Forte come una spada avvolta nella seta… Intervista a Luca Azzolini


Cover de La Regina delle Spade di Seta, Reverdito 2013

Cover de La Regina delle Spade di Seta, Reverdito 2013

 

Nonostante Luca Azzolini abiti a quindici chilometri da me, ci siamo incontrati per la prima volta all’Imaginarium Fest di Latina, cioè a circa cinque ore di treno da casa.

La curiosità mi ha spinto a leggere la serie di Evelyn Starr (Piemme) scritta da Luca Azzolini assieme a Francesco Falconi e, benché fosse dedicata a ragazzi decisamente più giovani di quanto io mi ritenga in qualità di lettrice (…young adult), l’ho apprezzata molto.

Accostandomi al nuovo romanzo di Luca, La Regina delle Spade di Seta, edito da Reverdito, mi sono chiesta come uno scrittore orientato alla narrativa per ragazzi possa accostarsi a un romanzo di genere storico con un target adulto.

Devo ammettere che i miei dubbi si sono sedati già dalle prime pagine: grazie alla fluidità del linguaggio e alla caratteristica di romanzo di formazione, Luca Azzolini ha scritto una storia coinvolgente, a mio avviso fruibile a tutte le età.

La Regina delle Spade di Seta racconta in maniera romanzata l’infanzia e l’adolescenza della leggendaria regina degli Assiri, Shammuramat, o Semiramide come la chiamarono, in seguito, i greci.

Spietata in guerra, dissoluta a corte, di Semiramide nei secoli si è formata un’immagine di certo distorta dai rigori morali del medioevo. Luca ne riscopre invece il lato umano, fragile e allo stesso tempo passionale, e racconta l’inizio del cammino di questa donna forte e determinata, destinata a entrare nel mito.

Intervista

Luca, leggendo il risvolto di copertina de La Regina delle Spade di Seta, viene spontaneo domandarsi come mai hai scelto proprio Shammuramat, un personaggio reale la cui storia si perde nel meandri del tempo e diventa leggenda. 

È un personaggio storico che mi ha sempre affascinato, nel quale mi sono imbattuto per la prima volta nel 2006, durante un esame di Storia del Vicino Oriente Antico. Shammuramat era un nome disperso, senza troppe spiegazioni, in un volume di oltre 1000 pagine, che abbracciava 3000 anni di storia. Da lì, sono risalito alle fonti che identificavano la leggendaria Semiramide con la regina assira Shammuramat, e ho voluto capire chi fosse davvero la Semiramide dei greci: la donna bistrattata nel medioevo, o una sovrana illuminata?

Una delle prime impressioni su La Regina delle Spade di Seta riguarda l’ambientazione. Nasci come narratore fantasy e, in quanto tale, creatore di mondi, ciò si nota nell’accuratezza con cui hai reso il background di Semiramide. Come si sono volte le tue ricerche al riguardo?

Come ho anticipato, stavo sostenendo un esame all’Università, e l’interesse per questo personaggio mi ha spinto a confrontarmi con la docente di quel corso, la quale mi ha consigliato letture e articoli. Sulla base di quelli, ho costruito una storia, basandomi anche sulle mie esigenze narrative. Tornare indietro nel tempo di 3000 anni è stato appassionante, ma anche complesso ai fini della narrazione. Una vera sfida. 

La Regina delle Spade di Seta è una storia al femminile. Già dal primo capitolo Semiramide viene portata al tempio della Dea Ishtar e inizia il percorso per diventare sua ancella. È un mondo di donne che si amano e si rispettano, vengono istruite severamente, diventano maghe, amanti, guerriere, tessono intrighi di corte, si tradiscono. Gli uomini sono molto spesso figure secondarie, anche quando si tratta di sovrani. Da cosa è dettata questa scelta narrativa?

Se pensiamo ai libri di storia, e a come viene affrontato un periodo storico molto lontano dal nostro, ci rendiamo conto che le figure femminili sono relegate in angoli dove solo quale sprazzo di luce riesce a raggiungerle. Eppure donne di grande levatura sono esistite in tutte le epoche, e mi interessava capire le loro vite, i loro pensieri, come affrontavano il mondo. Nasce tutto da questo semplice punto di partenza.  

Cito un brano del tuo romanzo: “Erano donne. E a una donna non era concesso alcuno sconto. Si doveva dimostrare di essere brave almeno due volte un uomo per meritarsi anche solo uno sguardo carico di rispetto. Ma se si andava oltre, il rischio era di essere fissate con rancore. La linea da non varcare era insidiosa. Tanto sottile quanto insidiosa”. Esiste ancora secondo te la dicotomia tra mondo femminile e maschile per cui una donna deve valere due volte un uomo, ma deve fare attenzione a non andare oltre, per ottenere rispetto?

È un’affermazione che serviva a far emergere il personaggio di Shammuramat, il suo spirito. In certi campi, purtroppo per noi, e mi riferisco all’Italia in genere (più che al contesto europeo, o occidentale), stiamo assistendo a un vero e proprio massacro di tutto ciò che tenta di essere progresso, quindi anche a una visione più vera e onesta del rapporto tra i sessi. Basti pensare allo scenario politico attuale: insulso è dir poco. Si attacca tutto e tutti con slogan sessisti, discriminatori, violenti. Ecco, la storia, come spesso accade, è stata scordata in toto. Non ha insegnato niente. Quindi, sì, esistono un sacco di dicotomie, non solo concentrate attorno al mondo femminile, ma in generale specchio di questa società che non sa andare oltre lo stereotipo.

