Io sono Heathcliff – Desy Giuffrè


Desy Giuffrè: scorre un po’ d’inchiostro nelle mie vene.

di Anna Giraldo.

 

Io sono Heathcliff, sequel paranormal di Cime tempestose, è il suo romanzo d’esordio, in uscita a marzo con Fazi editore. Ma Desy scrive da sempre e ci racconta che da anni ha sognato e inseguito la pubblicazione, senza mai desistere o lasciarsi prendere dallo sconforto, sempre armata di tenacia e desiderio di crescere come scrittrice.

Ho avuto modo di conoscerla grazie a un’encomiabile iniziativa natalizia indetta dal blog Leo Sanguedinchiostro che ha proposto una serie di racconti inediti di autrici italiane tra cui anche quello di Desy, Holly Girl.

 

Ciao Desy, sono felice di poter intervistare un’autrice italiana di paranormal romance pubblicata da una casa editrice del calibro di Fazi. In un mercato inflazionato di autori stranieri, di sicuro il tuo talento li ha conquistati, in un genere nel quale, per altro, vantano alcuni primati considerevoli. Ti faccio i miei complimenti.

Vorresti raccontarci un po’ di te e dei tuoi inizi in campo letterario?

Grazie per la tua calorosa accoglienza, Anna. È davvero un piacere poterti raccontare di me. Sono nata durante un pomeriggio d’inverno nevoso, nel Gennaio del 1985. Sono cresciuta in un ambiente dove due mondi praticamente opposti hanno creato un’armoniosa unicità: quello militare di mio padre e l’altro, artistico, di mia madre. Sin da bambina ho iniziato a coltivare la passione rivolta alla lettura e alla scrittura, cimentandomi nella stesura di favole e racconti. Dall’età adolescenziale ho scoperto il meraviglioso universo romanzesco in ogni sua sfumatura, legandomi ad esso e rendendolo la mia vera “casa”. Credo nei buoni risultati di un lavoro frutto d’impegno, tenacia e ferrea pazienza; vivo tra le nuvole ma, al momento opportuno, so essere piuttosto razionale e obiettiva. La cosa che adoro tanto quanto scrivere e dedicarmi alla lettura è senza dubbio la sensazione di libertà che provo nel fare lunghe passeggiate nei boschi.

L’amore per la lettura è qualcosa che accomuna chi ama scrivere e, quanto mi dici, anche tu non sfuggi a questa passione. Che tipo di lettrice sei? Quali sono i tuoi autori preferiti?

Non posso che reputarmi una lettrice piuttosto esigente in quanto alle aspettative che ripongo nell’ambientazione e nella descrizione dei personaggi di qualsiasi libro che mi accingo a leggere. Riesco a legarmi così tanto ad una storia, da osservarne la copertina che la racchiude per molto tempo, all’occorrenza! Quando sono totalmente immersa nella lettura, tendo a immaginare i personaggi come fossero autentiche persone in balìa delle loro avventure, e piango, rido, sospiro con loro. Le mie letture spaziano dai classici al romance storico, dal fantasy al paranormal. Tra gli autori che considero a me più vicini: le sorelle Bronte, Jane Austin, Alexander Dumas, D’Annunzio, Verga, la più recente Katherine Woodwiss, Alessandro Baricco e alcuni dei nomi contemporanei per quanto riguarda la letteratura volta al Fantasy.

Cosa stai leggendo in questo momento?

The Mark di Leigh Fallon, Switched di Amanda Hocking e Amailija di Romina Casagrande, tutti Young Adult.

Nelle mie interviste amo fare una domanda che spesso è stata rivolta a me, credo che non sia facile rispondere e credo anche che la risposta possa variare a seconda del momento che si sta vivendo… tuttavia voglio insistere e porla anche a te: perché scrivi?

Perché non potrei farne a meno. Fa parte di me, e a volte amo persino pensare che, misto al sangue, possa scorrere un po’ d’inchiostro nelle mie vene, pronto a saper rilasciare le parole che cerco da sempre.

Quali sono i meccanismi che ti portano alla creazione di una storia?

Capita, a volte, che la storia si presenti ai miei occhi come scene di un film proiettato a intermittenza. Costruisco poi la trama unendo i pezzi di un puzzle a cui decido di dar vita; di solito ho ben chiari in mente sia l’inizio che la fase finale di una storia, e la parte su cui devo lavorare sodo è quella centrale. Ma, non mi vergogno affatto nel dirlo, capita persino di avere dei “suggerimenti” di storie anche in sogno: sprazzi d’immagini confuse che, ridestatami, riescono ad accendere in me la scintilla adatta alla creazione di un nuovo romanzo.

