Recensione I Diari della Falena


Recensione del libro I DIARI DELLA FALENA di Rachel Klein

 

A cura di Fiorella Rigoni

 

«Un libro che scandaglia come nessun altro prima la psiche e le nevrosi delle ragazze adolescenti …»

The Guardian

 

«Deliziosamente terrificante»

                                                     Sunday Telegraph

 

BIBLIOGRAFIA

Rachel Klain ha scritto questo libro e vari racconti usciti sulla “Literary Review” e la “Chicago Review”.

SINOSSI

In un elegante collegio, una ragazza di sedici anni affida al proprio diario i propri pensieri più intimi. L’oggetto della sua crescente ossessione è la compagna di stanza, Lucy Blake, e l’amicizia di Lucy con la loro nuova e inquietante compagnia di classe, l’enigmatica e lunatica Ernessa, pallida e dagli occhi ipnotici.

Attorno a lei vorticano voci misteriose, sospetti e segreti. Mentre la paura si diffonde per la scuola e Lucy non è più la stessa Lucy, fantasia e realtà si mescolano finché ciò che è vero e ciò che è solo immaginato si fondono in un incubo a occhi aperti che risveglia le ansie, la lussuria, e le paure dell’adolescenza.

 

RECENSIONE

Il libro è decisamente affascinate.

Si tratta di un diario. Un insieme di pensieri e parole affidati alle bianche pagine di un quaderno da una sedicenne affetta da personalità borderline (“al limite” per i profani).

L’ossessione della studentessa per una compagna pervade da ogni pagina, intensificandosi sempre di più, fino ad arrivare alla tragica fine dell’anno scolastico.

La narrazione è spesso intricata, a volte non si riesce a capire quello che è reale da quello che la ragazza immagina. Le allucinazioni si sovrappongono al consueto e al familiare, rendendo difficile l’interpretazione.

Ma lo stile fluente e avvincente dell’autrice coinvolge e travolge, rendendoci partecipi dei pensieri della protagonista a tal punto che tutto sembra effettivamente credibile, persino i sogni.

Nei giorni mancanti e negli spazi vuoti che la narrazione lascia si trova il tempo di elaborare le paure che l’immaginazione della sedicenne scatena nel lettore, spronandolo a continuare, ad andare avanti e addentrarsi così sempre più profondamente nella sua psiche malata – ma che tale non sembra a noi profani – e a scendere nel baratro del terrore che i suoi pensieri provocano.

Il susseguirsi di nefasti eventi, al limite dell’horror, calano l’ignaro lettore in un’atmosfera gotica molto realistica, dove tutto sembra perfettamente plausibile e niente appare stravagante o fuori luogo.

Ci si perde in un mondo, quello dell’adolescenza, che rispecchia in tutto e per tutto i più intimi timori della maggior parte delle persone.

L’abbandono e il suicidio, la morte e l’amore, scatenano emozioni forti, talvolta deleterie per il debole equilibrio di ragazze troppo fragili o solamente lasciate a se stesse. La morte prematura del padre, morto suicida e il dolore devastante della madre rendono ancora più precaria la stabilità mentale di una sedicenne in conflitto con un corpo che sta cambiando e un futuro che non riesce a immaginare. L’ossessione prende presto il sopravvento sui suoi pensieri e trascina il lettore in un gorgo dal quale non può sottrarsi se non abbandonando la lettura.

L’atmosfera opprimente del collegio in cui la protagonista passa l’anno scolastico contribuisce a far sì che la storia risulti perfettamente credibile e non dia spazio a nessun dubbio in proposito. E alla fine ci si ritrova a credere che gli inusuali fatti siano realmente accaduti e non siano solo il frutto di una mente malata.

Un urban fantasy ben fatto e che vale la pena di leggere.

ESTRATTO DAL LIBRO

10 settembre

   Mia madre mi ha accompagnata alle due. Praticamente sono tornate tutte. Tranne Lucy. Non vedo l’ora che arrivi, così potremo disfare le valigie insieme. Nel frattempo scriverò il mio diario.

   Dopo la partenza di mia madre, ho sentito un vuoto alle stomaco che mi è salito fin dietro gli occhi passando per la gola. Non ho pianto, anche se forse mi sarei sentita meglio se lo avessi fatto. Avevo bisogno di rimanere aggrappata a quella sensazione, a quel dolore. Se ci fosse stata Lucy, mi avrebbe distratto. Ho avuto un momento di panico quando ho salutato mia madre, l’ho quasi supplicata di non lasciarmi qui. È una cosa stranissima. Era un mese che non vedevo l’ora di ritornare a scuola. Ero tutta emozionata quando ho ricevuto per posta le nuove divise. La gonna primaverile azzurro chiaro era rigida come il cartone. L’ho dovuta lavare prima di poterla mettere. Sono contenta di non essere un’allieva esterna, e di non dovermi preoccupare del mio aspetto nel viaggio di ritorno in treno. Si infilano nei bagni della stazione, si truccano e si mettono i mocassini al posto delle scarpe basse con le stringhe, nel caso dovessero incontrare un ragazzo che conoscono. Le ho viste aspettare il treno con la gonna tirata su sopra il ginocchio, ed è difficile capire che indossano una divisa. Per noi interne non ha alcuna importanza somigliare a delle infermiere.

   Adesso che sono qui, voglio scappare.


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