Veniamo alla protagonista: Shammuramat. La Regina delle Spade di Seta racconta la sua giovinezza, un percorso caratterizzato da un addestramento rigoroso: la saggezza, la seduzione, i veleni, la spada. Come è stato calarsi nei suoi panni per narrare la sua storia?

Complesso, che non vuol dire difficile. Ci sono voluti sette anni per lavorare a questo romanzo. Immaginarlo, scriverlo, e buttare tutto per ricominciare da capo. È stata una vera impresa, un pezzo di vita. Per questo è un romanzo complesso, sono cresciuto con questa storia. L’ho iniziata a 23 anni, l’ho pubblicata a 30. Sono cambiato io, è cambiata Shammuramat. In certo punti ci siamo sovrapposti, mi rispecchia molto e mi ha dato tanto. È un libro a cui tengo molto, e che va oltre le dinamiche della “pura” editoria.

I personaggi maschili in questo libro sembrano essere messi in secondo piano. In questo contesto spicca Onne, che la salva da un agguato quando è ancora bambina e in seguito si distingue in battaglia al fianco del Sovrano diventando rab kisir, Generale. È un personaggio romantico, indimenticabile, e Semiramide rischierà la vita stessa, pur di ottenere una notte di amore con lui. Vuoi parlarcene?

Onne è quasi il contraltare di Shammuramat. È solido, è presente, grazie a una formazione militare, che sembra essere entrata in lui nel profondo, ha una morale e un rigore che però non scordano la dolcezza e il sentimento. È un uomo complesso, che sa far brillare le tante sfaccettature di Shammuramat. Tanto lei è volitiva e tormentata, tanto lui è solido e presente come un faro nella notte.

Ci sono altre figure attorno alla futura Regina: Sulana, l’amica fedele sempre al suo fianco, Assia, la prima amorevole educatrice al tempio della dea Ishtar, Melisande, la maestra di veleni, Merope, la tutrice presso le Amazzoni, Thamia, Grande sacerdotessa di Ishar. Come nascono e a chi (o cosa) sono ispirate tutte queste madri e sorelle che circondano Shammuramat? 

Sono personaggi che mostrano altri aspetti di questo lontanissimo mondo femminile, fatto anche di congiure, passione, tradimenti, delicatezze d’altri tempi. Con loro ho potuto mostrare lo scorrere delle acque giallo zafferano del Tigri, il profumo dei sicomori in fiore, la forza e la dolcezza di un mondo di sole donne. Ecco, sono tanti aspetti di un mondo che andava scoperto, passo dopo passo, nelle quattrocento pagine del romanzo. Luci e ombre, come in ogni cosa.

Shammuramat, crescendo, viene coinvolta in giochi di potere e intrighi di corte sempre più pericolosi che finiranno per portarla alla ribalta dinanzi agli occhi del Principe e, infine, alla gloria.  Una scalata quasi inconsapevole, come se in lei ci fosse una predestinazione al mito. Cosa ne pensi? Si potrebbe collocare un personaggio del suo spessore in una storia ambientata al giorno d’oggi?

Shammuramat, nelle mie intenzioni, aveva una qualità in più rispetto alle donne che aveva accanto: un’incrollabile determinazione, riassumibile nella parola “carattere”. Ecco, tutte le donne di carattere che vedo oggi, scienziate, letterate, artiste che affermano loro stesse senza piegarsi davanti a niente e nessuno, sono degne eredi di questa immensa regina. Passionali, colte, serie, intense. Ce ne sono, eccome.

Vorrei fare un commento sul linguaggio. La Regina delle Spade di Seta è un libro scorrevole in grado di mostrare oltre che raccontare. Vedute, profumi, sensazioni sono resi con realismo e portano il lettore nelle terre di Assur, sulle rive del Tigri. Quanto ha influito la tua formazione di scrittore per ragazzi?

Scrivere per ragazzi è stato fondamentale. I ragazzi sono un pubblico esigente, che non deve essere annoiato, che pretende una storia vera, ma capace di intrigare e di emozionare. Una scrittura pulita, una trama ricca e complessa, capitoli avvincenti. Scrivere per ragazzi non è affatto facile, ma imparando a rapportarsi con un pubblico così esigente, ho lavorato al meglio per questo romanzo. È stata una palestra unica nel suo genere.

Quali altre sorprese dobbiamo aspettarci in futuro da Luca Azzolini?

Torno ai libri per ragazzi: prima con un romanzo “one shot” dedicato al mondo dello sport (in uscita a luglio), e subito dopo una serie fantasy di più ampio respiro, entro fine anno. Sono molto emozionato per queste due nuove avventure. Non vedo l’ora di poterne parlare di più!

 

 

luca azzolini

Luca Azzolini è nato in provincia di Mantova. Si è laureato presso l’Università degli studi di Verona in Scienze dei Beni Culturali (laurea triennale) e in Storia dell’Arte (laurea specialistica). Ha pubblicato il primo romanzo, Il Fuoco della Fenice (La Corte) nel 2009 e ha curato l’antologia Sanctuary (Asengard) che racchiude i maggiori autori italiani di fantasy. Per Piemme Edizioni ha dato alle stampe Evelynn Starr, serie di romanzi per ragazzi scritta a quattro mani con Francesco Falconi.

 

 

 

 

 

 

Libri di Luca Azzolini