Torna Orfani in edicola, parliamone con Luca Maresca


luca marescaIl 15 Febbraio è la data d’uscita del n. 5 di ORFANI, la nuova miniserie targata Sergio Bonelli Editore. Ideati dallo sceneggiatore Roberto Recchioni e dal disegnatore Emiliano Mammucari, gli albi propongono atmosfere e ambientazioni sci-fi di cui sono stati pionieri scrittori quali Heinlein e Haldeman. La guerra del futuro, dove l’umanità mette da parte contrasti e diversità per fronteggiare il più pericoloso dei nemici, un nemico venuto dallo spazio. Lo strumento offensivo della Terra è rappresentato da un team di soldati speciali, temprati nell’acciaio e pronti a tutto. Orfani è una serie che trasuda azione, i primi cinque numeri sono colpi di mortaio che spianano il terreno, presentando i protagonisti con i loro pregi e contraddizioni, per poi catapultare i lettori nel cuore delle vicende. La cosa che impressiona di ORFANI è l’impatto grafico, la qualità delle immagini, le scene d’azione in stile cinematografico, i colori. Il disegnatore scelto da Bonelli per il prossimo numero della serie è un talento di quella fucina d’artisti che è la città di Salerno, Luca Maresca. Scopriamo qualcosa di più sul nuovo numero di Orfani, facendo due chiacchiere con lui.

1.)  Ciao Luca, il n. 5 di Orfani presenterà ai lettori il personaggio di Raul, l’Eremita. Un infallibile cecchino italiano, un tipo solitario e spietato, cosa puoi dirci di questo soldato? Qual è il sentiero che lo porterà a unirsi agli Orfani?

Raul nel mio numero avrà un ruolo molto importante. È il primo a porsi delle domande, a sospettare che qualcosa non è Orfani 5come dovrebbe essere. Come si può evincere dai primi numeri, di ragazzini “orfani” ce ne sono tanti, e divisi in molti gruppi, ognuno di questi viene addestrato più o meno secondo le stesse regole. Raul, viene aggiunto al gruppo dei nostri per sopperire alla mancanza di qualcun’altro. Di più non posso dire, ma è un personaggio molto particolare, studiato molto bene e che nei numeri successivi avrà un ruolo fondamentale nello sviluppo della storia.

2.)   Il lancio di questa miniserie da parte di Bonelli sembra aver diviso i lettori in diverse fazioni. Ho letto in rete di critiche alla sceneggiatura, alle sue similitudini con il mondo dei videogiochi e in particolare a Halo. Le critiche, ovviamente, ci possono stare: alla base c’è un progetto creativo tutto italiano che esplora i temi sempre avvincenti della fantascienza militare. Raccontaci la verità, quanto ti ha appassionato lavorare a Orfani? Cosa può offrire questa serie ai lettori più scettici?

Orfani05_03Il problema di base è che molti lettori non conoscono tutti i meccanismi che ci sono dietro alla realizzazione di un lavoro del genere. Alcune cose sono così scontate che nessuno ci fa caso. Roberto ed Emiliano hanno lavorato tantissimo per creare qualcosa che non fosse estraneo al pubblico di massa, ma che invece potesse attingere alla memoria o all’esperienza che ognuno di noi ha. Mi spiego meglio. Nel cinema o nei videogiochi ogni sorta di “novità” si basa quasi sempre su qualcosa che in un modo o nell’altro è già stato fatto. Halo è la conseguenza di Starship Troopers – fanteria dello spazio, così come Alien attinge ad altri input, e così via. Per quel che riguarda Orfani è stato così normale e naturale attingere da Halo e Starship Troopers che lo stesso concetto di omaggio, citazione o addirittura plagio (come qualcuno ha avuto il coraggio di  dire) non sussiste, è una cosa voluta, e aggiungerei ovvia. Ci sono voluti anni di studi (la realizzazione del progetto è durata quasi 4 anni) per creare armature adatte al disegno (che è un lavoro ben diverso se le avessimo volute creare per un videogioco), ma perché partire da zero se ci sono delle basi che fanno già parte di un nostro background culturale? orfani 2Questo è un punto. Parlando della sceneggiatura, posso dirti che la vera forza di questo tipo di sceneggiatura sta tutta nelle cose non scritte. E anche qui mi spiego meglio. Roberto ha fatto un lavoro enorme nel cercare di scrivere e visualizzare allo stesso tempo quello che sarebbe stato disegnato, in modo tale da non far trovare il lettore di fronte a enormi “spiegoni” o baloon con frasi e periodi interminabili. Tutto ciò per dare respiro alle tavole e coinvolgere di più il lettore, che per la prima volta si trova di fronte a tavole colorate magistralmente e con dei tempi di lettura molto più veloci e asciutti. Proprio come se si stesse vedendo un film. Un’ altra particolarità che ha riscontrato un pubblico inizialmente scettico, è stata quella che la storia si è iniziata a rendere interessante dal terzo numero, ma anche in questo caso risponderei che è OVVIO che sia così. É una miniserie, la storia ha un inizio e una fine. É come se qualcuno pretendesse che un film debba conquistare il pubblico nei primi dieci minuti, certo potrebbe anche essere così, ma anche in quel caso ci sono delle motivazioni plausibili. Ho attraversato diverse fasi e stati d’animo durante la realizzazione del mio numero: entusiasmo, ansia, scetticismo, ansia, disperazione, rifiuto, presa di coscienza, ansia, e cosi via… Ho impiegato un bel po’ di tempo per prendere il giusto ritmo, ma la cosa alla quale ho sempre pensato è che avrei fatto il mio esordio in Bonelli tra molti bravissimi e validi autori, su una serie che sicuramente avrebbe fatto parlare tanto! Quindi… ansia da prestazione a manetta! Ma ne è valsa la pena, ho imparato tanto.

