VideoGame – Le Cronache dell’Invasione e dei Prodi che vi si opposero di Dario Carraturo


Dire che VideoGame – Le Cronache dell’Invasione e dei Prodi che vi si opposero sia tra i romanzi più divertenti che io abbia mai letto, e affermare, con certezza, che abbia tutte le carte in regola per diventare il romanzo umoristico dell’anno, basterebbe già a persuadere i lettori a fiondarsi all’istante nell’acquisto dell’ebook. Ma giusto per essere chiari e avvalorare questo mio vivo consiglio, non trascurerò di elencare una serie di allettanti ragioni che possano stuzzicarne ulteriormente l’interesse.

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VideoGame è infatti un’opera che, dietro la verve umoristica e l’irriverenza canzonatoria alla Totò, di cui lo spirito partenopeo di Dario Carraturo è senz’altro debitore, nasconde più complesse riflessioni, o allusioni, a quel concetto di ‘contaminazione del mondo digitale’. Nell’era contemporanea, infatti, l’avvento di un nuovo linguaggio sembra portare sempre più verso una fatale eliminazione dei filtri, fino ad un’interattività estrema, all’inevitabile coincidenza tra vita virtuale e vita reale. 

 

Da questa consapevolezza sembra partire il lavoro di Carraturo che, scevro di qualunque intento pretenziosamente intellettualoide, vira invece sul tono umoristico, coinvolgendoci in delle surreali e avvincenti vicende in cui l’arguta intuizione di base resta sullo sfondo.

 

Perché VideoGame è soprattutto un racconto che diverte, entusiasma e trascina pagina dopo pagina, fino alla fine, fino a quell’ultimo punto che si spera non arrivi mai, per continuare a godere dell’allegria che infonde la lettura. Una lettura che incalza, tra il ritmo serrato ed i continui stravolgimenti, mentre un perenne ghigno gaio si disegna sul volto del lettore.  

 

Sergio è un geniale quanto sfortunato programmatore di Videogame, ma anche un grande appassionato di mitologia e storie fantasy, che dopo aver dedicato quattro anni della sua vita alla creazione di un complicatissimo gioco in cui far confluire tutti i personaggi dell’immaginario mitologico, scopre che, a causa dell’intrusione di un programma per la ricreazione olografica, tutto il mondo del videogioco ha preso vita ed invaso la realtà.

 

L’incredibile evento si configura come l’estremizzazione di una condizione in cui oggi i format digitali interattivi sembrano avviarsi sempre più; lì dove si attua anche un’evoluzione della narrazione, passando dalla scrittura di storie alla creazione di mondi, fino a rendere il digital designer una divinità, un vero e proprio Creatore.

 

Ma questo assurdo contesto in cui si ritrovano catapultati i personaggi è anche un ottimo pretesto per dar vita a situazioni bizzarre e dissacranti. L’invasione dello straordinario nel quotidiano coincide infatti con un’inaspettata smitizzazione delle figure epiche. Ben presto Sergio si ritroverà a far fronte ad un Orlando furioso dall’idioma romanesco, un Okuninushi dalla dubbia saggezza, un Cavaliere Nero al comando di una gang di darkettoni, un Merlino e un Cathbad scrocconi e rimbambiti, un Thor smutandato e tanti, o proprio tutti, i personaggi dell’immaginario mitologico. Lo spietato antagonista che dovranno fronteggiare sarà il diabolico Loki della mitologia norrena, a suo perfetto agio in un universo in cui «il bene non vince sempre, come accade spesso altrove… i cattivi la fanno franca, gli assassini restano impuniti, i ladri fanno carriera!». Carraturo non trascura infatti di disseminare lungo il racconto chiare critiche alle incongruenze della società moderna.

 

L’universo video-ludico si incrocerà col nostro universo, invadendo e distruggendo ancor di più la sfortunata Napoli di Sergio, costretto a gesta eroiche in una realtà che da immersiva si fa invasiva: un ribaltamento del rapporto tra game e gamers in cui sarà tutto l’immaginario fantastico ad invadere il mondo reale e non più i giocatori ad evadere la realtà per abitarne una nuova e artificiale. Impossibile quindi non leggerci una sottesa critica a quella piega verso cui sembra stia volgendo il mondo, dipendente da questa artificialità, da questa necessità di evasione, che ci porta a dimenticare i veri piaceri terrestri. E così, inevitabilmente, il finale coinciderà con il distacco da una figura idealizzata da eterea, per riavvicinarsi alla ‘vita vera’ attraverso una sensazione puramente fisica.

 

Una sorta di Bildungsroman condensato in un’unica, comica e frenetica giornata, in cui il protagonista si evolverà da nerd a eroe, da visionario a realista, da misantropo a leader, da solitario a innamorato.

 

Una lettura obbligata, brillante, spassosa, da non perdere!

 

 

 

Andrea Schiavone

 

 

 

STILE E TECNICA
ORIGINALITA'
PERSONAGGI
GESTIONE DELLA TRAMA
COPERTINA
VOTO PERSONALE
Final Thoughts

Overall Score 4.5