BILANCIO FANTASY 2012


Di Claudio Cordella (Vicedirettore Fantasy Planet)

Allora Madoka Kaname, tu sai che è l’anima il prezzo da pagare. Dimmi, qual è il tuo desiderio?”. Mahō shōjo Madoka Magika (Puella Magi Madoka Magica), regia di Akiyuki Shinbo.

È stato un anno terribile, il ventunesimo secolo ci ha riservato ancora una volta sanguinose violenze, crisi economica e instabilità politico-sociale. Al tempo stesso è anche vero che il 2012 nell’ambito del fantasy e della sci-fi ci ha riservato sia delusioni che grandi soddisfazioni.

Iniziando a bere sin da subito l’amaro calice non posso non parlare di Prometheus di Sir Ridley Scott. Il ritorno alla fantascienza cinematografica del vecchio cineasta, osannato da generazioni di fans per Alien e Blade Runner, mi ha deluso profondamente. Se le sue opere precedenti erano ricche di spunti speculativi, quali lo strapotere delle multinazionali o il rapporto uomo/macchina, Prometheus delude proprio per il suo non avere la benché minima cosa interessante da dire. Quest’ultima pellicola appare slegata da qualsiasi dibattito serio di carattere scientifico, filosofico o etico risultando essere solo una vuota favoletta nera senza né capo, né coda; basata com’è sull’ufologia e sulla fanta-archeologia. Dunque, il nostro usa il ciarpame della pseudoscienza per girare una pellicola che ha solo la pretesa di essere impegnata, risultando essere in verità assai farraginosa, incoerente, senza capo né coda. Risultando perciò simile a quelle bislacche teorie pseudoscientifiche a cui attinge per spiegare l’origine della vita sulla Terra e l’evoluzione dell’umanità. C’è di che esser stupefatti, nato a South Shields (Inghilterra) il 30 novembre 1947, alla veneranda età di sessantacinque anni, Scott spaccia per sorprendenti rivelazioni delle baggianate da cacciatori di UFO. In definitiva il risultato è un gigante dai piedi di argilla; un pasticciaccio in cui lo spettatore di volta in volta non sa se sganasciarsi dalle risate, data l’implausibilità delle situazioni presentate, oppure dare di stomaco per l’efferatezza di alcune scene. All’appassionato basta fare un confronto: il classico 2001: Odissea nello spazio surclassa da qualsiasi punto di vista Prometheus, prendendo di petto tematiche similari ma con una maturità infinitamente maggiore. Anzi, c’è da chiedersi se in una sorta di aldilà fantascientifico le anime di Stanley Kubrick e di Sir Arthur C. Clarke, i quali lavorarono a quattro mani alla sceneggiatura del celebre kolossal, adesso stiano ridendo o piagendo per le promesse non mantenute di Scott. 

Il disegnatore satirico Stefano Disegni, occupandosi di Prometheus nella sua rubrica della rivista Ciak, per sbeffeggiarlo non solo inserisce nelle sue tavole uno xenomorfo, triste e piangente, ma giunge a suggerire la creazione di un’apposita task force per aiutare i registi a capire quando per loro è giunto il momento di ritirarsi. Effettivamente nulla salva Prometheus, né gli spettacolari paesaggi, né le citazioni a uso e consumo dei cinefili, comprese quelle auto-referenziali tratte dai ben più nobili Alien e Blade Runner. Intanto ben due saghe cinematografiche di successo sono giunte al loro capolinea: la trilogia di Batman diretta da Christopher Nolan e la saga horror-romantica di Twilight; la cui fine è stata accolta con un sospiro di sollievo dai detrattori dei vampiri luminosi e da una lacrimuccia da parte dei fans.

Tra le brutture e le inutilità del 2012 va invece ricordato John Carter, con le sue avventure marziane targate Disney, assieme all’ultra-pacchiano Battleship, film d’esordio della cantante Rihanna con i soliti alieni stereotipati che vogliono invadere/distruggere/conquistare la Terra ma che non hanno fatto i conti con la Marina degli USA e dei loro alleati. Ispirato al gioco della battaglia navale è una vera spia d’allarme, indicando quanto in basso sia sceso il livello della creatività di Hollywood.

