Virginia De Winter


di Alexia Bianchini.

Oggi abbiamo il piacere di presentare su Fantasy Planet un’autrice italiana dal carattere forte e intraprendente. Dai suoi scritti si denota la sua predisposizione per il gotico e traspare la sua inclinazione per il mistero.

Virginia De Winter, conosciuta nella rete come Savannah di EFP, è una fanwriter del fandom di Harry Potter. Il suo romanzo, BLACK FRIARS – L’ORDINE DELLA SPADA, è il primo volume della saga Black Friars, ma in realtà è l’episodio centrale della trilogia, infatti farà seguito il prequel e poi il sequel. Ad ogni modo i tre romanzi saranno comunque autoconclusivi.

Virginia si è resa subito disponibile a rispondere alle nostre domande, mostrandosi affabile e piacevolmente ironica.

Di seguito troverete la sua Nota Biografica, da cui si può dedurre come il suo carattere sia brioso e graffiante:

Nella mia vita ho contribuito a commettere vilipendio su cadaveri di lingue già abbondantemente defunte come il greco e il latino; non contenta, anni dopo mi sono messa in testa di studiare russo con scarsi risultati in termini di conversazione e coprendomi invece di gloria quando si è trattato di scovare cantanti pop e soap opera dove recitavano ex glorie del pattinaggio.

Amo la tranquillità, le città poco caotiche, le passeggiate vicino alla spiaggia, e il mare più di ogni altra cosa; detesto il traffico, la confusione e il rumore delle macchine.

Siccome nella vita è importante la coerenza ovviamente abito a Roma. Per questo motivo durante buona parte dell’anno non vedo spiagge né surfisti né bagnini a meno che io non sia molto, ma molto ubriaca, però Roma appaga completamente il mio senso estetico e in primavera ha un profumo meraviglioso.

Mi piace andare a ballare e in giro per il centro le notti d’estate; i mercati, le sale da tè, le mostre d’arte (cioè alla fine sempre la stessa mostra: Caravaggio quando ci vede entrare ormai saluta per primo…), andare all’Opera e alle Terme di Caracalla, a mangiare africano e giapponese e a fare vasche tra gli scaffali delle librerie e dei negozi di accessori luccicanti e pieni di strass.

Sempre se riesco a schiodarmi da casa, visto che sono terribilmente pigra: mi piace dormire e starmene su un divano con un libro abbastanza a lungo da confondermi col mobilio. Quando posso comincio le giornate in modalità vampiro: dormo di giorno ed esco a caccia di cibo al calare delle tenebre, solitamente diretta verso il primo arabo o il primo giapponese che scorgo nel buio. Per sfamarmi con sushi o kebab, non sangue umano.

Abito insieme a una deliziosa sorellina da guardia di piccola taglia che fa molto rumore quando deve difendere il territorio dai miei cappotti sparsi in ogni dove e indurmi a raccogliere le mie pezze ammucchiandole nella mia camera. Anche i miei genitori, fanaticamente impegnati nella crociata dell’ordine, tentano rapide incursioni per sistemare casa e riempire il frigorifero nel quale io tento vanamente di fare il deserto per non avere troppe tentazioni.

Vorrei un animaletto ma non riuscirei mai a badargli, quindi devo accontentarmi della sopracitata sorellina domestica anche se, in alternativa, potrei provare un pesce rosso da combattimento che almeno non ascolterebbe Bruce Springsteen a tutto volume. Abbiamo anche dodici piante da terrazzo che sopravvivono nonostante la sottoscritta a volte si metta in testa di fare qualcosa per coltivarle.

La violetta africana invece non è scampata all’ultima volta che ho cercato di innaffiarla, quindi pace all’anima sua.

La trama del romanzo.

Chi è Eloise Weiss? Perché il più antico vampiro della stirpe di Blackmore abbandona per lei l’eternità suscitando le ire di Axel Vandemberg, glaciale Princeps dello Studium e tormentato amore della giovane?

La vecchia Capitale si prepara alla Vigilia di Ognissanti e il coprifuoco è vicino perché il Presidio sta per aprire le sue porte. Il lento salmodiare delle orde di penitenti che si riversano per le vie, in cerca di anime da punire, è il segnale per gli abitanti di affrettarsi nelle proprie case, ma per Eloise Weiss è già troppo tardi. Scambiata per una vampira, cade vittima dell’irrazionalità di una fede che brucia ogni cosa al suo passaggio. In fin di vita esala una richiesta d’aiuto che giunge alle soglie della tomba dove Ashton Blackmore, un redivivo secolare, riposa protetto dalle ombre della Cattedrale di Black Friars. Il richiamo della ragazza è un sussurro che si trasforma in ordine, irrompe nella sua mente e lo riporta alla vita. Nobili vampiri di vecchie casate, spiriti reclusi e guerrieri, eroici umani e passioni che il tempo non è riuscito a cancellare: Black Friars – L’ordine della Spada è un mondo nuovo che profuma di antico, un romanzo che si ammanta di gotico per condurre il lettore tra i vicoli della Vecchia Capitale o negli antri del Presidio, in un viaggio che continua oltre la carta e non finisce con l’ultima pagina.

