Fine Millennio infuocata – Intervista a Cecilia Randall


Intervista a Cecilia Randall, autrice del Millennio di fuoco – Seija, Mondadori, 2013.

Mi accosto alla lettura di autori italiani sempre con il timore di non gradire ciò che leggo. Il mondo letterario è piccolo, ci conosciamo tutti, e conosco sulla mia pelle la delusione di un parere negativo. Quando ho preso in mano il libro di Cecilia, l’ho confidato solo a qualche amico di chiacchierata. Guardavo quelle quattrocento pagine “scritte fitte” e mi domandavo se sarei mai riuscita a portarlo a termine.

Paure infondate: Millennio di fuoco – Seija si è rivelato il miglior libro fantasy che abbia letto da tempo.

Il romanzo, prima parte di una serie composta da due volumi, si apre con un’ucronia: siamo nel 1999 d.c. ma il continente europeo è ancora immerso in un medioevo insanguinato dalle guerre. Si combatte in Baviera, da un lato si schierano gli uomini, cristiani perlopiù, appoggiati da una tribù pagana del Nord Europa, i Saahavi. Dall’altro, ci sono gli esseri demoniaci, come li definiscono i cristiani: i Vaivar, capeggiati dalla Regina Ananta e serviti dai Manvar, uomini trasformati in mostri dal morso dei Vaivar.

La giovane vice capoclan dei Saahavi, Seija, è una guerriera esperta e sa distinguersi in battaglia al fianco del fratello Ari, fino a quando si scontra con il più pericoloso dei nemici. Si tratta di Raivo, la Mano Insanguinata, un manvar trasformato direttamente da Ananta, un condottiero forte e invincibile che ha rinnegato il suo passato di uomo per asservirsi alla nuova cruenta causa degli invasori. Ma, da parte di Raivo, scatta dal primo istante una passione famelica e travolgente per Seija, una passione che lo porterà a commettere un errore fatale e a farsi catturare.

Ha inizio così un’avventura costellata di colpi di scena e battaglie, caratterizzata dalla caccia spietata che Raivo compirà per ottenere un oggetto del desiderio tanto sfuggente quanto risoluto: Seija.

Millennio di fuoco si fa amare già dalle prime pagine per l’accuratezza delle ambientazioni e la scelta di personaggi importanti, descritti con maestria e approfonditi sul piano psicologico. Cecilia Randall, con Seija, ci regala un’eroina determinata capace di combattere alla pari di un uomo, ma allo stesso tempo sensibile e altruista. Raivo, d’altro canto, è un antagonista affascinante, di cui il lettore scopre lentamente un passato umano straziante, che ancora brucia nel suo cuore, nonostante lo scorrere del tempo e la vendetta perpetrata con furore per tre secoli. Il mondo del Millennio di Fuoco appare vivido e reale, grazie alla scioltezza narrativa dell’autrice, in grado di trascinare il lettore e appassionarlo alle battaglie e alla vita del campo Saahavi. Il rosso, il colore che indossano le donne della tribù, ma anche il colore del sangue versato negli innumerevoli scontri, spicca, contribuendo a ravvivare i toni cupi e medievali delle ambientazioni.

Cover Millennio di fuoco - Seija

Intervista

Nel risvolto di copertina del tuo libro leggo: Baviera, 1999 d.c. Francamente ci rimango male: pensavo di leggere un fantasy… Bastano comunque le prime pagine per capire che il tuo romanzo è un fantasy, e che fantasy! Per quale motivo hai scelto di inquadrare l’intreccio nel mondo reale, ma in una linea temporale che mescola fantasia e verità storica?

Per cominciare ti ringrazio dei complimenti! Dopo quattro romanzi ambientati in un periodo storico reale, volevo cimentarmi con un mondo mio, in cui inventare popoli nuovi con le loro caratteristiche e culture peculiari. E poi c’era il fascino che ha sempre esercitato su di me l’Anno Mille e tutto ciò che riguarda le cosiddette profezie di fine Millennio. Mi sono chiesta: e se alla fine del primo millennio fosse davvero accaduto qualcosa che a occhi medievali sembrasse l’Apocalisse? Così ho immaginato il primo attacco dei miei demoni vaivar proprio alla fine dell’anno 999 d.C. e, per non farmi mancare niente, ho pensato di ambientare le vicende alla fine del secondo millennio, quando di nuovo le profezie apocalittiche si facevano strada tra la gente già stremata da mille anni di guerra. Poi, poco a poco e senza che me ne rendessi conto in modo cosciente fino a un certo punto della trama, sono venute fuori in modo prepotente tutte le suggestioni del Romanticismo tedesco che ho tanto amato durante gli studi: le grandi passioni titaniche, le atmosfere cupe delle foreste tedesche, mostri, fantasmi del passato, il Doppelgänger e soprattutto l’uomo che si danna per amore o per vendetta. E così, se la trilogia di Hyperversum è stata il mio personale romanzo cortese (in molti si sono accorti che Isabeau de Montmayeur è il ritratto della donna ideale dello Stilnovo!) e Gens Arcana è il mio affresco rinascimentale, il dittico del Millennio di Fuoco è il mio romanzo Romantico.

