Settimana Lupo Mannaro – Lupo e Pipistrello


Lupo e Pipistrello: Il legame fra Mannaro e Vampiro

A cura di Maurizio Vicedomini

Anche se a un primo sguardo può sembrare un confronto ben poco fruttuoso, comparare Licantropi e Vampiri può rendere un favoloso servigio per la comprensione del folclore e delle sue origini. Le due figure provengono infatti da miti popolari molto simili, sebbene con varie differenze e scopi diversi.

 

Premettiamo che il Lupo Mannaro, nella sua accezione originale, non era una creatura ibrida, ma un vero e proprio lupo con diverse particolarità, come il pollice de-atrofizzato, la capacità di parlare – in alcuni casi –, o l’essere privo di coda.

Il metodo principale per diventare Licantropo era la magia, e non era necessario guardare la luna piena, ma la trasformazione poteva essere – come spesso era – anche volontaria.

Ucciderli, infine, era molto difficile, ma si poteva utilizzare l’argento, come forma per distruggere le creature del diavolo.

Ebbene, le differenze con il lupo mannaro moderno sono evidenti, ma una comparazione con il Vampiro ci permetterà di venirne a capo con chiarezza.

Prima di tutto la forma ibrida. Il Vampiro era l’esatto contrario del Lupo Mannaro, nella sua forma moderna, poiché la trasformazione in pipistrello serviva solo per spostarsi, mentre l’orrore veniva reso in forma “umana”. Il Lycan, invece, da umano è inerme e in forma animale pericoloso.

La letteratura ha spinto alla creazione della forma ibrida per cominciare a uniformare le diverse creature dell’orrore sovrannaturale e allontanarlo dal folclore più fiabesco. In particolare la capacità di parlare del Lupo in forma animale veniva giudicata troppo banale: il “miglioramento” dell’archetipo si ha avuto avvicinandolo al Vampiro, come già detto, che era la figura predominante nell’horror moderno letterario.

Il Lupo Mannaro ha quindi assunto valenza più umana, senza però pregiudicare il folclore di partenza e la parte bestiale che lo contraddistingueva.

Spesso ha perso la capacità di parlare, ancora per allontanarsi dal fiabesco, per guadagnare una più terribile istintività che lo avvicinasse all’animale. È stato una sorta di compromesso fra la conservazione dell’archetipo originale e il suo cambiamento a favore della modernità.

Secondo punto di cambiamento è stato il modo per diventare un Licantropo.

In origine sia il Vampirismo che la Licantropia erano status, non morbi. Le energie del male, del diavolo, o di qualunque altra entità malvagia delle concezioni popolari, “contagiava” un cadavere – nel caso del Vampiro – o un essere umano – nel caso della Licantropia. Questo spiega anche perché fosse utilizzato l’argento per uccidere entrambi (sebbene per il Vampiro si preferisse il paletto), perché capace di distruggere le forze oscure.

Con la modernità, la religione e le forze del male in genere sono uscite dal centro dell’horror sovrannaturale, riempiendo sempre più ruoli marginali. Si è tentato di trasformare in qualcosa di più vicino a noi questi status, e così si è giunti al Vampirismo come malattia. Già con Il signore dei Vampiri di Hugh Davidson, tanto per citare un classico, chi muore in seguito al morso di un Vampiro si risveglia come tale.

Inutile dire come il Lupo Mannaro ne abbia seguito la sorte, e anzi sia diventato il punto forte del folclore sui Licantropi. Oggi è molto più nota la trasmissione della malattia per i Lycan che per i Vampiri.

Infine la luna. L’elemento portante della figura del Vampiro è l’inquadramento nella notte, quando l’essere umano non vive, e la sua morte apparente durante la fase del giorno. Che la notte simboleggi la morte e il giorno la vita è un qualcosa di estremamente antico e lo si ritrova nelle opere letterarie di ogni epoca.

Il Lupo Mannaro, invece, non aveva questa caratteristica, non era possibile inquadrarlo in un preciso periodo di tempo. La modifica che ha reso ancor più popolare il Licantropo è stato il legame con la luna piena. Luna, ovviamente, inquadrata nella notte e quindi nel tempo delle creature diverse dall’uomo.

Va detto, comunque, che questi legami sono accettati e rifiutati dai filologi di letteratura gotica di tutto il globo. Alcuni sono d’accordo nel constatare come il Lupo Mannaro sia stato influenzato dalla fama del Vampiro, altri negano ogni legame. Comunque un contatto fra i due c’è.

Nel Dracula di Bram Stoker, il Conte ha un influsso di comando sui lupi, riuscendo a richiamarli come fosse il maschio alfa. Lo stesso Dracula ha le mani pelose, che è spesso prerogativa dei Licantropi.

Ma ancora, in chiave più moderna, film come Underworld mostrano una presunta discendenza comune fra le due creature. Che questa sia una forzatura del folclore è cosa certa. Eppure se così tante opere – fra letteratura e cinema – pongono l’accento sul legame fra Lycan e Vampiri, qualcosa di folcloristicamente vero dev’esserci. Si pensi solo al Farkaskoldus dei racconti ungheresi, Vampiro capace di trasformarsi in lupo.

Dunque la reale mescolanza fra i due archetipi non può essere tralasciata troppo alla leggera, se si vuole capire l’evoluzione delle creature fino a oggi. Il fatto, poi, che oggi i Vampiri e i Lycan siano creature in netto contrasto – ma sempre presenti insieme – dà da pensare sugli sviluppi futuri che si potranno avere.


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