Creatori di Universi – EDS


 CREATORI DI UNIVERSI

di Claudio Cordella

“La fase più interessante nella realizzazione di un’opera letteraria è la quella dedicata alla creazione dell’universo in cui essa è ambientata. Plasmare nuovi mondi, dipingerne l’ambientazione, delineare i personaggi”. DIEGO BORTOLOZZO, Prefazione a Creatori di Universi, Edizioni Diversa Sintonia, 2012.

Il mondo editoriale nostrano è una sorta di terra fantastica, più simile alla Mordor di J. R. R. Tolkien che alla Wonderland di Lewis Caroll a voler essere sinceri, dove brulicano come tanti demoni inesattezzee pregiudizi. Tra i tanti luoghi comuni continua a rimanere in vigore la falsa credenza, per nulla aderente alla realtà, che gli italiani non amino la fantascienza. Che non la leggano e che non sappiano scriverla. Altra menzogna d’uso corrente sarebbe la presunta ostilità nostrana verso la tipologia narrativa del racconto. Ora, nonostante i recenti successi del fantasy, la sci-fi è tutt’altro che sparita dalla nostra penisola. Senza contare che i confini tra i due generi rimangono assai labili. Non solo molti bravi autori si sono cimentati con entrambi, ma diverse opere sono difficilmente assimilabili unicamente al fantasy o alla fantascienza; in tali casi i critici si trovano ad avere a che fare con lavori che si trovano su di una crepuscolare linea di confine. Il risultato di simili ibridazioni è in genere fecondo, aprendo la via alla scoperta di nuovi territori inesplorati dell’immaginazione letteraria.

In questo caso il comportamento degli autori nostrani, basti pensare solo a Valerio Evangelisti, non fa che confermare quanto detto sinora. Riguardo alla scrittura di racconti, ebbene questo mito ha un certo qual suo fondo di verità. La nostra letteratura nazionale sembra essere più legata alla forma del romanzo che alla novellistica, ma anche in questo caso non bisogna giungere a pericolose generalizzazioni.

Non furono solo Luis Borges o Isaac B. Singer, tanto per fare due grandissimi nomi della letteratura mondiale, ma anche il nostro Luigi Pirandello a dare il meglio di sé nella produzione di racconti. Certo, dal mero punto di vista economico, un romanzo, essendo più corposo di una semplice novella, rende di più allo scrittore professionista che è pagato in base a quanto scrive. Eppure questo non significa che non si scrivano racconti. A tutt’oggi, nonostante il successo di cui paiono godere i romanzi-fiume e le saghe interminabili, la fantascienza di lingua inglese non ha affatto dimenticato le sue umili origini. Queste ultime risalgono alle sgargianti riviste pulp nate negli anni ’20 – 30, magazine venduti a pochi centesimi in cui venivano pubblicate novelle piene di “sense of wonder”. Gli autori di fantascienza anglofoni non hanno mai scordato questo loro retaggio. Le loro opere di narrativa breve escono su moderne riviste e sono riunite in apposite antologie. L’informatizzazione sta però introducendo dei cambiamenti significativi nel mondo dell’editoria. Ad esempio, le novelle ospitate nei volumi dedicati al meglio della produzione fantascientifica annuale, sempre più spesso provengono non da qualche magazine cartaceo ma dal web.

Si pensi solo ad I, Robot (Io, robot) di Cory Doctorow, uscito per la prima volta sulla defunta webzine Infinite Matrix; Artifice and Intelligence (Artificio e intelligenza) di Tim Pratt, pubblicato online su Strange Horizons; The Women of Our Occupation (Le nostre occupanti, donne) di Kameron Hurley apparso sulla rivista amatoriale Strange Horizons.

Dopo questo lungo preambolo i nostri lettori non si stupiranno di certo nell’apprendere che: 1) i loro connazionali scrivano fantascienza; 2) che siano in grado, esattamente come i loro colleghi di lingua inglese, di padroneggiare la formula del racconto; 3) che il frutto delle loro fatiche sia spesso reperibile in Internet.

In tal senso non possiamo non segnalarvi la nutrita antologia Creatori di Universi, recentemente edita in formato e-book per   le Edizioni Diversa Sintonia, a cura di Diego Bortolozzo. È  lo stesso curatore, nella sua veloce e brillante prefazione, che inquadra magistralmente l’intento di questa raccolta di novelle: offrire al pubblico nostrano della narrativa breve, un genere assai difficile nel quale l’autore deve dire molto in poche pagine.

In Creatori di Universi, come già lo si  avrà intuito dal titolo, viene sottolineata la figura dello scrittore in qualità di demiurgo, di colui cioè che riesce a plasmare nuove realtà e personaggi di fantasia grazie all’uso della sua immaginazione. In tal caso, dato che ci riferiamo a novelle, non a tomi mastodontici nei quali il romanziere ha disposizione interi capitoli per poter dare vita ai mondi da lui creati, il narrare diventa un autentico esercizio di bravura. Da questo punto di vista tutti i racconti inclusi in Creatori di Universi sono dei virtuosismi letterari, possiamo paragonarli a raffinati capolavori d’arte orafa, nati dal duro lavoro e dalla infinita pazienza di un maestro artigiano. Alla stessa maniera, dosando opportunamente parole, immagini e metafore, i partecipanti a Creatori di Universi hanno lavorato sui loro testi in modo da offrire otto diversi viaggi in altrettante dimensioni del fantastico.

