TIZIANO G. BERTONI – The Angels Chronicles


TIZIANO G. BERTONI – The Angels Chronicles

Se non avete mai pensato che la furia degli angeli potesse un giorno calare senza pietà, è giunto il momento di ricredervi.
Se non avete mai pensato che gli angeli potessero avere ali nere, fumare sigari cubani e guidare Harley Davidson, è giunto il momento di ricredervi.
Se non avete mai pensato che un thriller che lascia senza fiato possa alternare risvolti filosofi ci e dettagli pulp creando la più avvincente e politicamente scorretta storia “fantasy dark”, è giunto il momento di leggere questo libro.

Oggi su Fantasy Planet abbiamo il piacere di conoscere Tiziano Bertoni, un nuovo autore della casa editrice Casini.

Facciamo la sua conoscenza direttamente dalle sue parole, mentre ci racconta chi è e com’è nata la sua passione per la scrittura:

Nasco a Varese, nel 1974.

A sei anni leggo il mio primo libro, “Racconti del mistero e del terrore” di Poe, e in quel preciso momento vengo folgorato da una verità assoluta: l’horror farà parte della mia vita per sempre.

La passione per questo genere mi porta a scoprire altri maestri della letteratura fantastica: M. R. James, Bram Stoker,  Stephen King, Clive Barker, H.P.Lovecraft e Anne Rice. Mentre i bambini della mia età si divertono con le avventure del Corriere dei piccoli e di Topolino, io pongo le basi della mia cultura sopra cumuli di cadaveri fatti a pezzi, fantasmi, vampiri, zombies ed altre simpatiche creature.

“ Il lungo addio”, di Raymond Chandler, è la chiave che spalanca le porte alla seconda rivelazione della mia vita: il giallo non è solo Agatha Christie. Da quel giorno, all’incirca verso i miei dieci anni, la ricerca dell’opera perfetta mi condurrà ad esplorare un nuovo mondo letterario, i cui protagonisti ed eroi si chiamano: Dashiell Hammet, James Elroy, Jim Thompson, Patricia Highsmith etc… La scoperta che il mondo non è tutto zucchero e fiori come gli adulti vorrebbero farci credere, sarà un’esperienza liberatoria: nella mia immaginazione di bambino, nuovi mostri andranno a far compagnia a quelli vecchi: mostri più umani, certo, ma non per questo meno terrificanti dei primi.

La terza rivelazione, la letteratura italiana del novecento, mi sorprende intorno al periodo delle scuole medie: Pirandello, Sciascia, Elsa Morante, Cesare Pavese e Italo Svevo diventano i miei nuovi maestri di vita e letteratura. Le parole scritte mi si presentano sotto un nuovo aspetto, acquistano un potere e una forza di cui non immaginavo l’esistenza.

Le scuole superiori, oltre che nuove amicizie,  portano il vento nuovo di un genere e di un mondo che non hanno eguali in letteratura: Tolkien e l’universo immortale de “Il Signore degli anelli” rappresenteranno l’introduzione alla quarta verità rivelata, il fantasy.

La quinta e ultima rivelazione, giunta con la maturità scolastica,  ha i nomi di due giganti assoluti della letteratura mondiale di tutti i tempi: Ernest Hemingway e Fedor Dostoevskij.

Attualmente, sono impegnato nella stesura di due nuovi romanzi fantasy-horror e nella revisione di alcuni racconti di genere vario (dal pulp al fantasy), che pubblicherò insieme ai miei deliri personali nel blog www.sanguesulmuro.com.

La divinazione delle carte è il rovescio irrazionale della medaglia sincronicistica di Jung. Tutto il mondo è collegato da coincidenze significative che il livello dei sensi non riesce a captare, se non con l’ausilio degli archetipi figurati dei tarocchi. Ogni tanto, per gli amici, mi diletto nella lettura delle carte.

Le vite dei serial killers sono  come quelle dei santi. Quando una cosa è contraria al bene e alla morale comuni, difatti, non significa che non ne possegga la stessa verità.  Anche l’immagine riflessa sullo specchio è contraria alla nostra, ma a nessuno verrebbe in mente di dire che l’immagine riflessa sul vetro non è la nostra. Mi interessano le biografie dei serial killers perché in un certo senso rappresentano la parte oscura di tutti noi, quel che avremmo potuto essere.


Veniamo ora alle nostre domandine:

1.Raccontaci un po’ di te e di com’è nata la tua passione per la scrittura e per il fantasy.

