all’horror, fino alla stesura di racconti extra sf.

Milanese, classe ’59, Dario Tonani, laureato all’Università Bocconi in Economia Politica, sceglie di dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Lavora come giornalista professionista nelle redazioni di importanti testate specialistiche come “Quattroruote” e “Ruoteclassiche”.

Grande appassionato di science fiction, fantasy, horror e thriller, pubblica diversi romanzi e una settantina di racconti sulle maggiori testate di genere italiane (Giallo Mondadori, Segretissimo, Urania, Millemondi, Robot), in antologie (per Mondadori, Stampa Alternativa, Addictions, Puntozero, Comic Art, Delos Books), riviste varie e quotidiani nazionali.

Nell’aprile del 2007, su Urania, esce il suo titolo più acclamato: “Infect@”, un noir fantascientifico giunto secondo all’edizione 2005 dell’omonimo premio e di cui vengono opzionati i diritti cinematografici. Nella stessa Milano cartoonizzata e multietnica descritta nel romanzo torna con una serie di storie brevi, la prima delle quali — “Velvet Diluvio” — compare sempre su Urania a ottobre dello stesso anno.

Sulle pagine della testata mondadoriana, prima di “Infect@”, Tonani era già stato ospitato due volte: nel 1998 su Millemondi “Strani giorni” con il racconto “Garze”, pubblicato anche in Francia, e nel 2003 sullo Speciale Horror “In fondo al nero” con “Necroware”.

A marzo 2009, ancora per Urania, esce il suo “L’algoritmo bianco”, mini ciclo dell’Agoverso composto da due romanzi brevi, ambientati entrambi nella Milano del 2045 e incentrati su uno stesso personaggio: il killer Gregorius Moffa.

Nel 2010 per Mondadori compaiono due storie noir: “Il fuoco non perde mai”, a gennaio su Segretissimo (n. 1559), e “L’escapista”, a luglio nella collana del Giallo (n. 3007).

Nell’agosto 2010, per i tipi di 40k Books, esce in formato digitale il primo capitolo di una mini saga steampunk – “Cardanica” – al quale, sempre per lo stesso editore, seguono, rispettivamente a febbraio e maggio 2011, i sequel “Robredo” e “Chatarra”. Ufficiale da parte dell’editore è l’arrivo del quarto capitolo: “Afritania”.

A marzo 2011 esce per Delos Books, in versione cartacea e digitale, l’antologia “Infected Files”, che contiene il meglio della sua produzione fantascientifica breve: dodici racconti — editi e inediti (alcuni dei quali legati all’universo di “Infect@” e “Toxic@”) — scritti tra il 2002 e il 2010.

A settembre 2011 è la volta di “Toxic@” (Urania), che riprende, a distanza di sette anni, le vicende e i personaggi presentati in “Infect@”. L’universo della Milano cartoonizzata del 2025-2032 si amplia così ulteriormente con una decina di spin off, che appaiono in pubblicazioni diverse.

Con le sue storie (alcune delle quali pubblicate all’estero) vince numerosi concorsi, tra i quali nel 1989 il Premio Tolkien, due volte il Premio Lovecraft (1994 e 1999) e tre il Premio Italia (1989, 1992 e 2000).

 

Sposato, con un figlio di 17 anni, vive e lavora nella periferia del capoluogo lombardo, a due passi dagli stessi luoghi che descrive nei suoi romanzi. Attualmente sta alternando la scrittura di un nuovo romanzo con quella di racconti anche extra-sf.

 

Vi consiglio di visitare il suo sito, www.dariotonani.it, ovviamente solo dopo aver letto l’intervista!

 

Infect@

Milano 2025. In città circola una nuova droga: per assumerla non occorre bucarsi, non servono aghi né pipette. Niente neve, pasticche, fumo. Bastano gli occhi. Un monitor. Un po’ di “sano” relax in poltrona…

Se vi piacciono i vecchi cartoni animati, avrete anche di che farvi due ciniche risate. I +toon sono pensati apposta per il più colorato degli sballi. Non siete voi ad andare dai cartoon, ma loro a venire da voi. Letteralmente! Peccato che, a conti fatti, non sia poi così… divertente. I punti di vista cambiano in fretta quando attorno a voi il mondo non è più lo stesso. E sono in tanti a rimetterci la pelle.

