Intervista ad Amabile Giusti


Intervista ad Amabile Giusti

a cura di Evelyn Storm

Amabile Giusti – Odyssea. Oltre il varco incantato

 

Tra tutte le emozioni provate nella sua vita, quella che sopraggiungeva quando era con Jacko o quando pensava a lui era la più imprevista e la più sconcertante. La faceva sentire fragile, in pericolo, come se fosse un vaso di cristallo lasciato in bilico su un tavolino, un pesce all’asciutto o un fiore al buio. Non credeva che potesse essere così. Aveva immaginato che l’amore fosse qualcosa di diverso, qualcosa di tenero e struggente, un sentimento che ispirava eterni sospiri appassionati, ma su di lei gli effetti non erano quelli sperati. Era troppo presa dal mal di stomaco per dedicarsi a romantici affanni. Aveva perfino immaginato che si sarebbe sentita vaporosa e leggiadra, che avrebbe diffuso intorno a sé una specie di primavera, e che sarebbe diventata addirittura più bella, poiché nei libri e nei film le ragazze innamorate erano tutte incantevoli. Lei, invece, aveva la perenne impressione di stare per vomitare, a volte sentiva le gambe molli come carta bagnata, dormiva poco e mangiava con altrettanta parsimonia, con il risultato che la sua bellezza, già tutt’altro che vistosa, aveva raggiunto il minimo storico. Ma forse, gli amori che rendevano belle erano solo quelli contraccambiati.

 

 

Oggi su Fantasy Planet abbiamo il piacere di intervistare Amabile Giusti, autrice di “Odyssea. Oltre il varco incantato”, edito da Baldini & Castoldi Editore.

Note biografiche

Amabile Giusti è un avvocato, ma non si sente avvocato: scrivere è la sua vera passione da sempre. Dopo il suo romanzo d’esordio, Non c’è niente che fa male così (La Tartaruga edizioni), con Cuore nero ha conquistato pubblico e critica. Odyssea. Oltre il varco incantato è il primo volume di una saga.

 

Sinossi

Se potesse, Odyssea, chiederebbe molte cose a sua madre. Ad esempio perché da anni sono costrette a vivere come fuggiasche, senza una meta, una casa e, soprattutto, senza un padre. Finché una notte, attraversando un varco magico nascosto nel bosco, la riporta a Wizzieville, dove è nata, e lei scopre di appartenere a una cerchia di persone dotate di rari poteri. Incredula, Odyssea si getterà nella nuova vita, ma si accorgerà presto che dietro la facciata idilliaca e fatata di Wizzieville brulica il Male. Un nemico, che perseguita la sua famiglia da generazioni, è tornato sotto mentite spoglie per ucciderla. Come se non bastasse l’amore la coglie di sorpresa. Jacko, un misterioso e impavido ragazzo che, a differenza degli altri, la tratta senza cerimonie, devasta il suo cuore inesperto. Ma come mai tutti lo disapprovano e lo temono? Può fidarsi di lui? Odyssea è combattuta, ma non può concedersi errori. Il nemico è in agguato. Potrebbe essere ovunque, potrebbe essere chiunque.

Intervista all’autrice Amabile Giusti

 

1) Come ti racconteresti in poche righe?

Mi è un po’ difficile farlo in poche righe, perché sono una persona complicata e confusa e priva di qualsiasi capacità di sintesi. Ecco, questo già mi definisce: confusa e complicata e un po’ logorroica nella scrittura. In più troppo sognatrice, troppo fragile, disincantata. Una specie di bambina col cappuccio rosso che si fida più della ferina innocenza del lupo che della falsa civiltà del cacciatore.

 

2) Fare l’avvocatessa e la scrittrice: quale dei due lavori preferisci e perché.

Fare l’avvocatessa è appunto un lavoro. Uno come un altro. Quello che fai per vivere, con cui ti guadagni il pane, che hai intrapreso come s’intraprende una faticosa marcia necessaria per recarsi da qualche parte, ma che non hai scelto. Scrivere, invece, è una decisione, una passione, una missione, un valore. È ciò che rende la mia vita più soffice, il companatico che dà gusto al pane, il sole e l’ombra fresca, l’energia pulita per andare avanti.

