Weird: Il mito dello strano. Da Weird Tales ai giorni nostri.


Weird: Il mito dello strano. Da Weird Tales ai giorni nostri.

A cura di Maurizio Vicedomini

 

Non è raro navigare su siti che parlano di Fantastico e trovare il termine Weird, e non è neanche raro trovare persone che non hanno idea di cosa si stia parlando. Per fare un po’ di chiarezza è bene partire dalle origini del termine e navigare nei cambiamenti fino al giorno d’oggi. Partiamo da un presupposto: Weird significa strano. Nella letteratura, anche se sarebbe meglio parlare di narrativa, lo stesso concetto dello strano è cambiato, man mano che il lettore assumeva come normali le stranezze proposte. Vediamo come e perché.

 

Weird Tales era una rivista  pulp – genere con scene e azioni forti, macabre, ai limiti dell’horror – di grande successo. Su di essa furono pubblicati maestri della narrativa fantastica come H.P. Lovecraft e R.E. Howard, ma non solo. Lo scopo della rivista, e di tutte quelle di stampo simile, era proporre racconti – quindi storie – ai limiti della realtà, ricche di emozioni forti e oscure. Non è un caso, infatti, che H.P. Lovecraft sia considerato uno degli antesignani della narrativa Weird.

Inutile dire che le storie strane di Weird Tales erano di stampo ben differente da ciò a cui oggi siamo abituati. Era un bizzarro del tutto diverso, che vedeva nel suo padre più illustre Edgar Allan Poe, affiancato su un gradino più basso dai già citati Lovecraft e Howard, il Lewis Carroll di Alice in Wonderland, o Seabury Queen, autore del ciclo di Jules De Grandin.

 

Con la chiusura della rivista – avvenuta nel 1954 dopo 279 numeri – il concetto di Weird rimase in sordina, lasciando spazio alle letterature Fantasy, Fantascientifico e Horror. Ed è proprio in questo periodo che si è andata delineando la differenza fra Weird e narrativa di genere: è Weird la contaminazione fra i generi, miscuglio di idee differenti e di particolarità, come ne La Casa Sfuggita del 1924 a opera di Lovecraft, dove c’è utilizzo di macchinari fantascientifici affiancati a presenze sovrannaturali terrificanti.

 

Dunque, in sordina, il Weird sopravvive fino agli anni novanta, dove ricompare negli scritti di diversi autori, oggi considerati i maestri contemporanei del genere. Parlo di Jeff VanderMeer, China Miéville, Steph Swainston e Michael Swanwick. Con loro si è cominciato a parlare di New Weird, un vero e proprio sottogenere del fantastico.

Ecco come VanderMeer definisce il New Weird:

 

New Weird is a type of urban, secondary-world fiction that subverts the romanticized ideas about places found in traditional fantasy, largely by choosing realistic, complex real-world models as the jumping off point for creation of settings that may combine elements of both science fiction and fantasy. New Weird has a visceral, in-the-moment quality that often uses elements of surreal or transgressive horror for its tone, style, and effects — in combination with the stimulus of influence from New Wave writers or their proxies (including also such forebears as Mervyn Peake and the French/English Decadents). New Weird fictions are acutely aware of the modern world, even if in disguise, but not always overtly political. As part of this awareness of the modern world, New Weird relies for its visionary power on a “surrender to the weird” that isn’t, for example, hermetically sealed in a haunted house on the moors or in a cave in Antarctica. The “surrender” (or “belief”) of the writer can take many forms, some of them even involving the use of postmodern techniques that do not undermine the surface reality of the text.

 

Lo traduco per una più semplice comprensione:

 

Il New Weird è un tipo di storia urbana posta in un Mondo secondario che sovverte le idee romantiche circa i luoghi che è possibile trovare in un Fantasy tradizionale, soprattutto scegliendo modelli complessi di mondi realistici come punto di partenza per la creazione di ambientazioni che possono combinare elementi di Fantascienza e Fantasy. Il New Weird ha un uno stile ed effetti viscerali – dal momento che spesso usa elementi surreali o Horror trasgressivo nel suo tono – insieme all’influenza dagli scrittori New Wave o dei loro imitatori (inserendo anche qualche antenato letterario come Mervyn Peake e il Decadentismo Franco-Inglese). Le storie New Weird sono consapevoli del mondo moderno, anche se in contrasto, ma non sempre in modo aperto. Come parte di questa consapevolezza del mondo moderno, il New Weird fa affidamento all’arrendersi allo strano per il suo potere visionario che non è, per esempio, sigillato ermeticamente in una casa infestata sulle brughiere o in una grotta nell’antartico. L’abbandonarsi – o il credere – dello scrittore può assumere molte forme, alcune delle quali coinvolgono addirittura l’uso delle tecniche post-moderne che non indeboliscono la facciata di realtà del testo.

 

Oggi la narrativa Weird è confluita in gran parte nel New Weird, ma non solo. Tralasciando diversi sottogeneri, quali CyberPunk, DieselPunk o SlipStream, che sono a tutti gli effetti evoluzioni del concetto basilare di Weird, ma che hanno assunto forme differenti, è da citare la Bizarro Fiction. Questo è un genere molto particolare, perché è una sorta di New Weird ancora più crudo. Spesso i due sottogeneri vengono confusi, ma la differenza sta proprio nel gusto per il grottesco, il non-sense e la sessualità spinta che pervade la Bizarro Fiction.

 

Ai giorni nostri il New Weird è in scalata, ma rimane ancora un genere di nicchia, almeno per ora. Ciò non toglie il genere si sia diffuso anche fra gli autori nostrani, come ad esempio Luca Tarenzi e Adriano Barone.


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