Stephen King – Notte buia, niente stelle


NOTTE BUIA, NIENTE STELLE
Stephen King
Sperling & Kupfer, 2010
Pag: 420 Prezzo: euro 20,90
Giudizio:

Trama.

1922. In Nebraska, un agricoltore uccide la moglie e la getta in un pozzo. La sua colpa? Voler vendere un lotto di terra ricevuto in eredità. “La terra è affare dell’uomo, non della donna”.
Maxicamionista. Tess scrive gialli “rassicuranti”, popolati da vecchiette che giocano ai detective. Una sera, viene aggredita e stuprata da un misterioso “gigante”. Creduta morta e lasciata in un canale di scolo, sopravvive e medita vendetta.
La giusta estensione. Streeter, bancario malato di cancro, incontra il Diavolo nelle fattezze di un venditore ambulante. L’affare che conclude decide la sorte del suo migliore amico, colpevole di avergli rubato la ragazza tanti anni prima.

Un bel matrimonio. Due anni dopo le nozze d’argento, Darcy scopre che suo marito custodisce in garage un segreto. Un fiume di pazzia scorre sotto il prato fiorito del loro matrimonio. Che fare? Tirare avanti come prima o cercare una via d’uscita?

Ancora una volta Stephen King ci parla della violenza sulle donne. Come aveva già fatto in Dolores Claiborne e Rose Madder, qui si punta l’attenzione sul modo in cui l’altra metà del cielo reagisce alla violenza maschile. La grande capacità di King di immedesimarsi nella psiche femminile e, soprattutto, di amarla, raggiunge qui le sue vette più alte, in questa raccolta di quattro romanzi brevi o, se volete, racconti lunghi, che rappresentano quanto di meglio abbia scritto l’autore del Maine negli ultimi anni. Siamo ai massimi livelli di uno scrittore che non smette mai di stupire: ultimamente lo fa ritrovando una nuova giovinezza nella sua scrittura, rimettendo in discussione le sue modalità narrative e arrivando a plasmarsi in una differente visione dell’insieme del mondo narrato, in cui il soprannaturale diventa, per una volta, marginale.

Stephen King ci dimostra ancora una volta quanto sia possibile parlare della realtà delle nostre esistenze in bilico tra il bene e il male attraverso la fantasia. Dell’ultima raccolta di racconti, Notte buia, niente stelle, solo un racconto parte da presupposti soprannaturali: “La giusta estensione“. Gli altri tre racconti, 1922Maxicamionista e Un bel matrimonio, sono tre pugni nello stomaco, forti, cattivi, inesorabili, e accadono interamente all’interno di una realtà che non contempla il di più del soprannaturale (sebbene l’irrazionale vi faccia, invece, da leitmotiv, assieme alla vendetta). Ma La giusta estensione parla del patto con il demonio (o con un demonio), risultando infine come il racconto più tremendo, nero, cupo. Non è solo amaro e violento, è cattivo. Da un classico inizio fantastico, King passa allo sviluppo della faccenda, con un’attenzione all’evoluzione (?) tutta umana del protagonista. Qui sta la parte cattiva, qui la campana suona a morto e il giudizio si compie. Il contenuto fantastico del racconto serve a mettere in luce, a portare in evidenza la reazione dell’essere umano nella sua esistenza quotidiana, mostrando ancora una volta l’horror quotidiano che Stephen ci ha ormai abituati a scorgere.

Tutti i suoi ultimi romanzi sembrano parlare di questo. La Storia di Lisey, Duma Key e The Dome sono, oltre che opere eccezionali per qualità narrativa e grande capacità di approfondimento psicologico, esempi preclari di come l’orrore non giunga tanto dal soprannaturale, quanto dalla vita di ogni giorno, che nasconde fino allo stremo ciò che si può nascondere perché troppo brutto da guardare direttamente in volto. Notte buia, niente stelle non si sottrae a questo meccanismo, anzi, viene addirittura rovesciato nella tecnica, parlandoci per tre quarti con due voci: quella dell’ossessione scevra di ogni veicolo soprannaturale e quella della vendetta, caratterizzata da una violenza inesorabile e quasi cieca.  È la realtà, miei cari, sembrerebbe dirci King, e non la si può che dire in questo modo. Senonché c’è quel racconto, La giusta estensione, per l’appunto, che attraverso la sua dinamica parzialmente fantastica ci dà una grande lezione narrativa: il contenuto fantastico può essere il miglior metodo per parlare fino in fondo della profondità e definitività della cattiveria umana.

FABRIZIO VALENZA


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