Orfani 13.)   Hai già affiancato lo sceneggiatore Roberto Recchioni in John Doe, sei giovane, bravo e proiettato verso una carriera promettente. Come nasce la tua passione per il fumetto? Qual è la strada che ti ha portato a Bonelli?

La passione nasce ovviamente da piccolo, il primo fumetto l’ho avuto tra le mani a sette anni, era Batman Year One. Poi alle medie ho conosciuto Dylan Dog e i fumetti di Spiderman. Ma a parte questo, la passione per il disegno è una cosa che ho sempre avuto nel sangue. Mio nonno, mio padre e mia madre sono pittori e io sono cresciuto vedendoli sempre dipingere. L’idea di farlo come mestiere è balenata durante i primi anni di università, ho fatto una scuola di fumetto e dopo qualche anno ho iniziato a propormi come disegnatore, un gradino alla volta dopo varie pubblicazioni per diverse case editrici passando per l’Eura/Aurea dove ho lavorato su John Doe, fino ad approdare in Bonelli.

4.)  Se potessi scegliere un soggetto al quale dedicarti, su cosa ti piacerebbe lavorare?luca maresca 2 Chi è il disegnatore che preferisci, un modello di riferimento per la tua produzione? Oltre al fumetto avrai sicuramente altri interessi, in passato ti sei divertito suonando la chitarra in una punk band. Quanto contano la passioni per un creativo?

Mi piacerebbe lavorare su Dylan Dog, ma anche su Batman, o per il mercato francese: sono tutte realtà che mi stimolano e dove credo di potermi dedicare con tanto entusiasmo. Quando ho scoperto Dylan Dog, ho iniziato ad appassionarmi immediatamente al tratto di alcuni disegnatori: Bruno Brindisi, Luigi Siniscalchi, Daniele Bigliardo, per poi scoprire anni dopo che due di loro vivevano a pochi metri da casa mia e il terzo era di Napoli. E col tempo ho scoperto una miriade di disegnatori salernitani e napoletani che direttamente e indirettamente mi hanno fatto da maestri. Questa cosa mi ha sempre dato tanta forza. La musica è senz’altro l’altra mia grande passione, avevo una band punkrock, abbiamo girato tanto prima di separarci, ma l’idea di ritornare a suonare non manca mai, anche se non riesco ancora a conciliare entrambe le cose. Un’altra passione che ho sempre avuto è quella per il doppiaggio. Darei un braccio per avere il tempo di addentrarmi anche in quest’avventura. Le passioni stimolano la mente, ti rendono sensibile e curioso verso innumerevoli cose, e inevitabilmente ti portano ad essere creativo.

orfani 35.)  La tua città, Salerno, è anche sede di una dinamica scuola di fumetti. Cosa ti senti di consigliare ai ragazzi che si avvicinano ora al disegno, che temperano le matite sognando la Marvel?

Sì, da poco è nata la Scuola di Fumetto di Salerno. Io e il mio amico/collega Pasquale Qualano ci occupiamo principalmente del corso di fumetto. Il concetto di queste scuole è semplicemente quello di dare delle basi e quindi creare un percorso di formazione a chi vuole intraprendere questa strada. Ma anche semplicemente di far capire cosa c’è dietro la realizzazione di un fumetto o di un semplice disegno. L’ 80% dei ragazzi che vengono alla scuola non ha nessuna base, o si limita a copiare i manga. Il nostro lavoro consiste anche nel far conoscere agli alunni il fumetto a 360°, partendo da quelli prodotti in Italia, passando per la Francia, l’America, arrivando fino ai migliori autori del “sol levante”. Le basi del disegno sono quasi sempre le stesse, è dopo che si complicano le cose. Il consiglio è sempre lo stesso, bisogna disegnare tantissimo e sempre cercando di capire cosa si sta disegnando, bisogna essere curiosi e affamati di conoscenza.

Il sito ufficiale dell’artista: Luca Maresca.

La pagina Facebook della serie: ORFANI.

Il sito dell’editore: SERGIO BONELLI.