Hai una magnifica abilità nel descrivere scontri e battaglie, conosci le tecniche di duello, le strategie militari, l’uso dell’arma bianca. Credo che questo denoti una tua passione forse non correlata direttamente alla scrittura, o sbaglio?

Già da bambina ero affascinata dai guerrieri in armatura e dal Medioevo, così da piccola fan di re Artù, Robin Hood e Riccardo Cuor di Leone ho cominciato ad appassionarmi al Medioevo, documentandomi per pura passione non appena ho avuto l’età per leggere anche i saggi storici. Mi intrigano le grandi battaglie campali e nel Millennio di Fuoco sono finite strategie portate in guerra da condottieri famosi come appunto Riccardo Cuor di Leone, Roberto il Guiscardo, Simon de Montfort o Guglielmo il Conquistatore. Negli anni ho avuto anche la fortuna di assistere a veri tornei di cavalieri (quello di Kaltenberg in Baviera è spettacolare) e anche di avere l’aiuto e i consigli di maestri di scherma come quelli della scuola d’arme Achille Marozzo. Non sono un’esperta, ce ne vuole per diventarlo davvero, ma cerco di mettere nelle battaglie che descrivo tutti i dettagli di cui vengo a conoscenza a partire da quelli che mi colpiscono di più.

Seija è un’eroina bellissima, determinata e combattiva, dotata di un’umanità e di una femminilità che la rendono unica. È, in effetti, unica nel suo genere: guerriera, nobile e pagana, in un universo di uomini cristiani, non avvezzi a vedere le proprie donne al di fuori del focolare domestico. Sei riuscita a dare a Seija una forza che la rende viva agli occhi del lettore. Da dove viene l’ispirazione per un personaggio tanto importante?

Non c’è stata una fonte di ispirazione, casomai Seija è nata per antitesi: sapevo solo come NON la volevo e forse è per questo che è stato tanto difficile tratteggiarla all’inizio. È la mia prima protagonista femminile ed è anche il personaggio con cui finora ho lottato di più in assoluto. Ho impiegato un centinaio di pagine prima di capire davvero come dipingerla sulla pagina. Per quanto mi risulta, la radice del suo nome finlandese significa “serena, chiara” e alla fine credo che la rappresenti perfettamente, perché lei è in pace con se stessa e non ha niente da dimostrare a chi le sta intorno. Non è una ribelle in lotta con la società, al contrario è consapevole del suo dovere e lo fa senza esitazione, pensando al bene dei suoi cari e senza sottrarsi alle sue responsabilità. Non vuole dimostrare a tutti i costi di essere forte facendo un “mestiere da uomo” e rinnegando la sua femminilità, anzi, si augura un giorno di avere un compagno e dei figli senza per questo sentirsi sminuita o debole. È perfettamente integrata nella cultura e nelle tradizioni del suo popolo, conscia dei suoi limiti e delle sue capacità. È stata una vera sfida scovare la sua personalità, ma alla fine ce l’ho fatta!

Nei romanzi di genere fantastico, di solito, il “cattivo” si fa odiare già dalla prima apparizione. Tu ci offri, invece, una versione molto intrigante dell’antagonista. Finiremo per amare Raivo  quanto la stessa protagonista?