 

3) Tra le tue autrici preferite c’è sicuramente Jane Austen. Cosa ti suscita leggere uno dei suoi libri?

Mi incanta da sempre. La leggo da quando ero una ragazzina, e la rileggo ogni anno della mia vita. Via via, nel corso del tempo, ho imparato a scavare nelle sue storie e ho capito come mai nonostante siano passati due secoli è sempre così attuale: perché non racconta solo storie di innamoramenti e matrimoni, racconta le donne della sua epoca e del suo ceto, donne mai sottomesse, ironiche e sagaci, timide e forti, e le racconta in modo divertente e spietato allo stesso tempo, senza alcuna condiscendenza. Jane è allo stesso tempo romantica e pragmatica, e i suoi finali lieti non sono mai stucchevoli.

 

4) Hai scritto “Cuore nero”. Cosa ti ha ispirato?

Volevo raccontare una storia fantasy su uno sfondo reale, quello della città in cui vivo. L’intera location di Cuore nero, infatti, è geograficamente precisa e individuabile in ogni dettaglio. Poi, una vecchia dimora esistente a Palmi da molti anni, tanto lugubre da alimentare la mia sfrenata fantasia, mi ha suggerito l’idea dei vampiri. Da lì si è sviluppata la trama.

 

5) E “Odyssea” di cosa parla?

È anch’esso un fantasy, e racconta la storia di una ragazza di sedici anni che non sa nulla di sé e del proprio passato, e all’improvviso scopre molte cose straordinarie che la riguardano. Non è solo una favola intrisa di magia: è un viaggio, quello della protagonista, all’interno della propria vita, dei propri ricordi, delle proprie radici. A suo modo una storia di formazione destinata ai giovani in formazione e a chi, pur non essendo più giovanissimo, sta ancora crescendo nel cuore. Quando scopre di appartenere a Wizzieville, un villaggio incantato del quale ignorava l’esistenza, e di essere dotata di rari poteri, Odyssea diventerà piano piano una persona nuova, combatterà, avrà amici e nemici, e un amore forte ma tutt’altro che incontrastato.

 

6) Come mai hai chiamato Odyssea la tua protagonista?

Per evocare espressamente l’eroe di Omero. Come la sua, anche la vita della mia Odyssea sarà contraddistinta da lunghe peregrinazioni, potenti nemici dietro le spalle, luoghi incantevoli e terribili allo stesso tempo, e un unico grande amore dal quale tornare alla fine della guerra.

 

7) Jacko chi è? Solo un frutto della tua fantasia o nella realtà esiste?

È assolutamente frutto della mia fantasia. È un giovane di poche parole e poche smancerie. Umanamente imperfetto, possessivo, iracondo, litigioso e beffardo. Nasconde alcuni segreti che riguardano il suo passato, e ne ignora altri sul suo futuro.  Nonostante le maniere brusche, però, è una persona su cui poter contare, a cui affidare la propria vita. Uno che, quando cadi, sarà lì per afferrarti al volo.

 

8) Pensi di dare un seguito al romanzo o ti dedicherai ad altro?

Il seguito esiste, Odyssea nasce come saga di sette volumi, cinque dei quali sono stati già scritti. È  una lunga storia che si arricchirà di eventi e sentimenti, di personaggi e misteri, e di immenso amore. Spero che il mio piccolo splendido pubblico abbia la bontà e la pazienza di attendere per leggerla tutta.

 

9) Hai qualche progetto futuro di cui vorresti parlarci?

A parte completare la saga, quindi scrivere gli ultimi due volumi di Odyssea, ho nel cassetto un’altra storia, non fantasy, di nuovo ambientata nella mia terra, dai toni diversi, ben più realistici e amari. Spero un giorno di vederla pubblicata.

 

10) Gli aspiranti scrittori cosa dovrebbero sapere? Dai loro un consiglio.

Scrivere, naturalmente. Farlo con costanza, pervicacia, passione. Scrivere volendo diventare scrittori, e non scrivere per hobby e basta, non è solo buttare giù qualche riga una tantum. È  esercizio, disciplina, costanza. È vero che più leggi e meglio scrivi, ma è altrettanto vero che più scrivi e meglio scrivi. Far leggere i propri lavori, e considerare le critiche ben argomentate non come reati di lesa maestà, ma come doni che ci vengono fatti per migliorare.


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