Speciale Ursula Le Guin – Primo appuntamento


Ursula – La signora del fantastico

A cura di Claudio Cordella

Dopo 26 anni

ritorna finalmente in libreria per le edizioni Gargoyle

in una nuova traduzione.

(Gargoyle, pp. 215, euro 12.90, collana Extra – in libreria dal 28 giugno)

Città delle illusioni – Ursula K. Le Guin

Del libro in questione ne parleremo nel prossimo speciale su Ursula, oggi ci soffermiamo sulla grande scrittrice e la sua bibliografia.

“Farò il mio rapporto come se narrassi una storia, perché mi è stato insegnato, sul mio mondo natale, quand’ero bambino, che la Verità è una questione d’immaginazione. Il più solido dei fatti può soccombere o prevalere, a seconda dello stile in cui è esposto […]”. URSULA K. LE GUIN, The Left Hand of Darkness, 1969; La mano sinistra delle tenebre, TEA, Milano 2007, p.1.

Ursula Kroeber Le Guin nasce a Berkley in California il 21 ottobre del 1929:

 il padre è Alfred Kroeber, un autorevole antropologo, mentre la madre Theodora è una scrittrice; entrambi avranno una grande importanza nella sua futura formazione culturale. Ursula è un talento precoce che tenta di scrivere i suoi primi racconti sin da bambina, attirata oltretutto sin da subito dalla fantascienza. Nel ’51 consegue il bachelor al Radcliff College e l’anno dopo il master’s degree, titolo di studio corrispondente alla nostra laurea magistrale, presso la prestigiosa Columbia University; in seguito si reca a Parigi dove conosce il suo futuro marito, Charles A. Le Guin, che sposerà nel ’53.

A quasi un decennio dopo risale la pubblicazione nel ’62 del suo primo racconto fantasy: Aprile a Parigi, in seguito riunito nella raccolta del ’75 The Wind Twelve Quarters (I dodici punti cardinali).

Ecco cosa racconta la stessa autrice nell’introduzione ad Aprile a Parigi all’interno dell’antologia I dodici punti cardinali: “Questo è il primo racconto che mi sia mai stato pagato; e il secondo che venne pubblicato; e forse il trentesimo o il quarantesimo che ho scritto. […] Verso i vent’anni cominciai a mandare i miei scritti agli editori. Qualche poesia venne pubblicata, ma non presi l’abitudine di inviare sistematicamente opere narrative se non quando arrivai alla trentina […]”. I successi per l’allora esordiente Le Guin non tardano ad arrivare: nel 1969 vince il prestigioso Premio Hugo con il complesso romanzo The Left Hand of Darkness (La mano sinistra delle tenebre).

L’autrice per questa sua opera attinge a piene mani dall’antropologia, unitariamente dalla sessuologia e dalla psicologia, per descrivere in ogni dettaglio l’ambiente di Gethen, un mondo immerso in una lunga glaciazione, non a caso conosciuto anche con il nome di Inverno, i cui abitanti possono essere alternativamente sia maschi che femmine. La vicenda è narrata dal punto di vista di Genly Ai, l’inviato dell’organizzazione interstellare dell’Ecumene che ha il compito di render possibile a Gethen/Inverno di entrare stabilmente in contatto con gli altri pianeti della galassia. Particolarità dello scenario dell’Ecumene, ricorrente in moltissimi romanzi fantascientifici della Le Guin, costituendo dunque uno dei cicli più famosi elaborati da questa scrittrice, è la presenza di una molteplicità di mondi abitati da diverse specie umanoidi, tutte quante imparentate tra loro e con la stessa umanità.

Sempre appartenente al ciclo dell’Ecumene, noto anche come Ciclo Hainita (Hainish Cycle), è il romanzo del ’74 Dispossessed: an ambiguos utopia (Quelli di AnarresI reietti dell’altro pianeta), interamente incentrato sull’analisi del concetto di utopia attraverso la storia di due pianeti gemelli: il ricco, capitalista e maschilista Urras e il povero, anarchico e ugualitario Annares. Quest’opera della Le Guin, anch’essa meritatamente premiata con un Premio Hugo, si segnala per la profondità delle tematiche filosofiche  e sociologiche affrontate, rendendola un autentico classico letterario tout-court e non solo del genere fantascientifico.

Negli anni ’60 la Le Guin da inizio al suo ciclo sci-fi più famoso, quello dell’Ecumene appunto, ma anche alla saga fantasy di Earthsea il cui primo romanzo, A Wizard of Earthsea (Il mago di Earthsea), venne pubblicato nel ’68. Ad esso fecero seguito: The Tombs of Atuan (Le Tombe di Atuan) del ’71 e The Farthest Shore (La spiaggia più lontana) del ’72. L’eroe assoluto di queste storie è un mago, Ged, conosciuto da tutti come Sparviero, che dovrà affrontare per prima cosa quella stessa maligna oscurità evocata a causa del suo smisurato orgoglio e della sua vanità. Questi primi tre romanzi, raccolti in un volume unico dall’editrice Nord sotto il titolo collettivo di La saga di Earthsea, si differenziano nettamente non solo dalla letteratura fantasy inspirata alla produzione di J. R. R. Tolkien, romantica e conservatrice, piena di rimpianto per un perduto medioevo idealizzato, ma anche dall’heroic fantasy alla Robert E. Howard, avventurosa, violenta e barbarica. Non solo la Le Guin riadatta alla letteratura fantastica tematiche tratte di peso dall’antropologia, analogamente a quel che possiamo vedere all’interno del ciclo dell’Ecumene, ma ci presenta un protagonista umanissimo, credibile e reale. In buona sostanza questa scrittrice non ci parla solo del mito della Creazione, o del valore magico-religioso del linguaggio, ma anche della difficoltà del crescere, del male che si annida nell’animo di ciascuno di noi dando così alla sua opera un ben marcato spessore filosofico-esistenziale.

A questa trilogia negli ultimi anni si sono recentemente aggiunti altri due romanzi: nel 1990 Tehanu (L’isola del drago) e nel 2001 The Other Wind (I venti di Earthsea); entrambi editi in italiano dalla Nord all’interno del doppio volume I draghi di Earthsea nel 2005. Le tematiche esistenziali relative al rapporto vita/morte, già apparse nel terzo volume, diventano dominanti così come le riflessioni sulla natura maschile e femminile degli esseri umani.

Sempre a cura della Nord è apparsa nel 2007 una corposa antologia che raccoglie l’intera pentalogia sotto il titolo di La leggenda di Earthsea.

Nel 2005 Goro Miyazaki, figlio del ben più famoso sensei dell’animazione giapponese Hayao, si ispira alla saga di Earthsea per il suo Gedo senki (I racconti di Terramare); anime decisamente di qualità, presentato fuori concorso alla 63a Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, ma  che purtroppo mescola tra loro confusamente personaggi e situazioni della pentalogia.

Tra le sue opere recenti più interessanti segnaliamo Changing Planes del 2003, edito in Italia come Su altri piani, più simile ad una raccolta di racconti che a un romanzo unitario, che ricorda le opere più sofisticate di Jorge Luis Borges e Italo Calvino. Nelle pagine di Su altri piani la Le Guin ci porta attraverso una moltitudine di mondi paralleli, specchi della nostra realtà in cui possiamo rifletterci per vedere le nostre paure e le nostre speranze. Una prova d’autrice che la conferma come scrittrice impegnata, capace di trattare temi complessi come l’utopismo, l’anarchismo o il femminismo sposando mirabilmente le scienze umane con generi di letteratura popolare come science-fiction e fantasy.


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