Cletus è un ex poliziotto con il vizio dello sballo facile. Vive di espedienti e assume droga di seconda mano. Fino a quando nelle sue mani capita per caso un tera disc che contiene un +toon decisamente speciale, la prova “provata” che le immagini “dopate” possono viaggiare in rete, aggirando qualsiasi ostacolo: dal produttore al consumatore via monitor di un pc.

 

Toxic@

 

Milano, dicembre 2032, vigilia del primo giorno di Ramadan. La città è al collasso: sanitario, ambientale, delle coscienze. Sta morendo… di cartoni animati. Letteralmente! A sette anni dal primo affacciarsi sul mercato dei +toon — la nuova devastante droga da assumersi per via retinica — nelle sue strade i milanesi crepano come mosche, vittime di un Morbo di cui sono portatori proprio i cartoon.

Le emergenze, però, non finiscono qui: un terzo della città è completamente sommerso dai residui allucinatori tossici dei cartoni. E’ un magma lento e freddo, un vero e proprio mare interno di poltiglia colorata, che stringe d’assedio la periferia orientale (la cosiddetta “WC — Wet City”) e avanza goccia dopo goccia, coagulo dopo coagulo, verso il centro, inglobando nella sua marcia ogni cosa…

Ma c’è dell’altro: un fantomatico serial killer che si fa chiamare “Il Mescolatore” sta uccidendo a ripetizione uomini e cartoni, li smembra, li taglia a pezzi e li riconsegna agli inquirenti in “scatole di montaggio”. Polizia e inquirenti brancolano nel buio e rinvenendo i suoi pacchi possono solo constatare che ognuno contiene i pezzi per ricomporre mezzo uomo e mezzo cartone: due scatole, due cadaveri debitamente mescolati…

 

INTERVISTA ALL’AUTORE

• Ciao Dario, ci parleresti un po’ di te?

Ti spiace se prendo la prima domanda seriamente e poi con le altre mi lascio un po’ andare? Milanese, una laurea alla Bocconi e una smisurata passione per la scrittura che mi ha portato a scegliere una professione che fosse il più attigua possibile a quella dello scrittore: il giornalismo. Una settantina di racconti pubblicati per le maggiori testate di genere italiane (Urania, il Giallo Mondadori, Segretissimo, Millemondi, Robot), tre titoli per Urania dal 2007 a oggi (“Infect@”, “L’algoritmo bianco” e “Toxic@”), e alcune storie pubblicate all’estero, Stati Uniti, Australia, Russia, Francia. Oltre che, ovviamente, tanti progetti in cantiere…
• Racconti e romanzi. In cosa si differenziano? Che differenti stati d’animo ti scatenano durante la stesura?

Penso sempre che per uno scrittore ogni libro sia l’equivalente di un grande viaggio, un grande amore, un figlio, un trasloco e un nuovo lavoro. Concentrati tutti insieme in qualcosa di unico e per certi versi irripetibile. Il racconto è solo una versione in scala di tutto questo, un distillato, capace però di muovere le stesse emozioni di un romanzo. Certo, l’approccio è diverso: col romanzo bisogna essere fedeli alla storia nel tempo, e non è affatto facile. E’ un matrimonio, seppure a tempo, mentre il racconto è una scappatella.

• Con quale criterio decidi l’ambientazione di un tuo scritto?

Non credo che ci si possa riferire a un “criterio”, direi anzi che è esattamente l’opposto: una scelta profondamente emotiva e per questo talvolta assolutamente irresponsabile. L’ambientazione per me è quello che della storia ti rimane in bocca una volta terminata, il sapore di un piatto che si è appena gustato. Ed è qualcosa destinato ad accompagnare tutto il plot, per cui deve avere in sé la forza di sostenere questo ruolo dalla prima all’ultima parola. Forse ancora di più dei personaggi…
• Cosa si prova a vincere il prestigioso premio Urania?

Non l’ho vinto, anche se in effetti sono in tanti a pensarlo. Questo dà una misura del fatto che è come se… (o per lo meno, per me è così). In realtà arrivai secondo, ma per la prima volta nella storia pluriventennale del premio (nel 2006), Urania decise di contravvenire alla regola non scritta di pubblicare solo il vincitore, e di dare ampia visibilità anche al finalista di rincalzo. Cosa si prova? Posso dire di non aver mai patito la sindrome del secondo posto. Alla domanda canonica “c’è un libro che ti ha cambiato la vita?” mi sento di rispondere con un sorriso di sì, il mio: “Infect@”.
• Secondo te come si è evoluto il genere fantascientifico nell’ultimo periodo?

