Recensione Carbonel di Barbara Sleigh


IL REGNO DI CARBONEL – CASINI EDITORE

Finalmente è in uscita de Il regno di Carbonel, sequel del romanzo per ragazzi Carbonel, della scrittrice Americana Barbara Sleigh, deceduta nel 1982.

Oggi percorriamo insieme attraverso una recensione, gli eventi caratterizzanti il primo romanzo, nell’attesa di un seguito che si annuncia essere ancora più coinvolgente.

NOTE BIOGRAFICHE:

 

Barbara Sleigh nacque nel 1906 nel Warwickshire. Dopo aver seguito un corso per insegnanti di storia dell’arte, si dedicò a scrivere racconti per bambini per alcuni programmi radiofonici. Fu docente presso il Goldsmith’s College e nel 1933 entrò a far parte dello staff della BBC Children’s Hour. Tre anni dopo sposò David Davis, compositore, produttore musicale e direttore dello stesso programma. Barbara continuò a scrivere i suoi racconti ed ebbero un figlio e due figlie, ai quali diceva sempre che il suo interesse principale nella vita erano «i bambini e i gatti, suoi e degli altri». Carbonel fu il suo primo libro, e grazie alle strabilianti avventure del gatto e della bambina con la scopa da strega, fu nominato “Libro del Mese” dallo «Young Elizabethan Magazine», come la «storia fantastica più bella e verosimile». Barbara morì nel 1982. Carbonel, mai.

 

SINOSSI DEL PRIMO:

 

Carbonel è il gatto, ma è anche la storia del gatto, e di un manico di scopa, e di una scolaretta qualunque. Rosemary (ma potrebbe capitare anche a voi, miei piccoli lettori) acquista la scopa e il gatto al mercato, a un prezzo davvero bassissimo. Come avrete già capito, sia la scopa che il gatto non sono esattamente quel che sembrano, e rivelano la loro vera identità proprio quando Rosemary ha un bisogno disperato di qualcosa di divertente. Un bravo gatto sa sempre essere indipendente, quindi lei all’inizio non sa come passare il tempo… ma poi Carbonel dà prova di essere un Gatto Reale in un modo davvero formidabile. Grazie al gatto e al manico di scopa, Rosemary imparerà qualche incantesimo e qualche magia, e le avventure che ne seguiranno trasformeranno una noiosissima vacanza in un’indimenticabile avventura senza fine.

 

ESTRATTO:

 

— Vieni, Fuffy! Adesso possiamo farci una bella chiacchierata.

— Non se mi chiami con quel nome rivoltante. Fuffy! Come se fossi un gatto qualunque, o uno di quei gatti da giardino buoni solo a dar la caccia ai topi e a starsene tutto il tempo seduti davanti al fuoco!

— Mi dispiace tanto Fu… cioè, come devo chiamarti, allora?

— Puoi chiamarmi Carbonel. È il mio nome.

SINOSSI SEQUEL:

 

Scende la notte e il Regno dei Gatti torna alla vita: i muri della città diventano strade, i tetti e la cima degli alberi diventano montagne e campi. Il gatto nero Carbonel e sua moglie, la Regina Dolceamore, regnano da tempo immemorabile in questo luogo incantato, dove gli umani sono rari, i gatti se ne vanno a spasso liberamente e scorrono fiumi di ottima crema. Ma la malvagia Grisana, un bellissimo persiano grigio che farebbe sembrare una miciotta coccolosa anche Lady Macbeth, ordisce segrete trame per conquistare il Regno dei Gatti, e a separare lei e il trono ci sono solo  Carbonel e i suoi cuccioli, il Principe Beldono e la Principessa Papiria. Con il ritorno della vecchia nemica di Carbonel, la strega Mrs Cantrip, e della sua apprendista, Miss Dibdin, il piano di Grisana potrebbe essere inarrestabile. Fortunatamente, Carbonel può ancora contare sull’aiuto dei suoi giovani amici, Rosemary e John. Insieme alle creature buone che popolano il Regno dei Gatti (e anche con qualche incantesimo), i bambini affrontano Grisana e la sua spietata cricca. È una battaglia per il futuro del Regno dei Gatti e stavolta solo la magia più forte riuscirà a prevalere.

 

RECENSIONE del romanzo CARBONEL:

« Una storia deliziosa dedicata a tutti coloro che pensano che le cose impossibili possano accadere anche in un mondo barbosissimo… I bambini sono vivaci, gli adulti (inclusa la strega) esuberanti e l’intreccio di magia e realtà è davvero efficace. »

The New York Times

Il mio pensiero a riguardo è molto positivo. Una lettura adatta a un pubblico giovane, ma che è capace di trascinare l’adulto fino alla fine della storia.

Con un ambientazione così lontana da noi, sebbene siano solo gli anni ’50, si rimane affascinati dallo stile di vita di un tempo. La semplicità e il contatto umano che i migliaia di artefatti di cui oggi ci circondiamo, oscurano irrimediabilmente.

Rosemary è dolce, leggiadra, ma molto profonda, rispettosa delle regole, al punto da temere di infrangerle, ossequiosa con le persone adulte, anche se arguta nel comprendere di chi può o meno fidarsi. Senza troppi fronzoli il lettore la può immaginare come vuole, abbracciata a quel gatto che invece di cose ne ha da raccontare parecchie. Eh sì, direi che il perno su cui tutto gira è proprio lui, Carbonel, con la sua aria fiera, tipica dell’eroe che anche in difficoltà tentenna a chiedere aiuto e che quando lo fa cerca di usare toni distaccati.

“Penso sempre che gli oggetti fatti per essere usati hanno un’aria piuttosto triste rinchiusi in un museo, a farsi guardare.” (Rosemary)

Come non dare torto a questo pensiero fanciullesco, quante volte ci siamo ritrovati a giocare con la mente, dando vita ad oggetti inanimati?

“Non è buffo come il cibo sembri smettere di essere pesante una volta che lo hai mangiato?” (John)

È John, l’amico di Rosmary che fa questa osservazione. Un bambino all’apparenza ricco e forse diverso da lei, che invece le somiglia per la purezza di spirito.

Già da sola la piccola Rosemary ha una carica non indifferente, ma insieme a John e a Carbonel formeranno una squadra vincente, in grado di unire le forze per trovare gli oggetti magici che servono per ridare la libertà al mitico gatto!

 

Resto in attesa di leggere il sequel.


Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *