Speciale James Barclay – L’intervista all’autore


di Alexia Bianchini. Qui puoi leggere la versione inglese dell’intervista.

1. Ciao James, vuoi parlarci un po’ di te?

Ciao a tutti. Sono un autore fantasy inglese che ha raggiunto tutto intero la veneranda età di quarantasei anni. Sono sposato con Chiara e abbiamo un figlio, Oscar, che ha fatto quattro anni in gennaio (e un secondo bimbo in arrivo per giugno). Abbiamo anche un cane, Mollie e viviamo molto felicemente, anche se piuttosto rumorosamente, in un luogo chiamato Teddington che è di circa mezz’ora a sud ovest del centro di Londra.

Ho avuto una carriera nel mondo del financial services marketing and advertising iniziata nel 1987, che andava di pari passo con la stesura del mio romanzo scritto tra il 1998 e il 2004. E’ stato dal marzo del 2004 che sono riuscito a lavorare a tempo pieno come scrittore. È stato un gran giorno e sarò per sempre grato di venir pagato per fare la cosa che amo di più. Non molti sono così fortunati.

Oltre ai sette libri su Il Corvo, ho scritto una duologia epica intitolata ‘Gli ascendenti di Estorea’ che si svolge in una società romana e tratta della nascita della magia in una terra che non l’aveva mai conosciuta e che si manifesta in quattro adolescenti. Attualmente sto scrivendo una nuova trilogia sulla storia degli Elfi del mondo del Corvo e ho anche scritto due romanzi, ‘Light Stealer’ che tratta dell’invenzione della Dawnthief, e ‘Vault of Deeds’, una commedia.

Oh, e prima che mi dimentichi e che qualcuno se ne renda conto, sono anche un attore. Ho recentemente interpretato il ruolo di un detective in un grintoso Brit-pic chiamato ‘La Tenuta’ (in DVD a maggio) e sono anche nel cast del secondo film del regista. Sto anche interpretando un ruolo in un cortometraggio scritto e diretto dalla brava Sarah Pinborough, che si girerà in maggio.

Essendo inglese, sono amante di molti sport in cui però gli inglesi non sono i migliori come il cricket, football e rugby. Gioco male a tennis, amo i film ma non vado quasi mai al cinema e mi piace anche cucinare. Mi piace inoltre giocare a sparatutto e a giochi di strategia sul PC, ma soprattutto mi piace guardare mio figlio crescere. Questo è semplicemente meraviglioso.

2. Quando hai scoperto il piacere della scrittura?

Ho sempre amato la scrittura. Mia madre ha ancora le storie che scrissi quando avevo cinque o sei anni. Ho sognato di essere un autore fin dall’età di undici anni. Davvero non riesco a ricordare un momento in cui non abbia scritto. È una storia d’amore che dura da tutta la vita e non riesco a immaginare di poter smettere.

3 Quando hai scoperto la passione per il fantasy?

Sono cresciuto leggendo fantascienza e fantasy, così come le storie d’avventura d’ogni genere. Mio fratello mi diede così tanti libri da leggere quando ero giovane… Mike Moorcock, Brian Aldiss e, ovviamente, Tolkien. Lessi ‘Il Signore degli Anelli’ tre volte prima di compiere dodici anni. Non rimase sorpreso quando iniziai a fare giochi di ruolo fantasy come Dungeons & Dragons e Dragon Quest e ancor meno che mi dedicassi alla scrittura fantasy – dopo tutto, era, ed è, ciò che meglio conosco.

4 Quali sono i tuoi scrittori preferiti?

Adesso tendo a leggere un libro di qualsiasi autore se non sono rimasto deluso dal primo. Ma ho letto quasi tutti i libri del grande e compianto David Gemmell e lo stesso vale per Tolkien. Altri che mi piacciono (non tutti di fantasy) sono Patrick Rothfuss, CJ Sansom, Terry Pratchett e Robert Harris.

