I Cento Blasoni – Recensintervista a Carlo Vicenzi


fortezza2Ho sempre dichiarato di non volere scrivere recensioni, ma l’esigenza di redazione mi avrebbe dovuto costringere ad infrangere questo principio.
Quindi, per cercare di mantenere la più assoluta coerenza con i miei principi e per continuare in quella passione che sono le interviste ho pensato di unire le due cose, realizzando, quindi, la prima Recensintervista.

Sono contento che questo succeda per il lavoro di Carlo Vicenzi. Ho letto con soddisfazione “La Fortezza”, “Il Prezzo del Mercenario” e “Primo Sangue” anche se difficilmente mi abituerò a questa tecnologia che permette la pubblicazione di “racconti lunghi” che, come in questo caso, lasciano un senso di incompletezza.

 

 

 

Quindi comincio subito da ciò che non mi è piaciuto.

Spiegami il perchè di questa scelta. Da appassionato lettore compulsivo il tuo è uno stillicidio. A prescindere che quanto hai scritto mi sia piaciuto o meno, ne parleremo più avanti, perché questa scelta?

R: Si tratta di una sorta di esperimento letterario: gli amici della Delos mi hanno contattato, in un bel pomeriggio della scorsa estate, proponendomi questa idea: pubblicare una serie di racconti, ad uscita periodica, per il formato digitale. Per puro caso, in quel periodo stavo maturando l’idea di scrivere racconti che andassero a comporre una storia unica, tipo mosaico. Un po’ come i primi volumi del ciclo di Geralt del grande maestro Andrzej Sapkowski. Quindi appena la redazione Delos mi ha proposto di partecipare a questo progetto, non ho potuto che accettare.1622042_479512082150884_676677775_n

Nonostante ci siano lunghe pause di azione sei riuscito a mantenere alto il mio interesse per l’evoluzione della storia.
Hai aperto tante tracce insinuando certamente la curiosità di leggere il successivo. Peccato che ogni 6 capitoli sia necessario comprare il continuo. Se questa è la nuova frontiera della pubblicazione tecnologica, io, personalmente, non la condivido!

R: Capisco cosa provi: anche io quando vengo lasciato in sospeso, con una storia a metà, mi sento ribollire dalla voglia di sapere come continua. Ho iniziato a leggere i romanzi anglosassoni in lingua originale proprio per evitare le attese! A mia difesa però, devo dire che i Cento Blasoni sono nati all’interno di una sorta di “esperimento editoriale” la cui intenzione non è quella di creare un normale romanzo, ma una serie di storie più brevi. Per meglio rendere l’idea dovresti pensare a una serie TV cui ogni episodio introduce e termina una storia. Ecco, possiamo dire che “romanzo sta a film come serie letteraria sta a serie TV”.
L’intenzione mia e della redazione Delos infatti non è quella di proporre romanzi spezzettati per tenere affamato il pubblico, ma di offrire racconti che il lettore possa gustarsi nell’arco di un viaggio in treno o in bus, mentre si reca a scuola o al lavoro.
Sullo sfondo dei Cento Blasoni c’è una storia più ampia, è innegabile, ma ogni numero presenta un’avventura con un suo inizio e una sua fine, che il lettore può godersi indipendentemente dal disegno generale, una volta imparati a conoscere i personaggi.

164620_479512282150864_332885313_nBreve sinossi:

E’ la storia di Syrik Wavein, figlio di un “ufficiale di basso rango” che non vuole che il figlio segua le sue tracce e che però non gli racconta la realtà della guerra, romanzandola al punto da far nascere nel figlio la voglia di emularlo. Per questo decide di arruolarsi tra i mercenari de I Cento Blasoni – un misto di simpatia e crudeltà. Ma la volontà non è sufficiente senza le opportune capacità e quelle di Syrik non sono adatte al mestiere di mercenario. Riesce comunque a dimostrare di potere essere utile in qualche modo (non spoileriamo troppo) e a non essere rimandato a casa.
Hai qualcosa da aggiungere?

R: No, hai raccontato praticamente tutto il primo episodio! Se aggiungessi altro svelerebbe davvero troppo!

Syrik rappresenta l’ormai classico anti-eroe. Un ragazzo qualunque con sentimenti qualunque. Sappiamo che è difficile creare qualcosa di nuovo, specialmente in un fantasy classico come quello che hai scritto … perchè è un fantasy Classico, giusto?

R: Né sì né no. Perdona la risposta ambigua, ma prima dovremmo definire “fantasy classico”. Per come lo intendo io, è classico quando ricalca la formula “signore del male vuole conquistare il mondo, gruppo di eroi trovano\distruggono artefatto potentissimo per fermarlo”. È una trama che abbiamo letto in decine (letteralmente) di romanzi, da Tolkien ad Abercrombie, passando per Brooks. Nei Cento Blasoni non c’è nulla del genere, anche se in futuro non escludo possa esserci un episodio con trama vecchio stile. Ho invece cercato di rendere credibili molte sfaccettature che di solito vengono idealizzate all’interno del genere Fantasy. Il primo esempio che mi viene in mente è l’assenza della divisione Buoni-Cattivi tagliata con l’accetta. Ma potrei stare a parlare per ore delle differenze tra il mio lavoro e un fantasy di taglio classico…

Torniamo all’Anti-Eroe … Sembra che la maggior parte degli autori di oggi, quelli di maggior successo, non amino più i classici eroi. Il grande guerriero, il grande mago, stanno per essere soppiantati da eroi sfigati, affascinanti malvagi, perfino mostri “umanizzati”. Se ritengo che per la maggior parte sia una scelta delle case editrici, nel tuo, cosa ti ha indotto a creare un protagonista normale? Sempre che sia lui il protagonista! In effetti c’è simpatia, ma fino a questo punto non ci sono veri eroi.