Da bambino ero un tipo abbastanza introverso e solitario: il fatto che, in seguito, questa predisposizione alla solitudine mi abbia portato alla scrittura è parte di un processo sul quale ho elaborato una mia personale teoria: quella dello scrittore e del serial killer.

Quando alla compagnia degli altri bambini preferisci quella dei personaggi di un libro, oppure di un film che danno in televisione, le occasioni che hai per interagire con il mondo e sfogare la tua creatività si riducono drasticamente di numero. Uno può iniziare a torturare ed uccidere piccoli animali domestici e diventare in seguito un serial killer professionista; oppure può fare quello che ho fatto io: inventare delle storie e poi, col tempo, a metterle nero su bianco.

Il primo racconto che abbia mai scritto in vita mia – avrò avuto si e no otto anni – era una storia di un paio di pagine che parlava di una casa stregata,  in cui alla fine tutti i personaggi morivano orrendamente trucidati, fatti a pezzi e mutilati da una malvagia entità soprannaturale. Il mio primo amore letterario, insomma, è stato sicuramente l’horror.

Il Fantasy, invece, è un genere che  ho conosciuto sul tardi, verso i miei sedici anni. Ho iniziato col leggere la bibbia, ovverosia “Il signore degli Anelli” e poi  Robert E. Howard e il suo Conan, Stephen King e il suo ciclo della Torre Nera, fino ad arrivare ai maestri odierni:  J.K. Rowling e George R.R. Martin.

2.Da cosa sei stato ispirato per la stesura di The Angels Chronicles?

Volevo scrivere qualcosa che non si inquadrasse in un solo genere,  che fosse irriverente e abbastanza vario da non annoiare i lettori, ma soprattutto che non annoiasse il sottoscritto.  Non sono il tipo che riesce a scrivere un racconto o un romanzo  “classici”:  semplicemente, dopo un po’ che scrivo qualcosa del genere va a finire che non mi diverto più e mollo tutto. Per rispondere alla tua domanda, quindi, posso dirti che tra le cose che mi hanno ispirato ci sono tutte quelle espressioni artistiche popolari che in un certo qual modo hanno rappresentato un punto di rottura con gli schemi tradizionali:  la musica rock (Led Zeppelin, Metallica, Mars Volta),  il cinema  (Martin Scorsese, Quentin Tarantino, Danny Boyle),  la letteratura estrema (James Ellroy, Clive Barker, Palahniuck) e i fumetti della Marvel.

3.Come mai hai scelto gli angeli come protagonisti?

In realtà,  ho sempre pensato che siano stati loro a scegliere me e non viceversa.  Più che agli angeli, naturalmente mi riferisco alla storia in generale… la mia idea è che siano le storie a scegliere quando e da chi farsi raccontare.  Per spiegare meglio quello che intendo dire, userò come esempio il modo in cui The Angels Chronicles si è sviluppato in maniera del tutto casuale.  Avevo tra le mani questo racconto, in cui c’erano questi due uomini, un killer della mafia e un suo ostaggio. Ero appena all’inizio e mi ero bloccato, non sapendo esattamente come l’avrei portato avanti. La storia, in se stessa, mi sembrava abbastanza banale. In attesa dell’ispirazione,  ho acceso la radio e la prima canzone che ho sentito è stata “Angels with dirty faces”, dei Los Lobos. Non è un pezzo famosissimo e neppure recente – stiamo parlando di un album del 1994 “Kiko” – quindi trovo che la coincidenza sia abbastanza significativa.  Ascoltando la canzone mi è venuto alla mente che il titolo richiamava quello di un famoso film  in bianco e nero del periodo d’oro di Hollywood, un film in cui si parlava di gangster e di redenzione. A quel punto mi sono immaginato che cosa sarebbe successo se uno dei due uomini, nel racconto, fosse stato per l’appunto un angelo, nel senso letterale del termine.  Il resto è venuto da sé.

4.Molta ironia, canne fumanti, e stile pulp. Una nuova generazione di angeli. Raccontaci un po’ come sono  e che genere di lotta combattono.

Partirei, innanzitutto, col dire quel che non sono. Gli angeli protagonisti del libro non sono abitanti del paradiso che vivono tra i comuni mortali, ne messaggeri divini mandati da Dio sulla terra per redimere o aiutare le persone.  Appartengono  ad una stirpe mitologica che si è evoluta parallelamente a quella degli esseri umani, una razza che nel corso dei secoli ha mantenuto segreta la sua esistenza per preservarne la sicurezza e la tranquillità. Le caratteristiche fondamentali di questi esseri mitologici sono diverse; la prima di queste è la spropositata forza fisica; in secondo luogo, essi vantano una longevità di gran lunga superiore a quella degli esseri umani; vi è infine la loro semi-invulnerabilità: essendo creature il cui dna ha uno stretto legame con le particelle subatomiche dell’aria, l’unico modo per uccidere un angelo è quello di usare delle armi da taglio, o dei proiettili, modificati a livello ” sonoro” (che a contatto con la resistenza dell’aria emettano vibrazioni acustiche ben definite, irripetibili da qualsiasi artefatto umano).