Lasciando stare certe brutture, prive di fantasia e intelligenza, il 2012 verrà anche ricordato per l’anno in cui Peter Jackson ha portato sul grande schermo il fiabesco The Hobbit: An Unexpected Journey (Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato), tratto dal romanzo del grande J. R. R. Tolkien. Da appassionato di manga e anime inoltre non posso che segnalare l’uscita in Giappone, dopo cinque lunghi anni di lavorazione, del kolossal d’animazione Gothicmade; speriamo che qualcuno decida di acquistarne i diritti per il nostro paese al più presto. Certo, sperare che la storia a base di robot giganti e mistiche sacerdotesse di Mamuro Nagano (The Five Star Stories), in bilico tra sci-fi e fantasy, venga portata nei cinema nostrani è pura utopia ma già una distribuzione per il mercato dell’home-video sarebbe una gran cosa. Del resto, proprio quest’autunno, il primo film della trilogia Berserk: Arco dell’Età dell’oro, ispirato al manga di Kentaro Miura, è stato reso disponibile al pubblico italiano in un’edizione in DVD mentre nel febbraio dell’anno prossimo la pellicola conclusiva approderà nelle sale nipponiche.

Sul fronte televisivo, una speciale nota di merito se l’è conquistata a buon diritto Rai 4, avendo trasmesso telefilm di qualità come la sesta stagione di Supernatural e la prima di Once Upon a Time, oltre ad anime di valore come Ergo Proxy, Puella Magi Madoka Magica o Planetes. Tra l’altro siamo sicuri che anche quest’anno, come già in passato, questo network avrà pronte delle speciali sorprese natalizie per gli amanti dell’animazione giapponese.

Per quanto riguarda il 2012 librario, almeno dal punto di vista di chi scrive, è stato l’anno della Fanucci. Le novità editoriali sono state innumerevoli, sia da parte delle grandi casi editrici come quelle provenienti delle medie e piccole realtà editoriali, validissime e spesso ingiustamente sottovalutate. Eppure le recenti iniziative di questa casa editrice romana, una presenza storica nel panorama del fantastico italiano, mi sono rimaste nel cuore. A esser sincero, non tanto per la proposta di novità, pur se interessanti come Zero History di William Gibson, ma sopratutto l’aver riportato in libreria alcuni autori, come Philip José Farmer, Jack Vance o Gene Wolfe, che erano spariti dagli scaffali delle librerie da tempo immemorabile. Ecco, almeno per una volta, lasciatemi essere nostalgico.

Del resto c’è di che essere malinconici, anche il mondo del fantastico ha avuto le sue perdite in questi mesi; prima a gennaio ci ha lasciato Carlo Fruttero (n. 1926), scrittore e saggista, poi in marzo il leggendario fumettista francese Jean Giraud (n. 1938), in arte Moebius. L’estate in seguito è stata foriera di altri lutti con le dipartite in giugno dello statunitense Ray Bradbury (Cronache marziane, Fahrenheit 451), uno dei più famosi scrittori di sci-fi di tutti i tempi, mentre in agosto sono venuti a mancare sia Carlo Rambaldi (n. 1925), il mago degli effetti speciali sia la doppiatrice Laura Latini (n. 1969), voce di numerosi personaggi del fantastico del cinema e della televisione. Il loro ricordo ci accompagnerà sempre.

Dato il periodo natalizio in cui siamo, mi permetto pure di esprimere un desiderio che so già in partenza essere irrealizzabile: Santa Claus/Babbo Natale, puoi fare sì che l’ondata di prequel/sequel/remake/reboot che ci sta sommergendo si fermi? Prima ha iniziato George Lucas con la Nuova Trilogia, e già quella ci era sembrata una bella sciagura, ma adesso Star Wars è di proprietà della Disney che ha già promesso nuovi film. Anche Prometheus dovrebbe essere il prequel di Alien ma non è stato un bel vedere. Si andrà avanti con il sequel del reboot di Star Trek, sulla Rete gira già il trailer, mentre il nuovo inizio di Spider-Man l’abbiamo visto quest’estate. Ti prego Babbo Natale, regala un’idea originale ai poveri sceneggiatori di Hollywood, stanno a grattare il fondo del barile e si vede benissimo.

Da parte mia e di tutta la redazione di Fantasy Planet, auguro a tutti voi Buon Natale e Buone Feste, arrivederci al 2013! E come direbbero in Star Trek: lunga vita e prosperità!

 

 


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