“Non versate lacrime: non esiste vittoria piu’ gloriosa che abbandonare questo mondo da uomo libero”


Quando parliamo di eventi accaduti molto indietro nel tempo, il più delle volte sappiamo solo quello che gli storici ci hanno tramandato in modo sintetico e schematico: siamo a conoscenza di chi ha vinto una guerra, ma non sapremo mai che cosa pensava negli ultimi istanti di vita un soldato ferito a morte. Per questo motivo l’immaginazione di molti scrittori e sceneggiatori ha voluto colmare i nostri vuoti raccontandoci una storia che andasse oltre quegli avvenimenti che si verificarono tantissimi anni fa, e che ci rendesse più vicini e partecipi, come se ci trovassimo anche noi in mezzo al campo di battaglia.

E’ il caso di Spartacus: avvicinatevi a questa serie tv con l’animo di chi vuole ascoltare una storia, di  chi non vuole semplicemente un elenco di date, ma vuole qualcosa di più avvincente ed emozionante; in questo modo ne resterete affascinati. Ricordatevi che in questo caso la Storia è solo un punto di partenza.

Spartacus è una serie tv andata in onda dal 2010 al 2013 ed è composta da tre stagioni e un prequel.

La vicenda è ambientata nel 73 a.C e ha come protagonista un giovane guerriero trace, che in seguito ad alcuni eventi diventa uno schiavo della Repubblica Romana, e viene allenato come gladiatore nella scuola di Batiato, con il nome di Spartacus.

Fin dall’inizio non possiamo fare a meno di affezionarci a questo personaggio tormentato, egli infatti è alla disperata ricerca della moglie che le è stata sottratta al momento della cattura, e tutti i suoi sforzi e la sua stessa vita, sono tesi al poterla ritrovare un giorno.

A questo racconto principale si intrecciano poi quelli di molti altri schiavi e gladiatori, come Crisso a cui fin da subito Spartacus dovrà tenere testa, lo scaltro Ashur che compensa con l’ingegno le sue mancanze fisiche, e molti altri guerrieri che ben presto impareranno a rispettare Spartacus come un fratello. Vi sono poi altri personaggi molto interessanti come quello del ricco romano Batiato, l’ambizioso padrone della scuola gladiatoria, disposto a tutto per i suoi scopi; la moglie Lucretia che darà prova della sua astuzia; per arrivare poi a Glabro che si può considerare l’antagonista principale di Spartacus, e alla moglie Ilithyia. Ognuno di questi personaggi e anche gli altri “secondari” sono caratterizzati in modo perfetto, tanto che finiamo per odiarne alcuni in modo viscerale, mentre piangiamo ed esultiamo insieme ad altri.

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La trama di tutta la prima stagione, chiamata Sangue e Sabbia, è costruita con una serie di intrighi che lasciano lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultimo; anche i momenti più tranquilli infatti rivelano grandi colpi di scena.

La cosa più interessante è la crescita personale del personaggio di Spartacus e degli altri gladiatori, nel corso degli episodi. Da uno Spartacus concentrato solo sul ritrovare la moglie perduta, vediamo pian piano nascere in lui altri valori come quello della giustizia e della libertà.

E sarà grazie a questa sua trasformazione che diventerà ben presto un leader per tutti coloro che gli sono vicini, arrivando a mettersi a capo di una rivolta servile contro la Repubblica Romana.

Alla fine della prima stagione, che segna il punto di svolta di tutta la serie, non fu subito girata la seconda stagione in ordine cronologico, poiché l’attore che interpretava Spartacus fu ricoverato per un tumore; sperando in una sua ripresa e per guadagnare tempo fu quindi girato un prequel.

Il prequel dal nome “Gli Dei dell’Arena” introduce nuovi personaggi che verranno ripresi poi nella storia principale su Spartacus, e ci mostra un altro lato della casa di Batiato. Vediamo quindi il giovane Batiato intento a costruirsi una posizione nella rigida società romana grazie all’aiuto della moglie Lucretia, e ad alcuni stratagemmi non proprio “legali”.

