Il fantasma di Idalca – Intervista a Vlad Sandrini


Oggi su fantasy Planet intervistiamo Vlad sandrini, autore de Il fantasma di Idalca, un romanzo (tecno)fantasy ambientato fra due nazioni in conflitto, edito da Sogno edizioni.

 

Note Biografiche

 

Tecnico informatico presso un gruppo di credito; nel tempo libero collabora con La Penna Blu Edizioni come addetto alla grafica e come membro della redazione. Oltre a Il fantasma di Idalca, dei suoi racconti sono apparsi in alcune antologie.

Negli anni passati, sempre nel tempo libero, ha suonato il basso in alcuni gruppi metal. Per il futuro non esclude qualche progetto sonoro, ma ha soprattutto appunti sparsi per le prossime storie. Viva a Milano con mia moglie Barbara e due gatti.

 

Quarta di copertina

 

È un periodo di tregua fra le nazioni di Dargorea e Uskadia, a due anni da quando il negromante Recks Woods risolse un conflitto con la prima arma di distruzione di massa. Allora com’è possibile che la caporale non morta Lith Cross veda oggi un’intera città distrutta da un nuovo ordigno che nessuno possiede?
Perché nella stessa notte si prepara una spedizione segreta su un’aeronave occultata?
Come fa un misterioso ladro a sottrarre un golem d’assalto, sotto il naso delle sentinelle, senza lasciare tracce?
E a cosa serve il furto di un reperto storico vecchio di millenni? Mentre un personaggio del folclore sembra prendere vita, le circostanze portano un piccolo gruppo di superstiti a fuggire dalle truppe speciali a dorso di drago, per tornare al mondo di tutti i giorni.

Riusciranno a ricostruire una civiltà persa tra i detriti del tempo?

 

Sinossi (con spoiler moderati)

 

Gli eventi hanno luogo due anni dopo un conflitto che ha nominalmente liberato la vicina isola di Sjilen dalla dittatura, rendendola invece una colonia spartita fra le due vicine potenze, Dargorea e Uskadia.

La città dargorena di Hossa, sede dell’accademia e scelta strategica discutibile, è colpita da quella che appare un’arma di distruzione di massa. Contemporaneamente si presentano altri eventi singolari: in una città della Repubblica Uskana, alcuni fuorilegge organizzano il furto di un reperto storico. A Sjilen, un commando misterioso tenta di arrestare ed estradare Recks Woods, genio dargoreno della tecnologia bellica ufficialmente deceduto. In Dargorea, nella smisurata caserma cubica di Idalca, mentre si prepara una spedizione di ricognizione sfruttando marchingegni nuovi, un ladro sottrae senza tracce un golem d’assalto, veicolo alto cinque metri: non può essere stato nessuno, e infatti il personale attribuisce scherzosamente la colpa al Fantasma di Idalca, una creatura di fantasia del folclore locale.

Mentre gli eventi precipitano in nuovi spiegamenti di forze internazionali, i superstiti fortuiti di Hossa, della spedizione di ricognizione e del furto del reperto, si trovano a collegare schemi ricorrenti e ricostruire dagli indizi un complotto ai danni dell’intero continente di Nova, senza poter incolpare altri che l’immaginario Fantasma di Idalca.

 

INTERVISTA

 

 

1.    Ciao Vlad, ci parleresti un po’ di te?

Sono un sognatore impenitente e scapestrato, appassionato di fantascienza fin da quando ho memoria. Ho suonato il basso in alcune formazioni metal, per motivi vari sempre in modo incostante. Sono tecnico informatico e programmatore praticamente da sempre, e dal 2008 collaboro con la redazione de La Penna Blu Edizioni. Vivo con mia moglie Barbara e due gatti.

2.    Quando è nata la tua voglia di scrivere?

Più o meno alle superiori ho cominciato a stendere per divertimento dei brevi racconti demenziali. Per me era una sorta di riscatto: tra sfiducia e demotivazione, negli scritti scolastici non trovavo mai gli argomenti se non negli ultimi dieci minuti, ormai davanti a una sicura disfatta. Per reazione mi sono gettato a comporre prima ritornelli orecchiabili e poi, confrontandomi con altri appassionati di fantasy, dei racconti che hanno riscosso pian piano i primi apprezzamenti.

3.    Da cosa o da chi sei stato ispirato nella ideazione della tua opera Il fantasma di Idalca?

Per cominciare, ho voluto metterci dentro tutti i miei giocattoli da bambinone: azione, inseguimenti, armi sovradimensionate, mech alti cinque metri e botte da orbi. Che ci si creda o no, quest’elenco è stato uno dei miei punti di partenza. E poi ci sono i tempi strani in cui ho iniziato il progetto: si era nel 2004, mi rimbombavano ancora in testa i grattacieli caduti a Manhattan e osservavo con orrore gli accadimenti internazionali. Ho avuto già occasione di ammetterlo pubblicamente: ancora oggi, non pretendo di aver capito tutti i retroscena delle guerre recenti. Ma sono state un trampolino per le riflessioni che hanno creato la situazione spiacevole dell’isola di Sjilen. Infine, è stato un piccolo esperimento quello di basare il funzionamento di un’intera ambientazione su principi assolutamente contrari tanto alla chimica quanto a ogni scuola nota di alchimia. Non potrebbe mai funzionare nella realtà: non provateci a casa.