Si inizia con Marte nostrum di Serena M. Barbacetto, una storia dal ritmo vivace nel quale gli elementi tecno-scientifici si sposano alla perfezione con la caratterizzazione dei personaggi nel dar vita a una narrazione che non deluderà né gli appassionati delle Intelligenze Artificiali, né gli amanti degli “Incontri del Terzo Tipo”. Naturalmente i fans dello scrittore e scienziato Carl Sagan (1934 – 1996), uno dei fondatori del progetto SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence, cioè Ricerca di Intelligenza Extraterrestre), sono avvisati.

Si prosegue poi con Ritorno dalle vacanze di Claudia Beveresco, nel quale il dramma e la commedia si alternano sapientemente tra loro. Tutto qui inizia con uno stranissimo mattino, destinato a cambiare per sempre la vita dei due protagonisti. Personalmente ritengo che Ritorno dalle vacanze, seppur citazionista dell’universo di Star Trek, sia quel tipo di novella che il compianto Philip K. Dick (1928 – 1982) avrebbe senz’altro apprezzato.

Invece Il prisma delle streghe di Alexia Bianchini, la “direttora” di questo webmagazine, ci offre un ottimo esempio di quel genere di narrativa di cui dicevamo prima, posto a cavallo tra sci-fi e fantasy. Un racconto che non mancherà di commuovervi, appassionarvi e farvi gelare il sangue nelle vene, capace di oltrepassare i limiti e le convenzioni letterarie tradizionali.

Invece Gianfranco  Manfredi, nel suo Il sergente York nella zona rossa, ci trasporta nel bel mezzo di un’avventura fanta-militare al cardiopalma. Un’odissea da incubo tra i meandri di una città  mutata in un qualcosa di alieno e di pericoloso. Eroici marines, in perfetto stile action-movies made in USA, completano il quadro di un’epica dal sapore hollywoodiano. Simore Messeri, con Sensazione di vita, evoca nella memoria di chi scrive un certo tipo di sci-fi romantica, quella di Theodore Strugeon o di Cordwainer Smith per intenderci, ricca di suggestioni e di riflessioni sulla natura del tempo (sia atmosferico che cronologico). In una stazione spaziale orbitante Ted Lowell porta avanti un progetto rivoluzionario, la creazione del MAC (Metereology Advanced Control) System, capace di modificare il clima del nostro mondo. Ma è davvero quella l’unica realtà di Ted?

Stefano Andrea Noventa nel suo Robert da vita, nello spirito del cyberpunk e della nuova space-opera, a una sofisticata novella hi-tech, una scorribanda nello spazio degna di autori “british” come I. M. Banks, Paul J. McAuley o Peter F. Hamilton. Per di più l’autore ha inserito una divertente citazione, non a caso relativa a un mitico serial televisivo d’annata: Spazio 1999. Invitiamo i lettori più attenti a scovarla!Assai diverso è invece Viverne del Tolcur di Val Sandrini, un science-fantasy di chiara ispirazione “vanciana”, nel quale si respirano le atmosfere barocche, a metà strada tra la fantascienza e il fantastico puro, tipiche della produzione letteraria di Jack Vance.

Infine, chiudiamo questa nostra veloce rassegna con Titanic dello stesso Bortolozzo: un racconto brevissimo che trasferisce nello spazio cosmico una celebre tragedia della navicazione oceanica.

In conclusione, non possiamo che augurare una buona lettura a quanti vorranno salire a bordo di quell’incredibile astronave virtuale che è l’antologia Creatori di Universi. Citando a modo nostro il buon capitano James T. Kirk, vi chiediamo: siete pronti ad andare là dove mai nessun uomo (o donna) è andato prima?

Quarta di copertina Creatori di Universi

Plasmare nuovi mondi, dipingerne l’ambientazione, delineare i personaggi. Questo è il compito dei Creatori di Universi. Otto autori offrono le loro novelle inedite per la realizzazione di questa pubblicazione a cura di Edizioni Diversa Sintonia. Un volume in formato e-book, tecnologia gradita ai cultori della fantascienza provvisti di un’immaginazione protesa verso il futuro e con un occhio di riguardo alle novità, anche in campo editoriale. Otto storie che accarezzano i vari sottogeneri della narrativa fantastica, risaltandone i sapori antichi, innalzandola a bandiera del loro Creato. Otto Episodi che trasmettono emozioni proiettando il lettore in mondi lontani, spesso distanti nello spazio e nel tempo. Creatori di Universi: un invito alla lettura e all’immersione totale nell’ambiente fantastico, un e-book capace di farvi evadere dalla realtà e trasportarvi nel futuro. Ora.

 


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