Bacio Immortale di Aurora R. Corsini


Recensione: Bacio Immortale di Aurora R. Corsini.

A cura di Monique Scisci

Titolo: Bacio Immortale

Autore: Aurora R. Corsini

Editore: La Corte Editore

Collana: Labyrinth

ISBN: 978-88-96325-10-0

Pagine: 240

Prezzo: 14,90

Prima di sottoporvi la mia opinione su Bacio Immortale, ho pensato di iniziare con tre domande all’Autrice.

 

Ciao Aurora, Bacio Immortale e’ il tuo primo romanzo, immagino tu sia molto legata al personaggio di Penny. Spesso le opere prime rappresentano una sorta di autobiografia. Gli autori si identificano con i propri protagonisti, li aiuta a entrare nella storia, quindi sono curiosa di sapere se la trama si è evoluta su Penny, oppure hai creato il personaggio dopo aver impalcato la storia?

 

L’intera storia è nata da un’idea molto semplice e, con le debite proporzioni, autobiografica: quella di una ragazza reclusa per proprio volere che spia il mondo esterno da una finestra e rifugge il dolore estraniandosi dalla realtà tramite i libri. Mentre cercavo qualcosa di talmente meraviglioso da riuscire a strapparla alla sua sofferenza ho immaginato Valo e Atena, anche loro tormentati da colpe cui è impossibile rimediare. Nel momento in cui ho deciso di identificare i due fratelli con delle antiche divinità greche sono nati il resto della trama e tutti gli altri personaggi.

Il rapporto controverso con la madre è molto interessante, da cosa nasce?

 

Una delle prime immagini che mi si sono dipinte in mente, creando Penny, è stata quella di lei rintanata nella sua piccola bolla protetta e Nadia, la sua matrigna, che irrompe spezzando quell’apparente tranquillità. Il rapporto tra Penny e questa donna, che l’ha cresciuta amandola come una figlia e poi le ha voltato le spalle, è un legame perverso tra vittima e carnefice al quale nessuna delle due può rinunciare. Scontrarsi e litigare è il modo che entrambe hanno trovato per portare in superficie il dolore che non riescono a superare, la sofferenza scaturita dal trauma che ha sgretolato la loro famiglia.  Finché vivranno insieme non riusciranno a spezzare questo legame malsano, ma nel prossimo libro ci sarà un momento dedicato a loro che, in qualche modo, sancirà una sorta di riconciliazione.

– Il finale lascia sottintendere un sequel, quali dei tuoi personaggi hai portato nel secondo romanzo?

 

La storia di Penny, del suo viaggio nel mondo degli Immortali, mi è apparsa da subito chiara nella mente dal principio alla fine, perciò ho iniziato a lavorare al secondo romanzo non appena ho terminato la stesura di Bacio Immortale. Oltre al trio di protagonisti, che devono affrontare le conseguenze della scelta di vivere insieme come una famiglia, nel prossimo libro avrà ovviamente spazio la loro principale antagonista Hera, la crudele sovrana degli dei intenzionata a ristabilire il dominio sui propri simili. Inoltre, come conseguenza del progressivo inoltrarsi di Penny in questa nuova realtà, il personaggio di Ermes acquisterà una notevole importanza nell’evolversi della vicenda e credo che la sua natura profondamente contraddittoria gli varrà molte simpatie. Anche Artemide, la spietata gemella di Valo, avrà un ruolo preponderante nel contrastare l’odiato fratello. Altri membri del pantheon greco entreranno in scena, tutti chiamati a schierarsi nel conflitto che sta per scatenarsi tra gli ultimi Immortali rimasti.

Bacio immortale mi ha colpita. La cover lascia intendere una storia di vampiri, anche il titolo è piuttosto evocativo, inoltre, durante la lettura ho ravvisato differenze rispetto alle immagini di copertina. Premetto che sono un’amante del genere vampiresco e credevo quindi di immergermi in un romanzo che trattasse di esseri immortali dalle fauci sanguinolente, invece, l’autrice ha creato qualcosa di nuovo, sfruttando la mitologia greca. Il risultato non mi è affatto dispiaciuto, anzi è credibile e ben studiato.

Il prologo presenta subito alcuni personaggi chiave, che si muovono in un ambiente urbano decadente. Entriamo in contatto con Apollo e Atena, due fratelli uniti dal medesimo destino che si affiancano nonostante differenze insite nella loro natura. Con poche ma significanti battute, l’autrice riesce a spiegare il loro rapporto familiare complicato e profondo.

Il contesto attuale rende interessante lo svolgersi delle vicende e giustifica tutta una serie di elementi portanti, tuttavia, a mio avviso avrebbe potuto essere sfruttato meglio. Talvolta non è chiaro dove si trovino i personaggi.

In compenso la caratterizzazione di questi ultimi è ben fatta. Ognuno ha una propria voce ben distinta e riconoscibile. Riusciamo a immedesimarci in Penny grazie all’abilità dell’autrice di enfatizzare il suo stato psicologico compromesso dal dramma, condizione che verrà spiegata nel corso degli eventi.

Credo, infatti, che la scelta di raccontare la tragedia subita da Penny, evocandola man mano, tramite accorgimenti narrativi, sia stata intelligente. Porta il lettore a ricercare le motivazioni che spingono la giovane a compiere determinate azioni. Anche il rapporto complicato con la madre è ben descritto e risulta credibile una volta chiariti i fatti.

Affascinante la figura di Apollo o Valo, che conserva un legame con i vizi del passato, riadattando la sua esistenza alle esigenze di una vita terrena, si porta dietro in realtà sentimenti controversi che incuriosiscono il lettore in maniera quasi morbosa.

Il personaggio che mi ha convinta meno è Atena, l’eccessivo buonismo non risulta credibile. La completa assenza di gelosia nei confronti di Penny la rende inconsistente rispetto agli altri due protagonisti, turbati da un tripudio di emozioni travolgenti. La sua figura è talvolta piatta nonostante la determinazione che la contraddistingue, forse colpa di una razionalità radicata da tempo, ma sono assenti le sfumature emozionali che spetterebbero a una divinità greca. Molto riuscita, invece, è Hera, la madre di tutti gli Dei, che manifesta tutte le caratteristiche di una divinità il cui declino ha pesato gravemente sul corpo e sulla mente, manifesta un cinismo adatto al personaggio.

La trama è lineare e ben costruita. Dalla seconda metà in poi è incalzante, si va lisci come l’olio, le pagine incollano. Gli eventi si susseguono senza respiro.

Una nota da sottolineare, che più che altro, rappresenta la tendenza di alcuni scrittori di fantasy, è la velocità improbabile con cui i personaggi accettano l’esistenza di qualcosa di sovrannaturale, come fosse semplice e non comportasse domande, ragionamenti e nondimeno paure, che nella realtà spiazzerebbero i protagonisti. Anche se stiamo parlando di un romanzo urban-fantasy, è necessario talvolta spendere un pagina in più per spiegare la predisposizione psicologica che porta ad accettare ciò che si vede. Liquidare la questione troppo velocemente risulta semplificativo e poco coerente.

A parte questo, ho trovato molto interessante la trama, ben studiata quindi lo consiglio vivamente agli amanti del genere.


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