Se arriverete ad amarlo quanto lo amo io, per me sarà un traguardo fantastico! Io amo tutti i miei personaggi, anzi di recente proprio gli antagonisti catturano il mio cuore quasi quanto i protagonisti. In Gens Arcana, adoro il personaggio di Folco de’ Nieri, elegante, spietato, potente e calcolatore com’è, in Hyperversum – Il Falco e il Leone, l’ombroso Geoffrey Martewall è arrivato a contendere al protagonista Ian il posto di preferito nel mio cuore. Però Raivo ha scalato immediatamente la top ten dei miei antagonisti: è il Cavaliere Nero che ho sempre voluto mettere sulla carta e sono fiera di come è venuto, nel primo e nel secondo volume che ho già consegnato all’editore. Ho cercato di renderlo complesso, di mettere sentimenti molto più profondi sotto la sua facciata di ferocia e, a differenza di Seija, lui è emerso fin da subito dalle pagine proprio come lo volevo. È stata una vera soddisfazione.

C’è una moltitudine di personaggi attorno a Seija e Raivo. Per Seija una tribù calorosa e semplice, il fratello Ari, il fedele Otso, la veggente Britte, il principe Lothar IV. Per Raivo l’algida Regina Ananta, il sottomesso Kzar, il marescalco Heraii, il Generale vaivar Maharashta. Come si gestisce un “esercito” di personaggi secondari, dando a ognuno una sua peculiarità e unicità?

Quando inizio a scrivere un romanzo conosco i protagonisti, mentre i comprimari sono poco più che nomi nel riassunto della trama, a volte sono addirittura anonimi. Prendono vita poco alla volta, man mano che faccio la loro conoscenza sulle pagine, ma nel giro dei primi capitoli diventano “di famiglia” e li conosco tanto bene quanto i protagonisti. Mi faccio una fotografia mentale del loro aspetto fisico (a volte li disegno), immagino non solo le loro personalità, ma anche il loro passato, ciò che li ha fatti arrivare al punto in cui li incontriamo nella trama, e da lì in poi non ho bisogno di schemi, schede o altri strumenti per poterli gestire con le loro particolarità. Mi diventa del tutto naturale lavorare con ciascuno di loro.

Due eserciti compositi si contrappongono. Da un lato ci sono gli umani: i Cavalieri di Roma, l’esercito del Re di Svevia, i Saahavi; dall’altro, Vaivar e Manvar al servizio della Regina Ananta. Entrambi gli schieramenti sono inquinati da intrighi e giochi di potere che mettono a repentaglio le sorti stesse della guerra. Gli esiti delle tue battaglie sono spesso condizionati da sentimenti umani, come la codardia, ma anche l’emozione per un imprevisto. Millennio di fuoco è un romanzo di guerra ma, tra le righe, ci sussurra la sua inutilità e incertezza. Vuoi parlarcene?

Non volevo un mondo diviso tra luce e tenebre, buoni e cattivi. Anche se gli umani chiamano “demoni” i loro nemici, la divisione tra “bene” e “male” non è affatto così netta come la propaganda dell’una e dell’altra parte vuole far credere. Ciascuno ha i suoi motivi, condivisibili o no, per combattere una guerra che comunque miete migliaia di vittime da ambo le parti e gli interessi di pochi mettono quasi sempre a rischio la vita di molti. Persino gli umani che proclamano di condurre una guerra santa contro le cosiddette forze dell’inferno, mantengono le alleanze tra loro solo se sono convenienti politicamente e sono pronti a cambiarle se intravedono un maggior tornaconto in altre direzioni. Non c’è niente di santo, di leale o di certo in una guerra, la Storia dovrebbe avercelo insegnato più che sufficienza.

Credo che chiunque abbia letto Millennio di fuoco stia aspettando con impazienza il seguito, per altro dedicato a Raivo, che lasciamo nella prima parte con “le belve che si azzannano del petto, smaniose di sfogarsi versando sangue”. Puoi darci qualche anticipazione?

È difficile farlo senza spoiler, ma prendendo spunto dalla domanda precedente posso dire che la guerra diventerà ancora più feroce e imprevedibile proprio a causa degli intrighi e degli interessi personali che si moltiplicheranno. E nel frattempo le profezie dell’Apocalisse alla fine del secondo millennio si fanno sempre più spaventose…

 

Cecilia RandallCecilia Randall, nata a Modena, è laureata in Lingue e Letterature Straniere e Master in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Dopo la trilogia di Hyperversum (Giunti), che ha riscosso grande successo e l’ha portata alla ribalta nel mondo letterario fantasy italiano, nel 2010 ha pubblicato il romanzo Gens Arcana (Mondadori). Il 15 ottobre 2013 è uscito a cura di Mondadori, Seija, il primo dei due volumi che comporranno la saga Millennio di Fuoco.

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