Complessivamente direi che i caratteri distintivi del genere, al cinema come nella narrativa, si sono andati annacquando. Oggi la fantascienza è ovunque, ma è un ingrediente tra tanti; l’ibridazione tra generi attigui ha preso il sopravvento su ogni forma d’espressione “pura”. Non credo che questo rappresenti assolutamente un’involuzione, anzi. La SF vive un periodo non certo brillante, e la “contaminazione” in cui figura come un elemento in mezzo a molti altri può essere una garanzia di sopravvivenza e perché no di rilancio.
• Quali sono gli autori che apprezzi maggiormente e perché?

Per stare nella fantascienza, cinque nomi: Philip K. Dick, James Ballard, Richard K. Morgan, Michael Marshall Smith, Maurice G. Dantec, tutti autori borderline che hanno usato gli stilemi della SF ma hanno saputo andare anche oltre abbattendo gli steccati tra i generi. Due nomi invece fuori dall’alveo fantascientifico: Cormack McCarthy e Chuck Palahniuk.
• C’è una tua opera che ti ha lasciato il segno?

Yes, come ho già detto “Infect@”, ma ogni scaraffone… Per cui mi sento di aggiungere almeno un altro titolo: “Cardanica”, primo capitolo della mia saga steampunk di Mondonove, che tantissime soddisfazioni mi sta dando anche negli Stati Uniti, dove ha avuto parole di apprezzamento davvero bellissime da parte di Paul Di Filippo, padre riconosciuto proprio dello steampunk…
• Quale dei tuoi scritti ha riscosso maggior successo?

Non starebbe forse a me dirlo, ma credo il ciclo di “Infect@” e “Toxic@” e quello appunto, in ebook, di Mondonove, di cui ho appena consegnato all’editore il quarto e conclusivo capitolo, dopo “Cardanica”, “Robredo” e “Chatarra”.
• Ci potresti parlare del tuo ultimo romanzo?

“Toxic@”? Per un autore non è sempre chiaro se “ultimo” si riferisce a quello appena uscito o a quello a cui si sta lavorando. Beh, “Toxic@” è il sequel di “Infect@”, arrivato quattro anni dopo nel tempo reale e sette in quello narrativo. Mi fu chiesto da Mondatori nel 2007, qualche mese dopo l’uscita del primo titolo. E’ un seguito solo nominalmente, perché la storia è “chiusa” ed è stata concepita in modo da poter essere letta in modo indipendente dal primo capitolo. Siamo (ancora) in una Milano resa irriconoscibile dalla deriva che ha preso la diffusione incontrollata delle droghe retiniche, i cosiddetti +toon. I cartoni sono ovunque e per giunta si è scoperto che sono veicolo di un morbo letale. Come se non bastasse, c’è anche un serial killer a complicare le cose. E qui mi fermo, per non fare spoiler.
• Quali suggerimenti daresti a uno scrittore alle prime armi?

Tre per cominciare: leggere leggere leggere. E poi non imitare nessuno (neppure quelle letture che ci hanno smosso dentro) ed elaborare tutto. Trovare il prima possibile uno stile personale, un proprio approccio alla storia, caratteri distintivi che sentiamo come davvero nostri e coi quali ci muoviamo a nostro agio. Partecipare a concorsi e mettersi in gioco può essere utile, a patto che non si arrivi a pendere dalle opinioni altrui. Da ultimo, non scoraggiarsi mai!
• Quali sono i progetti per il futuro?

Sto lavorando a un nuovo romanzo ai confini col noir e col thriller; una sorta di pausa dai numerosi progetti seriali ai quali mi sono dedicato in questi ultimi anni. Ci sono i racconti, il primo amore, che continuo a scrivere con grandissimo entusiasmo. E – chissà – qualche ritorno all’ottica dei cicli: ne ho tre in circolazione dal 2007 e forse un giorno riprenderò il bandolo della matassa almeno di uno o due. Grazie Fantasy Planet della chiacchierata, stay tuned!

 


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