L’alba del pianeta delle scimmie – 23 SETTEMBRE


L’ALBA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE

C’è grande attesa per l’uscita, il 23 settembre, dello spettacolare film FOX diretto da Rupert Wyatt

e interpretato da James Franco,  “L’alba del pianeta delle scimmie”.

SINOSSI

L’ALBA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE unisce fantascienza a un salto negli effetti visivi con il risultato di un’esperienza filmica emotiva e piena d’azione. L’arroganza dell’uomo provoca una catena di eventi che è la causa dell’intelligenza delle scimmie e di un cambiamento nel nostro ruolo di specie dominante il pianeta.  Caesar, la prima scimmia intelligente, viene tradita dagli uomini e si ribella per condurre la propria spettacolare razza alla libertà e alla resa dei conti con l’Uomo. La WETA, società  vincitrice dell’Oscar per gli effetti speciali con Avatar, ha creato, con Caesar, una scimmia CGI che regala una drammatica performance di emozioni e intelligenza senza precedenti.

Ecco un interessante saggio su una delle tematiche che fanno da sfondo al film: L’evoluzione.

L’ALBA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE  –  Le scimmie stanno diventando più intelligenti?

Di Joe Utichi

Nel 1968, l’astronauta Charlton Heston, atterrato a causa di un incidente su un pianeta ostile di un lontano futuro, si trovava in balia di un esercito dominante di scimmie parlanti. Costretto a sfuggire ai suoi rapitori, si rendeva conto ben presto che il mondo terribile su cui era atterrato era, in realtà, la Terra.
IL PIANETA DELLE SCIMMIE si inseriva nel filone della curiosità dell’uomo circa i propri antenati per portare poi alla nascita del più amato franchise fantascientifico del cinema: nel 2011, il regista Rupert Wyatt regala un nuovo ed entusiasmante capitolo del franchise.

L’ALBA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE porta l’azione ai giorni nostri e ha come protagonista lo scienziato Will Rodman (James Franco), la cui sperimentazione per la cura per l’Alzheimer che ha colpito il padre (John Lithgow) comporta la creazione involontaria di uno scimpanzè iper-intelligente. La scimmia, Cesare (Andy Serkis), sarà il primo campione per il dominio della specie sulla la razza umana e l’inizio della guerra con l’umanità.
Ma mentre L’ALBA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE è radicata nella tradizione  della stessa fantascienza che ha fondato il franchise SCIMMIE, la sua moderna impostazione ci porta molto più vicino alla realtà. Si pone quindi la domanda: le scimmie stanno davvero diventando più intelligenti?
La scienza ha a lungo documentato la nostra stretta connessione con altri primati, e in particolare gli scimpanzé. Studi hanno dimostrato che, circa 4-6 milioni di anni fa, gli antenati scimpanzé sono stati l’ultima linea di scimmie di oggi a divergere dal ramo dell’evoluzione che porta agli esseri umani. Volto espressivo e pollice opponibile sono ben lungi dall’essere gli unici tratti che condividono con gli esseri umani e la nostra affinità ci ha insegnato molto sul comportamento umano.

Con oltre 6 milioni di anni di disparità evolutiva, gli scimpanzé hanno anche dimostrato di essere più abili con alcuni compiti cognitivi rispetto ai loro “cugini” umani. Uno studio realizzato a Kyoto, in Giappone, ha dimostrato che gli scimpanzé sono in grado di ricordare sequenze di numeri visualizzati nelle caselle in posizioni casuali sui terminali dei computer per flash di un secondo ciascuno. Addestrati ad aspettare il cibo come ricompensa per aver completato i “compiti”, gli scimpanzè sono stati in grado di premere ogni casella in ordine numerico, capacità di cui gli umani  non sono dotati.

Ciò è’ prova di una cosiddetta “riserva cognitiva”. Il primatologo Tetsuro Matsuzawa suggerisce che questa capacità potrebbe essere stata persa negli esseri umani primitivi, nell’apprendere  competenze  di linguaggio e simboli. “Io chiamo questo teoria trade-off,” dice. “Se vuoi una capacità come una migliore memoria immediata, è necessario perdere qualche altra capacità”.
Quindi forse non è così lontano dalla realtà pensare che, in centinaia di migliaia di anni, gli scimpanzé potrebbero un giorno raggiungere i nostri livelli di intelligenza, anche se in modi molto diversi, che potrebbero anche essere difficile riconoscere. Le loro prospettive sul mondo possono essere molto diverse.

Il nostro interesse per le scimmie è relativamente recente. Infatti, gran parte delle prime ricerche sull’intelligenza degli scimpanzé iniziava non più di cinquanta anni fa, non molto tempo prima che il franchise del PIANETA DELLE SCIMMIE arrivasse per la prima volta sugli schermi cinematografici. La star de L’ALBA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE James Franco pensa che questa curiosità nasca dal nostro desiderio di determinare l'”anello mancante” che ha portato all’intelligenza umana. “In realtà il punto è:  come ci relazioniamo con noi stessi?”, dice. “Come distinguiamo noi stessi dagli altri, se presentati in una forma leggermente diversa? L’uomo sarà sempre interessato a questo, e il franchise SCIMMIE ha fornito un grande prisma attraverso cui farlo. ”

Abbondano gli articoli sul lato oscuro del comportamento degli scimpanzé. Ed è vero che gli animali si cimentano in aggressivi atti di violenza al fine di proteggere il territorio e scongiurare potenziali sfidanti.
In effetti, questa tendenza aggressiva fa da sfondo alla sceneggiatura di Rick Jaffa per L’ALBA DEL PIANETA DELLE SCIMMIE. “Avevo letto un sacco di storie su attacchi di scimpanzé,” dice. “Alcuni scimpanzè, dopo essere stati allevati in casa dai loro padroni, gli si sono rivoltati contro “.

Data la forza e l’imprevedibilità degli scimpanzé, questi attacchi di rabbia raramente finiscono bene per i loro proprietari umani. Ma dobbiamo riconoscere questo istinto di ribellione. “Amo le storie di individui che si ribellano alla macchina e lottano contro il loro ambiente”, dice il regista de L’ALBA  DEL PIANETA DELLE SCIMMIE  Rupert Wyatt. “E questa storia racconta molto di questo tema ed è interessante notare che non è su un essere umano ma su un animale”.
Nel film, Cesare deve unire le scimmie intorno a lui per pianificare la rivolta. E’ la mancanza di unità che impedisce forse alle scimmie selvagge di sviluppare su larga scala le capacità cognitive che hanno dimostrato di avere.

Purtroppo, le malattie, la deforestazione e la diminuzione di fonti di cibo significa che le comunità di scimmie stanno diventando sempre più piccole e isolate, tanto che questi sviluppi culturali non possono avere la possibilità di crescere in futuro. Una pioniera della ricerca sugli scimpanzè, Jane Goodall, a partire dagli anni Sessanta ha iniziato a dare una forma a quello che sappiamo sulle scimmie. Ricorda che quando è andata per la prima volta in Africa, c’erano almeno un milione di scimpanzé in natura e, “ora ne sono rimasti forse solo 150.000.”

Grazie a 404 (quattrozeroquattro) per le informazioni ricevute.


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