Gli unici a conoscere il segreto dell’esistenza degli angeli  sono i Diaconi (esseri umani dalle qualità fisiche e spirituali superiori alla norma, custodi e protettori degli angeli), e i Miracolati (i servitori umani degli angeli).   La guerra che racconto nel romanzo è quella tra le due etnie opposte della stirpe degli angeli: le ali bianche (i cattivi) e le ali nere (i cosiddetti buoni; anche se in realtà sarebbe meglio definirli i meno cattivi).  I primi vivono tra gli umani col solo intento di arrecar loro dolore e sofferenza, e vorrebbero dominare il mondo e ridurre la razza umana in schiavitù; i secondi, invece,  hanno sempre vissuto tra gli esseri umani in pace, condividendone gli affetti, i dolori e la storia.  Il romanzo prende inizio nel momento in cui Samuel Berstein, leader ideologico delle ali bianche e nemesi del protagonista, decide che è giunto il momento di scatenare una guerra contro le ali nere, allo scopo di eliminare tutti coloro che stanno dalla parte degli esseri umani.

5.C’è un protagonista o un passaggio nella stesura che ti ha maggiormente coinvolto?

Jake Blues, il protagonista ed eroe principale del mio romanzo (anche se non l’unico), è sicuramente il personaggio del libro al quale sono più affezionato.  Rappresenta l’insieme di tutte quelle caratteristiche che un eroe moderno dovrebbe a mio avviso possedere: cioè l’ironia, il cinismo e quel pizzico di strafottenza che gli deriva dall’essere conscio della propria superiorità rispetto agli altri.

A very bastard hero, insomma!

6.Vi sono alcuni omaggi a Quentin Tarantino. I suoi film hanno condizionato in qualche modo il tuo stile di narrazione?

Moltissimo. Pensa che quando mi capita di parlare del romanzo, inizio subito col dire che è un fantasy Tarantiniano…  lo stile trasgressivo e pop di Tarantino, così come quello di molti altri cineasti che adoro (Scorsese, il primo Guy Ritchie,  Takeshi Kitano), rimane un punto di riferimento costante, quando scrivo un romanzo o un racconto.  Forse dipende dal modo in cui mi piace raccontare una storia:  tendo ad  essere conciso  e ad evitare prolissità inutili e noiose, a puntare dritto all’azione.

7.Ci sarà un seguito di The Angels Chronicles?

Il romanzo è autoconclusivo al cento per cento, anche se lascia aperti alcuni interrogativi . Dopo aver terminato la terza stesura del romanzo ho scritto diversi capitoli di un ipotetico seguito, ma poi ho deciso di prendermi una pausa e di dedicarmi ad un’altra storia.  Quindi, la risposta alla tua domanda è: chi lo sa?

8.Quali sono gli scrittori a cui ti senti maggiormente legato?

Stephen King (imprescindibile), Ernest Hemingway e  James Ellroy.

9.Secondo te scrivere è pura passione, da lasciare come tale, o può diventare un lavoro?

Può essere entrambe le cose, immagino…  che debba essere innanzitutto una passione è fuori dubbio: se poi diventa anche un “lavoro”, perchè no?

10.Qual è stata la tua esperienza nel cercare editore?

Ho stampato un centinaio di copie di sinossi, presentazione e primi capitoli del romanzo. Ero pronto a spedirle ad altrettante case editrici quando mi è arrivata una mail da parte della Casini Editore, in cui mi dicevano che erano interessati alla pubblicazione del romanzo.  Prima di stampare le copie, difatti, avevo mandato un file dello stesso documento a tutte quelle Case editrici che accettavano i manoscritti via internet.  A parte il fatto di aver deforestato la  giungla amazzonica per niente, quindi, si può dire che mi sia andata piuttosto bene.

11.Quali sono i tuoi progetti futuri?

Scrivere, scrivere e poi scrivere… ho un paio di romanzi tra le dita, un blog sul quale pubblico i miei deliri personali (www.sanguesulmuro.com) e alcuni racconti che sto revisionando, che probabilmente pubblicherò a puntate sul blog.

Un grazie di cuore a Tiziano per la sua gentile disponibilità.


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