John Scalzi: Morire per vivere.


John_Scalzi_0Quanti di voi si sono mai chiesti come sarebbe stato avere un’alternativa ai dispiaceri della terza età? Come sarà il futuro? Vi siete mai domandati qualcosa del tipo: “hai ottanta anni e nulla da perdere, cosa faresti per cambiare il mondo?” Questo è uno dei quesiti posti dal bravissimo autore americano, John Scalzi, nei suoi romanzi “Morire per Vivere” e “Le Brigate Fantasma”, editi in Italia da Gargoyle Books. Scalzi è una personalità di spicco della fantascienza mondiale. Candidato per ben due volte al Premio Hugo quale miglior romanzo sci-fi, nella sua saga “The Old Man’s War” affronta i temi della space opera militare, cari ai nostalgici di Starship Troopers, in una nuova chiave di lettura. Lo scrittore è un blogger molto attivo, sensibile alla comunicazione, e oggi abbiamo il piacere di ospitarlo nella redazione di Fantasy Planet.

1.) Pensare allo spazio mi fa sentire piccolo. Sollevo il capo verso le stelle e penso all’ignoto, alle insidie e alle sorprese che l’Universo ha in serbo per l’umanità. Da ragazzino leggevo Robert Heinlein e immaginavo d’essere un fante dello spazio. Nei ringraziamenti dei tuoi libri si evince il rispetto verso autori come Heinlein. Quanto la tua scrittura è stata influenzata dalle tue passioni di lettore?

downloadCome ogni scrittore, sono stato influenzato dagli autori che ho amato durante l’adolescenza, e Heinlein è certamente uno di loro. Allo stesso tempo però non sono stato condizionato solo dalla fantascienza. Ho letto molti romanzi thriller e polizieschi, che hanno ispirato il mio lavoro, così come gli scrittori umoristici e i loro libri. Posso dire inoltre che il cinema ha avuto una forte influenza sulla mia scrittura. Ho lavorato per diversi anni come critico cinematografico: passavo le mie giornate a guardare film e a domandarmi se la trama fosse appassionante o meno. Come risultato, ho speso molto tempo ad analizzare la sceneggiatura e i suoi segreti. Tutta questa esperienza mi è stata d’aiuto quando ho scritto The Old’s Man War (in Italia, Morire Per Vivere). Pensate che il mio agente letterario, quando lesse il manoscritto, mi chiese se lo avessi scritto come potenziale storia per il cinema!

 

2.) In Italia hai conquistato subito il cuore dei lettori sci-fi grazie a “Morire per Vivere” e “Le Brigate Fantasma”: l’idea di ricominciare la propria vita a 75 anni, dandole un senso quando tutto sembra essere condannato all’oblio della vecchiaia, è geniale quanto profondo. Qual è la morale celata dietro le storie di Old’s Man War?

Non credo che la morale della mia saga sia particolarmente nascosta, penso che traspaia in modo lampante. Come individui siamo tutti responsabili delle nostre azioni e delle nostre scelte, per questo motivo dobbiamo essere disposti a prendere le decisioni giuste, anche se difficili. Il segreto di un buon romanzo non è quello di rendere il significato di ciò che scrivi “nascosto”, ma di rivelarlo come una naturale conseguenza della narrazione. Se il lettore si rende conto che gli stai martellando la testa con la morale o insegnamenti di vita, finirà per smettere di leggere perché a nessuno piace assistere a una lezione di vita. Non prendiamoci in giro: la gente compra i libri perché vuole essere intrattenuta, evadere dalla realtà e non andare a una conferenza sullo stile di vita.

3.) Il tuo stile è piacevole, le scene d’azione sono coinvolgenti, c’è una giusta dose d’umorismo. Seguo il tuo blog assiduamente e non posso fare a meno di domandarmi quanto ci sia della tua personalità nei personaggi di John Perry e Jared Dirac. Ti sei guardato allo specchio mentre tracciavi i loro profili?

C’è un po’ di me in entrambi i protagonisti, ne sono certo, ma penso che nell’universo di The Old’s Man Waso il personaggio che si avvicina di più alla mia personalità è john-scalzi-interviewHarry Wilson. In effetti credo che sia sbagliato rendere i protagonisti di una storia troppo simili a chi la sta scrivendo. Primo, perché si corre il rischio di annoiarsi nel riempire i propri romanzi con personaggi che hanno tutti lo stesso carattere ma nomi diversi. Secondo, non siamo sempre il miglior giudice di noi stessi, per come ci presentiamo al mondo. Quindi la persona che pensiamo sia “più simile a noi” potrebbe essere in realtà irriconoscibile, un estraneo.

4.) Che mi racconti per l’adattamento cinematografico di Old’s Man War? Lessi la notizia su Variety.com, quanto dobbiamo ancora aspettare per poter godere sul grande schermo delle azioni di John Perry?

Non c’è molto che posso dire al momento se non che Hollywood è Hollywood! Ogni cosa vuole il suo tempo, le situazioni cambiano, tutto è sempre in continuo movimento. Il mio consiglio è di essere pazienti e non perdere la speranza.

Shawn Witt5.) Sei un autore giovane, hai vinto premi, scritto tanto e collaborato con la serie televisiva di Stargate. Analizzando la tua vita fino a ora, se dovessi parlare con un autore emergente, qualcuno che non ha ancora gettato la spugna e spera un domani di pubblicare e vivere della scrittura, quali consigli sentiresti di potergli dare?

Il consiglio è semplice: continua a scrivere. C’è un vecchio detto che uno scrittore pubblicato è solo uno scrittore che non ha mai mollato, il che in realtà è piuttosto preciso. Quanto più si scrive, migliore è il risultato che si ottiene (come qualsiasi cosa). Ovviamente, migliore sarà il prodotto della scrittura e più alte saranno le probabilità che abbiate scritto qualcosa che valga davvero la pena leggere. È piuttosto semplice, ma semplice non vuol dire facile. L’altra cosa da ricordare è che non c’è alcun limite di tempo per la scrittura. Non è detto che se non avete ancora pubblicato a venticinque anni allora è finita per voi. Il mio primo romanzo è stato pubblicato quando avevo trentasei anni. Ora ho quarantaquattro anni e ho pubblicato dieci romanzi, alcuni dei quali tradotti in tutto il mondo. Succede quando succede. Ma se non si crede in se stessi, se non c’è vera passione per la scrittura, allora non si andrà mai da nessuna parte.

 

Sito ufficiale dell’autore: John Scalzi.