Inventi prima la storia o prima i personaggi?

Non hanno mai un ordine di entrata: a volte la storia precede i personaggi, o viceversa.  Uso sempre creare una scaletta, dividendo man mano l’intera trama in diverse fasce di azione, per non rischiare di cadere in parti monotone eccessivamente lunghe. I personaggi, invece, nascono da sé nella frazione di qualche istante; possono assumere le caratteristiche di qualcuno che conosco nella realtà, o prendere spunto da un determinato stato d’animo in cui mi trovo.

Credi di aver già trovato un tuo stile personale?

Credo di sì, ma sono del parere che questo non cessi mai di essere in continua evoluzione di migliorie. Affermo ciò perché non mi reputo mai pienamente soddisfatta di quel che faccio: persino a distanza di anni riuscirei a trovare qualcosa di cui lamentarmi riguardo il mio lavoro, sebbene sia riuscita a raggiungere un discreto senso di sicurezza in me stessa.

Qual è stato il percorso che ti ha spinto, dopo aver scritto, a desiderare di essere letta e quindi a proporti agli editori?

Scrivo praticamente da quando avevo 14 anni circa. Da sempre estremamente gelosa di ciò che scrivo, non ho mai lasciato che altri, all’infuori dei miei cari, leggesse i miei lavori; dunque non ho mai neanche pensato di farli revisionare da qualcuno. All’epoca non avevo idea del complesso circuito di passaggi ai quali un manoscritto viene sottoposto, prima di un’ipotetica pubblicazione. Così, iniziai a darmi da fare con l’invio di spessi formati cartacei agli editori più rinomati d’Italia, sigillati in busta chiusa con tanto di lettera di presentazione e sinossi. Ho affinato il mio metodo di approccio con le case editrici nel tempo, intuendo sempre più quanto importante sia il sapersi porre nei confronti di chi dovrà prendere in esame il nostro lavoro: una sinossi chiara, scorrevole e dettagliata, ad esempio, è indispensabile se si vuole catturare l’interesse di chi, quotidianamente, si ritrova a dover esaminare centinaia di manoscritti.

Ho proseguito così per anni, dieci per l’esattezza, collezionando una sfilza di risposte negative.  Fin quando non ho avuto la fortuna di far pervenire il mio ultimo romanzo nelle mani di chi ha creduto nelle sue potenzialità, a tal punto da prenderlo seriamente in esame e di condurmi alla firma di un contratto che avevo a lungo sognato, nella speranza di rendere la passione che ho per lo scrivere un lavoro a tutti gli effetti. Nel cuore e nei pensieri non smetterò mai di ringraziare chi ha creduto in me sin dall’inizio.

Puoi darci qualche piccola anticipazione sul tuo romanzo Io sono Heathcliff? Come è nata l’idea di scrivere un “sequel paranormal” per un classico?  

Ogni anticipazione lecita è possibile trovarla sia nel mio sito ufficiale http://desygiuffre.com/ che attraverso la rubrica “Oggi si parla di…” presentata su Holly Girls settimanalmente e dedicata ai personaggi di Io Sono Heathcliff.

Mi sono sempre piaciute le sfide, e da tempo ero alla ricerca dell’ispirazione “perfetta” che potesse suscitare l’interesse degli editori a cui proponevo i miei lavori. In generale, ma ancor più in Italia, l’idea di andare a “intaccare” un classico della letteratura ha sempre suscitato non poco timore, direi ampiamente giustificato. Ma perché non volersi cimentare in un’impresa tanto rischiosa quanto affascinante? È un modo per riuscire ad avvicinare anche i giovani alle storie intramontabili che adornano il mondo della letteratura. Inoltre, credo che Cime Tempestose sia uno tra i romanzi più adatti a concedere la possibilità di trarre dalla sua trama complessa un sequel paranormal, grazie all’aura già di per sé cupa che gli è sempre stata riconosciuta.

 

A cosa stai lavorando adesso e quali sono i tuoi progetti futuri?

Al momento sto lavorando a un progetto non poco impegnativo: una trilogia a cui sono già fortemente legata e nella quale sento di poter dare molto. Progetti futuri? Saper fare tesoro di quello che il presente mi sta donando.

C’è qualche consiglio che vorresti dare a chi, come te, ama scrivere?

È sicuramente uno il consiglio che mi preme più dare a chi, come me, desidera esprimersi attraverso il “mestiere” dello scrittore: quello di non dare limiti alla propria ispirazione, di non temere che l’azzardo letterario possa influire nella riuscita di un progetto, poiché oltre al talento, alla tenacia e al duro lavoro, quel che conta è anche l’originalità di una storia, a qualsiasi genere essa appartenga.


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