Il messaggio che queste due stagioni vogliono mandare, e viene ribadito più volte all’interno della serie, è che bisogna accettare il proprio destino, oppure essere distrutti da esso.

La rovina di Batiato è non saper accettare il ruolo che gli è stato imposto, e tenta ogni volta in modo scorretto di guadagnarsi una posizione che non è sua di diritto. La differenza tra il giovane arrogante, e il padre rispettoso delle leggi e istituzioni romane, è ben visibile in questa serie.

Alla fine del prequel, vedendo che l’attore che interpretava Spartacus non dava segni di miglioramento, fu sostituito; in seguito il primo attore venne sconfitto dal Cancro.

Le ultime due stagioni rispettivamente “La vendetta” e  “La Guerra dei Dannati” non sono più ambientate nella casa di Batiato, ma sono il racconto della missione di cui si è messo a capo Spartacus: liberare gli schiavi oppressi dai romani, e insieme marciare su Roma e distruggerla dal suo interno. La trama principale è ovviamente inframezzata da molti altri episodi, tra cui l’amicizia e la fratellanza sempre maggiore che si crea tra i vari personaggi.

Ciò per cui combattono quegli “schiavi” che si sono resi liberi grazie alle loro forze, non è nulla di diverso da quello in cui crediamo noi: la libertà, la giustizia, l’amicizia. Ed è per questo che è facile immedesimarsi con quegli eroi pronti a sacrificare la loro vita per un valore in cui credono così tanto. Questo è solo uno dei tanti spunti di riflessione che offre questa serie tv, temi che sono ancora attuali per noi come allora.

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Ma non è solo la trama che ha reso Spartacus una serie così di successo: la quantità di scene di sesso esplicite e  la crudezza delle morti, hanno contribuito in larga misura. Non è solo una trovata commerciale, come si può immediatamente pensare, ma anche questa è una rappresentazione verosimile della vita dell’epoca; abitudini sregolate come orgie, baccanali, incesti, tradimenti, e rapporti omosessuali, erano infatti diffuse al tempo. Anche da questi comportamenti si può individuare un sistema ormai allo sbando, infatti non molto tempo dopo, il primo imperatore Augusto, cercherà di arginare questa crisi dei costumi e di ricostruire una Roma ormai lasciata a se stessa. In un certo senso la rivolta di Spartacus nella serie tv, è un primo segnale di questa crisi: gli eroi, gli schiavi che si sono ribellati, hanno come obbiettivo la distruzione di Roma, eliminando così l’ingiustizia di cui essa si fa portatrice.

Ma come in ogni storia, molto dipende da come ci viene presentata: in questo caso i romani erano i nemici, e non ci abbiamo messo molto ad odiarli, mentre invece gli schiavi ci vengono mostrati in un lato più umano e più vicino a noi. Ma in quanti altri film ci siamo trovati a tifare contro i barbari invasori? Tutto dipende dal punto di vista. E sono felice che per una volta venga rappresentato anche quello dei vinti, perchè non dobbiamo lasciare che la loro voce si affievolisca.

La tecnica di realizzazione della serie tv è molto spettacolare, la computer graphica in alcuni momenti è eccessiva e non necessaria, soprattutto nella prima stagione in cui il sangue che spruzza dai corpi dilaniati, è davvero inverosimile. Ma anche questo è Spartacus. E nonostante tutto chi si imbatte in questa storia non può non amarla. Non può non soffrire insieme al grande Spartacus. Non può non piangere, ridere, esultare. Questa serie tv non racconta semplicemente la storia di Spartacus; racconta anche un po’ di noi, di quelli che vorremmo essere. Vorremmo anche noi sacrificarci per la libertà, vorremmo guidare un esercito ed essere capaci di ribellarci contro le ingiustizie… vorremmo, ma la maggior parte delle volte non ne abbiamo il coraggio. E allora è bello che ci sia qualcuno come Spartacus che lo faccia al posto nostro, e ci permetta di sognare ancora un po’.

Lucia Sky Ghidetti