R: Hai ragione, Syrik è un personaggio normale. Non è un eroe in grado di abbattere venti nemici con la sua spada. Non è un mago in grado di abbattere un ogre con una palla di fuoco.
Quante volte abbiamo seguito l’avventura dell’eroe con qualcosa che lo rendeva speciale? Magari discendente di un famoso re, o con una profezia che parlava di un grande fato? Quando ero ragazzo mi piaceva immaginare che il destino avesse in serbo qualcosa di speciale per me, ma crescendo mi sono reso conto di qualcosa di completamente diverso: nella realtà il nostro sentiero ce lo creiamo da soli. Ho quindi deciso di scegliere, come protagonista, non un guerriero, un ladro o uno stregone, ma un ragazzo intelligente, nel quale il lettore possa immedesimarsi al meglio. E, come tutti i ragazzi, Syrik è mosso dal desiderio di veder realizzato il proprio sogno.
Non solo: come ogni persona che si trovi ad affrontare situazioni differenti e pericolose, Syrik offre una marea di possibilità di evoluzione, che possono portare la sua storia in altrettante direzioni diverse.

1798593_479512005484225_1596490741_nChiacchierando l’altro giorno con un caro amico appassionato di fantasy, mi diceva che non apprezza il tentativo di alcuni autori di infarcire il fantasy di messaggi sociali o filosofici. A me invece piace cercarli. Secondo me la morale è evidente: Sono le azioni e non il sangue a fare la vera nobiltà. Dimmi sinceramente: è una cosa voluta o casuale?

R: È una cosa voluta, proprio come molti altri piccoli messaggi che si possono evincere dal testo. Mi dispiace che il tuo amico non apprezzi le storie che contengono un messaggio. Io credo che diano un tocco di profondità alle vicende dei protagonisti. Una storia fine a sé stessa non risulterebbe vuota? Non solo: credo che ogni vicenda, se narrata con maestria, possa spingere il lettore a riflettere, indipendentemente dalle intenzioni dell’autore. Quello che ci accade ogni giorno, nel mondo reale, non è certo scritto in modo da contenere una morale o messaggi sociali, ma impariamo dalle nostre esperienze e da ciò che ci accade. Credo che allo stesso modo, si possa leggere un messaggio all’interno di ogni storia, anche se fosse solo “il drago può essere sconfitto”. Non abbiamo tutti un nostro drago personale da sconfiggere?

Non ho la pretesa di trovare qualcosa di nuovo, forse leggo troppo per pensare di trovarlo, in ogni caso il tentativo è secondo me interessante. Quale era la tua intenzione? Mi spiego meglio … volevi scrivere qualcosa di nuovo o solo una bella storia?

R: Sarò scontato, ma risponderò: volevo scrivere una bella storia con un metodo nuovo. Il pubblico fantasy è abituato a grandi opere che si dipanano in volumi dalle 400 pagine in su e capisco che il formato sperimentale dei Cento Blasoni, e delle altre collane Fantasy Tales possa lasciare un po’ spiazzati. Ma in fondo i lettori di fumetti e manga sono abituati ad aspettare per avere un altro pezzetto di trama, come anche gli spettatori di serie cinematografiche. I fan di George RR Martin aspettano anni e anni per la prosecuzione di un’opera rimasta incompleta. Io e la redazione Delos volevamo provare a fare qualcosa di nuovo: episodi a cadenza regolare, in modo da creare un appuntamento fisso e affidabile con i lettori.

Molti autori si rileggono. Non so se sei tra questi, ma se sì, cosa cambieresti di quanto già pubblicato?

R: Ogni volta che scrivo qualcosa ho il TERRORE di rileggerlo, quando è trascorso un po’ di tempo, perché avendo a che fare con editor e autori di alto livello, io stesso mi trovo a migliorare un po’ ogni volta. Per questo quando rileggo quello che ho scritto, cambierei un sacco di cose. Ma non nella trama o nei personaggi in sé, ma la scelta delle parole, più che altro.

Le copertine sono molto belle … almeno a me piacciono. Chi è il responsabile?

R: Non voglio prendermi meriti non miei: le copertine sono un merito della redazione Delos, che ringrazio dal profondo del cuore.

Concludendo … Il tuo lavoro mi è piaciuto. Dovrei a questo punto dare dei giudizi … bisogna che questo lo faccia da solo, ma spiegami … come posso dare un giudizio ad una storia incompleta?

1897924_479511958817563_1771158031_nR: Come ho detto prima, la serie è un mosaico incompleto composta da tante opere complete. Fammi fare un esempio: potremmo giudicare opere che sono tutt’ora lontane dalla parola “fine” come “Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco” o i fumetti “X-Men” e “Dylan Dog”? Lungi da me paragonarmi a certi colossi della narrativa, ma credo che possiamo esprimere un giudizio su queste storie anche se non possiedono una chiusura assoluta. Questo genere di storie e i loro protagonisti fanno compagnia ai lettori per anni, ed è questo l’obiettivo dei Cento Blasoni e delle altre collane di Fantasy Tales.

Concludendo Vicenzi ha una scrittura scorrevole, la storia è avvincente e i miei appunti sono irrilevanti. Giudizio: Consigliato!

Stile e Tecnica
Originalità
Personaggi
Gestione della Trama
Copertine
Voto Personale
Final Thoughts

Overall Score 4