4.    Credi che attraverso la metafora di un mondo alternativo si possa parlare della problematiche socio-politiche del nostro mondo?

Altroché. Anche senza ripescare nulla dalla risposta qua sopra, un esempio facile facile viene da uno dei capostipiti del fantastico: sovrapponendo la “Terra di mezzo” di Tolkien a una cartina dell’Europa si notano ben più che alcuni parallelismi fra la storia di fantasia e il territorio che conosciamo durante gli anni Trenta e Quaranta. In termini generici, penso che un mondo del tutto ipotetico sia un ottimo terreno per speculare su quello che ci piace o non ci piace del nostro mondo o della nostra natura umana.

5.    Ci parleresti del tuo romanzo?

È una storia di sopravvivenza e riscatto. Sono tempi duri, di pace con il dito sul grilletto – quella che fino agli anni Ottanta chiamavamo “guerra fredda”. Una città è devastata da un’arma che nessuno possiede; i furti di un reperto storico e di un golem d’assalto sembrano privi di scopo; agenti speciali piombano nel cuore della notte a estradare illegalmente un criminale; e non sarà facile capire se alcune di queste disgrazie fanno parte di un disegno preciso. La storia narrata appartiene alle persone travolte dagli eventi che, fra sparatorie e inseguimenti, desiderano solo farla finita e tornare alla normalità.

6.    A che tipo di genere appartiene?

Come definizione direi fantasy o tecno-fantasy d’azione, ma ho preso in prestito dalla fantascienza a larghe mani.

7.    Ci sono molte creature fantasy ne Il fantasma di Idalca. Quale di queste ti ha affascina maggiormente?

La figura del drago. Mi ha sempre attirato in tutte le sue forme, che abbia squame o pelliccia, con o senza le ali o il fuoco. In questo romanzo ho cercato di darne un’interpretazione coerente con l’ambientazione: una creatura artificiale, strumento di distruzione sfortunato e maleodorante.

8.    Tecnologia bellica e mistero. Quante ricerche hai dovuto fare per affrontare questi due argomenti?

Ogni ricerca che ho potuto fare. Ma a darmi i grattacapi non sono stati né la tecnologia, né il mistero: entrambi mi hanno riempito di fogli di appunti al pari delle cartine e degli schemi tattici, ma ho potuto gestirli in completa autonomia. Per lo sviluppo individuale e il comportamento dei personaggi, invece, è stato un lungo lavoro di osservazione consultando amici molto più esperti di me per verificarne la verosimiglianza.

9.    Qual è stato il momento più entusiasmante durante la stesura della tua opera?

Una cosa che credo sia successa a molti altri. Avevo tutto pronto: gli appunti completi ed esaustivi fino all’ultima scena, le dita sui tasti, gli astri allineati, quando mi sono accorto che non solo il finale, ma la stessa natura del problema poteva non essere quello che avevo progettato fin dall’inizio. È stato come premere “play” e mettersi a guardare il film. I personaggi, con i loro profili e nulla di più delle poche cose che avevo lasciato loro in tasca, hanno saputo trovare la strada in autonomia fino in fondo – compresi i “cattivi”. Il regalo più bello, da parte loro, è stato permettermi di recuperare l’epilogo. All’inizio dei lavori era un prologo, e ho creduto a lungo di doverlo buttare via.

10.                       Secondo te quale tipo di genere prediligono i lettori italiani di fantasy?

Domanda da centomila euro! I lettori che conosco personalmente non sono alla ricerca di un genere preciso, ma sono estremamente esigenti nel proposito di leggere storie entusiasmanti e ben scritte. Ho sempre il sospetto di frequentare gente strana. :-)

11.                       Che consigli daresti a un autore che vuole presentare la sua prima opera fantasy a un editore?

Ne ho tanti, mi concentrerò su alcuni. Prima di tutto, di iniziare subito a stendere la seconda opera! Può anche darsi che la prima riscuota interesse, ma di solito da esordienti, anche se fossimo ricoperti di lauree, non abbiamo gli strumenti dell’esperienza, e nessuno ci darà un parere gratis. Poi, di leggere i libri di un editore a cui si pensa di inviare: bisogna farsi un’idea del panorama con cui ci si confronta, e nel caso che si arrivi a una proposta concreta, la scelta dev’essere reciproca. Infine, quando prepariamo la sinossi e la lettera, mettiamoci nei panni di chi la riceverà: rileggere due volte, correggere gli errori, indirizzare personalmente al destinatario, e via quei brutti segnaci Fw:, Re:, I:, CC:, “>” e indizi vari di copia carbone, che mettono subito di cattivo umore chi deve decidere se fare un investimento o no.

12.                       Qual è stata la tua esperienza come cacciatore di editore?

Fortunata, direi. Ho fatto pochi invii rispetto a quanto sento mediamente raccontare. L’email a Sogno Edizioni è stata un’intuizione sulla fiducia, perché avevano appena aperto a catalogo vuoto, proprio come l’anno prima noi de La penna Blu. Tutto merito del karma. Se dovessi fare oggi l’invio dell’opera prima, terrei Sogno fra i primi candidati.

13.                       Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Non ho ancora dei pronostici sicuri. Nel cassetto ci sono alcune storie più brevi e tanti appunti, che potrebbero prendere forma anche in altri setting.

 

 

 

 

 

 


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