La vendetta dei 47 Ronin.


reeves

Domenica sono stato al cinema, aspettavo 47 Ronin da tempo e non vedevo l’ora di vederlo. Keanu Reeves è uno dei miei attori preferiti, amo il Giappone, la sua storia, e sono un appassionato di arti marziali: tutte motivazioni che nei mesi precedenti avevano alimentato attesa e curiosità. Le prime recensioni, quelle degli “esperti” della rete, non erano state entusiasmanti: si parlava di un film noioso, destinato esclusivamente a un pubblico di amanti del fantasy, manco amare il fantasy significasse essere affetti da una qualche forma rara di demenza. Non sono un critico, lo ammetto, ma vado al cinema con assiduità: ciò non basterà a elevarmi all’altezza dei cinefili accademici, ma mi reputo una persona che riesce a giudicare in manieta obiettiva la qualità di un film e sono qui per darvi le mie impressioni su 47 Ronin. Procediamo con ordine.

800px-HokusaiChushingura.jpgLe vicende dei 47 Ronin sono un caposaldo della storia nipponica e la sua prima trasposizione cinematografica risale addirittura al 1941. Il tutto trae origine da un fatto del XVIII secolo: Azano, un nobile offeso pubblicamente da alcune parole del maestro di cerimonie Kira, tenta d’uccidere il rivale con un colpo alla schiena, ma riesce solo a ferirlo. L’aggressione e la modalità con cui essa si svolge è considerata un sacrilegio e Azano viene costretto, secondo le leggi dello Shogun, a commettere seppuku (suicidio). I samurai al suo servizio, diventati ronin (samurai senza padrone), decidono di vendicarlo: dopo aver giurato nelle mani del camerlengo Oishi di assassinare Kira per vendicarlo, pianificano l’attacco per due anni e, rimasti in quarantasette dopo defezioni e ripensamenti, nella fredda notte del 14 Dicembre 1702 penetrano nel palazzo del nobile e lo massacrano, insieme a tutti i suoi discendenti maschi. In seguito alla vendetta, considerata dallo Shogun comunque coerente coi principi del bushido, 46 dei 47 samurai vengono condannati a loro volta a commettere seppuku. Al più giovane tra loro viene risparmiata la vita, per consentirgli di onorare gli spiriti dei defunti. Ogni anno, il 14 dicembre, la popolazione si reca sulle tombe dei Ronin nel tempio di Sengakuji a Tokyo per ricordare un pezzo della propria identità nazionale: conoscere i 47 Ronin significa conoscere il Giappone.

Il film offre una chiave di lettura fantasy della storia. Keanu Reeves veste i panni di Kai, un mezzosangue emarginato cresciuto nei boschi e allevato da misteriosi monaci eremiti, i Tengu (che ricordano alla lontana i monaci guerrieri Yamabushi), da cui impara i segreti mortali del combattimento, per poi fuggire e trovare riparo nel feudo di Asano. Ripudiato dai compagni per il suo sangue misto, Kai è amato dalla figlia di Asano, Mika, su cui Kira mira per impadronirsi delle terre del padre. In occasione di un torneo in onore dello Shogun, Asano aggredisce Kira nella notte. La sua mente è vittima di un sortilegio condotto dalla strega consigliera dello stesso Kira: questo è l’evento che porterà alla condanna del nobile e alla vendetta dei Ronin. Kai viene allontanato dal palazzo di Asano, venduto come schiavo nelle fosse di combattimento nelle Isole Olandesi. Rintracciato da Oishi, si unirà ai samurai rinnegati per vendicare Asano e salvare la sua amata Mika.

bushido

La pellicola hollywoodiana, esordio del regista Carl Rinsch, propone una storia che coinvolge nonostante la struttura episodica della sceneggiatura. Le scene di combattimento sono dinamiche, molto realistiche e fedeli all’antica arte della spada nipponica. Il mondo riprodotto sul grande schermo è quello dell’incantevole Giappone feudale, con le sue tradizioni immortali, il concetto di onore, il simbolismo mistico, il tutto racchiuso in una cornice paesaggistica che fa venire la voglia di saltare sul primo aereo per Tokyo e partire. 47 Ronin non è un capolavoro da nomination all’Oscar, sia ben chiaro, ma nemmeno un film da snobbare: i suoi 118 minuti di durata sono scivolati rapidi, senza che io me ne accorgessi. Ero coinvolto dalle vicende di Kai e dei guerrieri rinnegati, nonostante lo stesso Keanu Reeves mi sembrasse un pò fuori forma. Una tirata d’orecchi, considerata la tragicità della vicenda, deve essere fatta agli sceneggiatori che non si sono sforzati, a mio avviso, a dare al film la giusta dose d’epicità. Una volta fuori dalla sala, ho avuto la sensazione che poteva essere fatto qualcosa in più per rendere il prodotto finale unico.
Tutto questo ovviamente non toglie che 47 Ronin sia un film da vedere: determinate pellicole dovrebbero essere vietate a quelle persone che cercano nel cinema sempre il freddo cinismo delle opere d’arte. Non tutti i film vengono girati per quelli che hanno letto troppi manuali di cinematografia. Cinema vuol dire soprattutto sognare, dove sono finiti i vostri sogni?

Domo arigato gozaimashita.

Sceneggiatura e Dialoghi
Effetti Speciali
Azione
Regia
Personaggi
Voto Personale
Final Thoughts

Basato su vicende realmente accadute nel Giappone feudale, una storia d'onore e azione, di spade ed eroisimo, riscritta e interpretata in una chiave di lettura fantasy. Per chi ha voglia d'emozionarsi ed evadere dalla realtà in una cornice suggestiva che non potrà deludere.

Overall Score 3.9