5 Ho letto che hai iniziato a scrivere presto. Cosa ci puoi dire sul tuo primo lavoro?

Come ho già detto, ho cominciato a scrivere molto giovane. La prima vera storia che ricordo è relativa a un Inuit in un kayak, in viaggio lungo un fiume ghiacciato. Lo scrissi quando avevo sei anni, credo. In merito a lavori più lunghi, ho concluso alcune opere terribili (buone idee, ma espresse male). Per lo più, erano una fusione tra fantascienza e fantasy cui guardare alla stregua di lunghi e poveri episodi di Star Trek. Ma erano tutti parte del processo di apprendimento. Li ho tenuti tutti e a modo mio ne vado orgoglioso.

La copertina inglese de Il sortilegio del Corvo

6 Ci parleresti de Il sortilegio del Corvo?

Parla delle conseguenze che Il Corvo ha lasciato alla fine di La Compagnia del Corvo. Nei cieli di Balaia c’è uno strappo e dall’altro lato si trova una dimensione popolata da draghi. Il Corvo deve trovare un modo per chiudere lo strappo, prima che i draghi difensori di Balaia vengano sopraffatti e il mondo venga distrutto. Naturalmente c’è molto di più in questo, ma questa è la trama centrale.

7 Qual è il tuo rapporto con i tuoi draghi? Qual è la tua visione in merito a questa figura mitologica?

Ci tenevo che i miei draghi fossero intelligenti e avessero uno scopo e che non sembrassero solo delle grandi lucertole sputafuoco raccoglitrici d’oro senza alcuna ragione apparente. Così ho dato loro una società, servi, l’apprezzamento della bellezza, l’amore per la famiglia e il conflitto tra le tante altre cose, come una gamma completa di emozioni. Penso che questo li abbia resi più credibili in quanto animali senzienti. I lettori di Il sortilegio del Corvo dovranno aprire la mente e stabilire se crederci o meno. I draghi sono una delle creature fantastiche preferite e come molti favoriti sono tratti dall’antica mitologia umana. Io amo i molti modi in cui sono riportati nel fantasy. Mi piace il loro potere puro volto al bene o al male; sono sovrani tra le creature mitologiche.

8 Qual è il tuo personaggio preferito in Le cronache del Corvo, e perché?

Il mio preferito è Hirad Coldheart. Questo per la passione pura che impiega in tutto ciò che fa. Egli crede assolutamente nel Corvo, la sua fedeltà verso gli amici è del tutto incrollabile. Egli li ama e morirebbe per loro senza esitazione. Hirad è arrogante, irascibile e violento, ma la sua anima è vera. Egli è il battito del cuore del Corvo ed essi non possono proprio funzionare senza di lui. È un personaggio meraviglioso.

9 Qual è il messaggio che vuoi dare ai tuoi lettori?

Non credo di voler trasmettere un messaggio in particolare. Ho a che fare con ogni sorta di tema nei miei libri, come la forza del gruppo sull’individuo, le conseguenze dell’abuso di potere e il potere (nel bene e nel male) della religione. Ma quello che voglio per i miei lettori è che possano godersi i miei libri, sentirsi eccitati dall’azione e colpiti dalle tragedie e dai dolori. Voglio che credano nel Corvo e ne abbraccino i membri come degli amici. Il Corvo è una squadra che riesce ad avere successo attraverso il coraggio, la fede, l’amore e l’onore, nobili attributi che tutti noi dovremmo apprendere.

10 Ci parleresti della trilogia de Le leggende del Corvo, non ancora pubblicate in Italia?

La copertina inglese del terzo capitolo delle Cronache del Corvo.

Non posso dire molto senza raccontare troppo sia di Il sortilegio del Corvo che di Nightchild (il terzo della trilogia delle Cronache che deve ancora essere pubblicato in Italia). Le leggende del Corvo narrano la storia del Corvo e affronta le conseguenze lasciate in sospeso alla fine del Nightchild. Quello che posso dire è che oltre al Corvo stesso, i lettori potranno godere di una maggiore azione da parte dei draghi, e sapranno molto di più sugli Elfi che popolano un continente a sud di Balaia. Ci sono nuovi nemici, compresi demoni e vecchi nemici trovati strada facendo, danneggiando le relazioni tra le scuole di magia che alla fine scenderanno in guerra aperta.