INTERVISTA ALL’AUTRICE

1. Chi è Virginia De Winter?

Una che si è sempre divertita a sguazzare tra le pagine dei libri, a cui basta il contatto con un libro per calmarsi e sentirsi felice. La classica persona sprofondata sul divano con il naso dentro un romanzo a cui la mamma urla che è ora di apparecchiare e lei risponde di aspettare un momento. Per inciso questa scena si verifica quotidianamente anche al giorno d’oggi, solo che magari questa volta il romanzo lo sto anche scrivendo.

2. Quando è nata la tua passione per la scrittura?

Praticamente c’è sempre stata. Una volta, per capriccio, quando ero proprio piccola, mi sono fatta comprare un diario di quelli civettuoli con la copertina in colori pastello e un lucchetto complicatissimo che ci voleva una laurea in ingegneria per aprire. Mai scritto una sola cosa che ho fatto: inventavo storie.

3. Quali sono i tuoi romanzi e scrittori preferiti?

Tutti? Impossibile fare una classifica, anche perché cambiano a seconda dell’umore del giorno e di quello che sto leggendo. In generale mi piace moltissimo Anne Rice, Joanne K. Rowling, Marion Zimmer Breadley, Andrea Camilleri, Gianrico Carofiglio, Dostoevskj, Cassandra Clare. Possiamo fare mattina di questo passo, quella del prossimo mese, intendo. Mi piace molto anche la letteratura gastronomica, devo dire e il southern gothic, quel tipo di gothic che trova ambientazione nel sud degli Stati Uniti e la letteratura americana degli anni ‘40. Mi piace anche la letteratura di viaggio. Insomma, purché si possa leggere.

Come romanzi, il primo che mi viene in mente è Delitto e Castigo che, mossa da insana passione o magari da insania mentale ho tentato anche di leggere in lingua originale; poi c’è sicuramente l’Erede di Hastur, Il Vampiro di Blackwood, Il Gattopardo, i Viceré, l’Ora delle Streghe, Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban… possiamo davvero impiegarci un mese anche qui.

4. Qual è il genere in cui ti senti più appagata nella scrittura?

I generi gothic e romance e naturalmente le mie amatissime fan fiction. Mi piace ripercorrere i luoghi comuni dei vecchi generi letterari, dei romanzi di cappa e spada e del gotico delle origini. Mi sono anche appassionata allo Steampunk e poi c’è il romanzo vittoriano, anche quello riesce a dare delle grandissime soddisfazioni.

5. Da dove nascono le avventure che metti su carta?

Dagli spunti più svariati. Camminando mi vengono delle ottime idee, dando un’occhiata a vecchi fatti di cronaca anche. Probabilmente ciò che fa nascere più idee è il colpo d’occhio su qualcosa: un quadro, un film, uno scorcio che mi suggerisce qualcosa. Poi resto lì a macchinare per giorni fino a che non cavo fuori qualcosa.

6. Quali aspetti ami e quali invece non sopporti dei tuoi personaggi?

L’aspetto che amo di più dei miei personaggi è che mi fanno morire dal ridere. Trovo davvero divertentissimo scrivere di molti di loro, hanno atteggiamenti assurdi e uscite davvero improponibili così rido da sola mentre lavoro. Quello che non sopporto è quando si impelagano nei loro schemi mentali e invece di agire restano prigionieri delle loro teste. Ma forse qui è colpa mia, in fondo sono prigionieri nella mia, di testa.

7. In cosa Black Friars, l’Ordine della Spada, ti ha maggiormente appagata?

Costruire un mondo tutto mio, riempirlo con ciò che mi piaceva: arte, storia, musica, tutto quanto nella mia vita aveva lasciato dentro di me un’impressione è confluito in questo libro. Mi è piaciuto studiare il contesto storico di riferimento, cercare le citazioni e le cadenze adatte. Tutto è stato appagante, ma il semplice lavoro di creazione storico-geografica di un modo è stato probabilmente ciò che ho amato di più.

8. Come definiresti la tua opera?

Prolissa? Mi sembrava di non avere mai abbastanza spazio per descrivere e parlare di tutto ciò che sapevo di quel mondo e di quei personaggi. Quando l’ho cominciata, scrivevo solo per me, la possibilità della pubblicazione è arrivata poco prima che terminassi, così, all’improvviso. Certe volte penso sia una collezione di tutto ciò che amo, il dialogo ininterrotto con caratteri e personaggi che mi permettevano di approfondire aspetti diversi del mio immaginario.

9. Quali sono gli aspetti più salienti della trama?

L’aspetto più saliente della trama è una ricerca. La ricerca di un erede perduto che è fondamentale per ricreare un equilibrio spezzato tra due razze che dividono il medesimo mondo. Razze di natura quasi antitetica che nel corso dei secoli, delle leggende, dei miti, hanno trovato un compromesso che è messo a rischio dalla scomparsa di un’intera famiglia per motivi ancora oscuri. È anche la storia di un’amicizia, tra un vampiro di quattro secoli e una ragazza di vent’anni che studia per diventare medico e la storia d’amore tra la ragazza, Eloise, e colui che ha amato fin dall’infanzia, ripresa dopo che, anni prima, si era interrotta in modo drammatico e doloroso per entrambi.

10. Qual è il personaggio che più ti ha coinvolta?

Ashton Blackmore, sicuramente. La sua calma, il suo idealismo, il carattere deciso e protettivo. Non è umano, non si preoccupa assolutamente di sembrarlo, non avverte alcuna nostalgia della sua condizione precedente. È un combattente, gentile e raffinato, ma ha la tempra del soldato e l’animo di qualcuno sempre pronto a stupirsi e lasciarsi rapire dalle cose, nonostante i secoli che ha alle spalle. Poi c’è Bryce Vandemberg, che è un po’ il portavoce dei miei pensieri, condivide con Ashton la sicurezza caratteriale priva di ombre, la sua assoluta certezza di non avere nulla da dimostrare a nessuno.

11. Quanto tempo dedichi alla scrittura?

Dipende. Se sono in ritardo con una scadenza anche dodici ore al giorno. La media è due o tre nei periodi di calma, altrimenti diventano sette, otto, nove, specialmente se ho una buona idea e non mi va di mollare il manoscritto. Ci sono volte in cui la giornata scivola via e nemmeno me ne accorgo, mi sembra di non avere nemmeno abbastanza ore. Poi naturalmente c’è anche tutto il tempo che si impiega nell’ideazione, negli studi e nelle ricerche. Detto così, alla fine, credo si impieghi la maggior parte della giornata!

12. Quali sono le caratteristiche essenziali per diventare scrittrice?

Voler scrivere e farlo. Non parlare di scrittura, pensare alla scrittura, ma praticare la scrittura. Bisogna scrivere tanto e leggere tanto. Tutto qui. È il modo in cui hanno lavorato tutti, il modo in cui hanno imparato tutti.

13. Puoi raccontarci la tua esperienza nella ricerca di un editore?

Non ne ho, perché è stato l’editore a trovare me, o, meglio, la mia editor, Pamela. Ho scritto per anni fan fiction nel fandom di Harry Potter – una cosa che adoro e che continuo a fare – e lei, tempo fa, trovò le mie storie sul sito Erika’s Fanfiction Page. Tramite il link di contatto con gli autori mi mandò l’e mail che ha cambiato moltissime cose.

14. Cosa ti senti di consigliare a chi desidera diventare scrittore?

Di scrivere e di divertirsi a farlo. Non pensare mai che cosa possa piacere agli altri, pensare a godersi quello che si fa. Mettersi davanti al computer o al foglio di carta con penna o matita, avere accanto il vocabolario e il dizionario dei sinonimi e contrari, un bel volume di grammatica per quando c’è qualche dubbio e partire. Insomma: chi vuole diventare scrittore non ha davvero bisogno dei miei consigli, perché la gioia di creare la possiede già.

15. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Ne ho almeno dieci, di quelli realizzabili intendo, perché se sommiamo quelli al limite con il surreale arriviamo a circa un milione. Ho appena terminato il prequel de L’Ordine della Spada che come titolo, fino al momento, ha L’Ordine della Chiave. Sarà pubblicato a luglio, entro la metà del mese, così per allora, dovrò cominciare a scrivere quello che è il sequel dell’Ordine della Spada e che sarà l’ultimo libro di questa serie. Poi mi piacerebbe iniziare un’altra serie, sempre dedicata al mondo di Black Friars, prendendo in considerazione le vicende di altri personaggi ed eventi che si svolgono nel periodo immediatamente successivo alla conclusione della serie precedente.

Ringrazio quest’autrice ricca di sorprese con un carattere delizioso, che spero la possa portare lungo la strada dei suoi desideri. Condivido la sue parole in merito al bisogno di scrivere che deve andare di pari passo con la voglia e il piacere di farlo. Le auguro Buona fortuna per i suoi progetti futuri, aspettando il seguito (prequel) di Black Friars.


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