Non dico di più…

11 Quali sono le differenze fra le tue trilogie?

Non credo si tratti di una questione di differenze, perché la seconda trilogia è una continuazione della storia del Corvo. Vi è un ulteriore sviluppo e nuovo materiale. C’è anche una maggiore profondità nelle relazioni tra gli eroi, i lettori impareranno molto di più sui draghi, sugli elfi e la politica di magia durante la seconda trilogia. Se c’è una differenza, sta nella complessità e nella qualità, anche perché mi propongo di scrivere un libro migliore ogni volta che inizio un nuovo progetto. La tensione, il ritmo, la forza emotiva, lo sviluppo dei personaggi e l’azione sono forti come prima, se non di più. Personalmente credo che le Leggende possano essere formate da libri migliori ma dovrebbe essere così perché credo di essere nel tempo migliorato come scrittore.

12 Parlaci di Balaia.

Balaia è un piccolo continente diviso in due da una catena montuosa. A Occidente ci sono steppe, montagne e un terreno accidentato a rendere difficili le condizioni di vita della tribù Wesmen che là vivono, sempre invidiosi dei loro vicini orientali e uniti dal loro odio per la magia. A Oriente, ricche fattorie e foreste, con un clima prevalentemente favorevole e ricchezza di risorse naturali beneficano gli esseri umani che vi abitano.

La Balaia orientale è un paese dove il commercio è il Re e dove la terra è costantemente contesa dai baroni e dai signori che la dominano. Vicino alla montagna che separa l’est dall’ovest, si trovano le quattro città dei college, ognuna potente di per sé, ma non abbastanza da poter controllare il paese da sola. Sulla costa sud orientale si trova Korina, una città indipendente e punto focale della ricchezza e del commercio.
È un posto pericoloso dove spesso la magia vive con la normalità in un equilibrio talvolta precario. La magia in sé è una forza difficile e pericolosa da controllare. Molto utile in combattimento, nella difesa e in altre applicazioni più tranquille (come contro le malattie e nel controllo dei parassiti), è limitata dal talento dei singoli e il loro utilizzo costante ne causa l’ esaurimento.
Infine, Balaia è la dimora del Corvo.

13 Ti piacerebbe provare con altri generi?

Bella domanda. Non ne sono sicuro. Scrivo narrativa Young Adult ed è contemporanea, ma con elementi fantastici, perciò si tratta di un genere collegato. Ho anche idee che si spingono al confine con la fantascienza. Ma in termini di un grande cambiamento, allora forse la fiction storica potrebbe costituire un’opzione, qualora dovesse presentarsi l’idea giusta. Sono più propenso a uscire dal genere con il mio lavoro di sceneggiatore cinematografico e televisivo.

14 Hai un momento preferito per scrivere?

Sono una persona mattiniera. Mi alzo presto per portare a spasso il cane e schiarirmi le idee prima che mio figlio sia pronto per la scuola materna. Poi, rimango alla mia scrivania da lavoro dalle 9 di mattina all’una nei giorni normali. Lavoro anche nel pomeriggio, naturalmente, ma sono decisamente più attivo nella prima parte della giornata. Di solito trascorro rilassanti serate, ma se devo rispondo alle e-mail e mi occupo di questioni amministrative.

La copertina inglese del primo volume de Le cronache del Corvo

15 Come descriveresti il tuo lavoro a chi non li ha mai letti?

Eccitanti thriller di fantasy eroico con personaggi da amare, nei quali credere percependo che sono fallibili come tutti noi. Libri da far accelerare il polso, ridere e piangere, godendo del puro coraggio di eroi costretti ad affrontare e gestire terribili eventi nel tentativo di vincere… sebbene a un costo, sempre a un costo.

16 Quali sono i tuoi progetti futuri?

Attualmente sto scrivendo le serie sugli Elfi del mondo del Corvo (e come ho già detto, questi libri si svolgono ben prima delle altre serie sul Corvo). In seguito ho una nuova trilogia che, spero, il mio editore accetterà… (perciò in questo momento non posso anticiparne nulla). Ancora in divenire sono opere Young Adult, un copione che sto scrivendo con Tim Lebbon, un paio di sceneggiature che sviluppo quando ho tempo e, in cima a tutto, un paio di recitazioni. Sempre attivo ed è una cosa che adoro.


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